Glossario

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MONDO

 
(Occ.) - Volgarmente, il mondo è identificato con l'universo come totalità di tutte le cose create ed esistenti. All'origine designava la volta celeste ed i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra ed i suoi abitanti. Come prefisso di montagne, alberi e così via, esso denota un credo universale. Così la "Montagna del Mondo" degli Indù era Meru. Come detto in Iside Svelata: "Tutte le montagne e le uova del mondo, gli alberi del mondo, i serpenti e le colonne del mondo, potrebbero essere mostrati per incarnare scientificamente le verità dimostrate della filosofia naturale. Tutte queste montagne contengono, con variazioni minime, la descrizione della cosmogonia primordiale, allegoricamente espressa; gli alberi del mondo, quella della susseguente evoluzione dello spirito e della materia; i serpenti e le colonne del mondo sono le memorie simboliche degli svariati attributi di questa doppia evoluzione, nelle sue infinite correlazioni di forze cosmiche. All'interno dei misteriosi recessi della montagna - matrice dell'universo - gli dei (i poteri) preparano i germi atomici della vita organica e, al tempo stesso, la bevanda della vita che, una volta gustata, risveglia nell'uomo-materia l'uomo-spirito. Il Soma, questa bevanda sacrificale Indù, è la bevanda sacra. Alla creazione della materia prima, mentre le parti più grossolane di essa furono usate per l'embrione del mondo fisico, la sua essenza più divina pervase l'universo, permeando invisibilmente e racchiudendo entro i suoi flutti eterici l'infante appena nato, sviluppandolo e stimolandolo all'attività, poiché esso emergeva lentamente dal caos eterno. Questi miti del mondo passarono gradualmente dalla poesia delle concezioni astratte alle immagini concrete dei simboli cosmici, come ora li trova l'archeologia". Un altro prefisso forse ancora più usato, per tutti questi oggetti, è "Mondano". (Vedi "Uovo del Mondo", "Albero del Mondo", "Yggdrasil"). Gli antichi lo rappresentavano come un uomo con i piedi uniti (simbolo della stabilità), coperto da una veste multicolore che arrivava fino ai piedi (simbolo della varietà delle cose che contiene); con la testa sosteneva un globo o una sfera d'oro (simbolo del Cielo). Gli Egiziani usavano come simbolo del mondo lo scarafaggio stercario che fabbrica sfere di sterco simili alla forma del mondo. Ma per il mondo si usano anche altri simboli: il Globo, il Tempio, ecc.

OMOROKA

 
(Cal.) - Divinità caldea, moglie di Baal, che può essere considerata come simbolo del caos primitivo. All'origine, infatti, l'universo era tenebre e confusione; nacquero molte e mostruose creature che erano presiedute da una Dea : Omoroka. Baal, per distruggere questa creazione primitiva, tagliò in due la testa di Omoroka e gli esseri mostruosi sparirono subito. Con la parte superiore della testa di Omoroka, Baal fece il cielo, con la parte inferiore fece la terra. L'umidità del globo produsse altri animali, fra cui l'uomo, nato da una parte del corpo di Omoroka: per tale ragione esso ha una doppia natura, divina e materiale. Successivamente Baal separò le tenebre dalla luce, la notte dal giorno; gli esseri nati dalle tenebre non sopportarono ciò, e perirono. Baal, infine, eseguì la terza creazione, mescolando il sangue degli Dei con la terra. Non è difficile trovare nel racconto molte cose che saranno poi riscritte nella Bibbia, più esattamente nel Genesi. Secondo Beroso, o piuttosto Apollodoro, Omoroka è il "mare" e la donna che lo personifica, la Luna, la Dama di Urka, Thalatt, forse anche Telita; certamente è una figura legata all'inizio della creazione. Come acqua divina, tuttavia, Omoroka è il riflesso della Saggezza che viene dall'alto.

PADRE

 
(Eso.) - Deriva dal sanscrito "pita" o "pitar" che significa "proteggere". Il Padre per antonomasia è Dio, il Pensiero del Maestro, la Testa dell'evoluzione della vita, l'Eterno ed Incessante Alito del Tutto, il Settimo Principio, il più alto, sia nell'uomo che nel cosmo. Il Padre dell'uomo fisico primitivo, o del suo corpo, è il Principio Elettrico Vitale, che risiede nel Sole. Il sole, infatti, in quasi tutte le antiche religioni, è il padre degli uomini e nella filosofia orientale viene chiamato anche "Fratello Maggiore". Nei vari pantheon esiste sempre un Dio padre, progenitore di tutti gli altri Dei. Esso è il Creatore, il Preservatore, il Dio al di sopra di ogni cosa. Per gli Gnostici, il Padre è colui che contiene in sè gli Eoni, prima di tutte le creazioni. Metafisicamente, il Padre è la Mente universale, mentre il Figlio è lo Universo periodico. Nella Tetrade, il Padre è Ain Suf, il Senza Essere, l'Inconcepibile. Esso diventa poi il Figlio della Madre e, come tale, nell'evoluzione della vita viene al terzo posto. Viene anche individuato come la Nebbia fredda che esisteva al principio. Gli Egiziani rappresentavano il Padre con uno scarafaggio, simbolo della virtù ed ufficio del maschio perchè, secondo loro, esso veniva generato senza concorso di femmina ma per emanazione diretta del Principio. Similmente, essi raffiguravano il sesso femminile con l'avvoltoio, uccello che ritenevano generato senza il concorso del maschio. I cattolici raffigurano il Padre eterno (prima persona della Trinità) come un vecchio canuto, vestito di azzurro. Porta la corona (emblema di onnipotenza), il globo (quale creatore del mondo), lo scettro (perchè è il Re dei Re) ed un libro sul quale sono scolpiti l'Alfa e l'Omega (principio e fine del mondo).

PITRI

 
(San.) - Gli antenati, o i creatori dell'umanità, che nella Prima Ronda passarono attraverso il triplice ciclo (minerale, vegetale, animale), nelle forme più eteree e rudimentali, allo scopo di assumere ed assimilare la natura della Catena appena formata. Sono i primi a raggiungere la forma umana nel Globo A della Prima Ronda, guidando poi l'elemento umano nella Seconda e Terza Ronda. Le Monadi lunari, o Pitri, si dividono in sette classi, di cui tre sono incorporee, e quattro corporee. Al principio dello stadio umano della Quarta Ronda, essi filtrano il loro doppio astrale dalle forme scimmiesche della Terza Ronda e su questa forma, sottile e raffinata, la Natura edifica l'uomo fisico. Nella mitologia exoterica si dice che essi siano stati creati da un fianco di Brahma, come Eva nacque dalla costola di Adamo. La loro genealogia è diversificata, ma nella filosofia esoterica essi sono ciò che è spiegato nella Dottrina Segreta. In Iside Svelata si dice di loro: "Generalmente si crede che il termine Indù significhi gli spiriti dei nostri antenati, delle persone disincarnate, dal che deriva l'argomentazione di alcuni Spiritisti che i fachiri (e gli Yogi) ed altri operatori Orientali di prodigi, siano dei medium. Questo è errato sotto diversi aspetti. I Pitri non sono gli antenati dell'odierno uomo vivente, ma sono gli antenati del genere umano, delle razze Adamitiche; in altre parole, sono gli spiriti della razza umana che, sulla grande scala dell'evoluzione discendente, precedettero le nostre razze di uomini, ed erano fisicamente e spiritualmente superiori ai nostri moderni pigmei. Nel Manava Dharma Shastra sono chiamati gli Antenati lunari. La Dottrina Segreta ha ora spiegato ciò che era stato accennato con cautela nei primi libri Teosofici. I Pitri passano attraverso lo stadio umano affinchè le loro Monadi evolvano fino a raggiungere il piano dei Manasa Putra, coloro che forniscono la mente ai gusci senza senno creati dai Pitri. Ci sono due generi di Pitri: Agnisvatta e Barhishad. I primi dopo aver dato nascita ai corpi astrali, sono rinati come figli di Atri, detti anche "Pitri dei Demoni"; gli altri sono rinati come figli di Marichi (un figlio di Brahma) e sono detti "Figli degli Dei". Secondo alcuni orientalisti, i Pitri sono state le prime divinità, i Vairaja, che Brahma contemplava con l'occhio dello yoga. Per i Brahmani, i Pitri sono molto sacri ed a loro rendono grandi onori. Essi corrispondono agli Elohim dei testi ebraici, ed in parte possono essere assimilati anche ai Cabiri ed ai Titani. Avvalendoci del grande Libro dei Misteri, possiamo dire che tre classi di Pitri fanno l'uomo superiore nei suoi principi più alti, mentre quattro classi inferiori, meno celesti e piene di passioni, costruiscono i quattro principi inferiori dell'uomo. Gli Asura formano le classi più elevate, poiché sono nati nel "Corpo della Notte"; le altre quattro classi sono prodotte dal "Corpo del Crepuscolo", ed è ad esse che si deve la creazione del corpo fisico dell'uomo. I Pitri Arupa sono le tre classi superiori che vivificano l'uomo facendone una entità pensante e responsabile. I Pitri Barhishad, invece, sono quelli che fabbricano statue, ovvero l'uomo fisico nei suoi quattro principi inferiori.

POLO SUD

 
(Geo.) - Anche l'Antartico, come l'Artico, posizionato all'opposto dell'Artico, fu per milioni di anni un Eden popolato da dinosauri e mammiferi. Esotericamente, l'Antartide è l'Abisso, sia in senso cosmico che terrestre, dal quale soffiano le calde passioni, trasformate in uragani dagli Elementi cosmici, dei quali esso è la dimora. Anche il Polo Sud è chiamato Dragone, o Serpente, ma con una carica negativa. Qui abitavano gli Atlantiani e qui si trova Patala, la Regione inferiore. Nella regione del Polo Sud si trova l'estremità inferiore del Monte Meru (che passando attraverso il centro del globo, si erge sulle parti opposte del pianeta), dove vivono i Demoni, Il Polo Sud taglia a metà il segno del Cancro, ed è detto anche la "Voragine".

PRALAYA

 
(San.) - Un periodo di oscuramento o di riposo che può essere planetario, cosmico o universale. L'opposto di un Manvantara, la dissoluzione dei mondi che si verifica alla fine di ogni eone, o kalpa. Con riferimento all'individuo, esso rappresenta il quarto stato di coscienza (turiya), quello catalettico, in cui i vari prana vengono riassorbiti entro il Brahman indifferenziato. Questa dissoluzione di tutte le cose può essere di quattro tipi diversi: Naimittika - Occasionale, quando Brahma dorme (la notte di Brahma). Prakritika - Elementare, quando il ritorno di questo Universo alla sua natura originale è parziale e fisico; Atyantika - Assoluto, identificazione dello Spirito incarnato con lo Spirito Supremo, incorporeo; Nitya - Perpetuo, è il Mahapralaya dell'Universo, la scomparsa dell'uomo, l'estinzione di ogni forma di vita. Secondo alcuni, il Nitya Pralaya è una dissoluzione costante, ovvero il cambiamento che si produce incessantemente, anche se impercettibilmente, in tutto ciò che esiste nell'Universo, dal globo all'atomo. Nitya è il pralaya cosmico, è Brahma che riaccoglie in sè tutto l'universo; esso interessa le cose visibili, ma non il mondo arupa. Questo pralaya giunge alla fine dei cento anni di Brahma (311.040.000.000.000 anni solari) e rappresenta la Dissoluzione Universale. Allora, dicono le Scritture esoteriche, l'Avyaya, la Vita Eterna rappresentata da Vishnu che per l'occasione assume il carattere di Rudra, il Distruttore, entra nei sette raggi del Sole e beve tutte le acque dell'Universo. Così nutriti, i sette Raggi solari si dilatano in sette soli e danno fuoco a tutto il cosmo. Tuttavia, il pralaya non avviene sempre con il fuoco, ma si alterna con quello acqueo. I pralaya ciclici sono semplici oscuramenti durante i cui periodi la Natura, le cose visibile e quelle invisibili, rimangono in statu quo; è un letargo, non una distruzione. Questo tipo di pralaya viene talvolta chiamato sabato, come termine generico di riposo.

SCARABEO

 
- In Egitto era il simbolo della resurrezione ed anche della rinascita - di resurrezione per la mummia o, meglio, per gli aspetti più elevati della personalità che l'animava, e di rinascita per l'Ego, il "corpo spirituale" dell'Anima umana inferiore. Gli Egittologi ci danno solo mezza verità quando, speculando sul significato di alcune iscrizioni, dicono che "la anima giustificata, una volta arrivata ad un certo periodo delle sue peregrinazioni (semplicemente alla morte del corpo fisico) doveva essere unita al suo corpo (cioè, all'Ego), e non essere mai più separata da esso" (Rougè). Cos'è questo cosiddetto corpo? Non può essere la mummia, perchè il corpo svuotato e mummificato non può risorgere. Può essere solo la veste spirituale, eterna, l'EGO, che non muore mai, ma dà l'immortalità a chiunque diventa unito con esso. "L'Intelligenza liberata (che) riprende il suo corpo luminoso e (ri)diventa Daimon", come dice il Prof. Maspero, è l'Ego spirituale. L'Ego personale, o Kama-Manas, il suo raggio diretto, o l'anima inferiore, è quello che aspira a diventare Osiridificato, cioè ad unire se stesso con il suo "dio"; e la parte di esso che avrà successo nel fare questo, non sarà mai più separato da lui (il dio), neppure quando quest'ultimo ritornerà più e più volte in incarnazione, discendendo periodicamente sulla terra nel suo pellegrinaggio, in cerca di nuove esperienze e seguendo i decreti del Karma. Khem, "il seminatore del seme" è mostrato su una stele, in una immagine della Resurrezione dopo la morte fisica, come il seme del chicco di grano che, dopo il disfacimento, spunta di nuovo come spiga nuova sulla quale vi è in equilibrio uno scarabeo; e Deveria dice molto giustamente che "Path è la forma inerte, materiale di Osiride che diventerà Sokari (l'Ego eterno) per rinascere, per poi essere Harmacus", o Horo, nella sua trasformazione, il dio risorto. La preghiera tanto spesso rinvenuta nelle iscrizioni tombali, "l'augurio per la resurrezione di un'anima vivente" o l'Ego Superiore, ha sempre alla fine uno scarabeo che sta per l'anima personale. Lo scarabeo è il più onorato ed anche il più frequente e familiare, di tutti i simboli Egiziani. Nessuna mummia è senza parecchi di essi; e l'ornamento prediletto sulle incisioni, sui mobili, sugli utensili domestici, è lo scarabeo sacro. Nel suo Libro dei Morti, Pierret mostra con molta pertinenza che il significato segreto di questo geroglifico è sufficientemente spiegato dal fatto che il nome Egiziano per lo scarabeo è Kepher e significa essere, divenire, ricostruire. In egizio era detto "khopiroo" (dal verbo Khoproo, che significa divenire, rinascere) e nella simbologia egizia aveva lo stesso significato dell'uovo, la rinascita dell'uomo, la sua rigenerazione spirituale. Spesso viene rappresentato alato, con lo stesso significato del globo alato, che ha lo stesso significato dell'uovo fluttuante sopra la mummia. Lo scarabeo alato è uno sviluppo ulteriore del globo alato, ed era il simbolo del continuo divenire dell'uomo attraverso le varie peregrinazioni e reincarnazioni dell'anima liberata. Era l'emblema della vita umana nel suo significato più esteso.

SFERA

 
(Eso.) - Un globo, uno stadio della catena planetaria di un corpo celeste nel gran mare dello spazio. Talvolta viene chiamata anche mondo; ciascuna sfera, o globo, è presieduta da uno dei sette grandi Dei che si trovano in tutte le religioni. In astronomia per sfera si intende il cielo di raggio infinito che sovrasta la terra, di cui essa è il centro. La sfera celeste è considerata una proiezione esatta della sfera terrestre. La proiezione nelle sfera celeste dell'equatore terrestre determina l'equatore celeste, come il Polo nord celeste è il prolungamento del polo nord terrestre e lo stesso dicasi per il polo sud. All'osservatore terrestre, la sfera celeste appare uno sfondo uniforme sul quale si trovano le stelle, tutte alla stessa distanza; essa, inoltre, sembra muoversi verso ovest, per cui il Sole e gli astri sembrano sorgere ad est e tramontare ad ovest.

SPIRALE

 
(Occ.) - Termine che deriva da spira, in quanto è composto di spire. Una spira è un giro attorno alla spirale, il tratto di un'elica descritta durante un giro intorno al suo asse. In geometria, la spirale è una curva piana che si avvolge infinite volte attorno ad un punto fisso, detto polo della spirale. Nella costituzione psicosomatica dell'uomo, si riconoscono tre livelli: il corpo (insieme dei biologismi primitivi che ci collega all'evoluzione filogenetica delle forme), la psiche (in linea di massima identificabile con la coscienza), lo spirito (il Sè più elevato). Questi tre livelli interagiscono continuamente secondo una figura archetipale che viene chiamata "spirale". Essa è una linea curva che, ripiegandosi su sè stessa, partendo da un centro si dispiega all'infinito; possiamo vederla come un processo espansivo che dall'interno si svolge verso l'esterno, oppure come un vortice che dall'esterno si involve verso l'interno. L'intestino è avvolto a spirale e viene letto come il nero inferno dell'inconscio viscerale della natura; ma anche il cervello ha forme a spirale, ed esso è il santuario del corpo umano. Il cervello dell'uomo ha il maggior numero di circonvoluzioni rispetto a tutte le altre creature il che, secondo gli scienziati conferisce all'uomo i processi mentali più alti. Cronos, svolgendo le sue spire nell'eterno gioco di concretizzazione delle forme, giunge alla permanenza assoluta dell'istante (l'Aion), archetipo dell'eterno presente, centro immobile che riposa in sè solo. Il simbolico dispiegamento delle spire è il continuum spazio temporale che noi viviamo. La spirale è il divenire dell'esistenza, che può significare evoluzione o involuzione, estroversione della propria potenzialità o introversione della potenzialità altrui. Merita una profonda meditazione. In Teosofia, ad esempio, l'evoluzione della Catena Planetaria di un corpo celeste avviene a forma di spirale, e sempre allo stesso modo evolve il Globo, la Ronda, la Razza, la Sottorazza, l'Individuo. La Monade, infatti, parte dallo spirituale puro e vi ritorno attraverso un processo ciclico a forma di spirale che le permette di attraversare tutti i regni della materia. La spirale è la forma fondamentale della concezione dello universo di tutte le filosofie orientali, in contrapposizione a quelle occidentali che hanno una concezione lineare.

SOMA

 
(San.) - La luna ed anche il succo della pianta con lo stesso nome, usato nei templi per procurare la trance; una bevanda sacra. Soma, la luna, è il simbolo della Saggezza Segreta. Nelle Upanishad questo termine è usato per indicare la materia grossolana (mista a vapore), capace di produrre vita sotto la azione del calore. (Vedi "Soma-bevanda"). Il Re Soma degli antichi Indù era l'equivalente del Dio Sin caldeo, con un significato spesso fallico e legato al Sole. La Luna, come Soma, era il risultato dello sbattimento dell'Oceano di Vita (lo Spazio) fatto dagli Dei. Soma è Iside, ma anche il quarto globo della Catena Planetaria della Terra, nato dalla Luna. E sempre come Soma, la Luna è la Regina delle piante, la sovrana del mondo vegetale. Soma è il frutto dell'Albero della Conoscenza e chi partecipa ad esso si trova attaccato al suo corpo esterno, lontano da esso, nella sua forma spirituale. Liberandosi da tale corpo esterno, l'uomo si libra verso le regioni eteree superiori, diventando virtualmente "come uno degli Dei", conservando tuttavia nel suo cervello fisico la memoria di ciò che vede e prova. Soma è il padre della Sapienza esoterica. La bevanda Soma è ricavata da una rara pianta di montagna dagli Iniziati Brahmani. Questa sacra bevanda Indù corrisponde alla ambrosia o nettare dei Greci, tracannate dagli dei dello Olimpo. Una coppa di Kykeon era bevuta anche dai Mystes all'Iniziazione di Eleusi. Chi la beve raggiunge facilmente Bradhna, o il luogo dello splendore (Cielo). La bevanda di Soma conosciuta dagli Europei non è quella genuina, bensì il suo surrogato; soltanto i Sacerdoti iniziati possono gustare il vero Soma; perfino i re ed i Raja, quando sacrificano, ne ricevono un surrogato. Haug, per sua stessa ammissione, rivela nel suo Aitareya Brahmana, che non era il Soma quello che bevve e trovò disgustoso, ma il succo delle radici del Nyagradha, una pianta o arbusto che cresce sulle colline di Poona. Siamo stati concretamente informati che la maggior parte dei Sacerdoti sacrificanti del Dekkan hanno perduto il segreto del vero Soma. Esso non può essere rintracciato nei libri rituali e nemmeno per informazione orale. I veri seguaci della primitiva religione Vedica sono pochissimi; questi sono gli asseriti discendenti dei Rishi, i veri Agnihotri, gli iniziati dei grandi Misteri. La bevanda Soma è anche ricordata nel Pantheon Indù, poiché è chiamata Re-Soma. Colui che la beve partecipa del re celeste; diventa pieno della sua essenza, come gli apostoli Cristiani e quelli da loro convertiti erano pieni dello Spirito Santo, e purificati dei propri peccati. Il Soma fa dello iniziato un uomo nuovo; egli rinasce ed è trasformato, e la sua natura spirituale sovrasta quella fisica; conferisce il potere divino della ispirazione e sviluppa al massimo la facoltà della chiaroveggenza. Secondo la spiegazione exoterica, il Soma è una pianta ma, al tempo stesso un angelo. È strettamente connesso con lo "spirito interiore" e più elevato dell'uomo, il quale spirito è un angelo come il Soma mistico con la sua "anima irrazionale", o corpo astrale, e così uniti dal potere della magica bevanda essi si librano insieme al di sopra della natura fisica e, durante la vita, partecipano alla beatitudine ed alla gloria ineffabile del Cielo. Così il Soma Indù è misticamente, ed in tutti i dettagli, identico a ciò che la cena Eucaristica è per i Cristiani. La idea è simile. Per mezzo delle preghiere sacrificali - i mantra - questo liquore si suppone sia immediatamente trasformato nel vero Soma, o angelo, e persino nello stesso Brahma. Alcuni missionari hanno manifestato grande sdegno nei riguardi di questa cerimonia, e ancor di più, vedendo che i Brahmani usano generalmente un tipo di liquore molto alcoolico come sostituto. Ma i Cristiani credono forse con meno fervore nella transustansazione del vino della comunione nel sangue di Cristo, perchè questo vino è più o meno alcoolico ? L'idea del simbolo ad esso inerente non è la stessa cosa ? Ma i missionari dicono che il momento in cui si beve il Soma è il momento d'oro di Satana, che si cela sul fondo della coppa sacrificale Indù. (Iside Svelata). La preparazione del Soma e la sua libazione al fuoco sacro formano gran parte della liturgia vedica. Il Soma è identificato al Dio-Luna ed è concepito come il simbolo percepibile della vita universale, nelle sue funzioni di sperma, respiro e supporto mentale al manas. Le meditazioni e le speculazioni esoteriche sul significato del Soma, nonché la sua manipolazione rituale, costituisce buona parte delle Upanishad antiche. Il Soma è generalmente identificato con l'ambrosia e con il miele, il suo potere inebriante e stimolante è ritenuto aver aiutato Indra nella lotta contro i Demoni. Un mito risalente alla antichità indoeuropea colloca la sede originaria del Soma sulle montagne, da dove sarebbe stato rapito da un'aquila ai Gandharva e recato agli Dei, in particolare ad Indra. La sua connessione con la Luna deriva dal fatto che, come questa ha le sue fasi ascendenti e discendenti, così gli asceti hanno i loro digiuni rituali che a quelle fasi sono legati.
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