Glossario

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INCARNAZIONE

 
(Occ.) - Termine del linguaggio religioso che, in senso generale, indica la discesa, permanente o temporanea, di una potenza divina in un corpo umano. Sempre in linea generale, si può parlare di due significati ben precisi : - quello cristiano, dove l'incarnazione è la credenza centrale e costitutiva ed indica il fatto misterioso che Dio si è reso presente nell'uomo Gesù per offrire all'umanità la salvezza; - quello indù, dove si parla dell'incarnazione di Vishnu nella dottrina dell'avatara. Nell'antichità era ricorrente la convinzione che il re fosse la filiazione, la manifestazione, l'incarnazione del dio nazionale supremo.

FAVA

 
(Occ.) - Gli antichi ritenevano che la fava sia stata il primo legume di cui si siano cibati gli uomini; secondo gli scrittori latini, le fave erano tenute in grande venerazione. Gli Egiziani non le toccavano, non le seminavano, non le mangiavano : i sacerdoti si astenevano perfino dal guardarle. Pitagora, che proveniva da quella scuola, ne aveva interdetto l'uso ai suoi discepoli, ma in segreto le venerava e le usava per le sue operazioni magiche. Si dice che, bollite ed esposte per alcune notti alla luce della luna, si trasformavano in sangue; scrivendo con questo liquido la propria volontà su uno specchio convesso si poteva ottenere ciò che si voleva. La leggenda racconta che Pitagora, piuttosto che salvarsi in un campo di fave, si lasciò prendere ed uccidere dai suoi inseguitori.

ISIDE

 
(Eg.) - In Egiziano è Issa, la dea Vergine-Madre; la natura personificata. L'Egiziana o Copta Uasi è il riflesso femminile di Uasar, o Osiride. È la "donna vestita di sole" della terra di Chemi. Iside Latona è la Iside Romana. La leggenda racconta che Io, perseguitata da Giunone, fuggì in Egitto ed assunse il nome di Iside. Qui fu raggiunta da Giove che le rese la forma di donna e la rese madre di Epafo, che divenne re d'Egitto e fondò la città di Menfi. In principio pare fosse la dea delle popolazioni che abitavano la parte paludosa del Delta. La tradizione racconta che sposò Osiride, ma generò il figlio Oro solo per virtù propria. Salì al trono quando Osiride divenne re di Egitto e, si racconta che fu lei ad inventare la medicina, ad inventare il matrimonio, ad insegnare la macina del grano e la preparazione del pane. Quando Osiride partì alla conquista dell'India, fu lei a gestire il regno; e quando Tifone uccise Osiride, si tagliò i capelli, stracciò le vesti, e partì alla ricerca del marito. Con il figlio Oro combattè Tifone e lo sconfisse, dopo di che andò a riprendere Osiride dall'oltretomba. Per la sua virtù di madre fu rappresentata come donna con la testa di vacca; con due cornetti di bue, fu assimilata alla Luna, con chiaro accostamento a IO. Altri la rappresentarono con molte mammelle, come simbolo della Natura, soggetta al Sole (Osiri). Era anche protettrice della navigazione e delle inondazioni del Nilo (il sistro nella mano destra). Famoso il sogno di Iside, fatto da Apuleio, nel quale essa viene identificata con la Luna. È importante rilevare che nell'antichità gli Dei più celebrati erano maschio-femmina. Ciò vale per Iside, talvolta scambiata con Osiride, assimilata a Latona come dea della terra. A lei era consacrato l'uovo, motivo per cui i suoi sacerdoti non ne mangiavano, ed anche il gatto, quale simbolo lunare. Come dea lunare è simile a Neftis, o Neith, Proserpina, Melitta, Cibele, Astarte, Venere, Ecate. Essa è figlia e madre di Osiride, ed anche moglie, come Vach è figlia e madre del Logos, Moot è moglie e madre di Ammon, Sephira è moglie e madre di Adamo Kadmon, ecc. Venere, Soma e Sin, come Iside e Diana, sono dee lunari, chiamate anche Madri della Terra. Iside, quale dea della vita e della guarigione, ha il Thermutis, una corona fatta con un'aspide. Gli Egiziani adoravano Iside-Osiride come Dei, ma li consideravano principi in forma umana. Iside, con Osiride e Thoth forma la più antica trinità dell'Egitto. Come Hathor ed altre dee madri, è chiamata Vergine, Regina del Cielo, ed a lei erano attribuiti il Tau ed il Cerchio del mondo. Successivamente assimilata a varie divinità greche, il suo culto si sparse per il Mediterraneo; tracce di questo culto si trovano in Italia, Germania, Gallia, Britannia. Notevole importanza hanno i suoi riti misterici, che raggiunsero il massimo sviluppo in epoca ellenistica e romanica. Nelle Gallie, Iside fu considerata la protettrice di Lutezia, la città poi diventata Parigi, e si vuole che quest'ultimo nome abbia il significato di "città vicina ad Iside". Il collegio dei sacerdoti che officiavano il suo culto sarebbe stato ad Issy, un villaggio nelle vicinanze di Parigi, che da lei avrebbe preso il nome. Per vari secoli, in un angolo di S.Germano, sarebbe stata tollerata una statua della dea, finchè un certo cardinal Brisonnet l'avrebbe fatta ridurre in pezzi perchè molte devote, scambiandola per una santa, le facevano ardere davanti candele benedette.

SOCIETÀ PITAGORICA

 
(It.) - La conoscenza della vita di questa società la dobbiamo a Giamblico ed alla sua opera dedicata alla "Vita Pitagorica". Egli dichiara fin dall'inizio l'origine divina della scuola, trascendente rispetto alle capacità dell'intelligenza umana. Dopo aver descritto nei primi capitoli la vita di Pitagora, i suoi viaggi, la sua formazione etico-religiosa, egli ci descrive l'attività esoterica di Pitagora. Fondamentale l'insegnamento delle virtù morali e civili: rispetto degli anziani, degli Dei e dei genitori; temperanza; formazione spirituale. Esortazione al culto della patria, della giustizia, della famiglia, della rettitudine nella vita pubblica e privata. Giamblico passa poi a descrivere i problemi connessi con la iniziazione filosofica dei giovani aspiranti. Attitudine alla contemplazione, innanzitutto, quindi studio delle materie fondamentali: dottrina dell'immortalità, studio della musica, pratiche di ascesi morale (silenzio, ricerca, esercizio della memoria). Chi entrava a far parte della setta metteva in comunione i propri beni; chi non superava le prove, o si dimostrava indegno, riceveva in restituzione i suoi beni e veniva allontanato. La scuola aveva una struttura gerarchica, corrispondente ai diversi livelli di iniziazione. Vi erano i matematici, che si dedicavano alla pura attività scientifica, e gli acusmatici, che erano i depositari di un patrimonio di saggezza pratica. Culmine della suprema regola di vita pitagorica era l'assimilazione al divino. Alla regola della vita pitagorica appartenevano anche prescrizioni varie sul vitto: proibizione della carne di animali, non si mangiavano fave, non si beveva vino; in genere erano proibite le sostanze che ostacolavano la facoltà profetica, la purezza dell'anima, la castità, la temperanza, l'abito virtuoso. Le virtù pitagoriche erano: la pietà religiosa, la sapienza, la giustizia, la temperanza, la fortezza, l'amicizia. Invitiamo quanti vogliono avviarsi sul sentiero del ritorno a riflettere sul grande rigore della scuola pitagorea, sulle ferree leggi imposte ai discepoli, sui grandi sacrifici che si dovevano compiere per ottenere il benché minimo progresso. A confronto, i pochi mesi di apprendistato delle associazioni esoteriche ( o pseudo ) sono un momento, una fase assolutamente insufficiente perfino per capire l'ambiente nel quale si dovrebbe operare.

IDEAZIONE ASTRALE

 
(Eso.) - I due aspetti dell'Unica Esistenza Assoluta sono due : L'Ideazione Cosmica (il Pensiero Divino) e la Sostanza Cosmica (Akasha, upadhi del Pensiero Divino, la Luce Astrale, la Sostanza Primordiale). L'impulso manvantarico inizia con il risveglio dell'Ideazione Cosmica della Mente Universale. La Saggezza Assoluta si riflette nella sua Ideazione che, mediante un processo trascendentale inconcepibile, si trasforma in Fohat, l'Energia Cosmica. L'Ideazione Cosmica, focalizzata in un Principio, o Upadhi (Base), ha per risultato la coscienza dell'Ego individuale. La sua manifestazione varia a secondo del livello dell'Upadhi. L'Ideazione Astrale è lo Spirito dell'Universo, altrimenti detto Logos.

STREGA

 
(Occ.) - Forse dal sanscrito star come "emettere grida", o dal greco strigx che significa "barbagianni", un animale che stride. Secondo altri il termine deriva dalla parola anglo-sassone wicce, dalla tedesca wissen, "conoscere", e wikken, "divinare". Con questa parola, nel Medioevo, veniva chiamata una donna alla quale si attribuiva la conoscenza del futuro per mezzo di arti magiche e patti con il diavolo. Ma prima ancora, le streghe furono chiamate "donne sagge", fino al giorno in cui la Chiesa decise di applicare la legge di Mosè che mette a morte ogni "strega" o incantatrice. La strega era considerata essere soprannaturale di sesso femminile, dotato di facoltà straordinarie, dedito alla magia; la mitologia popolare la rappresentava come una vecchia brutta, che opera arti magiche a danno degli altri. La cristianità, per oltre un millennio, considerò le persone dedite alle arti magiche suddivise in due gruppi diversi; da una parte le persone umane dedite alle pratiche di magia nera, dall'altra le strigae, esseri soprannaturali che volavano per la aria, eseguivano ogni tipo di metamorfosi, rapivano e mangiavano i bambini, ecc. Verso il XII secolo i due gruppi cominciarono ad essere fusi e l'attenzione si concentrò su quell'essere femminile che la chiesa cattolica ha sempre considerato diabolico. La perversa teologia scolastica perfezionò l'opera ipotizzando che potesse esservi perfino un commercio sessuale fra le streghe ed il diavolo, sviluppando anche la teoria degli incubi e dei succubi, il che gettò le basi giuridiche di quella che doveva poi diventare una caccia spietata. L'immensa carità cristiana seppe inventare le più atroci torture per estorcere confessioni anche a donne sublimi per onestà e correttezza, sicché le pene di Gesù sulla croce divennero ben poca cosa a fronte di ciò che si consumava all'ombra del crocefisso.

OCA

 
(Sca.) - Nel mondo dei Celti e dei Germani, questo animale era associato alla simbologia profetica, traendo spunto dal fatto che esso appare all'inizio della buona stagione. Perciò, in molte leggende, esso aveva carattere divino ed annunciava la venuta degli Dei. Secondo una di queste leggende, il mago fabbro Wieland forgiava spade invincibili mischiando la limatura di vecchie spade con mangime di oche; raccoglieva poi gli escrementi degli animali e con essi temprava un acciaio indistruttibile. Ma le oche sono anche famose per il loro sonno leggero : basta il più lieve rumore a destarle. Gli antichi, spesso, preferivano le oche ai cani da guardia, nella custodia dei pollai. È famoso l'episodio delle oche del Campidoglio. Nella mitologia mesoamericana, Oca Bianca era la moglie di Corvo, o Tulugankuk, il padre creatore della vita, del cielo e della terra.

AGATHODAEMON

 
(Gr.) - Il benefico, Spirito buono come contrapposto al cattivo, Kakodaemon. Il primo, è il 'Serpente di Bronzo' della Bibbia; mentre i serpenti volanti di fuoco, sono un aspetto di Kakodaemon. Gli Ofiti chiamavano Agathodaemon il Logos e la Saggezza Divina, che nei Misteri Bacchici veniva rappresentato da un serpente eretto su di un palo. Il nome deriva dalla parola Greca che designava piccoli serpentelli ritenuti sacri e favorevoli all'uomo. Dagli antichi sono ricordati : (a) quelli Egizi, detti anche Kneph, che l'iconografia del tempo riprodusse con testa di avvoltoio, ai quali si attribuiva , in modo particolare, la conservazione dell'universo; (b) quelli onorati dagli Alessandrini con l'immolazione di gatti. Presso i Greci, si chiamava così lo 'Spirito buono' che proteggeva la campagna, gli individui, gli Stati. Era menzionato e rappresentato insieme con la Buona Fortuna. In suo onore, alla fine dei pasti, essi bevevano un pò di vino puro. La coppa che serviva a quest'uopo era chiamata la Coppa d'Agatodemone. Presso i Romani gli corrispondeva il Genius, o Bonus Eventus rappresentato come serpente, o come adolescente, recante nelle mani gli attributi del corno dell'abbondanza, dell'arco, di mazzi di spighe. In Egitto è il Serpente maligno o anche Erme dalla faccia d'oro, Anubi, il Serpente dell'Eternità, Kneph; un enorme serpente che si regge su gambe umane. Nella Cristianità è il più alto Arcangelo che, a seguito della guerra nei cieli, diventa l''Avversario', Satana. Per gli Gnostici è il Serpente delle sette vocali, ma ancora meglio è il Christos, il Chnouphis solare, legato con i sette figli di Sophia, o di Aditi, o della Saggezza, che sono i Sette Reggenti o Geni Planetari. L'ottavo figlio è Martanda, il Sole. Wake lo identifica con Set. Altri lo collegano ad Ermete o ne fanno il suo maestro, più rara la menzione come Re di Egitto. Cabalisticamente lo si può accostare al Serpente del Genesi. La leggenda dice : 'Io sono Chnumis, il Sole dell'Universo, 700'. Il numero di Gesù è 888, quella della Bestia, 666.

GEA

 
(Gr.) - Nella Cosmogonia di Esiodo, è la Materia primordiale; la moglie di Urano, il cielo o i cieli. Il personaggio femminile della Trinità primordiale, composta da Urano, Gea ed Eros. È anche Gaia, la Terra e, nel mondo della manifestazione, lo stesso che Aditi. Secondo Esiodo, Gea, con Urano, dà luogo ad una ininterrotta progenie : è il tema mitologico dell'unione del Cielo con la Terra. Per i Greci era la madre dei Titani e dei Giganti, che aiuta nella rivolta contro i Celesti. Era venerata in Attica come dea dei morti e dell'oltretomba. Ad Atene era protettrice della crescita dei fanciulli ed anche dea oracolare. Aveva culto anche a Delfi ed a Roma, dove si chiamava Tellure.

PARINAMIN

 
(San.) - Letteralmente significa "modificabile" e si riferisce a prakriti, la materia. Essa è immutabile (aparinamin) e non consumabile nell'eternità, mentre è modificabile nei periodi di Maya, la manifestazione.
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