Glossario

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ANELLI E RONDE

 
- Termini impiegati dai Teosofi per spiegare la Cosmogonia Orientale. Essi sono usati per indicare i vari cicli evolutivi nei Regni Elementale, Minerale, ecc., attraverso ai quali la Monade passa su qualunque globo; il termine Ronda è usato solo per indicare il passaggio ciclico della Monade intorno alla catena completa dei sette globi. Parlando genericamente, i Teosofi usano il termine anello come sinonimo di ciclo: cosmico, geologico, metafisico, e di ogni altro tipo.

CATENA PLANETARIA

 
(Teo.) - In Natura esiste un triplice schema di evoluzione : il Monadico, l'Intellettuale, il Fisico. I tre sono inestricabilmente interconnessi. Ciascuno di essi ha le proprie leggi ed è guidato da diversi gruppi dei più alti Dhyan Chohan. È noto che, esotericamente, la struttura dell'uomo, il Microcosmo, è settenaria; così è quella del Macrocosmo. Come nell'uomo l'unico principio visibile (anche se non si tratta di un vero e proprio principio) è il corpo fisico, così in un corpo spaziale l'unico corpo visibile è il globo della sua catena evolutiva che presenta il massimo della materialità. Quindi, un qualsiasi corpo celeste ha la stessa evoluzione dell'essere umano : si parte dal massimo della spiritualità, si discende attraverso l'"arco scuro" fino al massimo della materialità, per poi risalire attraverso l'"arco luminoso" verso la spiritualità. La Terra ha seguito lo stesso percorso; oggi è al quarto stadio, il massimo della materialità, ma il punto mediano è già stato superato ed ha avuto inizio il percorso verso l'alto. Una Catena Planetaria, quindi, è la successione dei sette mondi, o stadi, o globi, che un pianeta attraversa nel corso della sua evoluzione. Gli antichi sostenevano che ogni Globo è uno stadio della Catena settenaria di un corpo celeste, della quale è visibile un solo membro. Ogni globo ha un proprio stato di coscienza, per cui esso è visibile solo da altri globi che sono nello stesso piano. E questo è il motivo per cui la scienza definisce "inabitati" i pianeti sui quali non trova, o non riesce a trovare, le forme di vita esistenti sulla Terra. La più grande arroganza dell'essere umano è quella di assumere la Terra come modello e su di essa giudicare l'intero Universo!.

JAMBU

 
-DWIPA (San.) - Nel sistema dei Purana è una delle principali sezioni del globo. Comprende l'India. Alcuni dicono che era un continente - altri un'isola - o una delle sette isole (Sapta dwipa). È "l'Impero di Vishnu", nel quale Bharata, l'India, è la parte migliore perchè è il paese del lavoro spirituale. Nel suo significato astronomico e mistico è il nome del nostro globo, separato dal piano dell'oggettività dagli altri sei globi della nostra catena planetaria, rappresentati dalle altre sei isole.

PI GRECO

 
(Gr.) - Sedicesima lettera dell'alfabeto greco, corrispondente alla consonante latina P; con l'accento a destra valeva 80, preceduta da una virgola valeva 80.000. Nella forma minuscola indicava il 16^ Libro dell'Odissea, nella forma maiuscola il 16^ Libro dell'Iliade. In matematica, il pi greco indica un piano, mentre in geometria è il rapporto fra la circonferenza ed il diametro e vale 3,14. Il discorso esoterico su questo numero è molto complicato e specializzato. Parker, ad esempio, nel suo problema per la quadratura del cerchio adopera misure speciali per spiegare come i numeri collegati siano alla base non solo della costruzione della Grande Piramide, ma anche del sistema metrico inglese. In alcune opere antiche, questo numero si trova scritto 3/4/5, dove la barra sostituisce la cifra 1; simbolicamente sta per la Gerarchia numerica dei Dhyan Chohan, dei varii ordini, ed anche del mondo inferiore a loro circoscritto. Ma questa forma di scrittura ci dà anche la successione delle prime tre forme geometriche piane (triangolo, quadrato o cubo [*], pentagono o pentacolo). Letto cabalisticamente ci dà la parola ebraica Alhim, ovvero Elohim. Nei calcoli segreti permette di esprimere i vari cicli e le diverse età del Primogenito. Il numero 3,1415, infatti, è la sintesi, o la Legione unificata, nel Logos, mentre il Punto, chiamato nel cattolicesimo romano l'Angelo della Faccia, ed in ebraico Michele (colui che è simile a Dio), è la rappresentazione manifestata del Logos. Nel Libro di Dzyan si dice : "La Grande Madre sta con il Triangolo e la I, ed il Quadrato e la seconda I, e la Stella a cinque punte, nel suo seno, pronti a partorirli, i valorosi Figli del Quadrato, Triangolo e II (432 0000, il Ciclo), i cui antenati sono il Cerchio ed il Punto". Posto sui confini del grande cerchio "Non Passare", chiamato anche Dhyanipasha (Corda degli Angeli), segna il limite fra il Cosmo fenomenico e quello noumenico, il limite assolutamente insuperabile per la coscienza umana oggettiva attuale. Il pi greco rappresenta il rapporto supremo fra diametro e circonferenza, collegato con i nomi divini Elohim (circonferenza) e Jeohvah (diametro).PIACERE (Fil.) - Soddisfazione immediata di un appetito, raggiungimento di un desiderio, appagamento di una aspirazione. Questa nozione cominciò ad essere oggetto di discussione filosofica al tempo di Socrate e dei Sofisti, quando si delineò un contrasto sempre più acuto fra l'individualismo emergente ed il declino sia della religione che dei valori tradizionali. Socrate identificò il piacere con la virtù, ma il suo concetto venne travisato dai suoi seguaci che con Aristippo portarono il piacere al livello dell'edonismo, mentre con Antistene sostennero che il piacere era un male da evitare. I Cirenaici individuarono nel piacere e nel dolore i poli opposti ed autonomi della esistenza, giungendo alla conclusione che il vero piacere è la mancanza di ogni sensazione, mentre il vero bene è la morte. Platone si pose in mezzo: anche se i piaceri sensuali sono da respingere, diceva, la funzione del piacere è connessa con le tre anime ed all'uomo conviene una vita mista di intelligenza e di soddisfazione corporea. Per Aristotele il piacere non è un movimento nè un dato naturale, ma ciò che si accompagna ad un attività che abbia condotto a compimento le sue attività; l'aspirazione al piacere è, pertanto, del tutto naturale. Epicuro concepì il piacere come condizione stabile derivante dall'assenza di ogni bisogno, o desiderio, del corpo o dell'anima. La filosofia cristiana, tesa all'ascetismo, condannò subito i piaceri sensuali, definendoli peccato, mentre vietò anche ogni forma di voluttà. L'umanesimo rivalutò il piacere, esaltandolo come reale movente di ogni azione umana; l'illuminismo lo pose a fondamento di un'etica prettamente materialistica, Leopardi e Schopenhauer lo trattarono in chiave pessimistica. Gli antichi rappresentavano il piacere come un giovanetto molto bello, dai capelli biondi e inanellati, che regge nella mano destra una canna (la vanità umana) e nella sinistra una rosa (la fragilità del sentimento). Se si parte dall'etimologia del termine, piacere deriva da placere, che significa placare; ora, non si ha esperienza di un piacere che plachi, mentre è normale che il piacere ecciti, almeno quando si discorre di quello che si avverte attraverso i sensi. Non deve meravigliare, quindi, se il Buddha condannava il piacere alla stessa stregua del dolore ed invitava quanti cercavano la felicità ad allontanarsi sia dal dolore che dal piacere.PIANETA (Ast.) - Nell'antichità, con questo nome si designava un astro errante (il greco "planetes", infatti, significa "errante"), in opposizione alle stelle fisse. Poi il termine passò ad indicare qualsiasi astro orbiti attorno al Sole. Sempre gli antichi associavano ai pianeti noti dei metalli : l'oro al Sole, l'argento alla Luna, il piombo a Saturno, il ferro a Marte, l'ambra a Giove, l'ottone a Venere, lo stagno a Mercurio. Gli antichi conoscevano solo cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno), ai quali aggiunsero Sole e Luna per raggiungere il mistico numero sette. Ma si hanno valide indicazioni che fanno pensare come gli antichi conoscessero la presenza di altri pianeti, perfino di alcuni ancor oggi sconosciuti. Da qualche parte, infatti, si legge un riferimento a dodici pianeti, e non è un mistero che l'astronomia sta attualmente cercando un decimo pianeta. I Pianeti, poi, venivano associati anche ai segni zodiacali: Ariete - Marte * Toro - Venere Gemelli - Mercurio * Cancro - Luna Leone - Sole Vergine - Mercurio Bilancia - Venere * Scorpione - Marte e Plutone Sagittario - Giove * Capricorno - Saturno Acquario - Saturno * Urano Pesci - Giove e Nettuno L'asterisco indica il dominio diurno, senza asterisco il dominio notturno. I Pianeti possono essere divisi in maschili (Mercurio, Sole, Marte, Saturno, Urano) e femminili (Venere, Luna, Nettuno). Dubbi i posizionamenti di Giove e di Plutone. Essi si possono suddividere anche in benefici e malefici, ed in altre ulteriori suddivisioni a seconda dei metodi usati nel sistema previsionale. Esotericamente, ogni pianeta visibile è solo la rappresentazione fisica del vero pianeta, il quale è un Essere Cosmico che si manifesta nella, ed attraverso, la Catena dei Globi. Si tratta di un Dhyan Chohan. I Pianeti sacri sono sette (sole e luna sono al posto di due pianeti invisibili e misteriosi, il cui compito è quello di aiutare la terra nella sua evoluzione). Essi sono associati ai globi della catena terrestre ed ai Geni nel modo seguente: Sole Globo A Adonai Giove Globo B Eloi Venere Globo C Orai Saturno Globo D Ilda-Baoth (Jehovah) Mercurio Globo E Astafai Marte Globo F Sabaoth Luna Globo G Tao Ogni Pianeta sacro ha il proprio Reggente, ogni corpo celeste è il corpo di un Dio; i pianeti non si sono staccati dal Sole, ma con esso provengono da una nebulosa. Nell'antichità si credeva, ed a buona ragione, che le razze umane fossero legate ai pianeti, e questi ai segni dello Zodiaco. Le danze delle figlie di Shiloh ed i salti dei profeti di Baal, raccontati nella Bibbia, erano una caratteristica del culto dei Sabeani, che rappresentavano in quel modo il moto dei pianeti attorno al Sole. Gli antichi conoscevano ben più di sette pianeti orbitanti attorno al Sole, ma solo sette erano sacri, perchè tante erano le case primitive dei sette Logoi. I pianeti, poi, venivano usati come misuratori infallibili del tempo, essendo ben nota la loro periodicità.

GLOBI

 
(Eso.) - Ogni pianeta sacro del sistema solare si sviluppa ed evolve attraverso sette stadi successivi, separati ciascuno da un pralaya. Ogni stadio prende il nome di globo ed ' come una reincarnazione; in altre parole, come la Monade umana passa da un corpo all'altra attraverso la morte e poi la ricostruzione di un corpo in un utero materno, così il pianeta collassa in un globo e la sua Monade si costruisce un nuovo globo nella matrice cosmica. La Piccola Ruota è la Catena Planetaria della Terra; essa comprende Sette Ronde, ciascuna composta da Sette Globi. Attualmente la Terra si trova nella Quarta Ronda, Quinto Globo. Ogni globo contiene una Razza Radice, ogni Razza Radice vive in un continente, che scompare con essa. Le Ronde si chiamano anche Mondi, mentre i globi prendono talvolta il nome di Sfere. La faccia dell'attuale globo è stata già cambiata quattro volte, due dall'acqua e due dal fuoco. Il nostro globo viene sconvolto ogni volta che si risveglia per un nuovo periodo di attività. Ogni nuovo Manvantara porta con sè il rinnovamento delle forme.

MONADE LUNARE

 
(Eso.) - Sono quelle Monadi che, avendo ultimato il loro ciclo di vita sulla Catena Lunare, inferiore a quella terrestre, si sono incarnate sulla Terra. Si tratta dei Pitri, gli antenati dell'uomo, che entrano in evoluzione nel Globo A della Terra e, passando attraverso la Catena dei Globi terrestri, evolvono la forma umana. Al principio dello stadio umano della Quarta Ronda su questo Globo, esse "filtrano" il loro doppio astrale dalle forme scimmiesche che avevano evoluto nella Terza Ronda. Su questa forma, sottile e raffinata, che costituisce il modello, la Natura edifica l'uomo fisico. Queste Scintille Divine, che sono Spiriti Lunari, debbono diventare "uomini" affinchè le loro Monadi possano raggiungere un piano superiore di attività e di autocoscienza. Questo piano è quello dei Manasa Putra, coloro che nell'ultima parte della Terza Razza Madre fornirono la "mente" ai gusci "senza senno" creati ed animati dai Pitri.

SOTTORAZZE

 
(Eso.) - Come è noto, nel Sistema Solare, ogni corpo celeste evolve attraverso una Catena planetaria che comprende sette globi. In ogni globo, l'umanità evolve attraverso sette Razze Radice, o sette cicli, ciascuna delle quali, a sua volta, si articola su sette sottorazze. Ciascuna sottorazza è guidata da un Bodhisattva umano ed ha una durata di circa 800 mila anni solari.

TERRA

 
(Eso.) - Terzo pianeta del Sistema solare per distanza dal Sole, che dista circa 150 milioni di Km., sviluppa la sua orbita fra quella di Venere e quella di Marte: ha un solo satellite la Luna. Più grande di Mercurio, Marte e Venere, è più piccola di Giove, Urano, Saturno, Nettuno e Plutone. Con i primi tre costituisce il gruppo dei pianeti terrestri a causa della loro similitudine di costituzione. Si differenzia da tutti gli altri pianeti per la presenza, sulla sua superficie, dell'acqua, di cui è ricoperta per 2/3, ed anche per la sua densità che le permette di trattenere una atmosfera gassosa. La distanza dal Sole nè grande nè piccola, il periodo di rotazione relativamente breve, la piccola eccentricità dell'orbita, la moderata inclinazione dell'asse di rotazione, le conferiscono una condizione unica fra tutti i pianeti del Sistema solare: la vita organica. Nella lontana antichità era immaginata come un immenso disco terracqueo, circondato dall'oceano e ricoperto dalla volta celeste. Si dice che siano stati i Greci, i Pitagorici in particolare, a scoprire la sfericità della Terra, ma si ha traccia di nozioni del genere e di rotazione attorno al Sole in antiche scritture indù. L'osservazione che più conferiva credibilità a ciò era la forma con cui la Terra copriva la Luna durante le eclissi, mentre le prove dirette vennero dai viaggi di circumnavigazione. La Terra non è esattamente una sfera, ma un ellissoide leggermente schiacciato ai poli. Dei suoi oltre 500 milioni di Kmq di superficie, 150 sono costituiti da terre emerse, il suo raggio è di 6378 Km, il suo equatore di circa 40.000 Km. La cosmogonia racconta di un abisso acqueo primordiale dal quale prese consistenza la superficie solida. Ma fin dall'inizio nasce un rapporto terra-cielo, che permette la nascita della vita solo dopo che i due si separano. Talvolta i due diventano una coppia divina primordiale (Urano e Gaia, Nut e Geb, Songinyu e Songperinyu, ecc.) dalla quale, attraverso una concezione ierogamica, deriva tutto il resto. Indipendentemente dall'essere sposa del cielo, la terra viene quasi sempre considerata una figura divina materna, la Madre Terra, venerata fin dalla notte dei tempi come grembo dell'umanità e di quanto ad essa serve per sopravvivere. La sua caratteristica di nutrice universale la legano a molte operazioni agrarie, talvolta collegate anche ad un simbolismo sessuale. Come luogo di sepoltura, vediamo che le divinità legate alla morte sono confinate nelle sue visceri: morte e fecondità costituiscono i due poli opposti, ma inseparabili, di questa figura divina. La grande energia della figura materna della Terra e della sua sacralità ha continuato a manifestarsi in credenze e costumi cerimoniali di sfondo religioso in numerose tradizioni popolari europee. È stato il Cristianesimo a spostare il culto della Madre Terra verso la figura del Dio Padre, dequalificando in modo terribile la figura femminile. L'Aitareya Brahmana chiama la Terra "Sarparajni", ovvero la Regina Serpente, la Madre di tutto ciò che si muove. L'origine della vita sulla Terra è stata raccontata in infinite versioni, una delle quali ipotizza che il primo germe vivente sarebbe caduto sul pianeta da qualche cometa di passaggio. Se poi si nega che vi siano altre forme di vita nell'universo, dovrebbero spiegarci dove la cometa ha preso questo germe di vita. Ma l'esoterismo tratta l'argomento in modo diverso. La Terra si è formata allo stesso modo di tutti gli altri copri dell'universo; la sua evoluzione avviene attraverso sette globi che, partendo dalla più pura spiritualità passano attraverso la più concreta materialità, per poi tornare alla spiritualità. Ciascun globo evolve attraverso sottocicli che sono le Ronde, le Razze, ecc., fino al Pralaya che ne determina la fine. L'avvio del globo successivo parte dalla situazione precedente, che era stata congelata al momento del pralaya, e prosegue il processo di evoluzione. In linguaggio simbolico, si parla di Sette Giorni (i periodi di attività) e Sette Notti (i periodi di congelamento). I punti di transito fra un globo e l'altro, quelli dove la energia ed i principi vengono come congelati, sono detti "laya", centri di forza latente che restituiranno il loro contenuto al globo successivo, non appena la vita sarà stata richiamata in attività. In questo periodo noi viviamo nel quarto globo, successivo ai primi tre durante i quali le forme si sono via via consolidate; i tre globi che seguiranno saranno caratterizzati da un progressivo ritorno delle forme indurite allo stato etereo, spirituale. L'umanità si sviluppa completamente durante la quarta Ronda del quarto Globo. Noi oggi ci troviamo alla quinta Razza, distanti centinaia di milioni di anni dalla prima, e ci avviamo alla conclusione della quarta Ronda attraverso le due Razze a venire. Ci sono, naturalmente altri cicli, cicli entro i cicli, motivo per cui si hanno molte difficoltà nei calcoli degli eventi delle Razze. Il giro dell'eclittica, infatti, è percorso dal pianeta in 25.868 anni, con una retrocessione del punto equinoziale di circa 50 secondi l'anno. Ma all'interno di questo ciclo ve n'è un altro: l'aspide avanza in senso contrario a quello equinoziale di 11 gradi e mezzo circa l'anno, e compie una rivoluzione completa in 115.302 anni. Poiché lo spostamento dell'asse equinoziale rispetto all'apside è la somma dei due moti (61 gradi e mezzo circa), l'equinozio ritorna alla stessa posizione, rispetto alla apside, dopo 21.128 anni. Cosa vuol dire tutto questo ? Che ogni ciclo ha una grande influenza sulla Razza del suo tempo determinando profonde differenze che incidono sulla storia dell'umanità. I due poli sono chiamati "estremità destra" (nord) ed "estremità sinistra" (sud) del nostro pianeta, il capo ed i piedi della Terra. Ogni azione benefica (astrale e cosmica) viene dal polo boreale, o nord, ogni influenza letale viene da quello australe, o sud. Essi sono strettamente legati alla magia della mano destra e della mano sinistra, e le influenzano. Quanto più uno si avvicina ai poli, tanto meno la rotazione ha effetto; sui poli la rivoluzione diurna è annullata, per cui si dice che "la sfera è senza moto". L'occultismo spiega che l'area che incorona il polo nord come una calotta, è quella che sopravvive durante il manvantara della nostra ronda. Tutti i continenti e le terre centrali emergeranno dal fondo del mare più volte, a turno, ma quella terra non cambierà mai. La Terra, per quanto riguarda i suoi fenomeni fisici, è regolata dallo Spirito della Luna. La sua configurazione fisica cambia continuamente nel tempo. Violenti cataclismi, maggiori e minori, sono ricordati negli annali di parecchie nazioni. Il sollevamento e l'abbassamento dei continenti è sempre in atto, interi gruppi di isole sono sparite sotto al mare per poi emergere a distanza di molti secoli, la costa dell'America meridionale si abbassa e si solleva periodicamente; la zona della California è sottoposta ad un profondo squarciamento per cui si teme un violentissimo terremoto che distruggerà l'intera zona; Alpi. Himalaya, Cordigliera delle Ande, sono soggette a spinte continue che ne modificano forma ed altezza; il Sahara, da grande mare si è trasformato in deserto; la Scandinavia e la Scozia registrano un sollevamento di circa 200 metri negli ultimi 5000 anni; la Groenlandia sprofonda sempre più. Fohat è il Figlio delle Acque che vive fra gli Yazata del Fuoco e gli Yazata delle Acque; ma le acque di cui si parla non sono il liquido che conosciamo, bensì l'etere, figlio dell'akasha. Questa acqua, questo etere, è il sangue, il fluido vivente della Terra, considerata dall'Avesta un corpo vivente. Una leggenda popolare racconta che al polo nord sgorga una fontana della vita che ha origine alle visceri della terra: è il suo sangue. Si tratta del campo elettromagnetico che "attraversa tutte le sue arterie", ovvero tutta la superficie terrestre, con valori diversi nelle varie zone, e che si dice immagazzinato nell'ombelico della Terra. Esso è situato verso il sole calante, alle radici del Monte Meru, le cui radici sono collegate alla Terra centrale che non perisce mai. È la terra nella quale il giorno dei mortali dura sei mesi ed altrettanti la notte, e così torniamo nuovamente al polo, al nord, alla sede degli Dei, all'origine del bene. Nei Commentari, la Terra è paragonata al corpo di una donna, la Madre-Terra, la nutrice di tutte le creature, colei che comprende tutti i mondi. A questo modello si ispira la figura della Madonna nella religione cristiana. Il Mistero del Serpente consiste nel fatto che la nostra Terra, o piuttosto la vita sulla terra, negli insegnamenti segreti è spesso chiamata il Grande Mare, il Mare della Vita. La Terra si è inclinata più volte sul suo asse, passando per veri e propri capovolgimenti, determinando in tal modo diluvi, cambiamenti di clima e quant'altro è connesso con la sua posizione in relazione al Sole. L'uomo rappresenta sulla Terra la manifestazione del Principio Invisibile attraverso la Natura. Il Tempo sulla Terra è strettamente legato alle Ronde: comincia all'inizio di ogni Ronda e cessa alla fine di essa, quando sopravviene il pralaya. Durante questo stadio di "sonno", non vi è alcuna coscienza in grado di percepire lo scorrere degli eventi e, pertanto, non vi è misura del loro "durare". Quando la vita riprende, la coscienza riparte da zero, non ha ricordo della Ronda precedente; è come la rinascita di un essere umano: per lui il tempo ha inizio quando compare al mondo e cessa con la sua morte. Per gli Egizi, il Nilo era il simbolo della Terra personificata: Iside era considerata la matrice della Terra. Il simbolo della Terra è la lettera greca "gamma", iniziale di Gaia, altro termine con cui viene chiamato il pianeta. La Terra, come tutti gli altri pianeti del Sistema solare, ha sette Logoi, che sono i sette raggi emanati dal Protogono, il Raggio Padre, il Logos manifestato. Essa, come Aspetto o Principio Cosmico, è il settimo, il più basso, e corrisponde al corpo fisico dell'uomo, il più basso dei principi umani. La Dottrina Segreta afferma che non vi può essere alcuna forma oggettiva della Terra, ed anche dello Universo, se prima non si è formato nello spazio il suo prototipo astrale. Il Rig Veda divide il nostro pianeta in sette Karshvare; dal punto di vista dei globi, invece, essa è tripartita su tre piani superiori al nostro: il primo comprende il globo A+G, il secondo B+F, il terzo C+E. L'assimilazione del corpo umano al terreno è assai antica è diffusa. Humus è la terra, Homo è l'uomo, la derivazione è di per sè evidente. Ma il parallelismo non si trova solo nel latino; Aadamah significa terra, ed Adamo è l'uomo; in osco, humuns sono gli uomini, mentre in umbro si chiamano homones. Varrone scrive: "Il cielo e la terra sono lo stesso che l'anima ed il corpo. Il corpo ha per elementi l'umido ed il freddo che sono la terra, l'anima ha per essenza il calore ed il cielo". E poi prosegue: "La separazione dell'anima dal corpo è per gli esseri viventi un'uscita dalla vita, exitus, e quindi la morte (exitum), mentre la nascita si chiama initia perchè avviene quando corpo ed anima in unum ineunt". Per molti autori latini, come la terra si apre grazie all'aratro per poter accogliere il seme gettato dal coltivatore e farlo fruttificare, così il corpo si apre per ricevere l'anima e la materia diviene in tal modo la mater dell'anima. Il Sè è il più alto stato di purezza raggiungibile sulla Terra. La Terra si pone simbolicamente come il principio passivo, in contrapposizione al cielo inteso come principio attivo. Essa è l'aspetto femminile della realtà, lo Yin orientale, il Tamas della tradizione indù. Partorisce tutti gli esseri, li nutre e ne riceve poi nuovamente il germe fecondo. Mentre le Acque precedono la creazione e le forme, la Terra le produce e le mantiene. E come le acque sono l'apertura e la chiusura dei cicli cosmici(con i diluvi), la terra è l'apertura e la chiusura dei cicli biologici. Mircea Eliade spiegava che il binomio Homo-Humus non va inteso come "l'uomo è terra in quanto mortale", bensì "l'uomo è vivo perchè dalla Terra proviene e ad essa ritorna". Nel quadro dei quattro elementi tradizionali, l'elemento terra è quello secco, freddo, solido, denso, pietrificato, cristallizzato, raffigurato con lo stesso simbolo dell'acqua (un triangolo rovesciato), tagliato da una barretta a metà. Madre-Terra, madre, mater, materia, la Prakriti, base di tutta la realtà materiale, di cui si serve il Creatore, materia prima vergine ed immacolata, concepita senza peccato. Gli antichi deponevano per terra i bambini appena nati dal grembo materno, come a depositarli nel grembo della grande madre di tutti, chiamando la Terra con vari nomi: Levana (vigilava affinchè il bambino appena nato venisse felicemente levato da terra), Cunina (custode delle culle), Vagitano (che sorvegliava il pianto dei bambini), Rumina (che sovraintendeva all'allattamento), Potina (che sorvegliava sulla giusta razione del bere), Edusa (che vegliava sulla giusta razione del mangiare). Siamo certi che molta gente sorriderà di queste cose, fiera delle conquiste della scienza moderna, e certa di aver abbandonato per sempre le credenze pagane. Ma forse dietro a queste credenze si celavano dei valori che aiutavano a vivere e davano un senso alla vita diverso da quello che oggi viene dato; in che misura la perdita di questi simboli, di questi significati, di questi valori, ha prodotto lo smarrimento odierno ?

VIDADHAFSHA

 
(San.) - Exotericamente, con questo nome si designa una delle regioni della Terra, che è situata a sud. Esotericamente, invece, il nome indica uno dei globi della catena planetaria terrestre, esattamente il globo E.

PRITHIVI

 
(San.) - La Terra, letteralmente l'"estesa", la Dea Terra, l'elemento terra, l'essenza di tutti gli esseri, base per l'esistenza del mondo sensibile e della relativa percezione. Nei Purana, prithivi è quasi sempre invocata in coppia con il cielo (dyaus), con il quale forma i due mondi (rodasi); è concepita come una vacca variegata (prisni-dhenu) che dà inesauribilmente latte e vita a tutti gli esseri, purificandoli con il suo misterioso potere. Nei Veda e nei Purana, la vita e l'alimento che prithivi dà a tutte le creature sono considerate il risultato di un cosmico autosacrificio della divinità stessa. Prithivi è il pianeta Terra, il più basso dei sette mondi (il globo più basso della catena planetaria), al di sopra della quale vi sono sei Rajamsi (sei globi disposti su tre altri piani) che sono 3+3, ovvero i tre globi già superati nella discesa ed i tre globi da superare nella risalita. I primi sono invisibili in quanto non più in esistenza, gli altri sono invisibili perchè ancora da venire. Talvolta il termine viene usato con riferimento all'intero sistema solare, anziché al solo pianeta Terra. Nella cosmogonia indù, la "terra che galleggia" sull'oceano universale dello Spazio, viene suddivisa da Brahma in sette zone: questa terra è il nostro pianeta. La suddivisione può essere cosmica, con riferimento ai sette principi, metafisica, ed anche fisica, con riferimento a continenti, isole, oceani, ecc.
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