Glossario

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MAITREYA BUDDHA

 
(San.) - Lo stesso che il Kalki Avatar di Vishnu (il "Bianco Cavallo" Avatar), di Sosiosh e di altri Messia. La sola differenza sta nei periodi della loro comparsa. Così, mentre Vishnu è atteso sul suo cavallo bianco alla fine dell'attuale era del Kali Yuga "per la distruzione finale dei malvagi, il ripristino della creazione e la restaurazione della purezza", Maitreya è atteso prima. L'insegnamento exoterico o popolare apporta variazioni di poco conto alla dottrina esoterica la quale afferma che Sakyamuni (Gautama Buddha) andò a trovare Maitreya nel Tushita (una dimora celeste), incaricandolo di venire da lì sulla terra come suo successore al termine di cinquemila anni dopo la sua (di Buddha) morte. Questo dovrebbe accadere fra meno di 3.000 anni. La filosofia esoterica insegna che il prossimo Buddha apparirà nel corso della settima (sotto) razza di questa Ronda. In realtà, Maitreya era un seguace di Buddha, un Arhat rinomato, sebbene non un suo discepolo diretto, e fu il fondatore di una Scuola filosofica esoterica. Come dimostrato da Eitel (Sanskrit-Chinese Dict.), "furono erette statue in suo onore prime del 350 a.C.". Exotericamente, con questo termine si indica un Buddha che deve ancora manifestarsi, e che si presenterà sulla terra solo al momento propizio. Esotericamente è il nome segreto del quinto Buddha, e del Kalki Avatara dei Brahmani. Verrà sulla terra nella quinta era cosmica, la successiva a quella attuale. Sembra che questa figura sia sorta in India sotto l'influsso del mazdeismo, cui è familiare l'attesa di un salvatore. Maitreya lo troviamo anche in Giappone, dove con Buddha ed Amida forma una Triade.

MAITRI

 
(San.) - Nel Buddhismo Mahayana è una delle due virtù fondamentali : la benevolenza, l'amore con tutti i suoi sinonimi.

MAIUMA

 
(Lat.) - Antica festa pagana, della durata di 5 o 7 giorni, che si sarebbe inizialmente celebrata, in età imperiale romana, su un'isoletta del Tevere. Si sarebbe poi estesa in varie città dell'Impero Bizantino, soprattutto ad Antiochia ed a Costantinopoli. Fu più volte proibita dai vari Imperatori per il suo carattere orgiastico e la conseguente sfrenata licenza.

MAJJHIMA

 
-NIKAJO (San.) - Antico canone buddhista contenente le discipline miranti alla realizzazione dello stato di Nirvana.

MAKARA

 
(San.) - In Europa corrisponde al segno zodiacale del Capricorno; esotericamente, una classe mistica di deva. Makara è il decimo segno dello zodiaco indù e viene spesso tradotto con "coccodrillo. Esso, tuttavia, ha altri veri significati occulti. Intanto il nome comincia per M, pertanto è certamente associato all'acqua; se non significa coccodrillo, deve significare qualcos'altro di simile che vive nell'acqua. Qualcuno lo associa al Leviathan, il cavallo di Varuna. La parola, poi, è composta di due parole: ma (cinque) + kara (mano), il che può indicare le cinque dita di una mano, o le cinque punte del pentagono, detta anche stella a cinque punte (panchakaram o makaram), simbolo dell'uomo. Nell'antichità era l'ottavo segno zodiacale, anziché il decimo (allora in occidente lo zodiaco era formato da dieci segni e non dodici), ed era raffigurato con corpo e coda di pesce, zampe anteriori di antilope. Alcuni autori vedono in Makara uno squalo, altri il delfino, che la mitologia greca assumeva a cavalcatura di Nettuno-Poseidone, altri ancora il coccodrillo che gli Egizi consideravano sacro veicolo di Horus. In realtà, Makara è un simbolo misterioso, in relazione con i Kumara e quindi in relazione con il Microcosmo spirituale e la morte e dissoluzione dell'Universo fisico.

MAKARA KETU

 
(San.) - Un nome di Rama, il dio Indù dell'amore e del desiderio.

MAKARAM

 
(San.) - O Panchakaram. Nella simbologia occulta è il pentagono, la stella a cinque punte, i cinque arti o estremità dell'uomo. È un termine molto mistico.

MAKARAS

 
(San.) - I cinque Mantra dei Tantrika. (Vedi "Tantra").

MALACHIA

 
(Occ.) - Ultimo libro dei Profeti Minori dell'Antico Testamento, forse anonimo, essendo Malachia ("il mio messo") un appellativo comune. Comprende tre capitoli nel testo ebraico, quattro nella Vulgata. Il suo contenuto è prevalentemente etico e morale, con prescrizioni sul culto e la vita quotidiana.

MALACHIM

 
(Eb.) - I messaggeri, o angeli.
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