Glossario

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PULUGA

 
(Ori.) - Essere supremo della religione degli Andamanesi, qualificata con tratti uranici e forse con aspetto animalesco. Appartiene al monoteismo primordiale e presenta il collegamento classico fra Essere supremo e Signore degli animali. Onnisciente, opera sulla Terra e sugli uomini.

PUMI

 
(San.) - Ed anche Pums, è lo Spirito, il supremo Purusha, l'Uomo.

PUNAR

 
-MRITYU (San.) - La "ri-morte", ovvero la morte (mrityu) assunta non come ente divino ma quale "fine" dell'esistenza, qualunque essa sia. La consacrazione al creatore universale Prajapati di ogni sacrificio offerto agli altri Dei, conduce alla reale conoscenza di Mrityu, divinità che trascende tutti gli esseri e, quindi, alla vittoria sul Punar-mrityu.

PUNARJANMA

 
(San.) - Il potere di evolvere le manifestazioni oggettive; il movimento delle forme; anche rinascere.

PUNDARIK

 
-AKSHA (San.) - Pundarika, in sanscrito, significa "un loto bianco", simbolo della gloria suprema ed immortale. Pundarik-aksha letteralmente significa "dagli occhi di loto" che entrano nel cuore. È un appellativo di Vishnu, "Gloria suprema ed imperitura", come tradotto da qualche Orientalista.

PUNIZIONI

 
(Fil.) - Al contrario di premio, la punizione è una pena inflitta a fronte di un fallo, un castigo per un peccato commesso. In sanscrito, "punya" significa "puro", quindi punire vuol dire rendere nuovamente puro. Lo scopo di una punizione è la catarsi, ovvero la possibilità di riacquistare la purezza perduta a seguito del delitto commesso. La punizione deve sempre essere commisurata al peccato e deve tendere alla riabilitazione. Nell'impero Inca, a fronte delle colpe venivano inflitte delle punizioni che erano veri e propri supplizi, torture che spesso portavano alla morte; questo tipo di giustizia (per modo di dire ) era molto diffuso nell'antichità quando la punizione voleva sempre essere esemplare. Presso i Chimu il furto e l'adulterio erano ritenute colpe particolarmente gravi e punite con la pena capitale. Ancor oggi, presso i popoli musulmani, il ladro viene punito con il taglio della mano e delitti non certo gravi vengono puniti con la pena di morte. La Teosofia condanna la pena di morte, non solo perchè non è una punizione (dopo la morte, l'eventuale riconquista della purezza non interessa più i mortali), ma perchè contraria ai principi fondamentali dell'esistenza.

PUNSCIAO

 
(Peru) - Presso gli antichi peruviani, questo nome significava "fonte di luce" e designava il Dio principale del loro pantheon.

PUNTI

 
(Ast.) - Si chiamano Punti, o Parti, sensibili dello oroscopo alcuni punti fittizi che vengono riferiti a determinate questioni umane. Il loro uso va attribuito soprattutto all'astrologia araba ed egizia. I più importanti sono: il punto di fortuna, il punto d'amore, il punto di morte.

PUNTI MASORETICI

 
(Eb.) - O Vocali. Questo sistema oggi è chiamato Masora, da Massoreh o Massoreth, "tradizione", e Masar., "tramandare". I Rabbini che si esprimevano con il Masorah, e perciò chiamati i Masoreti, furono anche gli inventori dei punti Masoretici, che si pensa fornisca la loro pronuncia esatta delle parole senza vocali delle Scritture, mediante l'aggiunta dei punti che rappresentano le vocali fra le consonanti. Questa fu l'invenzione dei Rabbini dotti ed astuti della Scuola di Tiberio (nel nono secolo della nostra era) i quali, facendo così, hanno dato un significato completamente nuovo alle parole chiavi ed ai nomi del Libro di Mosè, ed hanno in tal modo reso la confusione ancora più sconcertante. La verità è che questo schema ha solo aggiunto uno schermo addizionale a quelli già esistenti nel Pentateuco ed in altri libri.

PUNTO

 
(Sim.) - Parola che deriva dal verbo "pungere", con il significato di puntura, piccolo foro fatto introducendo uno strumento acuminato. Da questa idea primordiale nasce il concetto di segno geometrico, superficie di minimo spazio, luogo circoscritto fino alla sua individuazione come entità geometrica adimensionale, priva di forma, atta ad individuare posizioni nello spazio. Con il cerchio, il triangolo ed il quadrato rappresenta uno dei quattro simboli esoterici fondamentali. La filosofia non si sarebbe mai formato il concetto di Divinità logica, universale ed assoluta, se non avesse avuto un punto al centro di un cerchio sul quale basare tutte le sue speculazioni. Il Punto manifestato, indipendente dai nostri sensi dopo la sua apparizione progenetica nell'infinitudine e nell'inconoscibilità del cerchio, è il solo simbolo che può portare ad una conciliazione fra teologia e filosofia. La monade è l'emanazione ed il riflesso del Punto , o Logos, nel mondo fenomenico. La Decade pitagorica, o Tetraktis, nei dieci punti simbolizza l'Universo. Leibniz chiamava punti le Monadi. Il punto è l'unità universale, immutabile, eterna ed assoluta; nel mondo della metafisica si manifesta come spirito dello Universo, Ideazione Cosmica, da alcuni detta Logos; nella sfera dell'oggettività si manifesta come Sostanza e Forza primordiale. Caos, Fanes (o Eros) e Cronos, la Triade orfica, emanano dal punto celato ed inconoscibile e compiono il lavoro della creazione. Corrispondono alla triade indù Pradhana, Purusha e Kala.
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