Glossario

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ISWARA

 
(San.) - Detto anche Ishvara, o Isvara, o Eswara, è il "Signore" o il dio personale - Spirito divino nell'uomo. Letteralmente, esistenza sovrana (indipendente). Un titolo dato in India a Shiva e ad altri dei. Shiva è chiamato anche Iswaradeva, cioè deva sovrano. Nell'induismo, e da parte degli adoratori di Shiva, è uno dei sinonimi adoperati per indicare l'Essere Supremo, considerato come Creatore, Distruttore e Rigeneratore dell'Universo. È considerato anche un dio marino, con molte analogie con Nettuno, del quale ha il Tridente, e con i Tritoni, dei quali ha la buccina. Questo termine, eccezionalmente, viene adoperato con il significato di "signore" e con riferimento ad un uomo di statura eccezionale. Correntemente, invece, questo titolo viene attribuito a Dio nella bhakti.

IT

 
(Ind.) - Un uomo, emerso dalle onde in tempesta, alla testa di un numeroso esercito, che liberò molte terre, considerate oggi leggendarie, e ne divenne il Re, governando in pace ed in prosperità. La Causa Suprema, la Divinità invisibile, la Causa senza Causa, che non può essere identificata con alcun essere, il Respiro dell'Assoluto, Brahma come noumeno.

ITCHASHAKTI

 
(San.) - Il potere della volontà. Vedi "Ichchhshakti".

ITHYFALLICO

 
(Gr.) - Qualifica degli dei quali maschi ed ermafroditi, come Venere con la barba, Apollo vestito da donna, Ammon il generatore, l'embrionico Ptah, e così via. Sennonché il fallo, così bene in vista e, secondo le nostre pudiche idee, ora così indecente, nelle religioni Indù ed Egiziana era associato nell'antico simbolismo con idee molto più pure che quella della creazione sessuale. Esprimeva, come dimostrano molti Orientalisti, la resurrezione, il sorgere della vita dalla morte. Perfino l'altro significato, quello sessuale, non conteneva in sè nulla di indecente: "Queste immagini simboleggiano semplicemente, in una maniera molto espressiva, le forze creatrici della natura, senza intenzioni oscene", scrive Mariette Bey, che aggiunge: "È un modo diverso per esprimere la generazione celeste che farebbe entrare il defunto in una nuova vita". I Cristiani e gli Europei in generale se la prendono molto duramente con i simboli fallici degli antichi, Gli dei e le dee nudi, i loro simboli generatori e gli emblemi di questi, hanno dei reparti segreti ad essi assegnati nei nostri musei; perchè, allora, adottare e conservare gli stessi simboli per il Clero e per i Laici? Le feste d'amore nella Chiesa primitiva - le sue agapae - erano tanto pure (o impure) quanto lo erano le feste falliche dei pagani; le lunghe vesti sacerdotali delle Chiese Romana e Greca ed i lunghi capelli portati in quest'ultima, gli aspersori di acqua benedetta ed il resto, stanno quì a testimoniare che il ritualismo Cristiano ha conservato, in modo più o meno variato, tutto il simbolismo dell'antico Egitto. Per quanto riguarda il simbolismo esclusivamente femminile, dobbiamo poi riconoscere che allo sguardo degli archeologi più imparziali l'abbigliamento seminudo delle nostre signore della buona società è molto più allusivo di quanto possano esserlo le fila di lampade a forma di yoni accese in India lungo i sentieri che conducono ai Templi.

ITIFALLO

 
(Gr.) - Simulacro del fallo in erezione, simbolo della fecondità, che nell'antica Grecia veniva portato in processione nelle falloforie. Era anche il nome di un canto e di una danza che venivano eseguito durante queste feste. Epiteto dato dagli Egizi a Priapo, dio dei campi e degli orti, che ostentava il segno della sua prepotente virilità.

ITIHASA

 
(San.) -

ITTITI

 
(Asia) - Detti anche Hittiti, ed Etei, il loro nome deriva dall'ebraico Hittim, o Het, dato ad una delle grandi nazioni dell'Asia Minore antica, florida nel II millennio a.C. Essi davano a sè stessi il nome di Khattu, lo stesso di una antica città. Di lingua indoeuropea, erano arrivati da Oriente e si erano fusi con le popolazioni autoctone. Avevano una religione politeistica, con divinità proprie ed anche sumeriche e babilonesi. A capo del loro pantheon era il dio nazionale, dio della tempesta e della folgore, simile all'assiro Adad ed all'urrita Teshup. Paredra del dio era la dea solare Arinna. Telipinu corrispondeva al Tammuz babilonese ed assiro. Conoscevano l'epopea di Gilgamesh. Adoravano il sole, la luna, Venere e gli elementi naturali. Praticavano la mantica e la magia. Avevano testi di scongiuri, inni agli dei e molti testi rituali.

ITZA

 
(Ame.) - Popolazione che si stanziò nello Yucatan dopo aver invaso la città maya Chichen.

ITZAL

 
-PAPALOTL (Azt.) - Divinità azteca preposta al dominio delle stelle e dell'agricoltura.

ITZAMNÀ

 
(Maya) - Figlio del Dio Padre Hunabku è il dio del Fuoco e dei Vulcani. Il suo nome significa iguana, o lucertola, ed in questa funzione è rappresentato come un sauro con due teste. Venne adorato anche come inventore delle scienze e della scrittura. Insieme al dio Chac rappresenta una delle massime divinità della popolazione Maya. È il Demiurgo, signore del cielo e delle nuvole, del giorno e della notte, inventore del calendario. Aveva il suo santuario a Izamal.
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