Glossario

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KADMON

 
(Eb.) - L'uomo archetipico; vedi "Adam Kadmon".

IHVH

 
(Cab.) - Il Tetragrammaton, l'Albero Sefirotico (meno Kether), Adamo Kadmon.

PROTOLOGOI

 
(Eso.) - Il Protologos è l'Uomo Archetipo, l'insieme delle sette o dieci emanazioni dell'Androgino (Prajapati, Sephiroti, ecc.). È Adamo Kadmon, Ormadz, Brahma, ecc. Protologoi sono le prime sette Forze creative primordiali quando sono antropomorfizzate negli Arcangeli o nei Logoi.

RA'HMIN

 
(Eb.) - Un altro nome di Seth, uno dei figli di Adamo. Secondo la Kabbalah , infatti, le "anime scintille" contenute in Adamo Kadmon entrarono in tre sorgenti, a capo delle quali erano i suoi tre figli. Così, mentre l'"Anima scintilla" (o Ego) chiamata Chesed entrò in Abele, Geboorah entrò in Quai-yin (Caino) e Ràhmin entrò in Seth; e questi tre figli furono divisi in sette specie umane, chiamate "le radici principali della razza umana".

RAGGIO ANDROGINO

 
(Eso.) - Il primo raggio differenziato; il Secondo Logos, l'Adam Kadmon della Kabbalah; il "Egli li creò maschio e femmina" del primo capitolo del Genesi.

SEIR ANPIN

 
(Eb.) - O Zauir Anpin. Nella Kabbalah è "il Figlio del Padre nascosto", che unisce in sè tutti i Sephiroti. L'Adam Kadmon, o il primo manifestato "Uomo Celeste", il Logos.

SEPHIROTI

 
(Eb.) - Argomento molto arduo da svolgere, sia per il suo profondo significato mistico, sia per la necessaria cautela che si deve a quella disciplina divina che è la Cabala. Nel rispetto di tutto e di tutti cercheremo di dire quanto è possibile dire, e speriamo basti. En Soph è qualcosa che cade al di fuori della comprensione umana, è inaccessibile, è indefinibile, è il Deus absconditus al quale non si può associare nessun attributo. Da questo non-essere nasce la creazione, non come estrazione dal nulla , ma come emanazione. Il mondo nasce dal Nulla, da quella Non-entità che è la Pienezza della Divinità sconosciuta. Essendo l'Assoluto senza limiti, l'emanazione non può avvenire al di fuori di Esso, ma solo all'interno. Ed allora ecco che En Soph crea al suo interno una contrazione, un riflusso, che libera uno spazio (lo spazio primordiale); possiamo chiamarlo un movimento centripeto di regressione, una inspirazione. Nasce il cerchio, al centro del quale appare il Punto, la prima manifestazione di En Soph. Entra ora in azione la forza centrifuga, il movimento di emersione, l'espirazione che irrompe nello spazio liberato come Luce. Il Punto primordiale è il passaggio dal Nulla all'Essere, è adimensionale e contiene il Tutto. È il germe delle dimensioni e nell'alfabeto ebraico è espresso dalla lettera Iod. Quando il Punto assume l'aspetto di Ideazione Divina, o Pensiero ideale della creazione, esso diventa la Saggezza, Chokmah, la seconda Sephira. Quando questa Saggezza, plasmate le forme, scolpite le impronte, si trasforma in Intelligenza, siamo alla terza sephira, Binah, ed ha inizio la differenziazione. In questo modo si chiude il primo triangolo, quello superiore, la sfera ontologica principale, il Principio unitario, il Mondo Archetipo. Qui troviamo ciò che nella Bibbia viene descritto l'Abisso sul quale vola la Forza attiva di Dio, il Padre-Madre di ogni cosa manifestata a livello puramente metafisico. L'emanazione continua con altri sette aspetti, racchiusi in due triangoli capovolti successivi che costituiscono il Mondo delle Orbite ed il Mondo Elementare. Questi sette aspetti della manifestazione di En Soph, scaturiti dalla mistica Madre Binah, sono i sette giorni della Bibbia, i sette stadi originari della creazione. Concludendo: dall'En Soph, dalla Essenza e dalla Totalità del suo Essere nascosto, scaturisce un flusso emergente che viene simbolicamente raffigurato come l'emanazione dei Sephirot. Lo splendore del Potere creativo diventa processo creativo attraverso dieci aspetti che, in gradi diversi, rappresentano ciascuno il particolare modo in cui Egli agisce. I Sephirot, quindi, sono gli archetipi, le determinazioni essenziali, le cause prime, i principi di tutte le cose manifeste. Non sono Enti distinti, ma aspetti vari della Realtà Una che è Kether, o Adam Kadmon, l'Uomo Prototipico. Essi sono semplici modificazioni della Mente divina, cifre di un unico numero, l'Uno, che li emana e li contiene. L'Albero sephirotico è come un mandala, ha senso nel suo complesso, lo perde se si prende in considerazione una parte. In Natura vi sono varie forze che, nel loro insieme possono essere considerate, valutate, descritte, ma singolarmente cessano di esistere. Non è possibile separare la forza centrifuga dalla forza centripeta, la forza di gravità dalla Legge dei più leggeri, l'inerzia dal moto, è così via. Allo stesso modo, ogni sephira esce dallo sbocciare della precedente ed a sua volta fiorisce per dar vita alla successiva. Ogni sephira è un'Idea, una Potenza-Sostanza, una Energia, una Forza, a seconda dell'angolo di osservazione, talché l'Albero sephirotico, alla fine, diventa una rappresentazione simbolica sia del mondo manifestato che di quello non manifestato. Questo simbolo può essere applicato a qualsiasi cosa, a qualsiasi situazione, a qualsiasi evento del mondo manifestato; e dunque anche all'uomo, con corrispondenze fisiche che servono per operazioni occulte. La Saggezza corrisponde al cervello, la Bellezza al cuore, Amore e Giustizia sono le braccia, e così via. Il processo di emanazione si volge attraverso quattro mondi: il triangolo superiore è il mondo dell'emanazione o mondo degli archetipi, il secondo è il mondo della creazione, il terzo è quello della formazione; l'ultima sephira è il mondo manifestato ovvero il risultato di tutto il lavoro di En Soph. Riepilogando, abbiamo che i Sephirot sono le dieci emanazioni della Divinità; la più alta è formata dalla concentrazione dell'Ain Soph Aur, o la Luce Illimitata, ed ogni Sephira produce per emanazione un'altra Sephira. I nomi dei dieci Sephiroti sono: (1) Kether, la Corona; (2) Chokmah, La Saggezza; (3) Binah, la Comprensione; (4) Chesed, la Misericordia; (5) Geburah, la Giustizia; (6) Tipheret, la Bellezza; (7) Netzach, la Vittoria; (8) Hod, lo Splendore; (9) Jesod, il Fondamento; (10) Malkuth, il Reame. Quella della Divinità incarnata nei Dieci Sephiroti è una concezione veramente sublime, ed ogni Sephira è per il Cabalista l'immagine di un gruppo di idee, titoli ed attributi esaltanti, che il nome rappresenta solo debolmente. Ogni Sephira è considerata sia passiva che attiva, sebbene questa attribuzione possa trarre in inganno; passiva non significa un ritorno all'esistenza negativa, e le due parole esprimono solo la relazione fra i singoli Sephiroth e non qualche qualità assoluta. Dopo questa premessa, abbastanza lunga per la pazienza di chi legge, aggiungiamo qualcosa scritta con la solita maestria da H.P.B. I Sephirot della costruzione, che sono i sette compresi fra la Triade superiore e l'ultimo, Malkuth, sono i sei Dhyan Chohan, o Manu, o Prajapati, costituiscono la Prima emanazione, o Logos, e sono i Costruttori dell'Universo inferiore o fisico. Ella ce li presenta come vertici del Sigillo di Salomone ed aggiunge che la loro essenza, o Upadhi, è il Settimo, considerato la Base, o Pietra fondamentale, sul quale è edificato lo Universo oggettivo, i noumeni di tutte le cose. Questi Sephirot, o Costruttori, corrispondono alle Forze della Natura, ai Sette Angeli della Presenza, al sesto ed al settimo principio dell'uomo alle Razze Madri, ecc. Questo parallelismo aiuta a capire come il concetto della creazione sia lo stesso in tutte le religioni, fatto salvo l'uso dei nomi e qualche dettaglio di procedura. E continua. Lo zero è il circolo che limita il mondo manifestato, ossia lo spazio primordiale creato da En Soph nel suo primo moto di contrazione. Dallo zero deriva l'uno (il Punto primordiale), e da queste prime due cifre sono formate tutte le altre. In proposito, Eliphas Levi mostra il prototipo di costruzione dei numeri con lo schema del Giardino dell'Eden. Possiamo anche dire che lo zero è la circonferenza, l'uno il diametro e quindi il processo di emanazione dei Sephirot che porta alla costruzione dell'uomo archetipico, Adam Kadmon, l'origine creatrice di tutte le cose manifestate. Il Tetragrammaton contiene nelle prime tre lettere la Triade superiore, nella quarta la sintesi dei sette inferiori. I Sephirot non sono delle individualità, nè delle astrazioni: essi sono influssi, sostanza spirituale, forza cosciente, sono la Luce emanata da En Soph, attraverso il Punto, nei vari gradi discendenti, sempre più opaca. Adam Kadmon rappresenta anche l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a sè sette colonne che sono i pilastri del mondo, ovvero i Rettori (Sephirot inferiori), che operano attraverso i rispettivi ordini di Angeli, nelle sfere dei sette pianeti. Questi Sephirot sono identici agli Elohim della Bibbia, agli Amshaspend delle Avesta, ai Sette Doni dello Spirito Santo dei cristiani, ai sette figli di Devaki (uccisi da Kansa) degli Indù, ai Sette Centri di energia evoluti, o resi oggettivi, da Fohat sull'elemento unico. E Adam Kadmon, l'Uomo Celeste, è la sintesi dei Sephirot, come Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati.

TIKKUN

 
(Cal.) - L'Uomo Manifestato o Adam Kadmon, il primo raggio proveniente dal Logos manifestato. Detto anche il Protogono, il Primo Nato, la Forma ed Idea universale, non ancora riflessa nel Caos.

CREATORI

 
(Eso.) - Adam Kadmon, origine creatrice di tutte le cose, è composto dalla Legione dei Poteri Cosmici, i Dhyan Cho-han Creatori, al di là dei quali tutto è Tenebre. I Creatori sono gli autori della Creazione, sia primaria (Creazione della Luce o dello Spirito), sia secondaria (Creazione della Materia). Nella prima abbiamo l'emanazione degli Dei autogenerati (Elohim), nella seconda la Natura fisica. L'Occultismo divide i Creatori in 12 classi delle quali : 4 hanno raggiunto la liberazione alla fine della Grande Età; la 5^ è pronta a raggiungerla, ma rimane attiva sui piani intellettuali; le altre sette sono ancora sotto il dominio della Legge del Karma, ed operano sui Globi della nostra Catena, abitata da uomini. I Creatori dei nostri corpi e dei nostri principi inferiori sono i Progenitori dell'Uomo, i Pitri, gli Esseri Lunari. I Kumara, gli Agnishvatta ed i Barishad sono gli Angeli Solari, che hanno dato all'Uomo la coscienza, il Manas. I Creatori Spirituali sono i Deva che caddero nella generazione e si incarnarono. L'Ilozoismo esige un Pensiero divino assoluto che pervada le innumerevoli Forze attive creanti, i Creatori, Entità che sono mosse da questo Pensiero, che esistono in Lui, da Lui e mediante Lui. Questi Creatori attivi sono percepiti per mezzo dell'Uomo Interno dell'Occultista. I Creatori sono i poteri personificati della Natura. Questi Deva, Uomini Divini, Progenitori, vengono suddivisi in sette gradi, o classi, che vanno dai più perfetti ai meni elevati.

G

 
- La settima lettera dell'alfabeto Inglese. "In Greco, in Caldeo, Ebraico, Assiro, Samaritano, Etrusco, Copto, Romano e Gotico moderni, occupa il terzo posto dell'alfabeto, mentre nel Cirillico, Glagolitico, Croato, Russo, Serviano e Vallonico, si trova al quarto posto". Poiché il nome di "god" (dio) comincia con questa lettera (in Siriano gad, in Svedese gud, in Tedesco gott, in Inglese god, in Persiano gada, ecc.), c'è una ragione occulta che soltanto gli studiosi della filosofia esoterica e della Dottrina Segreta, spiegata esotericamente, comprenderanno a fondo; essa si riferisce ai tre logoi , all'ultimo, l'Elohim, e alla emanazione dell'ultimo, l'androgino Adam Kadmon. Tutti questi popoli hanno derivato il nome "god" dalle loro rispettive tradizioni, che sono più o meno degli echi della tradizione esoterica. Parlare e "Parlare silenziosamente" (scrivere) sono un "dono degli dei", dicono tutte le tradizioni nazionali, a partire dagli antichi popoli Ariani che parlavano Sanscrito ed affermavano che il loro alfabeto, il Devanagari ( letteralmente, la lingua dei Deva o degli dei), fu dato loro dal cielo, e poi giù giù fino agli Ebrei, che parlano di un alfabeto, il padre di quello che è sopravvissuto, come di un simbolismo celeste e mistico dato dagli angeli ai patriarchi. Quindi, ogni lettera aveva il suo molteplice significato. Era essa stessa un simbolo dell'essere celeste e di oggetti, che a loro volta erano rappresentati sulla terra da oggetti analoghi corrispondenti, la cui forma simboleggiava la figura della lettera. La lettera G, chiamata in Ebraico gimel, simboleggiata da un lungo collo di cammello o, meglio, da un serpente eretto, è associata al terzo nome sacro, Ghadol o Magnus (grande). Il suo valore numerico è 4, il Tetragrammaton o la sacra Tetraktis; da qui, il suo carattere sacro. Per altri popoli valeva 400 e con una barra sotto, valeva 400.000. Nella numerazione alfabetica semitica valeva 3, come il gamma greco, con l'apice in basso a sinistra 3000, e seguito dalla M 30.000. Come abbreviazione aveva molti significati, se posta sul rovescio delle monete sta ad indicare le diverse località dove sono state coniate. Nel calendario romano era la settima lettera nundinale, in quello ecclesiastico è la settima ed ultima lettera domenicale, e sta ad indicare la domenica quando essa cade il 7 Gennaio. In musica è il quinto tono della scala musicale moderna : il Sol. In metrologia indica il grammo, in fisica l'accelerazione di gravità, in spettroscopia la linea dell'indaco.
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