Glossario
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PROCELLARIA
(Orn.) - Uccelli di colore scuro, con ali lunghe e robuste, che volano a pelo d'acqua e sfidano qualsiasi tempesta. Sono presenti in Italia, in Europa, nell'Artico, e si nutrono di piccoli animali marini, talvolta anche di rifiuti galleggianti. Nidificano in piccole colonie sulle rocce e sui vicini prati erbosi. Depongono un solo uovo; i piccoli si difendono dagli attacchi dei rapaci schizzando un rigurgito oleoso e fetido. Nella religione di alcuni popoli del Nord America, Sedna è una divinità marina, nemica degli uomini e protettrice del suo regno. Sposò uno sconosciuto, che era una procellaria. Quando il padre andò a riprendersela, egli scatenò una tempesta che mandò i due in fondo al mare. Per questo motivo la procellaria è il simbolo della tempesta.
PROCESSIONE
(Rel.) - Rito liturgico molto antico, con funzione espiatoria o propiziatoria. Si svolge con clero e fedeli che procedono in fila, a passo misurato, all'interno o all'esterno di una chiesa, o tempio, al seguito di una statua, una reliquia, o altro oggetto sacro, pregando e cantando. Essa costituisce quasi un corteggio che segue un simbolo sacro, un omaggio di devozione, una esaltazione del sentimento religioso del gruppo che, celebrando assieme, rinsalda l'unione religiosa. Si ha notizia di processioni in tutte le religioni, in tutti i paesi, fin dalla più remota antichità. La religione cattolica ha copiato dalle altre religioni e, per distinguersi, svolge le sue processioni in senso antiorario.
PROCLO
(Gr.) - Costantinopoli 412, Atene 485. Filosofo neo-platonico studiò ad Alessandria con Olimpiodoro il Vecchio e ad Atene con Plutarco; fu successore di Domnino nella direzione della scuola. Ebbe a discepolo Marino, che ne scrisse la biografia, ricordandone i riti ed i digiuni. Questo scrittore e filosofo mistico Greco, commentatore di Platone, soprannominato il Diadoco, è molto importante per la sistematizzazione del pensiero neoplatonico. Il suo sistema filosofico si propone di riunire in un'unico corpo dottrinale le tradizioni religiose dell'antichità pagana, le acquisizioni della filosofia classica greca e gli esiti della scolastica neoplatonica ateniese. Egli conferisce forma sistematica alla dialettica triadica e ciclica dell'essere che è alla base del pensiero neoplatonico, formalizzandone i tre momenti: monè, ovvero la permanenza dell'essere in sè (come causa), proodos, ovvero il distacco dell'essere dalle cause, epistrophè, ovvero il ritorno dell'essere alle origini. I primi tre termini corrispondenti a questa dialettica sono l'Uno (la causa prima, inconoscibile ed ineffabile), le Enadi (divinità supreme emanate dall'Uno), l'Intelletto a sua volta diviso in tre termini: essere (oggetto dell'intelletto), vita (ciò per cui si è e si conosce l'essere), intelletto vero e proprio (intelletto come soggetto). Il suo ultimo animoso discepolo e seguace, nei tempi moderni, traduttore delle sue opere, fu Thomas Taylor di Norwich che, dice il Fratello Kenneth Mackenzie, "fu un mistico moderno che adottò la fede pagana come la vera fede veritiera, che effettivamente sacrificava colombe a Venere, il caprone a Bacco e avrebbe voluto immolare un toro a Giove", se non gli fosse stato proibito dalla proprietaria dei terreni.
PROCTOR Richard Anthony
- (Ing.) Chelsea 1837, New York 1888. Fu istruito in scuole private, prima al King's College di Londra poi al St.John's College di Cambridge. Dapprima studiò legge, poi passò all'astronomia ed alla letteratura. La sua prima opera fu "Saturno ed il suo Sistema", un vero fallimento editoriale. Nel 1881 fondò un periodico, Conoscenza, sul quale scrisse molti articoli. La sua opera più ambiziosa, Vecchia e Nuova Astronomia, fu completata dopo la sua morte. Stabilitosi a New York, contribuì alla 9^ edizione dell'Enciclopedia Britannica; scrisse anche altre opere, la più conosciuta delle quali è "Il nostro posto nell'Infinito". Come astronomo, studiò accuratamente i pianeti del sistema solare con particolare attenzione a Marte, di cui disegnò la prima carta. Grande divulgatore di astronomia, con i suoi scritti e le sue conferenze, raccolse le sue conoscenze nell'opera "Miti e meraviglie dell'astronomia".
PROCUSTE
(Mit.) - Soprannome di un leggendario brigante greco, di nome Damaste, che sulla via da Megara ad Atene, presso il Cefiso, assaltava i viandanti, li stendeva su un letto, li stirava a forza se erano più corti del letto, amputava le estremità se sporgevano dal letto. Fu ucciso da Teseo. Procruste, in greco, significa lo "stiratore", e l'allegoria serve per dire che sul letto di Procuste veniva crocifisso l'uomo di carne e le sue passioni, dopo di che egli rinasceva come immortale. Era la croce della iniziazione, il Tau.
PRODIGIO
(Occ.) - Fatto o fenomeno che esce dall'ordine naturale delle cose e viene interpretato come preannuncio divino di eventi per lo più spiacevoli; è il segno dell'ira divina, premonitore di disastri. Dopo il prodigio, i disastri possono essere evitati mediante un rito appropriato, che i Romani chiamavano "procuratio". I prodigi si possono riferire a fatti naturali (terremoti, eclissi, meteore, maremoti, crolli, ecc.), a nascita di essere mostruosi (mitologia), a gravi pericoli per lo Stato (guerre, invasioni, rivolte, ecc.). Il concetto del prodigio si fonda su una intuitiva visione unitaria del cosmo, in cui ogni squilibrio su un piano si ripercuote con squilibri su altri piani. Gli antichi ritenevano prodigio una circostanza naturale che si verificava di rado, o che sembrava contraria alle leggi di natura; essi collegavano il fenomeno alla divinità e lo interpretavano come segno premonitore di sventure. Spesso il prodigio diventava argomento di leggenda: una cagna aveva partorito tre cani e tre gatti, un gatto si accoppiava con una gallina, dalla cova di una collina nascevano animali mostruosi, ecc. Oggi noi sorridiamo di queste cose, non perchè siano impossibili, ma perchè dimentichiamo che esiste una disciplina scientifica, chiamata teratologia, che studia le forme mostruose che, a nostra insaputa, continua a comparire un pò ovunque. Tali fenomeni, oggi circoscritti all'area della scienza, una volta finivano nell'area della leggenda, ma sia la scienza che la leggenda non sono riusciti a darci la vera lettura dei fenomeni.
PROFANO
(Rel.) - Da "pro" = avanti e "fanum" = tempio, colui che sta davanti al tempio, che non è ancora entrato nel tempio, colui che sta fuori dal sacro recinto, un non iniziato ai misteri religiosi. Ed anche: chi non ha diritto ad entrare in un luogo, chi non si intende di una materia, chi non ha carattere sacro. Il termine esprime un concetto negativo, l'opposto di sacro, ed è alla base di ogni religione; in ogni religione, infatti, non tutto è sacro, nè tutto è profano, ma ogni cosa o attività profana deve soggiacere a cautele sacrali. Il sacrificio primiziale, ad esempio, serve a rendere libero il consumo profano del prodotto; la celebrazione della festività permette di dedicare alle attività profane gli altri giorni della settimana; l'edificazione di un luogo sacro lascia al profano lo spazio rimanente. La stessa attività profana quotidiana rappresenta un momento di separazione con quella religioso che sarà svolta il giorno di festa. Nella Bibbia, il profano è simbolizzato dall'anguilla che è priva di squame, si immerge nel profondo e si avvolge nel fango: in altri termini, è un animale avvinghiato alle cose terrestri più basse. Gli Egiziani, come simbolo del profano, usavano il pesce, essere impuro che non andava neanche mangiato perchè andava rapidamente in putrefazione; ed anche il maiale era impuro e se capitavano di venirne a contatto con le vesti bisognava provvedere ad un immediato lavaggio. I guardiani dei porci non potevano entrare in nessun tempio, nè potevano sposarsi. Presso i Romani, il sacerdote di Giove commetteva peccato se toccava un porco, ed i pontefici sfuggivano i nomi che con il porco aveva una qualche relazione.
PROFETA
(Occ.) - Iniziato molto saggio che opera a favore di quanti camminano nell'exoterismo. Le sue prediche vengono chiamate profezie. Si tratta quasi sempre di occultisti che sono in grado di penetrare qualsiasi segreto. Come i Maghi, possono appartenere al Sentiero di Destra o al Sentiero di Sinistra. Il Profeta è colui che parla a nome di qualcun'altro, in particolare della divinità; come tale, può appartenere a diverse categorie di persone: indovini, maghi, oracoli, interpreti di segni divini, ecc. Egli può operare da solo ed in gruppo, in luoghi profani o in luoghi sacri, talvolta in forme rituali complesse caratterizzati da fenomeni estatici, ritenuti ispirazione e possessione divina. Nella Bibbia sono in numero di 17, hanno come simbolo la colomba (nel Nuovo Testamento, in relazione allo Spirito Santo che li ispirava), il gallo (che nelle tenebre della presente vita con il suo canto preannuncia la veniente luce futura), il filatterio (sul quale sono scritte le profezie), le nuvole (come manifestazione della verità di Dio).
PROFETISMO
(Rel.) - È l'attività del profeta, che si trova largamente diffuso nella Bibbia e rappresenta un fenomeno specifico nell'ebraismo. Qui il profetismo non è una professione, ma un intervento a livello umano della volontà divina. Anche se talvolta coinvolti in problemi politici, storici, sociali, i profeti sono essenzialmente figure religiose, il cui messaggio è fondamentalmente la fede jahvista nella quale si vuol ricondurre tanto il popolo quanto i suoi governanti. Essa guarda sempre al futuro, mai al passato, soprattutto a ricordare l'alleanza fra Dio ed Israele; la loro predicazione è contro la degenerazione del culto, lo scadimento etico, la decadenza sociale. Essi annunciano a volte il castigo divino, altre la misericordia, ed invitano a portare nel cuore le Tavole della Legge per accedere a quella salvezza promessa da Dio. Alcuni di essi lasciarono degli scritti, ma la gran parte operò oralmente.
PROFEZIA
(Rel.) - Da "pro" = per e "femi" = parlare, significa "parlare per conto di qualcuno"; i profeti biblici parlano in nome di Dio. E poiché essa riguarda sempre il futuro, si può definire anche predizione, nel qual termine rientra anche l'opera astrologica. Utile poi ricordare che la profezia in senso proprio non riguarda mai il singolo individuo, ma la collettività, il popolo, lo Stato.