Glossario
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SABEANISMO
(Cal.) - Ed anche Sabeismo, è la religione degli antichi Caldei Sabeani. Essi credevano in un Principio unico, impersonale, universale, divinizzato, non Lo nominavano mai e offrivano il culto agli dei e reggitori solari, lunari e planetari, poiché consideravano le stelle e gli altri corpi celesti come i loro rispettivi simboli.
SABEI
(Ori.) - Con questo nome gli scrittori greci e romani si riferivano ad un popolo che abitava l'Arabia sud-occidentale ed il cui antico nome pare fosse Saba, derivato da Sb. Nella Bibbia troviamo questo nome con riferimento geografico, il luogo dove regnava la regina di Saba e nella storia degli Assiri troviamo traccia di una guerra contro Saba. I Sabei erano un popolo con salda struttura sociale ed una cultura pienamente formata, come dimostrano i vari reperti della epoca. La loro storia, tuttavia, rimane oscura e controversa; se ne trova traccia solo nel V sec. a.C., ma già a quell'epoca i Sabei avevano una storia plurisecolare. A capo vi era un monarca che era insieme autorità religiosa e politica; le loro migrazioni raggiungono l'attuale Etiopia e rimangono opere monumentali, come la diga di Marib. Loro successori sembrano essere gli Himyariti, detti anche Omeriti. L'era sabea è definita come compresa fra il II ed il I sec. prima dell'era moderna ed i suoi anni sono indicati in dialetto sabeo, senza aggiunte o specificazioni.
SABEISMO
(Ori.) - Secondo lo scrittore arabo Soyuti, il Sabeismo fu fondato da Set, o Seth. Esso consisteva nel culto degli Dei planetari e delle stelle con i loro Reggenti. Si tratta della più antica e più comprensibile idolatria, comune ai Caldei, agli Arabi ed agli antichi Persiani.
SABELLIO
(Afr.) - Teologo di origine africana, vissuto a Roma nel III sec. a.C., prima protetto da papa Callisto, poi scomunicato. Sosteneva il "modalismo", ovvero una concezione della Trinità che prevedeva una sola sostanza divina e tre modi di apparire: Padre nell'Antico Testamento, Figlio nel compimento della Redenzione, Spirito Santo nell'azione di vita e di salvezza. Egli sosteneva, inoltre, che le sofferenza della passione di Cristo era state vissute anche da Dio Padre.
SABHA
(San.) - Una assemblea; un luogo d'incontro, sociale o politico. Mahasabha è "l'insieme delle cose meravigliose (mayaviche o illusorie)", dono di Mayasur ai Pandava (Mahabharata).
SABI
(Ara.) - Seguaci di alcune sette religiose orientali che Maometto cita nel Corano e ritiene diversi da Cristiani ed Ebrei. Sono monoteisti e dotati di una rivelazione celeste. Dopo Maometto, il nome Sabi fu assunto da due comunità religiose: i Mandei dell'Iraq e la comunità di Harran nella Mesopotamia (Astrolatri).
SACA
(Bab.) - Divinità babilonese che può essere identificata con Benoth, una divinità onorata a Succoth.
SACEE
(Bab.) - Feste che si celebravano a Babilonia in onore della dea Anatide. Per molti aspetti le feste romane dette Saturnali assomigliano ad esse, il che lascia capire che i Romani conoscessero usi e costumi del medio oriente.
SACERDOTE
(Rel.) - Dal sanscrito sacer + dot, con il significato di "colui che offre a Dio le cose sacre" e quindi, colui che presiede alle cerimonie di un culto religioso. Presso gli Ebrei aveva il compito do offrire le vittime a Dio, nel cattolicesimo è colui che dice messa. Talvolta il nome del sacerdote è seguito da una specificazione che indica il Dio al cui culto egli è preposto. Il Sommo Sacerdote è la carica sacerdotale suprema presso gli Ebrei. Egli è a capo di tutti i sacerdoti, ma anche del popolo e si fregia di insegne regali. Solo lui può entrare nel Santo dei Santi, una volta l'anno, per procedere alla purificazione del tempio mediante il rito del capro espiatorio. I sacerdoti egizi non mangiavano pesci; gli egizi credevano che il babbuino non mangiasse pesci, ed allora collegavano le due figure e veneravano il babbuino. I sacerdoti dei Gentili, invece, mangiavano pesci e pane fatto con farina di pesce; questa consuetudine è in parte entrata a far parte anche di alcune regole dei sacerdoti cristiani. In America, presso i Taraschi, antica popolazione messicana, i sacerdoti si dividevano in due classi: il Sommo Sacerdote, che era chiamato anche Petamuti, e gli altri sacerdoti che prendevano il nome di Cuiritiecha. Presso alcune tribù africane, i sacerdoti sono considerati messaggeri degli Dei, insieme agli eroi ed ai guerrieri. I sacerdoti di Marte erano una legione ai tempi di Teodosio e di Onorio; avevano per insegna uno scudo d'oro con un cerchio rosso circondato da un altro più grande di colore viola, alla cui sommità figurava una rosa. Da una parte all'altra, fra i due cerchi, due lupi che guardavano la rosa soprastante, mentre lo scudo terminava con un contorno rosso. Il nome di Marte derivava dall'immagine del lupo, animale sacro al Dio.
SACERDOTESSE
(Rel.) - Ogni religione antica aveva le proprie sacerdotesse nei templi. In Egitto erano chiamate le Sa ed erano addette all'altare di Iside ed ai templi di altre dee. Canephorae era il nome dato dai Greci alle sacerdotesse consacrate che portavano i canestri degli dei durante le feste pubbliche dei Misteri Eleusini. In Israele, come in Egitto, vi erano le profetesse, divinatrici di sogni ed oracoli; Erodoto menziona le Hierodules, vergini o monache, dedicate a Giove Tebano, le quali, in genere erano le figlie dei Faraoni ed altre Principesse della Casa Reale. Gli Orientalisti parlano della moglie di Cefreno, il costruttore della cosiddetta seconda Piramide, come di una sacerdotessa di Toth. (Vedi "Monache").