Glossario

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VAISHVANARA

 
(San.) - Letteralmente significa "che riguarda tutti gli uomini, universale". Nella filosofia Vedanta si applica allo Spirito Supremo. È una ipostasi ed epiteto di Agni terrestre, un nome simbolico di Atman nella condizione di veglia, la denominazione delle fauci del cavallo sacrificale nelle Upanishad, il fuoco vitale comune a tutti i viventi (come tale identificato al Purusha), il nome del prana-Agni-samvatsara, e perfino la denominazione rituale dell'ospite Vaishvanara è il fuoco magnetico vivente che pervade il Sistema Solare manifestato. Esso rappresenta l'aspetto più obiettivo ed onnipresente della Vita Una, perchè è il Principio Vitale. Nel Rig Veda è un nome di Agni, presentato sotto l'aspetto di un Danava, Demone o Gigante, le cui due figlie sono le madri di innumerevoli danava. È lo Spirito dell'Umanità e Nilakanta lo adopera per denotare il Sè. Il Brahmano che cammina sulla via dello yoga, lo indica come settuplice fuoco, la meta dell'asceta.

VAISHYA

 
(San.) - La terza delle caste tradizionali (varna) indù, a partire dall'alto, rappresentata dagli agricoltori, i commercianti, i produttori di ricchezza, gli allevatori, i borghesi. Assieme alle prime due si fregia della denominazione di "dvija" (due volte nati), poiché anch'essi, alla nascita naturale e materiale, possono aggiungere quella spirituale, ottenuta ad una certa età mediante sacra investitura.

VAIVASVATA

 
(San.) - Il nome del Settimo Manu, il Guardiano della Quarta Ronda, l'antenato della razza post-diluviana, o la nostra quinta umanità. Stimato figlio di Surya (il Sole), egli, dopo essere stato messo in salvo in un'arca (costruita per ordine di Vishnu) dal Diluvio, divenne il padre di Ikshwaku, il fondatore della razza solare dei re. (Vedi "Suryavansa"). Fu l'unico essere umano, assieme ai sette Rishi, a salvarsi dal diluvio in una barca (Xisuthrus, Noè, ecc.). Ida, o Ila, era la sua istruttrice, ma viene talora presentata anche come sua moglie, o sua figlia. Ida è la moglie di Budhi, la Sapienza. Vaivasvata Manu salvò la semenza dell'umanità, impedendo in tal modo che la Quinta Razza Madre andasse distrutta. Come progenitore della Quinta Razza, alcuni stimano sia vissuto 18 milioni di anni fa, altri 800.000; qualcuno afferma egli viva ancora nella presente umanità. Vaivasvata Manu è l'avatara di Vishnu: Matsya, o il Pesce. È uno dei sette manu minori che presiedono alle sette razze del nostro pianeta. In qualche caso, Vaivasvata può essere considerato un nome generico, o collettivo, come nome dell'attuale umanità. È considerato il padre di Yima (il primo uomo delle Vendidad) e di Yama, suo fratello gemello.

VAJA

 
-PEYA (San.) - Letteralmente significa "bevuta della vittoria" ed è alla base dello "shrauta", un rito solenne vedico.

VAJIN

 
(San.) - Letteralmente significa "stallone", ed è il nome del cavallo sacrificale (simbolo dell'anno), in quanto veicolo dei Gandharva, e quindi fecondatore del regno.

VAJRA

 
(San.) - Letteralmente, "diamante" ed anche "folgore" o scettro. Nelle opere Indù è l'arma di Indra, simile ai fulmini di Zeus, con cui questa divinità, in qualità di dio del tuono, uccide i suoi nemici. In un secondo momento è diventato simbolo dell'indefettibilità dell'Assoluto, e del vuoto. Nel Buddhismo mistico, era lo scettro magico dei Sacerdoti-Iniziati, degli esorcisti e degli adepti - il simbolo del possesso dei Siddhi, o poteri superumani, tenuto durante certe cerimonie dai sacerdoti e dai teurghi. È anche il simbolo del potere di Buddha sugli spiriti maligni o elementali. I possessori di questo bastone magico sono chiamati Vajrapani.

VAJRACHARYA

 
(San.) - Letteralmente "il Supremo Maestro del Vajira"; è il guru, l'istruttore spirituale degli Yogacharia.

VAJRADHARA

 
(San.) - Letteralmente "colui che detiene la folgore", il Buddha Supremo per i Buddhisti Settentrionali. Detto anche talvolta Vajirapani, è il Logos, il Primo, il Buddha supremo che in tibetano si chiama Dorjechang. È detto anche Dorje-sin, ossia "portatore di fulmini" o "portatore di diamanti". Come Signore di tutti i misteri, egli non può manifestarsi, perciò manda nel mondo della manifestazione Dorjesempa, che rappresenta il secondo Logos.

VAJRAPANI

 
(San.) - Letteralmente "colui che brandisce la folgore", exotericamente è colui che possiede i Siddhi, i poteri sovrumani. Da qui il mantra: Om vajrapani Hum. È il Manjushri, il Dhyani-Bodhisattva (come riflesso spirituale o figlio dei Dhyani-Buddha, sulla terra), nato direttamente dalla forma soggettiva dell'esistenza; una divinità adorata dal profano come un dio, e dagli Iniziati come una Forza soggettiva, la cui natura reale è conosciuta solo dai più alti Iniziati della Scuola Yogacharya, e da essi spiegata.

VAJRASATTVA

 
(San.) - Letteralmente "l'essenza del diamante", il nome del sesto Dhyani-Buddha nel Buddhismo popolare del Nord dove ne esistono solo cinque; nella Scuola Yogacharya, che conta sette Dhyani-Buddha e altrettanti Bodhisattva, con questo termine si designano "i figli della mente" del primo. Per cui, gli Orientalisti si riferiscono a Vajrasattva come ad un "Bodhisattva fittizio". Corrisponde al tibetano Dorjesempa e designa talvolta coloro che hanno l'anima di diamante, ossia i Mahatma completi.
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