Glossario
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AGNI KALPA
(San.) - La Settima Ronda.
AGNIBHU
(San.) - 'Nato dal fuoco', appellativo di Karttikeya nato dall'acqua e dal fuoco, brillante come il Sole, bello come la Luna. Karttikeya è un Kumara, figlio di Rudra, senza intervento di alcuna donna. È generato nel fuoco dal seme di Shiva (lo Spirito Santo) e perciò è detto Agnibhu.
AGNIDRA
(San.) - Figlio primogenito di Priyavrata, re di Jambu-dvipa, padre di cento figli, fra cui Nabhi e Bharata che diede il nome all'India.
AGNIPUTRA
(San.) - In India sono i Figli del Fuoco, in Grecia sono i Geni del Fuoco, ecc.
AGNISHWATTA
(San.) - Una classe di Pitri, i creatori della prima razza eterea di uomini. I nostri antenati solari, che sono contrapposti ai Barhishad, i Pitri o antenati 'lunari', sebbene ciò sia spiegato in maniera diversa nei Purana. Sono i Kumara, i Sette Saggi Mistici, i Plasmatori dell'Uomo interiore, i Figli del Fuoco (agni=fuoco, svatta=gustato). Nell'allegoria exoterica Vedica, gli Agnishvatta sono rappresentati dalla famiglia Grihasta che avendo mancato di mantenere i fuochi domestici avevano perso il diritto di ricevere oblazioni offerte col fuoco. Si tratta della classe di Dhyani detta del Fuoco (i sette Eletti) che si sono incarnati nella Terza Razza umana rendendola perfetta. Appartenevano alla gerarchia dei cosiddetti Draghi di Fuoco della Saggezza. Nei giorni della Lemuria, essi erano i Dioscuri, i Nati dall'Uovo, i sette Dhyan Chohan. Questi 'salvatori' furono poi personificati dai Greci in Prometeo.
AGNOIA
(Gr.) - 'Privato della ragione', letteralmente 'irrazionalità', quando si parla dell'Anima animale. Secondo Plutarco, Pitagora e Platone dividevano l'anima umana in due parti (il manas superiore e quello inferiore), la razionale o noetica e l'irrazionale o agnoia, a volte scritta 'annoia'.
AGNOSTICO
(Gr.) - Una parola la cui invenzione è rivendicata da Mr. Huxley, nel 1869, per indicare colui che crede solamente in ciò che può essere dimostrato dai sensi. Le scuole Agnostiche posteriori danno definizioni più filosofiche del termine. La parola nasce dal greco agnosos, 'non-conoscibile'. Il termine fu applicato a filosofie spesso diverse fra loro (positivismo, relativismo, evoluzionismo, criticismo, ecc.). Agnostico è colui che ha in dispregio ogni metafisica ontologica, in quanto ritenuta uno sforzo vano, irrimediabilmente destinato all'insuccesso. Agnostiche sono le dottrine filosofiche che attribuiscono una funzione essenziale ad una parte della realtà che dichiarano inconoscibile. Agnosticismo è cosa diversa dall'ateismo, dallo scetticismo universale e dall'incredulità. Secondo l'agnosticismo le nostre facoltà conoscitive non rivelano le cose come sono in se, ma solo le relazioni che intercorrono fra noi e le cose stesse : ne consegue che la realtà oggettiva è irraggiungibile. Recentemente il termine è stato applicato anche in campo teologico, in quanto Dio non può essere oggetto di scienza. Gli Agnostici dell'antichità erano quelli che assieme ai Mitolatri adottarono il simbolo della Croce per esprimere un significato impossibile (da cui deriva la X come incognita). Secondo l'Imperatore Giuliano, un Iniziato che conosceva i Misteri era 'una guerra contro la X'.
AGNUS DEI
(Lat.) - È l'Agnello di Dio, il simbolo dello agnello che, nella Sacra Scrittura, indica la persona e l'opera di Cristo. Sotto il profilo sacramentale è un oggetto di devozione benedetto dal Papa, con rito speciale. Ha forma ovale ed è di cera. Su una faccia vi è l'impronta dell'Agnello Pasquale, sull'altra l'immagine di qualche Papa, oppure qualche stemma papale. Nella liturgia della Messa romana, l'invocazione Agnus Dei ha risposta sempre ripetuta 'Miserere nobis'. Viene recitata fra il Pater e la Comunione. Secondo Kenealy, Agnus Dei è il Puro, l'Indù Agni, un personaggio che nei miti primitivi è esente da ogni amore sensuale.
AGOSTINO Aurelio
(Afr.) - Targaste 354, Ippona 430. Teologo e filosofo, Padre della Chiesa Latina, santo. Compì gli studi a Madaura, Ippona, Cartagine, nell'ambiente intellettuale proprio dell'Africa romana, in cui la cultura classica e la stessa lingua latina erano diventate patrimonio comune dei ceti colti. Figlio di padre pagano e di madre cristiana, cominciò gli studi con la grammatica per poi passare, a 19 anni, alla filosofia. Ader' alla setta dei Manichei e condusse vita normale con donne ed amici a Cartagine, dove insegnava retorica. Nel 383 venne a Roma e l'anno successivo assunse la cattedra di retorica municipale a Milano. L'incontro con il vescovo di Milano, Santo Ambrogio, gli permise di accedere ad una esegesi allegorica della Sacra Scrittura e di indirizzarsi verso la filosofia neoplatonica, che approfondì con la lettura di Plotino e di Porfirio. Si convertì al Cristianesimo, abbandonando la donna con cui viveva da tanti anni e dalla quale aveva avuto un figlio. Abbandonata la professione di retore, si diede allo studio della filosofia ed in cinque anni scrisse le sue opere più famose. Improvvisamente avvertì che la sua missione era quella di diffondere nel suo paese la verità cristiana. Nel 391 tornò ad Ippona, dove divenne vescovo nel 395. Combattè le eresie quali il Manicheismo, il Donatismo ed il Pelagianismo. Scrisse le sua opera più famosa, 'La Città di Dio', dopo il sacco di Roma perpetrato dai Goti di Alarico nel 410. Morì dopo che i Vandali si erano spinti fino in Africa e mentre Ippona era assediata dalle truppe di Genserico. Da ricordare anche 'Le Confessioni', tredici libri di autobiografia scritti sotto forma di preghiera e di ringraziamento a Dio.
AGRA
-SANDHANI (San.) - Gli 'Assessori' o Archivisti che, al momento del giudizio di un'Anima disincarnata, leggevano lo svolgersi della sua vita nel cuore di quell''Anima'. Simile ai Lipika della Dottrina Segreta (Vedi Dottrina Segreta, vol. I,p.105).