Glossario

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ADAM

 
-ADAMI (Cal.) - Termine che si incontra nelle antiche scritture Caldee, molto prima del tempo di Mosè. Equivale ad Adam Kadmon, il primo Essere divino, una forma di simbolo universale.

ARDHANARISWARA

 
(San.) - Letteralmente, 'il Signore bisessuale'. Esotericamente, gli stati dell'energia cosmica non polarizzati, simbolizzati dal Cabalistico Sephira, Adam Kadmon, ecc. Con questo termine viene designato Shiva nel suo aspetto metà uomo e metà donna.

ARGHA

 
(Cald.) - L'arca, il grembo della Natura; la luna crescente, o una barca di salvataggio; anche una coppa per offerte, un recipiente usato per cerimonie religiose. È il principio generatore femminile in forma di nave dei misteri. Con il significato di coppa, è un vaso oblungo adoperato dai sacerdoti Egizi per sacrificare ad Iside. L'argha in forma di mezzaluna dei Greci era il simbolo di Diana, la Regina del Cielo, la Luna, la Grande Madre di tutte le Esistenze, di cui il Sole era il padre. Il Novilunio era l'Argha crescente. L'Argha dello Yod, o il Santo dei Santi, è Adam Kadmon. L'Argha degli Indù si chiama Ishvara, il Signore Supremo.

MACROCOSMO

 
(Gr.) - Letteralmente "Grande Cosmo", l'Universo. Nasce dal Caos ed è considerato la copia massima del Microcosmo. Ha costituzione settenaria ed è simbolizzato dall'Esagono. Esso procede da Aziluth e comprende i tre mondi successivi : Briah, Yezirah ed Assiah. Questi mondi corrispondono ai tre triangoli dell'Albero sefirotale e, nel microcosmo, corrispondono alle tre anime dell'uomo: Neshamah, Ruach, Nephesh. A grandi linee, senza addentrarci nei dettagli, il Macrocosmo può essere identificato con Adamo Kadmon. (Vedi anche "Microcosmo").

LOGOS

 
(Gr.) - Termine greco il cui significato letterale è "parola, discorso, ragione". Per i Greci era la ragione determinante il mondo e la legge in cui essa si esprime. Per lo stoicismo è la divina ragione che, completando di sè il mondo, lo anima e dirige secondo il suo perfetto destino. Per gli Ebrei è un mediatore fra Dio ed il Mondo, è la Sapienza, artefice di tutte le cose. Per Filone è l'ipostasi della parola di Dio, colui che colma l'abisso fra Dio e il Mondo. È l'archetipo del mondo sensibile, la forza vitale che regge gli elementi, la via che permette all'uomo di elevarsi alla contemplazione di Dio. Ora persona, ora forza cosmica, è verità, luce e vita. Nel cristianesimo lo troviamo all'inizio del IV Vangelo, quello di Giovanni, con riferimento a Cristo. Inizialmente il fatto non ebbe grande rilevanza, poiché Gesù era considerato uno dei tanti intermediari fra Dio e gli uomini, con funzione cosmologica e non redentrice. Il successivo concetto di incarnazione di Dio, di consustanzialità, di "unigenito non creato", complicò notevolmente le cose, provocando scissioni in serie ed uno stato confusionale tuttoggi non risolto. Platone dava del Logos tre accezioni : (1) manifestazione del pensiero attraverso i suoni articolati di una lingua; (2) il render conto di una cosa enumerandone gli elementi; (3) l'enunciazione della differenza, ovvero del segno distintivo che individua una cosa. Come è evidente, si tratta di accezioni che si riferiscono al termine filosofico, con espresso riferimento al discorso. Fu Eraclito a parlare di Logos come di una legge universale, attribuendo ad esso l'origine di tutte le cose (lo aveva già fatto Leucippo), di cui gli uomini restano inconsapevoli. Cleante identifica il Logos di Eraclito con il logos spermatikos della dottrina stoica, ossia con la ragione seminale, o principio attivo, del cosmo. Nell'Inno a Zeus egli dice : " il logos attraversa tutte le cose mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi". È il Logos a garantire l'unità e la simpatia del cosmo ed in quanto legge naturale è il fondamento dell'etica stoica del "vivere secondo natura". Come principio fisico è identificato con il fuoco. Entrando nel campo della Teosofia, la trattazione del Logos si amplia enormemente assumendo una collocazione spazio-temporale che è tanto più facile da capire quanto maggiore è la capacità di immaginazione, o di astrazione, del lettore. Il Logos è la prima figura, per così dire, che appare all'inizio della Creazione. Ma la sua apparizione non è istantanea e definitiva, bensì progressiva e dinamica. Il Primo Logos è il punto al centro del cerchio; non è un punto fisico, ma il famoso punto matematico, adimensionale. Esso rappresenta l'Ideazione Cosmica, la Causa Prima che deriva direttamente dalla Causa senza Causa. Non è manifestato, ma porta in sè le "idee" di tutto ciò che si manifesterà. Viene detto anche Atman, Brahman, Pradhana, ma questi termini non sono esattamente sinonimi, anche se per certi aspetti sono identici. Il Secondo Logos è il diametro che attraversa orizzontalmente il cerchio, la natura passiva, Prakriti, la Vita latente. Esso è parzialmente manifestato, le Acque dell'Abisso sulle quali non vola ancora il Soffio. Il Terzo Logos è la linea verticale che interseca il diametro del cerchio, lo Spirito che feconda la materia, Mahat, l'Intelligenza, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno cosmico della Materia. È detto anche il Demiurgo poiché è il fattore di tutte le cose, e lavora sul mondo manifesto per mezzo di Fohat, la Forza in tutte le sue infinite differenziazioni. In tutte le cosmogonie, il Logos è una figura androgina, che possiede un aspetto maschile ed uno femminile. Ad esempio: Adamo Kadmon e Sephira, Osiride ed Iside, Adamo ed Eva, Brahma e Vach, ecc. Come aspetto maschile dell'Anima Mundi, il Logos è Alaya, il Soffio cristallizzato del Verbo settuplice di cui l'uomo sul piano terrestre è l'immagine. L'appellativo di Demiurgo lo ha in qualità di Costruttore collettivo dell'Universo; egli non fa nulla in prima persona, ma fornisce il progetto, prelevato dall'Ideazione Cosmica, e sorveglia i lavori dei Dhyani esecutori. Esso, infatti, non è una divinità personale, ma l'aggregato dei Dhyan Chohan e delle Forze ad essi aggregate. Il Logos procede dalla Mente, esso sta presso Dio, ma non è Dio, bensì il secondo Dio. In ebraico, il Logos è D(a)B(a)Rm ma diventa D(a)B(a)R(i)M quando assume la veste di Legione di Angeli, o Sephirot, pur rimanendo Uno. Per indicare il Logos, lo Ierofante tracciava un cerchio, o un triangolo equilatero, ed al centro della figura segnava un punto: quello era il Logos. Nella filosofia indù, Mulaprakriti (l'area del cerchio, il velo di Parabrahman, che è la parte esterna al cerchio), è considerata madre e figlia del Logos, che a sua volta è generatore generato, sua causa secondaria. Il Logos è la prima manifestazione di Parabrahman, il primo Ego che appare nel Cosmo, ed anche il fine ultimo di tutta l'evoluzione. Il Logos emette "la luce che dà energia", da cui nasce il quaternario, e questa luce è l'energia cosciente di Mulaprakriti, il suo Potere, la sua materia-forza, la radice unica del Sè. Nel cattolicesimo troviamo il Logos nella figura dell'Angelo della Faccia, in ebraico chiamato Michele, il simile a Dio, la sua rappresentazione manifestata. Il Logos è la "Luce che splende nelle Tenebre", l'Architetto dei Mondi; la sua qualità è il suono, la cui caratteristica è settenaria. Il Logos è il punto più alto della scala settenaria della Vita Una invisibile, eterna ed assoluta, mentre il punto più basso di questa scala è costituito dai Vidyadhara, i Pitri inferiori. È la Monade divina che, puro Adi-Buddhi, si manifesta come Buddhi universale, o Maha Buddhi, o Mahat, radice spirituale onnisciente ed onnipotente, Intelligenza divina, Suprema Anima Mundi, ovvero il Logos. Nel Genesi, il Dio del 1^ capitolo è il Logos, il Signore Iddio del 2^ capitolo sono gli Elohim, ossia i Poteri inferiori. Nel Buddhismo esoterico, il Logos è il raggio brillante dello UNO, che squarcia le Tenebre; il Primo, Vajradhara, il Buddha supremo che i Tibetani chiamano Dorjechang (rdo.rje.hdsin = portatore di fulmini). Come Signore di tutti i Misteri, egli non può manifestarsi, ed allora invia Vajrasattva (cuore di diamante), il Secondo Logos, che è chiamato Dorjesempa (rdi.rje.sems.dpah = essenza o principio di diamante). Da questi emanano i cinque Dhyani Buddha detti Anupadaka. Ishvara è il Logos, lo Spirito, l'Unità composta di spiriti viventi manifestati, il genitore originario, sorgente delle Monadi terrestri e del loro Riflesso divino, che da esso emanano e ad esso ritornano. Nel Zoroastrismo troviamo gli Amshaspend, che sono sei, ed Ormadz, il settimo, che è il loro capo. Ebbene, Ormadz è il Logos, il capo e gli Amshaspend nello stesso tempo. Ed è così anche nel Sistema solare. Dal punto di vista esoterico abbiamo i sette pianeti, uno dei quali è il Sole. Ma esso è il Capo dei Misteri principali, assieme ai pianeti rappresenta la potenza visibile ed attiva, mentre il Logos invisibile e le sue Gerarchie rappresentano la Potenza Assoluta. Nel triangolo di Pitagora, la Tetractis, il vertice è il Logos, lo specchio che riflette la Mente divina, mentre l'Universo è lo specchio in cui si riflette il Logos. E come il Logos riflette tutto nell'Universo di Pleroma, così l'Uomo riflette in sè stesso tutto ciò che vede e trova nel suo Universo. Il Tantrismo, parlando dell'uomo, dice : "tutto ciò che è qui è ovunque, ciò che non è quì non è in alcun luogo". Gli Egizi chiamavano il Sole "Occhio di Osiride" e lo concepivano come il Logos, il Primo nato, la Luce manifestata del mondo. Attraverso il settuplice raggio di questa luce noi possiamo diventare consci del Logos attraverso il Demiurgo. E come il Logos è settuplo nei suoi Logoi, così l'uomo ha sette piani di coscienza, sette stati di materia, sette forme di Forza; tutto ciò che riguarda la Terra è settuplo. Lucifero, nel suo aspetto più elevato, è il Logos, in quello più basso è l'Avversario, in entrambi i casi è il riflesso del nostro Ego : questa è la dicotomia del nostro mondo. Per Lattanzio, il Logos è il fratello primogenito di Satana, e la prima di tutte le creature. E se il Logos riflette nell'Universo la Mente divina, e l'Universo manifestato si riflette nella Monade, allora ogni Monade deve, nel ciclo delle sue incarnazioni riflettere in sè ogni forma di base di ogni regno dell'universo. Da qui il famoso assioma ermetico "Pietra, pianta, animale, uomo, spirito, Dio". Il Logos è la Sapienza passiva in cielo e la Sapienza attiva, cosciente, sulla Terra; è l'Uomo Celeste, il Figlio. Durante il riposo cosmico, il Logos dorme nel grembo di Quello che non dorme mai e non è mai sveglio, perchè è SAT, non un Essere, ma l'Essenza. Da CIÒ (SAT) nasce il Logos invisibile, da cui gli altri Logoi, il Manu primordiale, i Manu, l'Universo e tutto ciò che contiene. Nella filosofia indù troviamo Krishna, il Logos, ed i sette grandi Rishi, i Logoi. Il Logos è il "nato da sè", l'Aja degli Indù; l'Ego è l'immagine del Logos riflessa nel Karana Sharira. Esso, come sintesi delle Legioni e presidente dei Geni, fu il primo Pastore e Conduttore degli uomini. Fohat è la luce del Logos, mentre Vach, simbolo del potere generatore, è il Logos femminile; sono a lei simili Iside e Venere, la madre del prolifico Dio dell'amore. Ed è questo il motivo per cui in India la vacca è sacra : essa è il simbolo della natura creatrice. Il Logos Demiurgo è il Dio nello Spazio, Adamo Kadmon, l'Uomo Celeste, il Suono, l'Abisso e il Silenzio eterno degli Gnostici. Il Logos di Dio è il rivelatore dell'uomo ed il Logos dell'uomo è il rivelatore di Dio. Concludendo, possiamo dire che presso tutte le nazioni e tutti i popoli, il Logos è la divinità manifestata, l'espressione esteriore o l'effetto della causa che è sempre celata. Così, la parola è il Logos del pensiero; per cui "Logos" è opportunamente tradotto con "Verbo" e "Parola" nei loro significati metafisici.

KAIMARATH

 
(Pers.) - L'ultimo della razza dei re pre-umani. È identico ad Adam-Kadmon. Un leggendario re Persiano, decimo re dei Peri, la decima generazione antidiluviana dei Re, data da Beroso. Viene identificato con l'ebraico Adamo. Suo figlio Samek fu assassinato dal fratello gigante. Talvolta è scritto Kaimurath.

ADAM KADMON

 
(Eb.) - L'Uomo Archetipo, l'Umanità. L''Uomo Celeste' non caduto in peccato; i Cabalisti lo riferiscono ai Dieci Sefiroti sul piano della percezione umana. Nella Cabala Adam Kadmon è il Logos manifestato, corrispondente al nostro Terzo Logos; poiché l'Immanifestato è il primo paradigmatico Uomo ideale e simbolizza l'Universo in abscondito o nella sua 'privazione', nel senso Aristotelico. Il Primo Logos è la 'Luce del Mondo', il Secondo ed il Terzo sono le sue ombre che gradualmente si oscurano. È il veicolo dell'Antico dei Giorni, Ain Soph e, come androgino è identico a Sephira, la Luce Spirituale. Come Albero Sefirotico rappresenta l'Universo e corrisponde all'Indù Brahma. È composto dalla Legione dei Poteri Cosmici, i Dhyan Chohan Creatori, al di là dei quali tutto è Tenebre. È l'Uomo duplice o Elohim differenziato, il che significa prototipo astratto di maschio e femmina. Come Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a se 7 colonne, o palazzi, dei 7 Angeli Creatori, che operano nelle sfere dei 7 Pianeti, sul nostro Globo. Come Brahma e Marte, è il simbolo del potere generativo e creativo, ossia acqua e terra (un segreto alchemico). È il Progenitore della Razza Umana fatta ad immagine di Dio. È la Natura in senso astratto, che emana i tre principi addizionali : Natura terrestre inferiore (o fisica manifestata), Materia, Terra. Talvolta viene indicato con il Tetragrammaton. Nella religione Indù si può paragonare anche a Manu Svayambhuva, la sintesi dei Prajapati che, a loro volta, sono equivalenti ai Sephirot.

AIN SOPH

 
(Eb.) - Il 'senza confini' o l'Illimitato, la Divinità che emana e si estende. Ain Soph è anche scritto En Soph e Ain Suph; nessuno, neanche i Rabbini, è sicuro delle vocali di questo termine. Nella metafisica religiosa dei filosofi Ebraici, il Principio-UNO era un'astrazione come Parabrahman, sebbene dei Cabalisti moderni sono riusciti ora, per forza di puro sofismo e paradossi, a farne un 'Dio Supremo' e nulla di più alto. Ma secondo i primi Cabalisti Caldei, Ain Soph è 'senza forma o essere' poiché non ha 'somiglianza alcuna con nient'altro' (Frank Die Kabbala, p.126). Che Ain Soph non sia mai stato considerato come il 'Creatore' è provato perfino da un Ebreo ortodosso come Filone, che chiama il 'Creatore' il Logos che sta presso l''Uno Illimitato' e il 'Secondo Dio'. Dice Filone nel Quaest. et Solut.: 'Il Secondo Dio è la Saggezza (quella di Ain Soph)'. La Divinità è NULLA; essa è senza nome perciò è chiamata Ain Soph, la parola Ain che significa NULLA (Vedi Kabbala di Frank, p. 153, ff.). È il Tutto Illimitato che, oltre a corrispondere all'Indù Parabrahman, può essere accostato a qualsiasi altro Inconoscibile quale, ad esempio, Ormazd, Zeroana Akerne, ecc. Nella Cabala Ebraica si dice si manifesti attraverso le sette lettere del nome JEHOVAH. Esso è l'Uno Unico, l'Unità infinita, la Causa Prima che non ha nome, nè idea, nè simbolo. Può essere concepito indirettamente attraverso quanto si cela in termini di negazione di comprensione. Non può essere razionalmente compreso, nè nominato, nè localizzato. È un termine di negazione : il NON di ogni cosa manifesta, il Nulla senza limiti, senza fine. È UNO, nonostante le infinite forme che sono in Lui e, come Macroprosopo, ha in Adam Kadmon il suo Veicolo. È Ain ( il Nulla), che può essere inteso solo come 'non questo, non quello'.

ALBERO SEFIROTICO

 
(Cab.) - Nella Cabala è l'Universo che Adam Kadmon rappresenta in Occidente come Brahma rappresenta in India. Ed è proprio Adam Kadmon, l'Albero dei Sefiroti, a divenire esotericamente l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, un albero che ha attorno a se le sette colonne del mondo, o Rettori, che operano mediante i rispettivi ordini di Angeli, nelle sfere dei sette Pianeti. Esso è IHVH, l'insieme dei Sefiroti meno Kether, il Corpo unito dell'Uomo Celeste, dalle cui membra è uscito l'Universo con tutto quello che contiene. Esso contiene 10 Sefiroti e 22 canali che li collegano; il tutto forma i 32 sentieri della Saggezza. Può anche essere suddiviso in tre colonne : quella di sinistra ( la severità ), quella di destra ( la grazia ), quella centrale ( la mitezza ).

CORVO

 
(Occ.) - È un passeraceo di colore nero che in occultismo ha diversi significati. Il corvo nero è il simbolo del Pralaya cosmico nella religione Indù. Tutti gli uccelli di colore nero sono associati con la Saggezza primordiale che emana dalla sorgente precosmica del Tutto. Il loro significato è sempre lo stesso : Uomo archetipico primordiale, Adam Kadmon. È nota l'abilità di questo uccello di imitare la voce degli altri animali ed anche di ripetere qualche parola. Per tale motivo gli auguri facevano uno studio specie delle inflessioni della sua voce e delle circostanze che accompagnavano il suo volo. In generale, il corvo è considerato presagio di sventure; la sua vita dicesi secolare e, secondo Esiodo, può vivere fino a 2582 anni !
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