Glossario

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FOHAT

 
(Tib.) - Un termine usato per raffigurare la potenza attiva (maschile) della Sakti (il potere riproduttivo femminile) nella natura. L'essenza dell'elettricità cosmica. Un termine occulto Tibetano per Daiviprakriti, la luce primordiale: e nello universo della manifestazione, l'energia elettrica sempre presente, nonché l'incessante potere creativo e distruttivo. Esotericamente è la stessa cosa, essendo Fohat l'universale Forza Vitale propellente e, nello stesso tempo, il propulsore ed il risultante. Dalle Tenebre Eterne emerse la Luce periodica che proiettò un raggio, Fohat (lo Spirito Santo dei Cristiani), il quale penetrò e fecondò la Materia cosmica indifferenziata, Mulaprakriti. Questa, allora, cominciò ad aggregare e separare gli atomi per procreare suo figlio : l'Universo. Fohat è l'energia dinamica dell'Ideazione Cosmica, il mezzo intelligente, il potere che guida ogni manifestazione, il Pensiero Divino, trasmesso e reso manifesto dai Dhyan Chohan, gli Architetti del Mondo Visibile. Egli è il misterioso legame fra la Mente e la Materia, il principio animatore che elettrizza ogni atomo, dandogli vita. È il ponte per mezzo del quale le "idee" esistenti nel Pensiero Divino vengono impresse nella Sostanza Cosmica come "Leggi di natura". Fohat è il messaggero di Manu (o Dhyan Chohan) e provoca l'espansione dei prototipi ideali dall'interno verso l'esterno, cioè il graduale passaggio discendente di tutti i piani, dal più alto noumenale al più basso fenomenico, per sbocciare infine in quest'ultimo, in piena oggettività, che è il massimo dell'illusione, o materia allo stato più denso. Fohat è il veicolo dei Sette Primordiali, il Messaggero della loro Volontà, l'Igneo Turbine. Nel Cosmo non manifestato è una Forza creativa potenziale. Ma quando il Figlio divino "emerge", diventa Forza propulsiva, potere attivo, che è la causa per cui uno diventa due, poi tre, ecc. Nel Mondo Cosmico diventa un potere occulto, elettrico e vitale, che sotto la Volontà del Logos Creatore, unisce e raggruppa tutte le forme. Esso è il potere elettrico vitale personificato, l'unità trascendente che unisce tutte le energie cosmiche sia sui piani invisibili che su quelli manifestati. Sul Piano Cosmico è presente sia nel potere costruttivo che nella formazione delle cose. Sul piano terrestre è la forza magnetica ed attiva. Metafisicamente, Fohat è il Pensiero degli Dei oggettivato, il "Verbo fatto carne", la forza attiva della Vita Universale. Nel suo aspetto secondario è l'Energia Solare, il fluido elettrico vitale, il Quarto Principio preservatore, l'Anima animale della Natura, l'Elettricità celata e rivelata, la Vita. Fohat è il Costruttore dei Costruttori, Uno e Sette, lo Spirito dell'Elettricità che è la Vita dell'Universo. Ogni Mondo ha il suo Fohat, onnipresente nella sua sfera d'azione. Vi sono tanti Fohat quanti sono i mondi, e ciascuno di essi varia in grado e potere di manifestazione. I Fohat individuali formano un Fohat universale collettivo, aspetto-entità dell'unica assoluta Non-Entità che è Sat, l'Assoluta Essenza. Vi sono molti Fohat, ovvero molte Forze coscienti ed intelligenti. Fohat guida il passaggio dei principi da un pianeta ad un altro, da una stella ad un'altra. Esso è la Saggezza Assoluta che si riflette nella sua Ideazione, diventando Energia Cosmica. Vibrando in seno alla Sostanza inerte, Fohat la sospinge all'attività e dirige le sue differenziazioni primarie su tutti e sette i piani della Coscienza Cosmica. Esso è l'Intelligenza che vitalizza e dirige il Fluido elettrico, o vitale, dell'Universo. La Sostanza, o Materia, è il principio femminile passivo, Fohat è il secondo principio, Prana, maschile ed attivo. I sette fratelli, o figli, di Fohat sono le sette forze primarie della elettricità. Esso è la Luce Divina che emana dal Logos, la sintesi di tutte le Forze manifestate. In occultismo è la chiave che apre e spiega gli enigmi dei simboli e delle allegorie multiformi che si ritrovano nella mitologia di ogni nazione. Per gli Egiziani è Toom, nell'Avesta si chiama Apam-Napat e sta fra gli Azata del Fuoco e quelli dell'Acqua. Egli è il Figlio delle Acque, dove Acque sta per Etere, le Acque ardenti dello Spazio. E, quindi, è Akasha, padre-madre dei Sette Primordiali È Fohat che attraversa il cerchio con una linea verticale, poi una orizzontale, ed infine lo mette in moto. La croce in movimento, la svastica, è l'emblema dell'attività di Fohat, della continua rivoluzione delle "ruote", e dei Quattro Elementi, i Sacri Quattro, nel loro significato mistico e cosmico. L'Entità umana è il Raggio Settuplo emesso dall'Uno, ovvero i Sette Centri di Energia evoluti, o resi oggettivi, dall'azione di Fohat sull'Elemento Unico. Questo concetto rappresenta uno dei punti cardine per la comprensione della cosmogonia e lo si ritrova, sotto altri nomi e sotto altre forme, in tutte le religioni.

RADIAZIONE PRIMORDIALE

 
(Eso.) - Emanazione periodica manvantarica del Principio Unico, sotto forma di Parabrahman e Mulaprakriti. Essa è Una, Androgina, fenomenicamente finita. Da questa radiazione si irradia una serie di radiazioni androgine che, nei loro aspetti inferiori, diventano maschili e femminili.

VYAKTA

 
(San.) - Letteralmente significa "ciò che si è espanso, che è stato manifestato"; è la Natura, in opposizione ad a-vyakta, l'Immanifestato. La Materia, come tutto il resto dell'Universo, è duplice nella metafisica religiosa e settenaria negli insegnamenti esoterici. Come Mulaprakriti è indifferenziata ed eterna, come Vyakta diviene condizionata e differenziata.

FORZA

 
(Occ.) - Capacità di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo. Il passaggio dell'universo dal piano ideale a quello materiale avviene attraverso una "forza oltre i fenomeni", un'energia infinita ed eterna, dalla quale derivano tutte le cose. Per fare ciò, la Forza Primordiale si scinde in due forze opposte: la centripeta e la centrifuga, la maschile e la femminile, la positiva e la negativa, la fisica e la spirituale. In questo modo si realizza l'oggettività sul piano dell'illusione, così questo duplice movimento trasferisce il Cosmo dal piano dell'Eterno Ideale a quello della manifestazione finita, ovvero dal piano noumenale a quello fenomenale. Il Sole è la matrice di tutte le forze viventi ed esistenti nel nostro Universo. Nel corpo umano vi sono sette principi, sette sostanze, sette forze. Le forze della Natura sono sei e vengono sintetizzate dalla settima. La Forza è "materia in movimento" ma non emerge contemporaneamente a Mulaprakriti, la Sostanza Cosmica, bensì dopo quale trasformazione in energia del pensiero supercosciente del Logos. Mulaprakriti senza la Forza è come se non ci fosse, dal momento che, essendo inerte, è come una pura astrazione. Simbolicamente la forza è rappresentata con un leone : uomo con testa di leone, figura umana con scudo sul quale è disegnato un leone, uomo vestito con pelle di leone, ecc. Anche la quercia è simbolo di forza, assieme alla clava, alla colonna, alla fionda, alle corna, ecc.

MAHAT

 
(San.) - Letteralmente, "Il Grande", un termine della filosofia indù equivalente alla Intelligenza Divina, o Mente Cosmica. Nella Dottrina Segreta è l'aggregato delle intelligenze divina e spirituale del nostro cosmo. Esso è il primo principio dell'Intelligenza e della Coscienza Universali. Nella filosofia Puranica, il primo prodotto della natura-radice, o Pradhana (lo stesso che Mulaprakriti); il produttore di Manas il principio pensante, e di Ahankara, l'egotismo o il sentimento di "Io sono Io" (nel Manas inferiore). Mahat è il Terzo Logos, l'Intelligenza Cosmica, l'Ideazione Cosmica, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno Cosmico della Materia, la base delle operazioni intelligenti della Natura, il Maha Buddhi. È il primogenito di Jnana (o Gnosi), la Conoscenza, la Sapienza, il fantasma riflesso di Parabrahman, l'Assoluto Nirguna, l'Unica Realtà. Mahat è il Pensiero di Dio, la Conoscenza Universale, durante la Creazione primaria (Mahat-Tattva). Quando Mahat si trasforma nel Manas umano, diventa lo stato di Aham, Io sono, l'Egoismo. Nella Seconda Creazione (Mahat-Bhuta), Mahat diventa la sensazione di Sè, Ahamkara. Da Mahat emanano i Figli della Luce, poi i Dhyan Chohan, i Dhyani Buddha, i Bodhisattva, ecc. Mahat nell'uomo è la Mente, il Manas. Esso è il primo prodotto di Pradhana, la Materia primordiale, ed anche il primo aspetto cosmico di Parabrahman. Il Mahat collettivo (possibile riferimento a Jung) è la Mente Divina Universale. La saggezza umana è il riflesso di Mahat. I figli di Mahat sono gli attivatori della Pianta umana, la scintilla che vivifica l'animale umano. Essi sono i Divini Ribelli che, saltando i mondi intermedi, hanno dato all'uomo il pensiero autocosciente che, liberandolo dall'immobilità del puro spirito, ne hanno fatto un Dio, in potenza, nel bene e nel male. I Ribelli sono i nostri salvatori, sono gli avversari degli Dei che, incarnandosi negli uomini ancora senza intelligenza della Terza Razza, li resero coscientemente immortali. Essi rappresentano il Logos duale, il contrastante principio bifronte dello uomo. Satana, il Drago Rosso, il Signore del Fosforo, Lucifero, sono tutti nomi che stanno ad indicare la nostra mente, il nostro Redentore e Tentatore, l'intelligente Liberatore e Salvatore dalla pura animalità. E questo principio è un'emanazione di Mahat. L'indù Indra corrisponde al principio cosmico di Mahat, a Manas, nel suo duplice aspetto che si volge da un lato a Buddhi e dall'altro a Kama. Come Mahat, l'Intelligenza universale è la prima nata; ma essa si manifesta anche come Vishnu e poi, quando cade nella Materia, sviluppa l'autocoscienza e diventa egoismo. Allo stesso modo Manas è di natura duale, è soggetto al Sole ed alla Luna, ovvero alla Ragione ed alla Mente. Ragione e Mente sono le divinità degli organi umani, diceva Shankaracharya. L'Intelligenza, Buddhi, è il sesto principio umano, ma anche il settimo senso, che diventa l'Albero il cui frutto (l'emancipazione) distrugge l'Albero Ashvatta, simbolo della vita e dei suoi piaceri illusori.

MULAPRAKRITI

 
(San.) - La radice Parabrahmica, il deifico principio astratto femminile - la sostanza indifferenziata. Letteralmente, "la radice della natura" (Mula-Prakriti), Noumeno della Materia primordiale, esistente prima della manifestazione, il velo che copre Parabrahman, eterna sorgente delle proprietà sottili ed invisibili della materia visibile. Essa è l'anima dello Spirito Unico Infinito, la base del Veicolo di ogni fenomeno fisico, psichico o mentale. È la sorgente da cui irradia Akasha ed è materia per Parabrahman come un qualsiasi oggetto è materia per l'essere umano. L'aspetto primario di Mulaprakriti è il Caos indifferenziato, la cui prima differenziazione è individuata in tre principi e simbolizzata dal Triangolo di Pitagora (Tetractis). Con riferimento al Cerchio, che simbolizza la manifestazione, Parabrahman è ciò che sta all'esterno, mentre Mulaprakriti è ciò che sta all'interno. Essa è la Presenza, ancora inconoscibile ma comprensibile, al di là della quale ed attraverso la quale, vibra il suono del Verbo ed al cui interno evolvono le innumerevoli Gerarchie ed Ego intelligenti, di Esseri coscienti e semicoscienti, appercettivi e percettivi, la cui Essenza è la Forza Spirituale, la cui Sostanza sono gli Elementi, il cui corpo sono gli Atomi. La Forza segue Mulaprakriti, ma senza di essa Mulaprakriti è assolutamente inerte, una pura astrazione, di cui si può quasi dire inesistente. Se con Prakriti designiamo la Natura, Mulaprakriti è la sua radice, il suo Noumeno.

MATERIA

 
(Fil.) - In campo filosofico, fin dalle origini si pone la contrapposizione fra le due concezioni principali: la materia concepita in termini metafisici e la materia che tende alla metafisica partendo dalla natura. Per Platone la materia è una realtà squisitamente metafisica, per Democrito e Leucippo essa è "grandezza" e "figura". Per Aristotele la materia prima è il polo opposto dell'Atto puro; essa, essendo priva di qualsiasi determinazione formale, è di per sè inconoscibile, pura passività e ricettività. Per gli Stoici la materia era la "sostanza prima", intesa come soggetto passivo. Per Plotino la materia era non-essere, ovvero il limite opaco che segnava il confine all'espansione del principio spirituale luminoso. Agostino considera la materia come "assolutamente informe e priva di qualità", quindi prossima al nulla. Tommaso ritiene la materia imperfetta ed incompleta. Bisognerà aspettare il XV secolo per vedere attribuire alla materia un ruolo attivo che permea di sè tutte le cose. Bruno concepisce la materia come "subietto" di tutte gli esseri compresi gli spiriti. Cartesio darà impulso ad una visione moderna della materia, in termini naturalistici e fisici. Nei secoli XVII e XVIII la materia sarà vista come estensione, interpreti di questa teoria sono Hobbes e Spinoza, che gettano le fondamenta della ricerca scientifica. Per Kant la materia "riempie uno spazio non attraverso la sua pura esistenza, ma mediante una particolare forza motrice". Per i Romantici la materia è costituita da tre tipi di forza (espansiva, attrattiva e sintetica) cui corrispondono rispettivamente i fenomeni naturali del magnetismo, dell'elettricità e del chimismo. Mach ritiene la materia una "determinata connessione degli elementi sensibili in conformità di una legge". Il pensiero moderno ha posizioni così articolate che è praticamente impossibile fare una sintesi. Materia e forma, hanno un preciso senso gnoseologico, che è sviluppato molto bene da Kant e la contrapposizione è ripresa anche da filosofi successivi. Astrologicamente, la Luna è la materia informe, il Sole la forma, ovvero la virtù agente. La Luna, infatti, quando è scura, non possiede forma; la luce del Sole sembra plasmare la materia lunare che, quasi fosse cera molle, a seconda dell'illuminazione assume ora una forma ora un'altra. La Vita è una forma unica di esistenza che vede la materia quale veicolo per la manifestazione dell'Anima sul nostro piano di esistenza, e l'Anima quale veicolo per la manifestazione dello Spirito sul piano più elevato. Si tratta, quindi, di una Trinità (Spirito, Anima, Vita), la cui sintesi è la Vita. Elettricità, luce, calore, ecc. vengono chiamati "ombre della materia in movimento, ovvero stati sospensori della materia, di cui possiamo conoscere solo gli effetti. Sul nostro piano di esistenza non può esserci alcuna manifestazione di coscienza, totale o parziale,, se non attraverso un veicolo di materia, ovvero un aggregato fisico del quale sia possibile la percezione. Per l'Occultista, la Materia è quella totalità di esistenze nel Cosmo che è compresa in uno qualsiasi dei piani di percezione. Il calore è luce in risposo, la luce è calore in rapido movimento; entrambi sono fantasmi ed ombre della materia in movimento. La materia esiste in due condizioni: sukshma, condizione latente o indifferenziata, sthula, condizione differenziata. Solo in quest'ultimo stato diventa anu, atomica. In Natura ogni cosa è composta da due tipi di materia: una fissa ed eterea, l'altra passiva ed inerte. La materia grossolana, ponderabile, è il corpo, il guscio di Materia o Sostanza, il principio femminile passivo; Prana è il principio maschile attivo. Mulaprakriti è la Materia Radice, Daiviprakriti è la Prima Materia, divina ed intelligente, diretta emanazione della Mente Universale, ciò che forma tutti i globi semoventi del Cosmo. Essa è ritenuta l'origine del male quando viene identificata con la Diade. La Materia primordiale, sotto l'impulso della legge ciclica, si separa e si differenzia, dividendosi secondo uno schema generale in una scala settenaria di sostanze. Lo Spirito è Materia al settimo piano, mentre la Materia è lo Spirito al piano più basso: entrambi sono Maya. La sacra trinità ipostatica è costituita da Etere, Materia ed Energia. Noè che galleggia sull'Arca, nelle acque del diluvio, è lo Spirito che, nel principio femminile (Argha, la Luna, la vagina), cade nella Materia. E Noè pianta la vigna, beve il vino e si ubriaca: è lo Spirito che, imprigionato nella Materia, rimane intossicato. Spirito e Materia sono equilibrati nell'uomo. Sull'arco discendente si afferma la Materia, su quello ascendente si riafferma lo Spirito. Alla fine del ciclo, la Monade è totalmente spiritualizzata, avendo perso la materia che la ricopriva. La Materia è chiamata il regno di Satana, poiché si ritiene che in essa possa trovarsi il seme del male. Dio, infatti, puro Spirito, è Luce che si rispecchia invertito nella Natura, o Materia, divenendo in tal modo "tenebre"; questo il pensiero di E. Levi. Il Diavolo non è un 'entità malefica ma l'insieme delle forze disintegranti contro cui lotta la Materia, nelle sue innumerevoli forme e diversi stati, per mantenere la sua esistenza effimera. L'Abisso, o il Caos, era chiamato da Valentino "Sige", ed indicava la Materia nata dal Silenzio. Il suo opposto era Bitos; assieme costituivano il binario primordiale. Allo Spirito è associato il numero 3, alla Materia il numero 4; al primo la linea verticale, alla seconda la linea orizzontale: insieme formano la croce. Il 3 è indivisibile, il 4 giace sul piano della percezione oggettiva. Il 3 è il Triangolo, la triade sephirotale superiore del Cabalisti, da cui emana il 4, il Quadrato. E ciò è confermato da Pitagora nella sua Tetraktis. Nel Sistema Solare abbiamo sette stadi differenziati di Materia, o sette condizioni, dette anche capacità di percezione, di Prajna. Ne consegue che ci debbono essere sette stati di coscienza nell'uomo; a seconda del maggiore o minore sviluppo di questi stati, furono concepiti i diversi sistemi di religioni e di filosofia. Ogni oggetto esterno che cade sotto la nostra percezione è solo il prodotto del nostro stato mentale, per cui si può affermare che prakriti è illusione, mentre la sola realtà è purusha. Nell'opera "Origine delle Misure", Skinner rileva che la figura del cubo disteso, in relazione con il cerchio, diventa una croce, la forma del tau. Il cubo ha sei facce, ma il suo svolgimento in croce ne produce sette, essendo quella centrale in comune: abbiamo quattro quadrati in verticale e tre in orizzontale. Abbiamo 4 + 3 = 7. Quattro è il simbolo dell'Universo allo stato potenziale, o Materia Caotica, Tre è il simbolo dello Spirito, che la permea attivamente. Il Triangolo astratto primitivo deve perdere la sua qualità unidimensionale e spandersi attraverso la Materia, formando in tal modo la base manifestata dello spazio tridimensionale, affinchè l'Universo possa manifestarsi in modo intelligibile. È il cubo disteso che dà luogo a ciò, mentre la croce ansata diventa simbolo dell'uomo, della generazione e della vita. In Egitto Ank significava "Anima", "Vita", "Sangue". È l'uomo animato, vivente e settenario. Il Settenario è Spirito + Materia. L'autocoscienza a determinate forme della Materia viene data da Mahat che, cadendo in essa, ne sviluppa il Manas, l'egoismo. Non esiste Forza senza Materia e non esiste Materia senza Forza.

PARABRAHMAN

 
(San.) - Letteralmente, "Al di là di Brahma", il Brahma Supremo, Infinito, "Assoluto" - il senza attributi, la realtà unica. Il Principio impersonale, universale, senza nome, immutabile, eterno, onnipresente, illimitato. Non si tratta di una divinità, ma del Supremo come causa e non come effetto. Come Realtà senza Secondo, è il Cosmo che tutto abbraccia, lo Spazio cosmico infinito, nel significato spirituale più elevato. Esso è l'aggregato collettivo del Cosmo nella sua infinità ed eternità, il "Quello" ed il "Questo" cui non si possono distribuire gli aggregati distributivi. Parabrahman è materiale: una realtà incondizionata ed assoluta, la cui controparte è Mulaprakriti, un velo gettato su di esso, la materiale primordiale non manifesta. Spirito (o Coscienza) e Materia sono i due simboli, od aspetti, dell'Assoluto (Parabrahman), che costituiscono le basi dell'Essere condizionato, soggettivo ed oggettivo. È il duplice aspetto dell'Universo condizionato. È Sat, la Realtà Unica, l'Essere Assoluto, il Non-Essere. Parabrahman e Mulaprakriti sono i due aspetti del Principio Unico, asessuato, incondizionato, eterno. Per i Vedantini, Parabrahman è Tre (Parabrahman, Chit e Achit) e, benché sia la sola Realtà, indipendente, è inseparabile dalla sua Trinità. Parabrahman è la Sostanza immutabile, eterna ed inconoscibile, Chit (Atma) e Achit (Anatma) sono le sue qualità. Esso è la sorgente unica di ogni manifestazione e modo di esistenza, ma non può avere alcun rapporto con la materia o con qualsiasi cosa condizionata. È l'UNO sempre immutabile, lo Spirito la cui essenza è eterna, una ed esistente in sè, che emana una pura luce eterea (che è doppia ed è impercettibile ai sensi elementari). Sat, l'Anima Universale, è il suo primo aspetto cosmico. Parabrahman è il prototipo da cui sono derivate tutte le divinità, è causa passiva perchè assoluta, è Mukta incondizionato; è la Vita Una, il Grande Soffio, il Turbine. Secondo una leggenda indù, questa divinità primigenia si sarebbe rivelata, un giorno, sotto la forma di un uomo dalla cui bocca sarebbe scaturito Maiso, dal petto Vishnu, dal ventre Brahma. Prima di rendersi nuovamente invisibile, avrebbe assegnato a Maiso il primo cielo, con l'impero assoluto sugli elementi; a Vishnu il compito della giustizia sugli uomini, l'assistenza ai poveri ed ai diseredati dalla sorte, che si trovano nel secondo cielo; a Brahma assegnò il terzo cielo, dove è l'esercizio del culto, con il compito di sovraintendere alle cerimonie religiose.

PRADHANA

 
(San.) - Letteralmente "ciò che è posto prima", il fondamento primo, uno dei nomi della Natura originaria nei Purana e nei Sankhya. In filosofia è la sorgente originaria dell'universo visibile, o materiale. La sostanza indifferenziata chiamata altrove ed in altre scuole Akasa, e dai Vedantini Mulaprakriti, la Radice della Materia. In breve, la Materia Primordiale. Il Fondamentale, la Sostanza Primordiale, la Natura, altro nome di Prakriti, identificata ad Hara, ipostasi di Shiva, il Distruttore, strumento e campo d'azione del Brahman. Nei Vishnu Purana è così definita: "Ciò che è la causa non evoluta è chiamata con enfasi dai Saggi più eminenti Pradhana, base originale, che è la sottile Prakriti, vale a dire ciò che è eterno e non è". Essa è la causa non separata, che 'e uniforme, congiuntamente causa ed effetto. È l'inconoscibile Brahma, che era prima di ogni cosa. Pradhana è materia bruta, e Prakriti è un suo aspetto. Come sostanza indifferenziata essa è un aspetto periodico di Mulaprakriti. È chiamata anche Maya, Illusione. Lo Spirito Pradhanika Brahma è Mulaprakriti e Parabrahman insieme. Per alcuni, Pradhana è materia non modificata, la prima forma di Prakriti.

PRAKRITI

 
(San.) - La natura in generale, la natura come opposta a Purusha - la natura spirituale e lo Spirito, che insieme sono i "due aspetti primordiali dell'Unica Divinità Sconosciuta", Natura manifesta o materializzata. Possiede tre guna (qualità): sattwa (che regola l'ordine ed il tempo), raja (potere mentale), tama (forma fisica di densa materia caratterizzata dalla stabilità e dall'inerzia). In filosofia, è la sostanza originaria, considerata sorgente ed origine dell'aspetto materiale dell'universo manifestato. Nei Purana e nel Sankhya, con questo termine si intende la forma primordiale; la sua forma femminile permette che i Tantra la identifichino con la Shakti. Nelle Upanishad, prakriti è la natura naturante, o sostanza primordiale, "potenza del sè del Dio" (deva-atma-shakti) "celata dai propri attributi". La teoria della prakriti, causa strumentale e materiale dell'evoluzione (parinama, vivarta) del cosmo, comincia a delinearsi con carattere mistico-teologico nelle Upanishad medie, per diventare poi la dottrina fondamentale del Sankhya, sistema che prescinde da qualsiasi considerazione religiosa. Fin dalle prime Upanishad, prakriti è concepita come sostanza universale agente, ma non di propria iniziativa, caratterizzata dalle sue tre qualità, o stati allotropici, o guna (sattva= assenza, albedine; rajas=emozione, rubedine; tamas=oscuramento, nigredine). Prakriti nasce dalla suddivisione del secondo Logos, che si divide in Purusha e Prakriti, ovvero Spirito e Materia. Secondo i sistemi indù essa è Maya, o Illusione. Uno studioso vedantino la definisce "akasha nel suo stato primordiale", un equivalente della natura astratta. Secondo il Sankhya, le prakriti, o "produzioni produttive", sono sette: Mahat, Ahamkara ed i cinque Tanmantra. Etere-Prakriti è la Forza-Sostanza caratterizzata dal positivo fenomenico, sempre attivo. Prakriti e Purusha, i due aspetti del Brahman, sono entrambi immutabili e non soggetti a consumazione, anche se durante i periodi di Maya sono modificabili quali Vyaya e Parinamin. Mulaprakriti è la Radice, o Noumeno, di prakriti che, in un certo senso, è la materia primordiale in via di formazione, il substrato della materia sensibile. Parabrahman è Prakriti come illusione, Purusha come realtà unica. Simbolicamente, prakriti viene descritta come un prisma triangolare che ha per facce i tre guna e si divide in sette raggi che, nel corso del tempo, sviluppano i sette principi della classificazione settenaria.
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