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LUNA

 
(Eso.) - Il satellite della Terra, per la scienza è un corpo morto. Dal punto di vista esoterico essa è fisicamente semiparalizzata, mentre sono morti i suoi principi interni (psichico e spirituale). Il rapporto fra i pianeti e la Luna è molto misterioso e l'astronomia non ha mezzi e metodi per spiegarlo. Pur essendo un corpo morto, essa influenza fortemente la vita sulla Terra, con aspetti benefici e malefici, non sempre leggibili. La sua natura metafisica, tuttavia, rimane occulta, la sua Catena è strettamente collegata a quella terrestre essendo i Pitri Lunari gli antenati dell'uomo terrestre. Essa viene considerata il satellite della Terra perchè astronomicamente le gira attorno, ma per tutti gli altri aspetti è la Terra il satellite della Luna. I Caldei la chiamavano Sin e la consideravano colei che costruisce la vita. Pesce, Sin e Luna erano i tre simboli dell'uomo immortale: Oannes, la Caduta ed i Pitri. Presso gli Egizi, la Luna, come gatto, era l'occhio del sole poiché rifletteva la luce solare. La luna, infatti, è la veggente notturna nel cielo, mentre il gatto, che vede nell'oscurità, è il veggente notturno sulla terra. Ma è soprattutto il fatto che la pupilla del gatto si può restringere ed allargare a piacimento, formando una falce (in luce piena) ed un tutto tondo (al buio) che lo rende simile alle varie fasi lunari. Gli Egizi consacravano alla Luna l'Ibis nero perchè era scuro, coma la faccia che la luna non rivolge mai alla terra. Gli Ebrei consideravano la Luna come simbolo vivente di Jehovah, mentre i Greci consideravano Artemide la luna in cielo e Diana la luna sulla terra. Gli Egizi associavano alla luna la dea Hekat (la romana Ecate), regina dell'Inferno e Dea della Morte. Presso i Romani, la luna faceva parte di una trinità molto importante : Diana-Ecate-Luna, triformis (triforme), tergemina (triplice), triceps (tre teste), che simboleggiava Parto-Vita-Morte. Ed ancora in Egitto troviamo Iside quale divinità lunare per eccellenza; la Luna era chiamata "Occhio di Horus", mentre il Sole era detto "Occhio di Osiride". Sulle fasi lunari sono basati moltissimi eventi della Terra, mentre il calendario lunare ha scandito il tempo per migliaia di anni. La luna era considerata duplice per sesso, triplice per carattere, e nei riti religiosi veniva impiegata per due scopi : (1) per scopi exoterici, veniva considerata una divinità talvolta femminile, altre maschile; (2) nell'allegoria e nel simbolo era considerata un Potere asessuato. La Luna, da sempre, è l'occulto Mistero dei Misteri, più un simbolo del male che del bene. L'arca, fra le altre cose, è il simbolo dell'organo genitale femminile; in cielo, essa è rappresentata dalla luna, mentre in terra è rappresentata dall'utero. Nel primo diluvio universale (la creazione primordiale del Cielo e della Terra), il Caos sta per Diluvio e la Luna per Madre, dalla quale procedono tutti i germi di vita. Nella leggenda babilonese, troviamo Istar quale figura corrispondente a Venere, una dea lunare. Nel Tempio di Salomone, la colonna sinistra, Boaz, rappresenta la donna e la luna. Per i Greci, il crescente di luna era l'Arca, il simbolo della regina del cielo, Diana, la Luna, la Grande Madre di tutte le esistenze. La più antica trinità egizia era formata da Sole-Luna-Mercurio, personificata da Osiride-Iside-Thoth. La triade superiore degli Gnostici era formata da Luna, Giove e Saturno. L'Arca è considerata esotericamente come Navis, Yoni, Vascello di Vita, e come abbiamo visto, è anche il simbolo della Luna. In Egitto, la Dea Basht, o Pasht, raffigurata con la testa di gatto, era simbolo della Luna per la già detta analogia fra le fasi lunari e la pupilla del gatto. Per gli Indù, i progenitori dell'umanità sono i Pitri lunari, mentre per gli Egizi il primo antenato umano è That-Esmun, il Dio-Luna. Ed è interessante anche il fatto che Osiride, come dio della vita e della riproduzione, si diceva abitasse sulla Luna. Nella mitologia antica, per un lungo tempo, la Luna fu considerata maschio ed il Sole femmina. Le Dracontie, consacrate alla Luna ed al Serpente, erano le "pietre del destino"; ciò lega la Luna alla profezia. La Luna è considerata la guida del lato occulto della Terra, mentre il Sole è il regolatore e fattore della vita manifesta. Per calcolare la sua "musica delle sfere", Pitagora assunse la luna come uno dei punti di riferimento. Infatti : la distanza Luna - Terra corrispondeva ad un tono la distanza Luna - Mercurio corrispondeva a mezzo tono La storia greca narra che gli stregoni della Tessaglia avevano il potere di richiamare la Luna sulla Terra; ed ancor oggi sembra che la luna abbia una parte non secondaria nelle operazioni di stregoneria. Nella credenza degli antichi correvano anche altre storielle. Si credeva che durante l'eclissi di luna, al babbuino maschio veniva meno la vista, mentre la femmine spargeva sangue per terra. Per tale motivi gli Egizi allevavano i babbuini quali segno premonitori delle eclissi. Ed essi allevavano il gatto, simbolo della luna, per combattere i topi, animali protetti dal sole. La cipolla era collegata alla luna perchè, tagliata a fettine assume l'aspetto del crescente di luna. Essa, inoltre, acquista sugo quando la luna decresce, e avvizzisce quando la luna cresce. Fra i minerali, è l'argento ad essere collegato alla luna, certamente per analogia al colore della sua luce. Diana era rappresentata come una leggiadra fanciulla dalle braccia bianche, la testa ricciuta ed ornata da un diadema di raggi, mentre sorgeva dalle acque dell'Oceano su un carro tirato da due cavalli : uno nero l'altro bianco. L'allusione alla luna, con i suoi raggi, il levarsi dal mare, di giorno e di notte, è abbastanza evidente. Nel tempio di Giunone Olimpia vi era una statua della luna con le ali, una pantera nella mano destra ed un leone nella sinistra. Le ali rappresentavano il rapido corso della luna, la pantera le sue fasi, il leone la forza del sole che la illumina. Il simbolo della mezzaluna che troneggia su molte immagini, ad esempio sulla bandiera turca, è chiaramente un messaggio di potenza : una promessa di espansione. Astronomicamente, la Luna è un corpo celeste che gira attorno alla Terra, riceve luce dal Sole e la riflette sulla Terra. Il suo diametro è di 3470 Km. circa, la distanza media dalla Terra è di circa 384.000 Km, la sua orbita attorno alla Terra è di 27 giorni, 7 ore, 43 minuti, 11 secondi. Si ha la luna nuova quando essa si trova fra il sole e la terra, si ha la luna piena quando la luna si trova in posizione di completa illuminazione. La luna è crescente quando l'arco si rivolge verso il levante, è calante quando è in senso opposto. Il suo nome deriva forse dalla radice leuk o louk che significa "brillare", da cui anche Lux che significa "luce"; segue il suffisso no o na. In prenestino, infatti, il nome della Luna come divinità, era Losna. Il suo nome, quindi, all'origine era indicatore di splendente, luminosa, come attributo di una qualche divinità. Anche il nome Diana ha il significato di luminosa, mentre il nome greco Mene è la radice da cui deriva "men", e poi "mensis", termine greco e latino per indicare il "mese", come ciclo lunare. Il simbolo della Luna, oltre che la falce, è il cerchio senza punto al centro. Essa simboleggia la ragione e la speculazione mentale, mentre il Sole simboleggia l'intuizione intellettuale, forma superiore di conoscenza che supera il procedimento discorsivo. Alla Luna è associata Selene, la luna splendente nel suo massimo fulgore, nome che deriva da selas (sanscrito svargah) che significa "meteora", sia in latino che in greco. È detta anche Mene, figlia del Titani Iperione e di Theia, sorella di Elios-Sole, o di Eos-Aurora. Di notte scende in una grotta della Caria a contemplare Endimione, di cui era innamorata, e che Zeus ha sprofondato in un eterno sonno. Alla Luna sono collegate anche Artemide, Diana, Atena, Ecate, Minerva, come abbiamo già detto. Alla Luna è consacrata la civetta, altro animale che vede al buio. Astrologicamente, la Luna ha un tale complesso di significati che sarebbe troppo difficile sintetizzare in questa sede. Facoltà lunari sono il sogno, l'immaginazione, la fantasia, la ispirazione; ma anche la pigrizia, l'ozio, la fantasticheria. La luna è il grande mare che separa il dire dal fare, ma è anche memoria, il passato, la storia, personale e collettiva, familiare ed universale. Questo concetto ci rimanda in qualche modo alla Luce Astrale. La luna è anche influenzabilità, intensità affettiva, grandi gioie, disperati dolori. Tutto cambia, con la velocità della fasi lunari; capriccio, infantilismo, immaturità, ricerca della mamma, la Luna. Leopardi chiede alla Luna una risposta per i mali che affliggono la Terra, e molti altri autori si sono ispirati alla Luna, quasi angelo custode del nostro disperato pianeta. E si parla anche di Luna nera (Giovanbattista Riccioli) che alcuni intendono quale luna invisibile nella fase di luna nuova, altri come secondo satellite della terra che dovrebbe bilanciare gli effetti della Luna Bianca. Potrebbe essere anche un punto fittizio nell'orbita lunare, uno dei fuochi. Viene simbolizzata con una mezzaluna nera che sormonta una croce. Ad essa viene collegata Lilith, spettro notturno, demone femminile della mitologia babilonese, insidiatrice notturna di uomini e bambini. Sarebbe la prima moglie di Adamo, creata col sudiciume, che rifiuta di accoppiarsi con Adamo, ma lo fa ripetutamente con i Demoni del Mar Rosso. Essa rappresenta il lato più oscuro della personalità umana, il profondo ribollire della sensualità. E non a caso Lilith è stata recentemente rispolverata come simbolo di rivolta femminile contro il potere maschile. Concludendo, possiamo dire che il satellite della terra è stato presente in larga misura come emblema nelle religioni dell'antichità; il modo più comune è stato quello di rappresentarla Femmina, ma non dappertutto, poiché nei riti dei Teutoni e degli Arabi, come anche nella concezione dei Rajpoots dell'India (Vedi Tod, Hist.), ed anche fra i Tartari, la luna era maschio. Sembra che essa fosse considerata femmina rispetto al sole, mentre era considerata maschio rispetto alla terra. Gli autori Latini parlano della Luna, molto raramente di Lunus. Il nome Greco era Selene, quello Ebraico Lebanah ed anche Yarcah. In Egitto la luna era associata con Iside, in Fenicia con Astarte ed a Babilonia con Ishtar. Sotto certi punti di vista, gli antichi guardavano alla luna come ad un Androgino. Gli astrologi attribuiscono alla luna una certa influenza sulle diverse parti dell'uomo, a seconda dei differenti segni Zodiacali che attraversa; come anche si ha una influenza speciale prodotta dalla casa che essa occupa nella figura. La divisione dello Zodiaco nelle 28 dimore della luna sembra essere anteriore ai 12 segni; i Copti, gli Egizi, gli Arabi, i Persiani e gli Indù usavano la divisione in 28 parti molti secoli or sono, mentre i Cinesi la usano ancora.

ISPIRAZIONE

 
(Fil.) - Termine che designa l'azione di uno spirito divino nell'uomo, che si manifesta nella conoscenza e nella comunicazione di visioni o rivelazioni. Presuppone nella persona ispirata particolari attitudini e predisposizioni, variamente intesi a seconda del contesto culturale. In alcune religioni (ebraismo, cristianesimo, islamismo, induismo) essa è considerata all'origine dei libri sacri, dei quali fonda e garantisce il valore normativo.

LEVI Eliphas

 
(Fr.) - Il vero nome di questo dotto Cabalista era Alphonse Louis Constant, figlio di un umile calzolaio, nato a Parigi l'8 Febbraio 1810. Come tutti i figli dei poveri che volevano studiare, fu mandato in seminario, a Saint-Sulpice. Imparò latino e greco ed a 15 anni cominciò a studiare l'ebraico. A 18 anni leggeva correntemente l'Antico Testamento ed il Talmud sui testi originali. A 24 anni, dopo una crisi religiosa ed una relazione con una sedicenne, dalla quale ebbe due figli, abbandonò il seminario e tornò a casa. La madre, sconvolta dalla delusione, si suicidò. Alphonse, con qualche rimorso, ritentò la via del seminario entrando nel convento benedettino di Solesmes. Vi rimase meno di un anno, ma ritentò entrando nel seminario di Evreux. A 25 anni fu ordinato diacono e l'anno dopo abbandonò definitivamente sia l'abito talare che l'ambiente ecclesiastico. Scrisse "La bibbia della Libertà" che gli valse una condanna come sovversivo e la prigione. Uscito dal carcere, cercò di sopravvivere dando lezioni, disegnando, decorando mobili, scrivendo articoli. Scrisse "La voce della fame" : nuovo arresto, nuova condanna, vecchia prigione. Esce dal carcere e continua la sua esistenza precaria, in mezzo a difficoltà di ogni genere. A 36 anni si sposa e, come al solito, sbaglia. La moglie non è in grado di capirlo ed apprezzarlo, l'unica figlia nata dal matrimonio muore all'età di sette anni, la moglie lo abbandona. A questo punto avviene la svolta : Alphonse si isola dal mondo, intreccia relazioni con i depositari delle sapienze occulte, compie ricerche minuziose negli scaffali proibiti delle biblioteche parigine, si immerge nello studio della Kabala, delle sette gnostiche, dell'alchimia, di antichi ordini segreti. Percorre la dolorosa via dell'iniziazione e dopo quattro anni di "negritudine", ricompare in una veste luminosa. Adesso non è più l'erudito ma l'Iniziato, un uomo che non appartiene più a sè stesso, ma a tutti. Cambia il suo nome assumendo quello di Eliphas Levi Zahed, apre la sua casa a tutti ed accetta discepoli. Sono gli anni di maggior fulgore quelli che vanno dai 45 ai 65. Levi scrive le sue opere più importanti, porta le sue indagini fino ai limiti delle esperienze possibili, mette a nudo il potere delle forze magiche. Sbalordisce tutti con l'evocazione dello spirito di Apollonio di Tiana, ma non spiegherà mai il modo in cui ha prodotto il prodigio. Conosce Guillame Postel, con il quale ha una relazione fraterna, e viene spinto sempre più avanti da Madame Guyon, una donna ispirata conosciuta in seminario. Conosce Wronski, che lo istruisce nell'arte regia e gli rivela le chiavi di parecchi misteri. Si collega con gli esoteristi inglesi permettendo loro di creare la Societas Rosicruciana in Anglia dapprima, e poi l'Hermetic Order of the Golden Down. Nel 1861 Eliphas Levi viene iniziato alla Massoneria, in una Loggia del Grande Oriente di Francia : La Rosa del perfetto silenzio. Poco tempo dopo gli fu affidata la funzione di Oratore. Criticato a seguito di una sua conferenza, Levi si dimette con grande rammarico e poco tempo dopo la loggia va in sonno.

ILARIO Santo

 
(Fr.) - Vescovo di Poitiers, da non confondere con S.Ilarione. Nacque da genitori pagani a Poitiers, si convertì al cristianesimo, nel 353 fu eletto all'unanimità vescovo della città natia. Fece scomunicare Saturnino, vescovo ariano di Arles, ed anche Urasio di Valens, due dei suoi più eminenti sostenitori, e scrisse una lettera all'Imperatore Costantino per protestare contro la persecuzione che subiva dagli Ariani. Dopo il sinodo di Beziers del 356, fu mandato in esilio in Frigia, da dove continuò ad amministrare la sua diocesi. Lì scrisse "De Synodis" o "La fede degli Orientali", una epistola indirizzata nel 358 ai vescovi semi-Ariani di Gaul, Germania e Britannia, esponendo il punto di vista dei vescovi Orientali sulla controversia di Nicea. Nel 360 scrisse la sua opera più importante : De Trinitate. Nel 359 si recò a Costantinopoli, in quel tempo focolaio di Arianesimo, presentò una petizione all'Imperatore e fu ripristinato nella sua diocesi. Nel 364 attaccò Ausenzio, vescovo di Milano, che era nelle grazie dell'Imperatore, per i suoi punti di vista eterodossi; convocato a Milano per presentarsi davanti all'Imperatore Valentino, fu espulso dalla città e ritornò a Poitiers. Scrisse opere polemiche contro gli Ariani, Ausenzio e Costantino Augusto, oltre ad un Commento sul Vangelo di Matteo. Questa può essere considerata la più antica esposizione del primo vangelo canonico fatta dai padri Latini; essa risente del tono e dello spirito degli scritti di Origene e si pensa sia stata derivata da un suo lavoro. Ilario fu il più strenuo campione della pura fede fra i Padri della Chiesa del IV secolo e spese la sua vita per combattere l'Arianesimo. Primo scrittore di inni fra i Latino-Cristiani, morì nel 367 o 368.

HIRANYA GARBHA

 
(San.) - L'uovo radiante, o dorato, o utero. Esotericamente è la luminosa "nebbia di fuoco" o la materia eterea da cui fu formato l'universo. È il simbolo della natura astratta, universale. Significa la concezione e la nascita spirituale, o meglio, la rinascita dell'individuo e della sua rigenerazione. Esso è una delle ipostasi dello "Spirito dello Spirito Supremo" che si manifesta. Rappresenta il momento formativo, che sarà poi seguito da quello conservativo e da quello distruttivo. È Brahma, il primo maschio formato dalla invisibile Causa senza Causa, in un Uovo d'Oro risplendente come il Sole. È il grembo dell'universo manifestato, l'inizio della Cosmogonia.

MULUNGA

 
(Ori.) - In Tanzania è la Divinità artefice del Creato. Essa si manifesta al suo popolo attraverso il lampo ed il tuono.

MYSTERIUM MAGNUM

 
(Occ.) - Il Grande Agente Magico, la sostanza sparsa nell'infinito, il Gran Telesma di Ermete Trismegisto. Nasce con il "fiat lux" di Dio e si manifesta come sostanza e moto, fluido e vibrazione. Nell'infinito questa sostanza unica è l'etere, negli esseri organizzati è fluido magnetico, nello uomo è il corpo astrale, o mediatore plastico. Su di essa agisce la volontà degli esseri intelligenti ed essa rappresenta lo specchio comune di tutti i pensieri e di tutte le forme. Conserva le immagini del mondo passato ed è lo strumento della taumaturgia e della divinazione.

NADAM

 
(Tan.) - Energia vibratoria che permea tutte le cose e che si manifesta come suono.

NIRGUNA

 
(San.) - Da Nir=Senza e Guna=Qualità naturali. Attributo negativo; slegato, senza Guna (attributi), cioè privo di ogni qualità, l'opposto di Saguna, ciò che ha gli attributi. Per esempio, Parabrahman è Nirguna, Brahma è Saguna. Nirguna è un termine che mostra l'impersonalità di ciò di cui si parla. Nirguna-Bhoktar è il "fruitore privo di qualità", l'Immanifesto, perchè, pur fruendo degli oggetti della percezione, resta in sè pura ed immutata coscienzialità. Nirguna-Brahmana è il "Brahman privo di qualità", l'Incondizionato, il Pranava, in quanto idea pura anteriormente alla propria discesa sul piano della sonorità manifesta.

OVIDIO Publio Nasone

 
(Lat.) - Sulmona 43 a.C., Tomi 17 d.C. Poeta latino dell'era augustea, nacque da agiata famiglia di ordine equestre. Fu mandato a studiare a Roma, ma viaggiò anche per un certo tempo in Grecia ed in Sicilia. Ritornato a Roma, rivestì alcune cariche pubbliche : triumviro, decemviro, ecc. La sua vera vita, però, fu quella dei circoli colti, poiché aspirava alla vita comoda e tranquilla, ed amava la poesia. Fu amico di Properzio, di Orazio, di Tibullo; tutti i poeti gli sembravano degli Dei. Si sposò tre volte, ma rimase fedele solo alla terza, ripudiando le altre due. Fin da giovane cominciò a scrivere tragedie, ma le opere migliori sono della maturità: Fasti, Metamorfosi. Relegato a Tomi (l'odierna Costanza, in Romania) da Augusto, per cause che non sono ben note, vi rimase fino alla morte, nonostante il desiderio di tornare in patria. Sue opere minori sono: Amores, Ars amatoria ed Heroides.
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