Glossario

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ADI

 
-SHAKTI (San.) - Emanazione diretta di Mulaprakriti, l'eterna radice di Quello, l'aspetto femminile della Causa Creatrice; Brahma, sotto forma akashica dell'Anima Universale.

ADITI

 
(San.) - Il nome vedico di Mulaprakriti dei Vedantini, l'aspetto astratto di Parabrahman, però immanifestato e inconoscibile. Nei Veda Aditi è la 'Dea-Madre' ed il suo simbolo terrestre è infinito e sconfinato spazio. Divinità Indù, madre degli Aditya, figure divine variamente interpretate, il cui capo è Varuna, e più tardi il Sole. Il nome Aditi si interpreta come 'libera da legami' e personifica l'idea dell'immensità e della libertà da ogni dolore e da ogni peccato. È componente dell'Androgino, o Uomo Archetipico o Protologos; come madre degli dei si venera anche sotto la forma di Vach. Nei Veda, Aditi è la permutazione di Mulaprakriti nel mondo manifestato, la Radice del Se Mentale che è anche la Radice del Sè fisico. È la Vergine Madre Celeste dell'Universo visibile, la Madre Amba, le Acque primordiali, il Grande Drago, Ophis, Ophiomorphos. È la madre di Marthanda, il Sole, e come creatore si può chiamarla una forma di Brahma. Dal suo seno nascono tutte le cose : pertanto è la prima Materia, il Protile primordiale. All'inizio è acqua asciutta, diviene umida dopo la separazione, quando Narayana comincia a muoversi sulla sua faccia. È Sephira, ed anche la Sophia degli Gnostici, la Vergine Madre di Horus degli Egizi. Metafisicamente è Venere, Gea, Gaia, la Terra. I sette Reggenti, o Geni Planetari, sono i suoi figli. Ed ancora : Bythos, Shekinah, il Velo dell'Ignoto, la madre di Daksha (uno dei poteri creatori), la Luce Eterna, Surarani (la madre di Sura), Akasha, il Cielo Settuplo degli Egizi.

AKASA

 
(San.) - La sottile essenza soprasensibile, spirituale, che pervade tutto lo spazio; la sostanza primordiale erroneamente identificata con l'Etere. Ma essa sta all'Etere come lo Spirito sta alla Materia, o l'Atma al Kama-rupa. È infatti lo Spazio Universale in cui giace strettamente congiunta l'eterna Ideazione dell'Universo nei suoi aspetti sempre mutanti sui piani della materia e dell'oggettività, e da cui si irradia il Primo Logos; o pensiero manifesto. È per tale motivo che si dice nei Purana che Akasa ha un unico attributo, cioè il suono, perchè il suono non è altro che il simbolo espresso nel Logos, cioè la 'Parola' nel suo senso mistico. Nello stesso sacrificio ( il Jyotishtoma Agnishtoma ) è chiamato il 'Dio Akasa'. In questi misteri sacrificali Akasa è il Deva onnipotente che tutto regola e che ricopre il ruolo di Sadasya, il sovraintendente agli effetti magici nelle cerimonie religiose e, nell'antichità, aveva il proprio Hotri (sacerdote) particolare, che ne assumeva il nome. Akasa è l'agente indispensabile in ogni Kritya (cerimonia magica) sia religiosa che profana. L'espressione 'suscitare il Brahma', significa suscitare il potere che giace latente al fondo di ogni operazione magica; infatti i sacrifici Vedici non sono altro che cerimoniali magici. Questo potere è l'Akasa, cioè, sotto un altro aspetto, è Kundalini, ovvero l'elettricità occulta; in un certo senso è l'alkahest degli alchimisti o il solvente universale, la stessa anima mundi sul piano più elevato così come, su quello più basso, è la luce astrale. 'Al momento del sacrificio il sacerdote viene pervaso dallo spirito di Brahma e, in quel momento, è Brahma stesso ' (Iside Svelata). L'Akasha può essere considerata la radiazione di Mulaprakriti, ed è il quinto Principio Cosmico Universale. Materia radiante, fredda, diatermica, plastica, creatrice nella sua natura fisica, correlativa nelle sue parti e nei suoi aspetti più grossolani, immutabile nei suoi principi superiori. Nella condizione creativa è chiamata Sotto-Radice ed in congiunzione con il calore radiante richiama 'i mondi morti alla vita'. Nel suo aspetto superiore è l'Anima del Mondo, nel suo aspetto inferiore è il Distruttore. Il suo involucro è l'Etere ed il suo prodotto è : i punti, le linee, le figure geometriche fino alla sfera, ossia tutte le forme in cui la Natura geometrizza. È la Madre del Cosmo, il noumeno di Prakriti sette volte differenziata, un'altra forma di Pradhana, madre di Mahat, l'Intelligenza Universale. Akasha è il Tempo, lo Spazio, l'Anima. È la causa materiale del suono sul piano psichico e spirituale, ma non su quello materiale. È la Sostanza primordiale, il Caos, il Vuoto primordiale, le Acque, l'Oceano primordiale dello Spazio sul quale si muoveva Narayana, lo Spirito autogenerato. È la Vergine Madre Celeste dell'Universo visibile, Aditi, la madre di Martanda, il Sole, essendo i Soli il Kama-rupa dell'Akasha. Essa è il primogenito dell'Uno (il Dio-Padre), ed ha una sola qualità : il Suono (Logos, Verbum, Figlio) che è settenario. Akasha è il Padre-Madre dei sette Primitivi e della Voce del Logos, la cui luce è Fohat. È la Matrice dell'Universo, il Mysterium Magnum da cui tutto nasce per differenziazione : lo Spazio. Da essa derivano tutte le coppie di opposti. Corrisponde anche al Cielo Settuplo degli Egizi.

AMULAM MULAM

 
(San.) - Letteralmente, la 'radice senza radici'; Mulaprakriti dei Vedantini, la spirituale 'radice della natura'.

AVYAKTANUGRAHENA

 
(San.) - Parabrahman + Mulaprakriti.

CINMATRA

 
(San.) - Uno degli aspetti trinitari di Parabrahman, la più alta Trinità della filosofia vedantica advaitica, che è composta da Cinmatra (la semplice Potenzialità di Prajna), Cidakasham ( Campo o piano infinito della Coscienza Universale) ed Asat (Materia indifferenziata = Mulaprakriti).

MENTE UNIVERSALE INCOSCIA

 
(Eso.) - Fonte da cui emana Daivi-prakriti, la primordiale Prima Materia che forma tutti i globi semoventi del Cosmo. All'inizio di un grande Manvantara Parabrahman si manifesta come Mulaprakriti e, quindi, come Logos. Questo Logos viene chiamato Mente Universale Incoscia dai Panteisti occidentali e costituisce la base del lato soggettivo dell'Essere manifestato, la sorgente di tutte le manifestazioni di coscienza individuale. Da questa mente nasce un'altra mente, il Secondo Logos, che darà luogo all'artigiano ovvero il Terzo Logos, il Demiurgo, cui è riservato il compito della realizzazione vera e propria. Nella Trinità, il Padre è la Mente Universale, il Figlio è l'Universo Periodico.

LOGOS

 
(Gr.) - Termine greco il cui significato letterale è "parola, discorso, ragione". Per i Greci era la ragione determinante il mondo e la legge in cui essa si esprime. Per lo stoicismo è la divina ragione che, completando di sè il mondo, lo anima e dirige secondo il suo perfetto destino. Per gli Ebrei è un mediatore fra Dio ed il Mondo, è la Sapienza, artefice di tutte le cose. Per Filone è l'ipostasi della parola di Dio, colui che colma l'abisso fra Dio e il Mondo. È l'archetipo del mondo sensibile, la forza vitale che regge gli elementi, la via che permette all'uomo di elevarsi alla contemplazione di Dio. Ora persona, ora forza cosmica, è verità, luce e vita. Nel cristianesimo lo troviamo all'inizio del IV Vangelo, quello di Giovanni, con riferimento a Cristo. Inizialmente il fatto non ebbe grande rilevanza, poiché Gesù era considerato uno dei tanti intermediari fra Dio e gli uomini, con funzione cosmologica e non redentrice. Il successivo concetto di incarnazione di Dio, di consustanzialità, di "unigenito non creato", complicò notevolmente le cose, provocando scissioni in serie ed uno stato confusionale tuttoggi non risolto. Platone dava del Logos tre accezioni : (1) manifestazione del pensiero attraverso i suoni articolati di una lingua; (2) il render conto di una cosa enumerandone gli elementi; (3) l'enunciazione della differenza, ovvero del segno distintivo che individua una cosa. Come è evidente, si tratta di accezioni che si riferiscono al termine filosofico, con espresso riferimento al discorso. Fu Eraclito a parlare di Logos come di una legge universale, attribuendo ad esso l'origine di tutte le cose (lo aveva già fatto Leucippo), di cui gli uomini restano inconsapevoli. Cleante identifica il Logos di Eraclito con il logos spermatikos della dottrina stoica, ossia con la ragione seminale, o principio attivo, del cosmo. Nell'Inno a Zeus egli dice : " il logos attraversa tutte le cose mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi". È il Logos a garantire l'unità e la simpatia del cosmo ed in quanto legge naturale è il fondamento dell'etica stoica del "vivere secondo natura". Come principio fisico è identificato con il fuoco. Entrando nel campo della Teosofia, la trattazione del Logos si amplia enormemente assumendo una collocazione spazio-temporale che è tanto più facile da capire quanto maggiore è la capacità di immaginazione, o di astrazione, del lettore. Il Logos è la prima figura, per così dire, che appare all'inizio della Creazione. Ma la sua apparizione non è istantanea e definitiva, bensì progressiva e dinamica. Il Primo Logos è il punto al centro del cerchio; non è un punto fisico, ma il famoso punto matematico, adimensionale. Esso rappresenta l'Ideazione Cosmica, la Causa Prima che deriva direttamente dalla Causa senza Causa. Non è manifestato, ma porta in sè le "idee" di tutto ciò che si manifesterà. Viene detto anche Atman, Brahman, Pradhana, ma questi termini non sono esattamente sinonimi, anche se per certi aspetti sono identici. Il Secondo Logos è il diametro che attraversa orizzontalmente il cerchio, la natura passiva, Prakriti, la Vita latente. Esso è parzialmente manifestato, le Acque dell'Abisso sulle quali non vola ancora il Soffio. Il Terzo Logos è la linea verticale che interseca il diametro del cerchio, lo Spirito che feconda la materia, Mahat, l'Intelligenza, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno cosmico della Materia. È detto anche il Demiurgo poiché è il fattore di tutte le cose, e lavora sul mondo manifesto per mezzo di Fohat, la Forza in tutte le sue infinite differenziazioni. In tutte le cosmogonie, il Logos è una figura androgina, che possiede un aspetto maschile ed uno femminile. Ad esempio: Adamo Kadmon e Sephira, Osiride ed Iside, Adamo ed Eva, Brahma e Vach, ecc. Come aspetto maschile dell'Anima Mundi, il Logos è Alaya, il Soffio cristallizzato del Verbo settuplice di cui l'uomo sul piano terrestre è l'immagine. L'appellativo di Demiurgo lo ha in qualità di Costruttore collettivo dell'Universo; egli non fa nulla in prima persona, ma fornisce il progetto, prelevato dall'Ideazione Cosmica, e sorveglia i lavori dei Dhyani esecutori. Esso, infatti, non è una divinità personale, ma l'aggregato dei Dhyan Chohan e delle Forze ad essi aggregate. Il Logos procede dalla Mente, esso sta presso Dio, ma non è Dio, bensì il secondo Dio. In ebraico, il Logos è D(a)B(a)Rm ma diventa D(a)B(a)R(i)M quando assume la veste di Legione di Angeli, o Sephirot, pur rimanendo Uno. Per indicare il Logos, lo Ierofante tracciava un cerchio, o un triangolo equilatero, ed al centro della figura segnava un punto: quello era il Logos. Nella filosofia indù, Mulaprakriti (l'area del cerchio, il velo di Parabrahman, che è la parte esterna al cerchio), è considerata madre e figlia del Logos, che a sua volta è generatore generato, sua causa secondaria. Il Logos è la prima manifestazione di Parabrahman, il primo Ego che appare nel Cosmo, ed anche il fine ultimo di tutta l'evoluzione. Il Logos emette "la luce che dà energia", da cui nasce il quaternario, e questa luce è l'energia cosciente di Mulaprakriti, il suo Potere, la sua materia-forza, la radice unica del Sè. Nel cattolicesimo troviamo il Logos nella figura dell'Angelo della Faccia, in ebraico chiamato Michele, il simile a Dio, la sua rappresentazione manifestata. Il Logos è la "Luce che splende nelle Tenebre", l'Architetto dei Mondi; la sua qualità è il suono, la cui caratteristica è settenaria. Il Logos è il punto più alto della scala settenaria della Vita Una invisibile, eterna ed assoluta, mentre il punto più basso di questa scala è costituito dai Vidyadhara, i Pitri inferiori. È la Monade divina che, puro Adi-Buddhi, si manifesta come Buddhi universale, o Maha Buddhi, o Mahat, radice spirituale onnisciente ed onnipotente, Intelligenza divina, Suprema Anima Mundi, ovvero il Logos. Nel Genesi, il Dio del 1^ capitolo è il Logos, il Signore Iddio del 2^ capitolo sono gli Elohim, ossia i Poteri inferiori. Nel Buddhismo esoterico, il Logos è il raggio brillante dello UNO, che squarcia le Tenebre; il Primo, Vajradhara, il Buddha supremo che i Tibetani chiamano Dorjechang (rdo.rje.hdsin = portatore di fulmini). Come Signore di tutti i Misteri, egli non può manifestarsi, ed allora invia Vajrasattva (cuore di diamante), il Secondo Logos, che è chiamato Dorjesempa (rdi.rje.sems.dpah = essenza o principio di diamante). Da questi emanano i cinque Dhyani Buddha detti Anupadaka. Ishvara è il Logos, lo Spirito, l'Unità composta di spiriti viventi manifestati, il genitore originario, sorgente delle Monadi terrestri e del loro Riflesso divino, che da esso emanano e ad esso ritornano. Nel Zoroastrismo troviamo gli Amshaspend, che sono sei, ed Ormadz, il settimo, che è il loro capo. Ebbene, Ormadz è il Logos, il capo e gli Amshaspend nello stesso tempo. Ed è così anche nel Sistema solare. Dal punto di vista esoterico abbiamo i sette pianeti, uno dei quali è il Sole. Ma esso è il Capo dei Misteri principali, assieme ai pianeti rappresenta la potenza visibile ed attiva, mentre il Logos invisibile e le sue Gerarchie rappresentano la Potenza Assoluta. Nel triangolo di Pitagora, la Tetractis, il vertice è il Logos, lo specchio che riflette la Mente divina, mentre l'Universo è lo specchio in cui si riflette il Logos. E come il Logos riflette tutto nell'Universo di Pleroma, così l'Uomo riflette in sè stesso tutto ciò che vede e trova nel suo Universo. Il Tantrismo, parlando dell'uomo, dice : "tutto ciò che è qui è ovunque, ciò che non è quì non è in alcun luogo". Gli Egizi chiamavano il Sole "Occhio di Osiride" e lo concepivano come il Logos, il Primo nato, la Luce manifestata del mondo. Attraverso il settuplice raggio di questa luce noi possiamo diventare consci del Logos attraverso il Demiurgo. E come il Logos è settuplo nei suoi Logoi, così l'uomo ha sette piani di coscienza, sette stati di materia, sette forme di Forza; tutto ciò che riguarda la Terra è settuplo. Lucifero, nel suo aspetto più elevato, è il Logos, in quello più basso è l'Avversario, in entrambi i casi è il riflesso del nostro Ego : questa è la dicotomia del nostro mondo. Per Lattanzio, il Logos è il fratello primogenito di Satana, e la prima di tutte le creature. E se il Logos riflette nell'Universo la Mente divina, e l'Universo manifestato si riflette nella Monade, allora ogni Monade deve, nel ciclo delle sue incarnazioni riflettere in sè ogni forma di base di ogni regno dell'universo. Da qui il famoso assioma ermetico "Pietra, pianta, animale, uomo, spirito, Dio". Il Logos è la Sapienza passiva in cielo e la Sapienza attiva, cosciente, sulla Terra; è l'Uomo Celeste, il Figlio. Durante il riposo cosmico, il Logos dorme nel grembo di Quello che non dorme mai e non è mai sveglio, perchè è SAT, non un Essere, ma l'Essenza. Da CIÒ (SAT) nasce il Logos invisibile, da cui gli altri Logoi, il Manu primordiale, i Manu, l'Universo e tutto ciò che contiene. Nella filosofia indù troviamo Krishna, il Logos, ed i sette grandi Rishi, i Logoi. Il Logos è il "nato da sè", l'Aja degli Indù; l'Ego è l'immagine del Logos riflessa nel Karana Sharira. Esso, come sintesi delle Legioni e presidente dei Geni, fu il primo Pastore e Conduttore degli uomini. Fohat è la luce del Logos, mentre Vach, simbolo del potere generatore, è il Logos femminile; sono a lei simili Iside e Venere, la madre del prolifico Dio dell'amore. Ed è questo il motivo per cui in India la vacca è sacra : essa è il simbolo della natura creatrice. Il Logos Demiurgo è il Dio nello Spazio, Adamo Kadmon, l'Uomo Celeste, il Suono, l'Abisso e il Silenzio eterno degli Gnostici. Il Logos di Dio è il rivelatore dell'uomo ed il Logos dell'uomo è il rivelatore di Dio. Concludendo, possiamo dire che presso tutte le nazioni e tutti i popoli, il Logos è la divinità manifestata, l'espressione esteriore o l'effetto della causa che è sempre celata. Così, la parola è il Logos del pensiero; per cui "Logos" è opportunamente tradotto con "Verbo" e "Parola" nei loro significati metafisici.

PRINCIPIO UNICO

 
(Eso.) - Pur avendo due aspetti ( Parabrahman e Mulaprakriti) è asessuato, incondizionato, eterno. La sua emanazione periodica è androgina e fenomenicamente finita. La umanità e la natura sono il suo veicolo di respiro nella prima differenziazione. Il Principio Unico Universale è l'UNO, assoluta astrazione, interamente a sè, indipendente da ogni altro Potere.

ALAYA

 
(San.) - L'Anima Universale (Vedi Dottrina Segreta, vol. I, p.47 e seg.). Il nome appartiene al sistema Tibetano della Scuola contemplativa del Mahayana. Identica all'Akasa nel suo senso mistico ed a Mulaprakriti nella sua essenza, in quanto è la base o la radice di tutte le cose. È l'anima mundi, base di ogni cosa; per quanto eterna ed immutabile nella propria essenza interiore sui piani irraggiungibili dagli uomini e dagli Dei cosmici (Dhyani-Buddha), essa cambia durante il periodo di vita attiva rispetto ai piani inferiori, incluso il nostro. Per gli Yogacharya della Scuola Mahayana essa è la personificazione del Vuoto e si riflette in ogni oggetto dell'Universo. È il Se di ogni Adepto avanzato, Pradhana, Prakriti, l'Inconoscibile Brahma che era prima di tutto.
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