Glossario
Glossario
EMANAZIONE La dottrina della
- Nel suo significato metafisico è l'opposto di "Evoluzione", eppure è una con essa. La scienza insegna che l'evoluzione è fisiologicamente una forma della generazione in cui il germe che sviluppa il feto preesiste già nel genitore, essendo lo sviluppo, la forma finale e le caratteristiche di questo germe, già perfetti nella natura; e che nella cosmologia il processo ha luogo ciecamente attraverso la correlazione degli elementi ed il loro vario modo di combinarsi. L'Occultismo risponde che questa è solo la forma apparente, poiché il vero processo è l'Emanazione, ed è guidato da Forze intelligenti sotto una legge immutabile. Quindi, mentre gli Occultisti e i Teosofi credono profondamente nella Dottrina dell'Evoluzione così come è stata data da Kapila e da Manu, essi sono Emanazionisti piuttosto che Evoluzionisti. La dottrina dell'Emanazione era una volta universale. Era insegnata sia dai filosofi Alessandrini che da quelli Indiani, dagli Ierofanti Egiziani, Caldei e Greci, ed anche dagli Ebrei (nella loro Kabala e perfino nella Genesi). Infatti è solo a causa di una traduzione deliberatamente errata che la parola Ebraica asdt è stata tradotta "angeli" nella versione greca dell'Antico Testamento dei Settanta, mentre significa Emanazione, Eoni, precisamente come per gli Gnostici. In verità, nel Deuteronomio (XXXIII, 2), la parola Asdt o ashdt è tradotta con "fuoco della legge", mentre l'interpretazione corretta del passo dovrebbe essere "dalla sua mano destra veniva (non il fuoco della legge ma) un fuoco secondo la legge, vale a dire che il fuoco di una fiamma è distribuito, ed è raggiunto da un altro fuoco come in una pista di sostanza infiammabile. Questo è precisamente l'Emanazione. Com'è dimostrato in Iside Svelata : "Nell'Evoluzione, come la si comincia a comprendere ora, si suppone che in ogni forma ci sia un impulso a prendere una forma superiore - una supposizione chiaramente espressa da Manu e da altri filosofi indù della più remota antichità. Il caso della soluzione di zinco è una dimostrazione a sostegno della supposizione del filosofo. La controversia fra i seguaci di questa scuola e gli emanazionisti, può in breve essere definita così : l'evoluzionista blocca ogni indagine ai margini de "l'Inconoscibile"; l'emanazionista crede che nulla può essere evoluto - o, come la parola significa, essere spinto fuori a nascere - a meno di non essere stato prima involuto, indicando in tal modo che la vita proviene da una potenza spirituale che è al di là del tutto". Emanazione è sinonimo di emanatismo e come tale è una dottrina filosofica secondo la quale il molteplice trae origine da un principio (l'Uno, o altra realtà prima, che esprime da sè il molteplice con assoluta libertà, identica a necessità assoluta) attraverso un processo che evolve dall'interno verso l'esterno. L'emanazione non comporta diminuizione del principio emanatore, ma fonda un rapporto ontologico essenziale fra l'emanante e l'emanato, fra il principio ed il molteplice.
PESCE
(Occ.) - Fin dai tempi più remoti, i popoli che vivono di pesca ed abitano in riva al mare o ai fiumi, hanno considerato il pesce come vittima sacrificale per eccellenza e lo hanno inserito in tutti i loro riti. Esso, inoltre, assumeva carattere di sacralità perchè vive nell'acqua, l'elemento primordiale e caotico. Ma le acque sono anche il simbolo della Sapienza e degli Insegnamenti occulti, ed allora il pesce che vi nuota dentro non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Vishnu, Dagon, Oannes, Giosuè, Matsya, Gesù, Bacco, hanno tutti l'appellativo di "pesce", che è fallico in senso teologico, divino in senso metafisico, segreto in senso esoterico. Il Dio della Sapienza è il Pesce Sublime. I primi cristiani, nei loro Misteri sacri, chiamavano sè stessi "pisciculi" (piccoli pesci) e si ritenevano tutti pesci cresciuti nell'acqua e salvati da un grande Pesce. Il pesce era un tabù per gli antichi sacerdoti egizi e per alcuni popoli Bantù, mentre era sacro per i Fenici. Esso è alla base dell'ittiomorfismo, ovvero della rappresentazione di molte divinità in forma di pesce. Le acque degli inferi, in tutte le mitologie, creano una connessione fra pesce ed anima; in India il pesce è il cibo degli spiriti, mentre per alcune tribù indiane d'America, le anime dei morti hanno forma di pesce. Tutto ciò ha un grande significato: l'acqua è il simbolo della fecondità, ed allora ecco i morti antenati dei vivi, pesci che, anche in forma fallica, danno continuità all'umanità. Nelle religioni totemistiche, il pesce è un Totem.
ETERE
- Gli studiosi sono troppo portati a confondere l'etere con l'Akasa e con la Luce Astrale. E non si tratta nemmeno dell'etere descritto dalla Scienza fisica. L'etere è un agente materiale, sebbene finora non sia stato registrato da alcun strumento fisico, mentre l'Akasa è un agente distintamente spirituale, identico, sotto alcuni aspetti, all'Anima Mundi; laddove la Luce Astrale è solo il settimo e più alto principio dell'atmosfera terrestre, irregistrabile sia quanto l'Akasa che quanto l'Etere reale perchè è qualcosa che, in un certo senso, si trova su un altro piano. Ma il settimo principio dell'atmosfera terrestre, la Luce Astrale, sulla scala cosmica è solo il secondo. La scala delle Forze Cosmiche, dei Principi e dei Piani, delle Emanazioni - in senso metafisico - e delle Evoluzioni - sul piano fisico - è raffigurata dal Serpente cosmico che morde la propria coda, il Serpente che riflette il Superiore ed è riflesso a sua volta dal Serpente inferiore. Il Caduceo spiega il mistero, ed il quadruplice Dodecaedro, sul cui modello Platone dice che è stato costruito l'universo dal Logos manifestato - sintetizzato dal Primo-Nato immanifestato - fornisce geometricamente la chiave alla Cosmogonia ed al suo riflesso microcosmico - la nostra Terra. Secondo gli antichi era la parte più pura, più alta e più luminosa dello spazio. Nella cosmologia greca, per etere si intendevano i cieli (parte superiore dell'aria o parte più sottile del fuoco). Per Platone era il quinto elemento costitutivo dei corpi celesti. L'etere cosmico è inteso come sostanza ipotetica, estremamente tenue, imponderabile, presente in tutto l'universo, sia dove c'è materia che nel vuoto; la sua esistenza fu postulata dai sostenitori della teoria ondulatoria della luce. Solo così, infatti, si sarebbe potuto spiegare la propagazione della luce nel vuoto, i fenomeni di polarizzazione, diffrazione, ecc. Successivamente l'etere venne inteso come un ente puramente geometrico, immobile nello spazio. Dopo Lorentz, esso ha perso consistenza fisica, e non se ne parla più in sede di scienza ufficiale. Esotericamente, l'etere è la forma più grossolana della akasha, il quinto principio cosmico universale. È l'anima della materia, la luce del fuoco, il principio passivo femminile dal quale emanò ogni cosa in questo Universo. Il fuoco è il principio attivo, maschile, generatore, involucro dell'akasha. Esso è attualmente solo in parte manifestato; si manifesterà completamente della Quinta Ronda (attualmente siamo nella Quarta). L'etere è uno dei principi inferiori di ciò che noi chiamiamo la Sostanza Primordiale (Akasha), ed è anche l'elemento da cui procede l'aria. Il suo colore è il bianco, da esso tutto si diparte e ad esso tutto torna. L'Etere è il Fluido Astrale, o "Luce Astrale", dei Cabalisti, il Fuoco solare, l'Aitur che compenetra tutte le cose e tutta la materia. La sua struttura è settenaria e rappresenta la tavola armonica in Natura, attraverso la quale si trasmette il suono. Gli Alchimisti dicono : "Tutto procede dall'etere e dalle sue sette nature". Altro significato di Etere sono le Acque dello Spazio. La trinità fondamentale dell'universo è : Etere, Materia, Energia.
PESSIMISMO
(Psi.) - Attitudine psicologica a considerare la realtà nei suoi aspetti peggiori. In filosofia, è la giustificazione speculativa di un'esperienza negativa e dolorosa del mondo. Principalmente lo si può considerare sotto due aspetti: Pessimismo empirico, quando la svalutazione colpisce soltanto il mondo terreno e visibile, in antitesi di uno migliore che è nell'al di là (concetto medioevale); Pessimismo metafisico, quando la svalutazione si estende alla realtà universale (Schopenhauer). Il cristianesimo, ad esempio, è pessimistico nella sua esperienza di realtà terrena, mentre è ottimistico nella sua concezione universale della realtà. Il pessimismo, in linea di massima, vede nel mondo esistente il prevalere del male sul bene. L'esoterismo giudica pessimismo ed ottimismo due stati di animo errati, in quanto passivi ed unilaterali. La vera lettura del mondo non è positiva nè negativo, ed il vero agire non è conseguenza di partizioni morali, bensì dettato secondo il modello accuratamente descritto da Krishna ad Arjuna nella Bhagavad Gita.
RAGIONE
(Fil.) - Facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti e le proposizioni, nonché le facoltà che guidano a ben giudicare, a discernere il bene dal male, il vero dal falso, alla quale si attribuisce il governo, o controllo, dell'istinto, delle passioni, degli impulsi. In latino, ratio significava "calcolo" o "rapporto"; Cicerone usò questo termine per tradurre il greco "logos" che significava sì "ragione", ma anche "discorso". Del resto, la contrapposizione fra conoscenza discorsiva e conoscenza intuitiva è di vecchia data e, mentre la prima è stata considerata facoltà esclusiva dell'uomo, la seconda è stata ritenuta divina. La conoscenza razionale, procedendo da premesse a conclusioni con processi sempre più fini, si avvale del discorso e la ragione può essere considerata lo strumento per adire procedimenti dimostrativi ed argomentativi. Anche il rapporto fra ragione e fede è controversia ormai stantia ed è stato sempre molto difficile difendere l'autonomia della ragione dall'arroganza della Chiesa di Roma. Per Hobbes, la ragione è la facoltà suprema del conoscere, mentre l'intelletto è la capacità di comprendere la volontà ed i pensieri altrui. Da Cartesio in avanti, la ragione è vista come "facoltà di percepire chiaramente e distintamente le connessioni fra idee universali. Sorge il conflitto fra empiristi e razionalisti; i primi ritengono che la ragione sia limitata alla conoscenza matematica, gli altri la estendono a tutti i campi della conoscenza umana. Nicolò da Cusa vedeva nella ragione la superiore attività conoscitiva che giunge a conciliare le opposizioni poste, ma non vinte, dall'intelletto. Per Spinoza, la ragione è la fonte delle idee comprendenti la realtà nella sua assoluta eterna essenza. Per Leibniz, la ragione è la conoscenza delle verità necessarie ed universali. Per gli Illuministi è una facoltà critica che ha la possibilità di sottomettere ad imparziale esame qualunque portato della tradizione. Sarà Kant a riportare il confronto fra ragione ed intelletto, dando alla prima la supremazia sul secondo, oltre a considerarla unico strumento per il raggiungimento del sapere assoluto. In questo secolo la ragione è stata spesso vista in senso anti-metafisico ed antispeculativo, ma non è il caso di addentrarsi in un campo dove il pensiero tecnologico ha sepolto il pensiero umano nella materialità più bruta. Gli antichi, con la saggezza che li distingue sempre ed in ogni caso, vedevano nella ragione una forza che domina le passioni e, quindi, la rappresentavano come una donna con elmo sormontato da un diadema che soggioga un leone. Alle sue spalle un olivo, simbolo di pace ma anche di serenità d'animo.
LEIBNIZ Gottfried Wilhelm
(Ger.) - Lipsia 1646, Hannover 1716. Filosofo, scienziato e storico tedesco, discendente da famiglia protestante di origine slava, rimase orfani di padre a sei anni e la sua educazione fu curata dalla madre. Nel 1662 entrò all'Università di Lipsia come studente di "arti" e qui conobbe gli scritti di molti scienziati e filosofi moderni. Accanto alla filosofia scolastica, cominciò a studiare matematica e diritto. Nel 1666 scrive la sua prima opera : De arte combinatoria, nella quale propone l'aritmetizzazione della logica, precorrendo di secoli quella logica matematica che vedrà la luce alla fine del secolo XIX. Si trasferisce a Norimberga e si iscrive ai "Rosacroce", divenendone poi il Segretario; intraprende la carriere diplomatica, che seguirà fino alla morte. Intanto si trasferisce a Francoforte, assieme all'amico Barone di Boineburg, dove scrive un trattato di fisica. Ancora assieme all'influente amico Barone, si reca a Parigi, dove cerca invano di influenzare le mire di Luigi XIV. Alla morte dell'amico, si reca in Inghilterra, dove conosce uomini famosi, filosofi e scienziati. Collabora con molte riviste, scrivendo articoli di vario genere. Nel 1676 torna ad Hannover come bibliotecario di Giovanni Federico, e l'anno dopo diventa Consigliere di Corte. Nel 1685 si propone di scrivere la storia dei Duchi di Hannover. Nel 1688 visita Vienna e poi l'Italia. Torna a casa nel 1690 e riprende il suo grande disegno di riunificare cattolici e protestanti che sarà il suo più grande cruccio ed il massimo fallimento. Nel 1684 rende pubblica la scoperta del calcolo infinitesimale, mentre continua a scrivere le sue opere filosofiche in lingua francese. Socio dell'Accademia delle Scienze francese e della Royal Society inglese, nel 1700 fonda l'Accademia delle Scienze a Berlino. Continua i suoi lavori storici ad Hannover, ma non abbandona i suoi contatti con i centri di cultura esteri. Ammalato di gotta, muore quasi dimenticato nel 1716. Formatosi nella tradizione dell'aristotelismo scolastico, egli rifiuta il meccanicismo imperante del suo tempo e cerca nella "forza" il fondamento metafisico dell'universo. Contro Spinoza enuncia la teoria degli indiscernibili ed individua alla base della materia le sostanze individuali, o centri di forza. Estremamente interessante è la teoria delle Monadi, entità create direttamente da Dio, naturalmente indistruttibili, completi in sè, reciprocamente indipendenti. Ogni monade è dotata di attività rappresentativa, nei confronti del resto del creato, e di appetizione, ovvero di tendenza a passare da uno stato all'altro. Le monadi differiscono, in una scala continua, per il diverso grado di chiarezza e distinzione delle loro rappresentazioni. Esse, sebbene diverse solo per grado, si possono distinguere in tre tipi principali : (1) monadi prive di coscienza, (2) animali, dotati di anima e memoria, (3) spiriti che, oltre ad anima e memoria, hanno anche razionalità e volontà. A quest'ultimo tipo appartengono gli uomini ed anche tutti i "geni" che, necessariamente, si debbono supporre tra l'Uomo e Dio, in base al criterio della continuità. In tutte le monadi è sempre presente un grado maggiore o minore di oscurità e di passività; ogni monade è in rapporto con tutte le altre e reca le tracce di tutto il passato, così come è gravida del suo avvenire. Dio non interviene continuamente sul creato ma, quale supremo architetto, ha accordato fin dall'inizio ogni creatura, calcolando le future interrelazioni e opportunamente fasandole. È la teoria dell'armonia prestabilita, dove le creature sono "automi" regolati una volta per tutte dal Creatore. Il Mondo creato è uno degli infiniti possibili che Dio avrebbe potuto creare; fra Dio ed il Creato non vi è un rapporto necessario, ma una libera scelta, e per quanto imperfetto possa essere il Mondo, esso è pur tuttavia il migliore possibile (teoria dello "ottimismo"). In gnoseologia, Leibniz sostiene con Platone che molte conoscenze sono "innate" nell'uomo e, quindi, l'anima le trae da sè stessa. Esse, però, non sono tutte dispiegate fin dalla nascita, nè tutte presenti alla memoria. Il patrimonio iniziale è posseduto in modo potenziale : se ne acquista consapevolezza con la attività della mente. Egli distingue le "verità di ragione" (le verità eterne) dalle "verità di fatto" (quelle che si hanno con l'esperienza). Alla conoscenza delle verità di ragione si accompagna nell'uomo la consapevolezza dell'ordine finalistico che informa il creato tramite la volontà divina.
SAMSKARA
(San.) - Letteralmente, da Sam e Kri, perfezionare, migliorare, imprimere, ed anche mettere assieme, accumulare. Esso è la risultante delle azioni, o le conseguenze karmiche. Nel Buddhismo è il secondo dei dodici Nidana, il quarto degli Skanda con speciale riferimento all'habitus mentale ed alla tendenze individuali. In sintesi si può dire che Samskara è il "deposito mentale". Nell'induismo il termine è adoperato per significare le impronte lasciate sulla mente dalle azioni individuali o dalle circostanze esterne, e capaci di svilupparsi in un'occasione futura favorevole - anche in una nascita futura. Il Samskara indica dunque i germi delle tendenze e degli impulsi provenienti da nascite anteriori che debbono svilupparsi in questa, o il loro arrivo in janma o reincarnazione. Nel Tibet Samskara è chiamata Doodyed ed in Cina viene definito come azione o Karma o, per lo meno, lo si collega ad esso. Rigorosamente parlando, è un termine metafisico che, nelle filosofie exoteriche, viene definito in diversi modi: nel Nepal come illusione, nel Tibet come nozione, a Ceylon come discriminazione. Il suo vero significato è quello che abbiamo dato sopra e, come tale, è collegato con il Karma e con le sue operazioni.
RONDE E ANELLI
- Termini adoperati dai Teosofi per spiegare la cosmogonia Orientale. Sono usati per indicare i diversi cicli evolutivi nei Regni Elementali, Minerali, ecc. nel corso dei quali la Monade passa su ciascun globo. Il termine Ronda è usato solo per indicare il passaggio ciclico della Monade attorno alla catena completa dei sette globi. Generalmente parlando, i Teosofi adoperano il termine "anello" come sinonimo di ciclo sia cosmico che geologico, metafisico o di qualsiasi altra natura. Un Kalpa Solare contiene 7 Kalpa; un Kalpa, o Mahayuga, o Giorno di Brahma, ha la durata di 14 Manu, 4.320.000.000 anni solari. Esso si divide in 7 Ronde, la cui singola durata è di 617.142.857 anni solari (Manvantara + Pralaya). Sette Ronde formano una Catena Planetaria, e ciascuna Ronda contiene 7 Globi. Ciascun globo contiene sette periodi dell'umanità. Una Ronda è l'evoluzione in serie della Natura materiale nascente, dei sette globi della catena planetaria, con il loro regno minerale, vegetale, animale e poi umano. Quando l'evoluzione ha percorso l'intero ciclo dal Globo A al Globo G, la Ronda è compiuta e termina. Ogni Ronda è la ripetizione della precedente su un livello più elevato; quando si ritorna al punto di partenza si perviene ad un grado superiore negli stati di coscienza. Il lavoro di ciascuna ronda è affidato ad un gruppo diverso di Creatori, o Architetti, come avviene per ciascun globo. Per quanto concerne il nostro pianeta, è interessante osservare come la Prima Ronda abbia sviluppato il Fuoco (che non è ciò che intendiamo noi, oggi, con questo termine), la Seconda l'Aria, la Terza l'Acqua, la Quarta la Terra. Nella Prima Ronda, l'essere umano era una pietra, nella Seconda una pianta, nella Terza un animale, nella Quarta un uomo. Al termine della Settima Ronda della Catena planetaria terrestre, non ci sarà più il "tempo" perchè la Terra sparirà e non rimarrà alcuno che continui a misurarlo. Avverrà il Pralaya, la dissoluzione periodica e si avrà un arresto della vita cosciente. Talvolta si dà al Globo il nome di Ronda; in questo caso essa assume il nome di Grande Ronda (un Mahakalpa). Ogni Ronda planetaria ha inizio con un Manu radice e si conclude con un Manu semenza. Una Ronda umana, lungo la catena planetaria, corrisponde ad un Manvantara Maggiore. Le Ronde e le Razze trovano corrispondenza nell'Apocalisse con i Tuoni, i Suoni, le Vocali; si parla anche di sette Re, cinque dei quali son già passati, mentre nel Levitico si parla di sette Sabba. Le sette volte sette della vita della Fenice sono una allusione ai 49 Manu (7 ronde x 7 globi). L'applicazione delle Ronde e delle Razze fatta dagli Ebrei, copiando dai testi precedenti, è completamente errata; essa, infatti, porta l'età dell'universo a 49.000 anni solari, poiché è caduta nella trappola dei dati exoterici diffusi dai Brahmini. Durante l'intervallo fra una Ronda e l'altra, il globo e tutto ciò che esso contiene, rimane in statu quo. Il fatto che in una Ronda non si trovino tracce della Ronda precedente è dovuto al rinnovamento delle forme, dei tipi e delle specie che ogni Manvantara porta con sè.
SENTIERI
(Eso.) - Nel Rig Veda è scritto: "I Sette Raggi (Dhyan Chohan, Raggi di Saggezza) tracciano Sette Sentieri. Ad uno di questi può pervenire il povero mortale". I Sentieri possono significare delle Linee, ma soprattutto sono Vie che conducono alla Sapienza. Si possono interpretare anche come i Sette Principi in senso metafisico, o le Sette Razze in senso fisico. Vi sono, poi, il Sentiero della Mano Destra (Magia Bianca) ed il Sentiero della Mano Sinistra (Magia Nera). Gli Adepti del Sentiero di Destra sono quelli della Buona Legge, gli Alberi di Vita, mentre gli Adepti del Sentiero di Sinistra sono gli Alberi che appassiscono. Le caste sacerdotali, in quanto conducono il mondo verso le religioni exoteriche, provengono tutte dal Sentiero di Sinistra. Esse infatti tendono a soddisfare il gusto degli ignoranti attraverso la pompa ritualistica. Nella Cabala, i Sentieri sono i segmenti che uniscono i Sephirot, e sono 22. I dieci Sephirot ed i 22 Sentieri formanti le 32 Vie della Saggezza. I 22 sentieri sono collegati alle 22 lettere dell'alfabeto ebraico, nonché ai 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi.
SHAKTI
(San.) - L'energia attiva femminile degli dei; nello Induismo popolare , le loro spose e dee; in Occultismo, la corona della luce astrale. Nella Dottrina Segreta, H.P.B. la definisce come la Forza e le sei forze della natura sintetizzate; il Potere o forza segreta, che permea tutte la creazione. L'Energia Universale, la Potenza, o Energia, divina che, come aspetto femminile della divinità, causa la sua manifestazione come Cosmo. Shakti è l'attivo potere di un Dio, rappresentato dalla sua sposa (o paredra), mediante la quale crea, mantiene e distrugge il mondo; è la tesi fondamentale della gnosi indù, soprattutto nelle Upanishad medie e recenti, nella speculazione settaria della scuola shivaita e di quella vishnuita. Talvolta il termine viene usato come sinonimo di Maya. Onde non fare confusioni, bisogno tenere presente che Shakti ha due significati principali: esotericamente è l'Energia della Divinità, exotericamente è la sua controparte femminile. Facendo un parallelo con la Chiesa cattolica, possiamo dire che Shakti è lo Spirito Santo, la controparte del Figlio, la sua Energia o la sua sposa. La kundalini, ad esempio, è una Forza, un Potere, e quindi una shakti. Ed anche la Mantrika è una shakti, sotto lo aspetto di forza o potere delle lettere. La Shekinah della Cabala è la Shakti di Dio, la sua Sapienza a livello metafisico, la sua sposa per i profani. In India, Lakshmi (Venere) ha una parte bianca, detta Shakti ed una parte nera, chiamata Durga Kali.