Glossario
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POTERE
(Soc.) - Con questo termine si indica il possesso, da parte di un soggetto individuale o collettivo, della capacità di raggiungere i propri fini, in una sfera specifica della vita sociale, nonostante la volontà contraria di essi. Il possesso continuativo del potere è assicurato solamente dall'esercizio ricorrente, anche se discontinuo, di esso. In campo esoterico, il potere è la prima emanazione della divinità sconosciuta al quale, per scopi exoterici, si attribuisce un nome che diventa significativo per gli esseri umani: Logos Figlio, Signore, Angelo, Sapienza, ecc. Questo potere è l'Uno, che poi diventa Due nel raggio androgino, e così via. Gli Gnostici chiamavano "potere" l'Uomo Interiore, la particella di Luce divina che dimora dentro l'uomo fisico. S.Paolo chiama il Sole "Potere manifestato", per mezzo del quale Dio fece i mondi. Per i Cabalisti, Potere è Chokmah, la seconda Sephira, la Sapienza, il Verbo.
RA
(Eg.) - Dio Egizio del Sole, venerato ad Eliopoli, avente testa di sparviero, ma anche antropomorfa; con la V Dinastia divenne il Dio principale dell'Impero, ed il Faraone era considerato suo figlio carnale. Attorno a questo Dio si raccolgono speculazioni sincretistiche di numerose divinità egizie primitive, come Ammone, ed al suo culto sembra anche ispirarsi il movimento religioso di Ekhnaton. Dio cosmico e politico, ebbe più tardi anche valore funerario: davanti ad esso si giudicavano i morti. Ad esso è connessa Maat (la Verità), che è considerata sua figlia. Appare spesso su una o due barche, quella del mattino e quella della sera, sulle quali attraversa il cielo, eretto o seduto, dentro un chiosco con un serpente. I suoi santuari hanno forma di cortile con altare solare al centro. Reca in mano la Croce Ansata. A seconda dei momenti della giornata, esso cambiava nome; quando, al mattino, nasceva dal seno della dea Nouit, si chiamava Khopri (colui che diventa). Identificato con Horus, esso faceva, ogni 24 ore, il giro del mondo, da levante a mezzogiorno, e da qui al levante; di notte, invece, si muoveva da ponente a settentrione, e viceversa. Quando entrava in una di queste quattro case del mondo, esso saliva su una barca nuova che un equipaggio di Dei conduceva sul Nilo Celeste. Durante il giorno combatteva il serpente Apophis, che voleva impedirgli di illuminare il mondo. Durante la notte esso moriva; la sua forma morte, la sua carne Afou, attraversava le regioni delle tenebre e si recava ad oriente, da dove poi rinasceva. Nel Libro dei Morti, Ra viene rappresentato come Brahma, in gestazione nell'Uovo dell'Universo, l'Uovo di Seb, mentre "esce da esso sotto forma di un falco". Ra lascia l'uovo quando il dio Shu (l'energia solare) si risveglia e gli dà l'impulso. Nella lotta fra Shu ed i Figli della Ribellione, Ra se ne rimane nel suo uovo. Ra era identificato con la Luce ed era considerato "Dio Uno" ad Eliopoli: Shu era la sua personificazione. Ra viene talvolta citato come Re, era conosciuto a Babilonia come Ri a, mentre in Grecia era Ra, Re ed anche Ri. Esso era il Dio del Cielo. Ra, esotericamente, è l'Anima divina Universale nel suo aspetto manifestato, la luce che arde perpetuamente; il Sole personificato.
SETTE CREAZIONI
(Eso.) - Sono precedute dal Principio Indistinto, o Spirito Assoluto, e sono: Mahat-tattva, l'Anima Universale, l'Intelletto finito, la Mente divina; Bhutasarga, o Bhuta, la creazione elementale; Aindriyaka, o Indriya, l'evoluzione organica. Queste prime tre creazioni si chiamano "creazioni prakrita" e sono gli sviluppi della natura indistinta che emana direttamente dal Principio Indistinto. Mukhya, la creazione fondamentale delle cose percettibili, quella dei corpi inanimati; Tairyagyonya, o Tiryaksrotas, la creazione degli animali; Urdhvasrotas, la creazione degli Dei; Arvaksrotas, la creazione dell'uomo. Queste sette creazioni sono quelle elencate nei testi esoterici. In realtà, le Creazioni esoteriche sono sette primarie e sette secondarie; le prime sono le forze autoevolventi dalla Forza unica senza causa, le altre sono quelle che fanno apparire lo universo manifestato, che emana dagli Elementi divini già differenziati.
SISTEMA PERIODICO DEGLI ELEMENTI
(Fis.) - Altrimenti detto Tabella di Mendelejev, dal nome del suo ordinatore. Barry, nel suo libro "I Numeri Magici", scrive: "Essa ha una struttura basata sul numero 8, da cui deriva la regola degli ottetti (saturazione elettronica degli strati esterni), e sul numero 7, numero dei periodi chimici o elettronici. Il settimo periodo non finisce con un gas raro come i precedenti, ma si apre con una serie di elementi per la maggior parte radioatttivi, instabili, creati artificialmente in laboratorio". Ed il prof. Crookes, a sua volta, dice: "In ogni periodo le proprietà generali degli elementi variano dall'uno all'altro con regolarità approssimativa, finchè si arriva al settimo membro, che è in contrasto più o meno appariscente con il primo elemento dello stesso periodo, ma anche con il primo del periodo successivo. Ciò permette di affermare che esiste un punto di variazione media in ogni sistema, un elemento di transizione che si può individuare nel quarto elemento, il quale possiede le proprietà richieste. Nelle Scienze Occulte, infatti, l'elemento quarto e settimo svolgono una parte specifica e distinta nel sistema settenario". L'ordinamento degli Atomi nel mondo manifestato è settenario e la lettura dei fatti fisici secondo questa Legge porta sempre a risultati corretti e razionali.
SOSTANZA
(Eso) - Dal latino sub-stans con il significato di "ciò che sta sotto", ciò che sussiste di sè medesimo, che è alla base delle forme e delle apparenze. Viene altrimenti detta Materia, anche se la sinonimia non è perfetta. Per Platone era l'esistenza, il modo di essere, il "ciò che realmente è" delle idee; con Aristotele diventa il fondamento della realtà, e viene distinta in sostanza prima (la cosa singola) e sostanza seconda (i generi). Successivamente Aristotele distingue la sostanza in tre tipi: sensibile ed eterna (corpi celesti), sensibile e peritura (mondo sublunare, piante, animali, ecc.), immutabile. Le prime due si fondano sulla terza e chiedere "cos'è la sostanza" è lo stesso che chiedere "cos'è l'ente". La sostanza è ciò che è immanente in ogni singolo individuo, che è "sinolo" perchè composto di materia e forma. Gli Scolastici faranno della sostanza oggetto di speculazione e, come per tante altre cose, produrranno una tal serie di congetture da rendere l'argomento incomprensibile. Tutta la filosofia successiva argomenterà sulla sostanza, quasi sempre distinguendola dalla forma, ma fermandosi davanti al concetto di sostanza prima, ovvero di quel qualcosa che porta il pensiero molto vicino a Dio. Locke nega l'esistenza di una realtà ultima, per Berkeley la sostanza è un'idea, per Hume è un prodotto della psiche, per Kant una funzione trascendentale del conoscere priva di validità ontologica. Si ha la netta sensazione che su nessun argomento la filosofia abbia detto tante sciocchezze quante ve ne sono sulla sostanza. Per la scienza, la sostanza è materia, tout-court, senza alcun dubbio nè possibilità di discussione. I Teosofi usano questo termine con un diverso significato, qualificando la sostanza come percettibile, diversificandola per ogni piano del Cosmo e dell'essere, determinando in tal modo una legione infinita di significati diversi. Nel Sudda Satwa, ad esempio, si distingue la sostanza materiale, da quella psichica e spirituale, intendendo quest'ultima come ideale , ossia che esiste sui piani più elevati. La scienza intende per sostanza ciò che si può pesare, misurare; è lo stesso che materia, o massa. Sostanza è ciò cui si può applicare una forza, e perchè ciò sia possibile, vi deve essere una massa. Per gli Occultisti la sostanza è qualcosa di diverso, una Causa, una Essenza dei vari fenomeni, anche se queste parole non sono esatte; exotericamente, però, non se ne trovano di migliori. Luce, calore, elettricità, magnetismo, sono sostanze, dal che emerge che sostanza non può essere sinonimo di materia. Sostanza è l'unità universale, immutabile, eterna ed assoluta, che nel suo aspetto primario manifestato diventa: - Nella sfera dell'oggettività e della fisica, Sostanza e Forza primordiale (centrifuga e centripeta, negativa e positiva); - Nel mondo della metafisica, lo Spirito dell'Universo, l'Ideazione Cosmica, detto anche Logos. La sostanza cosmica primordiale è Mulaprakriti, e certamente essa non può essere definita Materia.
THOR
(Sca.) - Da Thonar "tuonare", detto anche Donar, era il figlio di Odino e di Freya e capo degli Spiriti Elementali. Il dio del tuono, Jupiter Tonans, nella mitologia nordica occupa il secondo posto, dopo il padre. È il Dio della Forza e della Potenza che domina l'aria, i venti, le tempeste, e funge da arbitro nelle guerre. Dimora a Bilskirnir, in un castello, con la moglie Sif, Dea delle messi. La parola Giovedì (in inglese "thursday") deriva da Thor-day, ovvero il giorno di Thor. Fra i Romani, il Giovedì era il giorno di Giove, Jovis dies, in francese "jeudi", il quinto giorno della settimana, sacro anche al pianeta Giove. Tacito identificava Thor con Ercole e Tiu-Tyr con Marte, nella sfera degli Dei maggiori. Thor, come Indra in India ed Ercole in Grecia, infatti, è il difensore degli Dei e degli uomini contro avversari mostruosi. Thor era il Dio che possedeva il martello forgiato dai Nani per combattere i Giganti. Questo Martello, detto anche Martello del Tono, e Miolnar, corrisponde alla svastika indù e simboleggia le forze titaniche pre-cosmiche della Natura, che si rivoltano contro gli Dei per non farsi sottomettere. I figli di Thor portarono con sè il Miolnar non come arma da guerra, ma come strumento con il quale consacrare i nuovi cieli e la nuova terra. Il Miolnar è il martello della creazione che, con i suoi bracci piegati ad angolo retto simboleggia il moto incessante e la rivoluzione dell'invisibile Cosmo delle Forze. Con il suo Miolnar, ed anche Mjollnir, Thor compie molte imprese: combatte contro Hrungnir (un gigante con la testa di pietra) che minaccia di rapire le Dee; si batte contro Skryniir, un gigante immenso; contro Hymir, cui rapisce la pentola per fare la bevanda degli Dei; contro il Serpente cosmico. Il Martello di Thor, nel Cosmo manifestato e sulla nostra Terra, indica la rotazione, nei cicli del tempo, degli assi del mondo e delle sue cinture equatoriali. Applicato all'uomo, indica il Solve (mano destra levata in alto) ed il Coagula (mano sinistra rivolta verso il basso). Esso è un segno cosmologico, alchemico, antropologico e magico, con sette chiavi per trovare il suo significato nascosto, nelle quali sono celati i sette grandi misteri del Cosmo. In Scandinavia, Thor aveva grande culto, con templi ed immagini sacre. La sua vittima sacrale preferita era il caprone, mentre il suo popolo prediletto era quello dei Vichinghi. Thor, oltre ad essere il difensore del mondo ordinato contro le potenze caotiche, è anche il promotore della vita e della fertilità, il datore del bene in senso generale. Nei paesi nordici, Thor fu il Dio che resistette più a lungo agli attacchi del cristianesimo. Veniva rappresentato con la barba rossa, una corona di stelle in testa, una cintura magica, sopra un carro tirato da due capre.
TETRAGRAMMATON
- Le quattro lettere del nome di Dio, il suo appellativo Greco. In Ebraico, le quattro lettere sono "yod, he, vau, he" o, in maiuscole Inglesi, IHVH; può essere letto Jeve, YEWE, Jeohovah, l'androgino. La vera pronuncia antica, però, è ora sconosciuta; il vero Ebreo considerava questo nome troppo sacro per pronunciarlo e, quando leggeva le sacre scritture, lo sostituiva con l'appellativo "Adonai", che significa Signore. Nella Kabbalah, I è associato a Chokmah, H a Binah, V a Tipheret e la H finale a Malkuth; secondo altri, le prime tre lettere sono Kether, Chokmah e Binah, la quarta rappresenta gli altri sephirot (come quaternario comprendente i sette sephirot inferiori, il suo significato è Fallico). I Cristiani, in genere, chiamano IHVH Jehovah e molti studiosi moderni della Bibbia lo scrivono Yahveh. Nella Dottrina Segreta il nome Jehovah è assegnato solo alla Sephira Binah, ma questo attributo non è riconosciuto dalla scuola Rosacroce dei Cabalisti e nemmeno da Mathers nella sua traduzione della Kabbalah Denudata di Knorr von Rosenroth : alcune autorità Cabalistiche hanno associato solo Binah con IHVH, limitatamente al riferimento allo Jehovah del Giudaismo exoterico. Lo IHVH della Kabbalah ha solo una debole rassomiglianza con il Dio del Vecchio Testamento. Il Tetragrammaton è sacro solo nella sua sintesi astratta, ed equivale alla Tetraktis pitagorea. Con riferimento al simbolismo indù, il Tetragrammaton viene così spiegato : Jod=membro maschile, He=utero femminile, Vau=gancio, od artiglio, He=vagina; da questa lettura scaturisce Y(e)H(o)V(a)H, sintesi bisessuale, simbolo maschile-femminile. Il Tetragrammaton è uno con la Natura, l'egizia Iside, ed è la serie exoterica di Divinità androgine quali Iside-Osiride, Giove-Giunone, Brahma-Vach, Jah-hovah, ecc. Nel suo significato cosmogonico, il Tetragrammaton corrisponde al Brahma-Prajapati della filosofia indù, con due aspetti fondamentali: Macroprosopo, Quadrato perfetto assoluto, la Tetraktis nel cerchio (detta anche Ain, il Non-Essere), l'illimitabile assoluto Essere; Microprosopo, l'Uomo Celeste, il Logos manifestato, il Triangolo nel Quadrato. Il Tetragrammaton è il Tre fatto Quattro, o il Quattro fatto Tre, che su questa Terra è rappresentato dai suoi compagni, detti anche "occhi"; I Sette Occhi del Signore sono i sette sephiroti inferiori. Esso è la perfetta essenza del numero sette, nel suo significato terrestre, numero posto fra il quattro ed il nove, base e fondamento, astralmente, del nostro mondo fisico e dell'uomo nel regno di Malkuth. Fu Filone a chiamare Tetragrammaton le quattro lettere del sacro nome del Dio di Israele. In antica epoca testamentaria esso non poteva esse pronunciato da persona comune, ma solo dal Grande Sacerdote, l'unico a conoscerne l'esatta pronuncia. Tale pronuncia, infatti, è dotata di poteri soprannaturali ed ha costituito oggetto della speculazione rabbinica. La Kabbalah di Knorr von Rosenroth non ha alcuna autorità per i Cabalisti Orientali, perchè è noto che nello scrivere la Kabbalah Denudata egli seguì il manoscritto moderno anziché quello antico (Caldeo); ed è anche risaputo che quel manoscritto e le scritture dello Zohar che sono classificate "antiche", menzionano, ed alcune usano, le vocali Ebraiche o Punti Masoretici. Basterebbe questo per rendere spuri questi aleatori libri Zoharici, dal momento che non vi sono tracce dirette dello schema Massorah prima del decimo secolo della nostra era, e nemmeno qualche sua remota traccia prima del settimo. (Vedi "Tetrade").
UNITÀ ASSOLUTA
(Eso.) - Il punto da cui nasce l'Incessante Divenire ed al quale tutto ritorna. Il processo è simbolicamente rappresentato dal serpente che si morde la coda. Per questo motivo si ha la rappresentazione di Dio mediante un cerchio ed anche la prescrizione di una posizione circolare durante i tempi di contemplazione. La dea egizia Pasht aveva la testa di gatto perchè, oltre ad altri motivi, il gatto, durante il sonno, si arrotola in cerchio. Il cerchio, poi, è adimensionale; nell'universo, la forma circolare è la più perfetta e la più ricorrente, comprese tutte le sue derivazioni (ellisse, ecc.). L'Unità Assoluta è increata, indivisibile, senza numero, nè dal numero può essere prodotta. Essa è il Grande Cuore, sempre pulsante, dentro il quale vive ogni atomo dell'universo manifestato.
VAISHVANARA
(San.) - Letteralmente significa "che riguarda tutti gli uomini, universale". Nella filosofia Vedanta si applica allo Spirito Supremo. È una ipostasi ed epiteto di Agni terrestre, un nome simbolico di Atman nella condizione di veglia, la denominazione delle fauci del cavallo sacrificale nelle Upanishad, il fuoco vitale comune a tutti i viventi (come tale identificato al Purusha), il nome del prana-Agni-samvatsara, e perfino la denominazione rituale dell'ospite Vaishvanara è il fuoco magnetico vivente che pervade il Sistema Solare manifestato. Esso rappresenta l'aspetto più obiettivo ed onnipresente della Vita Una, perchè è il Principio Vitale. Nel Rig Veda è un nome di Agni, presentato sotto l'aspetto di un Danava, Demone o Gigante, le cui due figlie sono le madri di innumerevoli danava. È lo Spirito dell'Umanità e Nilakanta lo adopera per denotare il Sè. Il Brahmano che cammina sulla via dello yoga, lo indica come settuplice fuoco, la meta dell'asceta.
EGIZIANI
(Eg.) - Questo antichissimo popolo che da sempre affolla le rive del Nilo, si può suddividere in due ceppi : 1) Il proto-egiziano, piccolo di statura, cranio allungato, stretto ed alto, capelli lisci od ondulati, pelle color bruno scuro, poco peloso, faccia ovale, grandi occhi, naso a dorso rilevato. Si tratta di una razza meridionale degli Europoidi; 2) L'elemento asiatico, a testa più corta e larga, capelli biondi, barba lunga, brachicefalo. È certo l'elemento più antico. Solo in un secondo momento, nel sud del paese, compaiono razze scure, a capelli cresputi, Negroidi od Etiopici. L'elemento arabo fa la sua comparsa per ultimo. L'Egitto primitivo, diviso in tribù legate al proprio territorio, aveva tante divinità quante erano le tribù; si trattava spesso di divinità animalesche che sono state accostate ai totem. Quando vengono a formarsi gli organismi politici del Delta avviene una mescolanza di divinità tribali con quelle cittadine e sono queste ultime a prevalere. Il primo ad emergere è Oro, dio celeste e solare, simbolo di regalità, cui si contrappone il fratello-nemico Seth. Solo in secondo tempo si fa strada Osiride, dio uomo che, aggregatosi ad altre divinità viciniori (Iside, Anubi, Thoth, ecc.), assume grande autorità. Segue poi la figura del demiurgo Atum, che nasce da un uovo primordiale nel caos primigenio. Egli ordina il mondo, crea la prima coppia di dei (Shu e Tfeni) e da questi nascono Geb e Nat. Ognuno di loro poi dà origine ad una coppia : Osiride ed Iside da un lato, Seth e Nephti dall'altro. Si tratta della Grande Enneade, che tenta una prima grande operazione di sincretismo fra le due concezioni più rappresentative della prima religione egiziana. Passeranno molti secoli e molte dinastie prima che faccia la sua comparsa Ammone di Tebe, protettore della famiglia regale che trova in Aton un concorrente forte ma di breve durata. Seguiranno altre divinità, con culto locale, come Neith, Ptah, ecc., ma soprattutto riprenderà piede il culto per alcune specie di animali associati alle divinità. Molto complesso il problema dell'al di là. Si hanno formule solari (il defunto entra a far parte del seguito del dio Sole) e formule osiriache (nelle quali il defunto va sottoterra a coltivare fertili campagne). Dapprima entrava nell'al di là solo colui sul cui cadavere erano stati compiuti certi riti (non certo riservati alle masse), poi viene scelto un criterio morale : ha diritto alla seconda vita solo chi è stato giusto nella vita terrena. Ne deriva un giudizio post-mortem che, di nuovo, si collega al rituale funerario, e diventa d'elite. Molto diffusa la mummificazione il cui scopo era quello di mantenere eterna la durata del corpo, così che anche la parte scomparsa potesse vivere eternamente. Di grande interesse, nella religione egizia, è la magia che ha come protettori Iside e Thoth, e che è essa stessa un dio. Si hanno ancor oggi numerosi testi magici dell'epoca e racconti di maghi celebri e di miti magici. E di magismo è intinta la maggior parte del minutissimo culto giornaliero, oltre che delle grandi feste. Nella bassa epoca, in particolare, con l'aumentare della magia diminuisce sempre più la funzione mediatrice del sacerdote. La religione egizia nasce direttamente dalla cultura autoctona dell'età della Pietra (6000 a.C.) e si esaurisce quando nel 600 d.C. viene chiuso l'ultimo tempio di Iside. Il suo sviluppo fu favorito dalla protezione alle spalle del deserto e dalla striscia lunghissima della valle del Nilo nella quale gli Egiziani si erano insediati. Tali protezioni preservarono a lungo la cultura Egizia dal pericolo di invasioni e crearono i presupposti per fare degli Egizi uno dei popoli più importanti della storia. Più delle costruzioni solide ed in muratura, più della capacità di costruire ottime imbarcazioni fu l'improvviso apparire della scrittura a segnare una svolta nel cammino della loro civiltà. La comparsa dei Geroglifici (attribuita a Thoth, scriba degli dei) coincide con l'inizio della 1^ Dinastia, 3000 a.C., composta di Faraoni-Re, considerati Dei immortali che si succedevano al trono prima di ascendere al cielo. I culti degli Egizi erano assai numerosi, come tutte le antiche mitologie, e riguardavano il sole, la creazione dell'uomo, la morte e la fertilità della terra. I loro miti trovano paralleli in molte altre religioni. Ad esempio, il mito di Osiride e di Iside, può essere assimilato a quello di Demetra e Kore oppure a quello di Cerere e Proserpina. Per gli antichi Egizi le stelle avevano una grandissima importanza; un dio si manifestava in ciascuna di loro e nei testi delle piramidi, lo stesso Faraone diventa una stella del cielo. Nel Libro dei Morti il defunto è aiutato dalle stelle nella sua ascesa. Qualcuno pretende di dimostrare che l'astrologia egizia è di epoca greco-romana, ma varie forme di divinazione già presenti all'epoca dei Geroglifici smentisce ciò. Erodoto è testimone di ciò, ed è risaputo che furono gli Egizi ad inventare il calendario di 36 mesi di 10 giorni. Essendo nell'uso ufficiale il calendario di 360 giorni + 5 intercalari, suddiviso in 12 mesi non si vede la necessità di un secondo calendario. I decani sono presenti nei sarcofagi del Medio Regno (2100 a.C.), mentre nel III se. a.C. si ha una composizione dei decani con lo zodiaco babilonese. La teoria dell'antichità dell'astrologia egizia si deve al Dupuis che, nella sua opera "Origine di tutti i culti", la colloca nella più lontana antichità.