Glossario

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RUDRA

 
(San.) - Il "terribile", l'appellativo più consueto dato al Dio Distruttore, nella letteratura vedica. Il suo nome significa "il rosso", "l'urlante", e si tratta di una divinità dell'India antica che solo in un secondo momento fu identificata con Shiva, il Dio degli yogin per eccellenza. La sua funzione mistica appare già nella Maitri e nella Prasna; il plurale, Rudrah indica una classe di Dei, altrove indicati come Marutah, i quali simboleggiano i venti tempestosi nell'atmosfera ( e le diverse forme del prana entro la compagine umana), che accompagnano Indra nelle sue imprese. Nell'antica mitologia indù, che si ritrova per intera nei Veda, Rudra dimora nei boschi da dove lancia le frecce che colpendo gli uomini dividono la morte e le malattie. E per tale motivo, viene spesso invocata perchè offrisse i suoi medicamenti. La trasfigurazione in Shiva dovrebbe avvenire alla fine del mondo quando esso si muove fra i cadaveri, in un nembo di tenebre che lo rendono invisibile. Esotericamente, il termine Rudra non è soltanto l'antico Dio indù, o un appellativo di Shiva, ma comprende anche gli agenti della creazione, angeli ed uomini. Gli Spiriti del Fuoco, la cui caratteristica è settenaria, sono la personificazione dei Fuochi Sacri più occulti della Natura. Essi sono identici ai Kumara, e forse anche ai Cabiri, ai Titani, agli Asura. Li accomuna il fatto di essere Forze e Fuochi correlati. Essi sono sette manifestazioni di Rudra Shiva, sia come Distruttore che come grande Yoghi ed Asceta. Non si tratta di demoni, come qualcuno sostiene, bensì di Esseri la cui santità e castità è al di sopra di qualsiasi divinità del Pantheon di altri popoli. Parashara dice che vi sono varie classi di Rudra e che "si cono cento appellativi dei potentissimi Rudra". Anch'essi sono condannati a nascere in tutte le epoche, a reincarnarsi in ogni Manvantara, e ciò per loro scelta, dal momento che rifiutarono di evolversi come Ombre dai loro Fratelli. Nel testo di Manu si dice: "I Saggi chiamano Vasu i nostri padri, Rudra i nostri nonni paterni, Aditya i nostri bisnonni paterni". E questo è anche un eterno testo vedico! I Rudra sono incarnazioni di Shiva e trasformano gli Uomini in Dei, sia nel bene che nel male. Dai Rudra derivano i Dhyan Chohan appartenenti alla gerarchia dei Draghi di Fuoco della Saggezza, i progenitori di quei "serpenti", o "Draghi", che furono i Maghi della Quarta e Quinta Razza. D'altra parte, Shiva è il patrono di tutti gli Yoghi e gli Adepti, e nelle sue incarnazioni come Rudra troviamo sia la Saggezza Divina che il casto Ascetismo. I Rudra non sono Prajapati, bensì i loro principi informatori, alcuni dei quali si sono incarnati come uomini, mentre altri hanno fatto degli uomini i loro veicoli, o "riflessi". Nella Guerra in Cielo, i Rudra stanno con Indra, dalla parte di Brihaspati. Rudra Shiva è anche uno dei più grandi Re delle Dinastie Divine, ed è il patrono della Terza, Quarta e Quinta Ronda. Nello Yagiur Veda bianco, Rudra compare come grande Dio, Mahadeva, il cui simbolo è il Lingam. Nel Rig Veda è chiamato "lo urlatore", una divinità Guaritrice e Distruttrice. Nel Brihadaranyaka Upanishad, i figli di Rudra, Dio del Fuoco, sono i dieci soffi vitali (prana), con il cuore (manas) come undicesimo. Brahma chiama Rudra "il Distruttore" e gli dà altri sette nomi, che significano sette forme di manifestazione, ed anche i sette poteri della Natura, che distruggono e ricreano. Karttikeya nasce dal seme di Rudra gettata nel fuoco (Agni) e poi accolta dall'acqua (il Gange). Nella filosofia esoterica, i Rudra sono i più alti Dhyan Chohan per quanto concerne l'intelletto; essi, avendo acquisito con l'autosviluppo la natura quintupla, sono divenuti indipendenti dai puri Arupa Deva. I Rudra sono nello stesso tempo quantità e qualità, come si dice nel Rig Veda. Qui Shiva non è menzionato mai, mentre ricorre il termine Rudra, spesso usato anche per Agni, i cui figli sono i Marut. Riguardo all'origine di Rudra, in diversi Purana si dice che la sua progenie (spirituale), creata in lui da Brahma, non è limitata nè ai sette Kumara, nè agli undici Rudra, ma "comprende un numero infinito di Esseri, simili nella persona e negli attributi al loro padre (vergine). Allarmato per la loro ferocia, per il loro numero e la loro immortalità, Brahma desiderò che suo figlio Rudra formasse creature di una natura differente e mortale". Rudra, rifiutando di creare, divenne il primo ribelle. Rudra, come padre dei Marut, ha molti punti di contatto con Indra, il Marutvan (Signore dei Marut). Rudra, si dice, abbia ricevuto il suo nome in conseguenza del suo pianto. Per questo Brahma lo chiamò Rudra, ma egli pianse ancora sette volte ed ottenne altri sette nomi, e ne usò uno per ogni periodo. Rudra è affine ad Indra, perchè entrambi hanno a che fare con l'atmosfera, è affine ad Agni perchè entrambi operano crepitando con il fuoco, è affine a Kala perchè, come il tempo, logora ogni cosa.

RUDRAKSHA

 
(San.) - Semi di una pianta usata nei riti Shiva e per il rosario indù, formato da centootto grani.

RUDRAS

 
(San.) - I potenti; i signori dei tre mondi superiori. Una delle classi degli spiriti "caduti", o incarnati; sono tutti nati da Brahma. (Vedi "Rudra").

RUDU

 
(San.) - Misura di tempo del calendario Tamil (Tirukkanda Panchanga), equivalente a quattro Paccham, o due mesi solari, o sessanta giorni. Tre Rudu fanno un Ayanam, due Ayanam fanno un anno solare, ossia un Giorno degli Dei. Nell'antichità, infatti, era molto diffuso considera l'anno solare come composto da due parti: una che va dall'equinozio di primavera a quello d'autunno ed un'altra che va da quest'ultimo all'equinozio di primavera. Oltre che fra i Tamil, lo troviamo fra i Cinesi; gli Arabi dividevano l'anno i sei stagioni, di due mesi ciascuna, mentre gli aborigeni della Camciatca chiamano "anno" un periodo di sei mesi.

RUGIEVITHUS

 
(Sla.) - Divinità degli Slavi occidentali, prima nella serie di Dei di Kerentia (Garz), nell'isola di Rugen, i cui simulacri furono abbattuti nel corso della conquista della isola (è seguita da Porovithus e Poreniutus). L'idolo di Rugievithus è descritto da Saxo Grammaticus, come policefalo (ma forse è più corretto dire poliprosopo, ciò con molte facce, sette per l'esattezza) ed armato di otto spade: per questi motivi è ritenuto simile a Marte. Il nome è un epiteto toponomastico dietro il quale si pensa di riconoscere la figura di una divinità suprema degli Slavi Baltici (forse Svetovit).

RUNA

 
(Sca.) - Nell'antica lingua nordica, runar significava "scrittura" (segreta), e runa stava per "mistero segreto. Runa, quindi, era ciascuno dei caratteri grafici particolari del mondo germanico (in genere 24) che raggiungono la massima diffusione nei paesi scandinavi tra la fine dell'antichità e l'inizio del medioevo. Restano in uso, trasformati, sino alla fine dell'Ottocento in un paese isolato della campagna svedese, poi vengono sopraffatti dal progressivo affermarsi dell'alfabeto latino. I più antichi documenti runici provengono dalle parti meridionali del territorio scandinavo, frutto di una civiltà che, dalle regioni più meridionali, all'inizio circa dell'era cristiana, si spinse fino alle regioni più settentrionali d'Europa. L'impressione che danno all'occhio le lettere runiche è quello di piccoli bastoncini isolati o congiunti. Frair, Thor e Odino sono i nomi delle prime tre lettere; il valore magico che si attribuiva ad ogni lettera dipendeva dall'idea che veniva richiamata dal suo nome. Dalla scrittura di cui si servì Ulfila per scrivere la sua traduzione della Bibbia alcuni hanno dedotto che egli conoscesse le rune e da queste, oltre che dall'alfabeto greco, avesse tratto i suoi nuovi segni. Scritture runiche sono state trovate in Romania, Volinia e Brendeburgo. Pare che l'origine delle rune si debba più all'alfabeto latino che a quello greco, e ben 20 caratteri runici sono uguali ai caratteri delle iscrizioni norditaliche del territorio alpino (IV-I sec. a.C.). Ogni segno dell'alfabeto runico è bivalente, potendo esso essere usato sia con valore fonico che ideografico. Le rune, inizialmente, furono usate come strumento di culto e di profezia, e non come mezzo di comunicazione, come si crede comunemente. La magia runica è certo l'aspetto più alto delle pratiche magiche dei Germani settentrionali; le rune operano magicamente e, una volta cancellate, il loro effetto cessa all'istante. Ogni segno dell'alfabeto runico aveva un valore particolare e così le varie combinazioni di rune. Pare del tutto superfluo sottolineare la grande analogia con l'alfabeto ebraico ed il suo uso anche a fini magici (Cabala pratica). Le iscrizioni runiche più antiche dovettero essere scritte su legno, sicché, data la deperibilità del materiale, nulla ci resta dei documenti più antichi. Successivamente i Germani incisero testi magici su osso e metallo, oltre che su pietre rocciose e pietre tombali (scritture private). Se ne trovano su lame di spade, fibbie, pettini, cofanetti, ecc. Verso il VII secolo d.C., in Norvegia, l'alfabeto runico si trasformò profondamente riducendosi a 16 segni dando luogo a differenziazioni fra le rune svedesi, quelle norvegesi ed anche quelle danesi. Il linguaggio ed i caratteri Runici sono la lingua sacerdotale o misteriosa; sia il linguaggio che i caratteri non potevano essere nè compresi nè interpretai senza avere la chiave che conduceva ad essi. Così mentre i runi scritti sono conosciuti, quelli antichi composti da linee e da segni sono indecifrabili. Le rune sono anche chiamate "caratteri magici". "È evidente", dice E.W. Anson, un'autorità sul folklore degli Scandinavi, "che i runi furono per varie ragioni considerati anche in Germania pieni di adeguato mistero e dotati di poteri soprannaturali". Si dice siano stati inventati da Odino.

RUOTA

 
(Eso.) - Simbolicamente esprime un mondo, un globo. La Grande Ruota è un intero Ciclo di Esistenza, un Mahakalpa, l'intera rivoluzione della nostra Catena planetaria, fatta di sette Pianeti, o Sfere. Le piccole ruote sono le Ronde, ed anche esse sono sette. Le Ruote sono chiamate Rotae quando il loro significato si riferisce al principio animatore delle stelle e dei pianeti (Auphanim, Angeli delle Sfere, ecc.).

RUPA

 
(San.) - Corpo; termine applicato a qualsiasi forma, perfino a quella degli dei che, per noi, sono soggettive. Nella enumerazione dei sensi, Rupa è identificato con la vista. Talvolta ha anche il significato di "colore". E poiché "rupa" viene tradotto spesso con "forma", si ritiene utile soffermarsi un attimo su questo termine. Ogni forma è l'apparenza di una intelligenza; esistono forme visibili e forme invisibili, note ed ignote. Ogni forma è la realizzazione di una forza equilibrata, che agisce in modo particolare, occulto e che in essa si coagula; ogni Forza è Intelligenza, Spirito. Le Intelligenze sono disposte secondo gerarchia. Il mondo fisico è il mondo della forma, il mondo contingente dove si realizzano più densamente le forze universali. Il mondo spirituale è il mondo delle intelligenze. Il mondo divino è il mondo degli Dei. Tutto questo potrebbe essere collegato con i tre Logoi, con i mondi cabalistici, e molto altro. Ma noi dobbiamo fermarci qui.

RUPIA

 
(Ind.) - Moneta argentea indù, il cui valore corrente attuale (1995) è di lire ------. È detta così perchè porta effigiata una figura umana.

RUPPEL Eduard

 
(Ger.) - Francoforte 1794-1884. Naturalista e viaggiatore tedesco, nel 1817 fu in Egitto e dopo il 1822 viaggiò in Nubia, Sinai e nell'Arabia Petrea. È l'autore delle 23 determinazioni astronomiche con le quali fu possibile tracciare la prima carta esatta del medio corso del Nilo. Assieme a Bruce scoprì in Abissinia il libro di Enoch, smentendo in tal modo Ludolph.
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