Glossario
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AMMON
(Eg.) - Uno dei grandi dei dell'Egitto. Ammon o Amoun è molto più antico di Amoun-Ra e si identifica con Baal. Hammon, il Signore del Cielo. Amoun-Ra era Ra, il Sole Spirituale, il 'Sole della Rettitudine', ecc., perchè : 'il Signore Dio è un Sole'. Egli è il Dio del Mistero e i geroglifici del suo nome sono spesso scritti in ordine inverso. Egli è Pan, esotericamente Tutto-Natura, e quindi l'universo e il 'Signore della Eternità'. Ra, come dichiarato in un'iscrizione antica, 'era causato ma non generato da Neith'. Egli è chiamato 'l'autogenerato' Ra, e creò il bene con uno sguardo del suo occhio fiammeggiante così come Set-Typhon creò il male dal suo. Poiché Ammon (anche Amoun o Amen), Ra, è il 'Signore dei mondi posti sul disco del Sole e appare nell'abisso del cielo'. Un antico inno canta il nome 'Amen-ra', e saluta il 'Signore dei troni della terra ... Signore della verità, padre degli dei, creatore dell'uomo, creatore delle bestie, Signore dell'Esistenza, Colui che illumina la Terra navigando nel cielo della Tranquillità. Tutti i cuori si inteneriscono nel vedere Te, signore di vita, salute e forza! Noi adoriamo il tuo spirito che unico ci creò', ecc. ecc. ( Vedi Egyptian Belief di Bonwick). Ammon Ra è chiamato 'lo sposo della propria madre' e suo figlio. (Vedi 'Chnoumis' e 'Chnouphis' ed anche la Dottrina Segreta I, pp. 91 e 393). Era il dio dalla 'testa di ariete' al quale gli Ebrei sacrificavano gli agnelli, e l'agnello della teologia cristiana non è altro che una reminiscenza travisata dell'ariete. Detto anche Amon, è una divinità alto-egizia della città che con termine Greco chiamiamo Tebe, salito in prestigio con l'affermarsi della supremazia dei re della XI dinastia, ma soprattutto con quelli della XII, quattro dei quali tennero a far figurare il nome del dio nella composizione del proprio ( gli Amenemhe dal I al IV). L'iconografia lo rappresentò per lo più con aspetto umano; l'animale a lui sacro era l'ariete. Famosi inni furono composti in suo onore, Con la dea avvoltoio Mut (Moot o Mooth), che non si sa bene se sia la moglie o la madre, ed il figlio, dio luna Honsu (o Khonsu), costituì la triade divina Tebana. Fuso con il dio sole Ra, della città di Eliopoli, fu onorato come Amen-Ra. Celeberrimo il suo tempio a Karnak. I Greci lo identificarono con Zeus ed i Libici eressero un suo oracolo nel deserto. Esotericamente la sua figura è molto complessa. È il Dio creatore delle Acque dello Spazio quando l'Umanità cade nella generazione. È l'occulto dio del mistero, l'altra metà della dea Neith. In un papiro è rappresentato con la testa di montone mentre fabbrica uomini su una ruota di vasaio. In una permutazione teogonica, diventa Horus, Hor-Ammon, ed in una statuetta del periodo saitico si vede Mooth-Iside che lo allatta.
ANIMALI
(I quattro) - Gli animali simbolici delle visioni di Ezechiele (il Mercabah). 'I primi Cristiani celebravano i Misteri della Fede accendendo sette luci, bruciando incenso, il Trishagion, e leggendo il libro dei vangeli sul quale erano incisi, sia sulla copertina che sulle pagine, l'uomo alato, il leone, il toro e l'aquila' (Cabala di Isacco Myer). Ai giorni nostri, questi animali sono rappresentati assieme ai quattro Evangelisti e nelle edizioni della Chiesa Greca introducono i loro rispettivi vangeli. Ognuno rappresenta una delle quattro classi inferiori dei mondi o piani, a similitudine delle quali prende forma ogni personalità. Così l'Aquila (associata a S.Giovanni) rappresenta lo Spirito cosmico o Etere, l'onnipenetrante Occhio del Veggente; il Toro di San Luca rappresenta le acque della Vita, l'elemento che tutto genera e la forza cosmica; Il Leone di San Marco, la energia selvaggia, l'indomito coraggio e il fuoco cosmico; mentre la Testa umana o l'Angelo che è posto accanto a San Matteo è la sintesi dei tre animali fusi nell'Intelletto superiore dell'uomo e nella Spiritualità cosmica. Tutti questi simboli sono Egiziani Caldei ed Indiani. L'Aquila, il Toro, e gli dei dalla testa di Leone sono molti, e tutti rappresentano la stessa idea sia nella religione Egizia, Caldea, Indiana, che in quella Ebraica, però essi, partendo dal corpo astrale, non andavano oltre lo Spirito cosmico o Manas Superiore - in quanto Atma-Buddhi, o lo Spirito Assoluto e l'Anima Spirituale veicolo di essi, non può essere simboleggiato da immagini concrete.
ARHAT
(San.) - Letteralmente significa il 'Venerabile' e rappresenta l'ideale del Buddhismo più antico poiché indica il santo che, avendo raggiunto in vita la perfezione grazie alla conoscenza totale, ha distrutto ogni legame con l'esistenza, è destinato a non più rinascere dopo la morte ed entrerà nel Nirvana. Per i Jaina tale nome è denominazione dei Profeti che nelle varie età annunciarono sulla Terra le dottrine di salvazione e che, saliti al sommo dell'universo, sono esempio di raggiunta perfezione ed oggetto di venerazione, anche se non possono intervenire a favore delle creature ancora erranti nel giro delle esistenze. È anche uno dei gradi di Iniziazione dal quale si ha visione del passato, del presente e del futuro. Non si tratta, comunque del grado più alto che può essere raggiunto, da tale stato, con il superamento di ulteriori tre gradini. Gli Arhat della Bruma Ignea del Settimo Gradino devono salire solo di un grado per raggiungere la Radice-Base della loro gerarchia, la più elevata sulla Terra e sulla nostra Catena Terrestre. L'Arhat sente l'occhio interiore ( il terzo occhio ) e vede con esso, regolando in conformità le proprie azioni.
ASTRALE
(Luce) (Occ.) - La regione invisibile che circonda il nostro globo, come ogni altro, e che corrisponde al secondo Principio del Cosmo (il terzo principio essendo la Vita, di cui essa è il veicolo) al Linga Sharira o Doppio Astrale dell'uomo. Un'Essenza sottile visibile solo all'occhio chiaroveggente, ed il più basso tranne uno (la terra) dei Sette Principi Cosmici o Acasici. Eliphas Levi lo definisce il grande Serpente e il Drago dal quale s'irradia sull'Umanità ogni influenza malefica. È così; ma perchè non aggiungere che la Luce Astrale non emana null'altro che ciò che ha ricevuto; questo è il grande crogiolo terrestre, in cui le basse emanazioni della terra (sia morali che fisiche) con le quali la Luce Astrale è alimentata, sono tutte trasformate nella loro essenza più sottile e irradiate di ritorno intensificate, così da divenire epidemiche - moralmente, psichicamente e fisicamente. Infine, la Luce Astrale è la stessa cosa che la Luce Siderale di Paracelso e di altri filosofi Ermetici. 'Dal punto di vista fisico, è l'etere della scienza moderna. In senso metafisico, spirituale, o occulto, l'etere è molto di più di quanto spesso si immagini. Nella fisica occulta e in alchimia è ben dimostrato che non racchiude solamente nelle sue onde infinite la 'promessa e potenza di ogni qualità di vita, di cui parla Mr. Tyndall, bensì anche la realizzazione della potenza di ogni qualità dello spirito. Gli Alchimisti e gli Ermetici credono che il loro astrale, o etere siderale, oltre la suddetta proprietà di zolfo, e magnesio bianco e rosso, o magnes, sia l'anima mundi, l'officina della Natura e di tutto il Cosmo, sia dal punto di vista spirituale che da quello fisico. Il 'grande magistero' si afferma nel fenomeno del mesmerismo, nella 'levitazione' delle cose umane e inanimate, e può essere definito lo etere nel suo aspetto spirituale. Il termine astrale è antico e fu usato da alcuni neoplatonici, sebbene i Martinisti sono ritenuti da alcuni coloro che coniarono tale parola. Porfirio descrive il corpo celeste che è sempre congiunto con l'anima 'immortale, luminoso e simile ad una stella'. La radice di tale parola si può forse rinvenire nella Aist - Aer Scita - che significa stella o nell'Assiro Ister, che secondo Burnouf ha lo stesso significato (Iside Svelata).
BUDDHISMO
- Il Buddhismo è attualmente diviso in due Chiese distinte: quella Settentrionale e quella Meridionale. Si dice che quella Meridionale sia la forma più pura, avendo conservato gli insegnamenti originari più religiosi del Signore Buddha. Essa è la religione di Ceylon, del Siam, di Burma e di altri luoghi, mentre il Buddhismo Settentrionale si limita al Tibet, alla Cina ed al Nepal. Tale suddivisione, comunque, è inesatta. Se la Chiesa Meridionale è più pura nel fatto che non si è distaccata dall'insegnamento pubblico o exoterico di Sakyamuni, eccetto per alcuni dogmi insignificanti dovuti ai numerosi concili tenuti dopo la morte del MAESTRO - la Chiesa Settentrionale è sorta dall'insegnamento esoterico di Siddharta Buddha che egli ha limitato ai suoi Bhikshu ed Arhat prescelti. Infatti, il Buddhismo dell'era attuale non può essere giudicato dall'una o dall'altra delle due forme exoteriche popolari. Il vero Buddhismo può essere apprezzato solo fondendo la filosofia della Chiesa Meridionale con la metafisica della Chiesa Settentrionale. Se una appare troppo iconoclastica e rigida, l'altra troppo metafisica e trascendentale, pur essendo ricoperta dalle erbacce dell'exoterismo Indù - molti dei del suo Pantheon essendo stati trapiantati con nuovi nomi nella terra Tibetana - ciò è dovuto interamente alla espressione popolare del Buddhismo in entrambe le Chiese. Analogamente, esse stanno nello stesso rapporto che intercorre fra Protestantesimo e Cattolicesimo Romano. Entrambe sbagliano per un eccesso di zelo ed interpretazioni erronee, sebbene sia il clero Buddhista del Nord che quello del Sud non si siano mai distaccati coscientemente dalla verità, ed ancor meno abbiano agito sotto i dettami preteschi, l'ambizione, e con l'occhio rivolto al guadagno e al potere personali, come hanno fatto invece le due Chiese Cristiane.
CINOCEFALO
(Gr.) - L'Hapi Egiziano. Vi era una notevole differenza fra gli dei dalla testa-di-scimmia e il "Cinocefalo" (scimmia amadriade), un babbuino con la testa di cane dell'Egitto settentrionale. Questo babbuino, la cui città sacra era Ermopoli, consacrata alle divinità lunari e a Thot-Hermes, era perciò un emblema della saggezza segreta - come Hanuman, il dio scimmia dell'India e, in seguito, Ganesha dalla testa di elefante. La missione del Cinocefalo era di indicare ai Morti la via per giungere alla Sede del Giudizio e ad Osiride, mentre gli dei scimmia erano tutti fallici. Quasi invariabilmente si trovano in una posizione accovacciata, tenendo in una mano l'outa (l'occhio di Horus) e nell'altra la croce sessuale. Qualche volta si vede Iside cavalcare una scimmia, a designare così la caduta della natura divina nella generazione. Come glifo, serviva a simboleggiare, di volta in volta, il Sole o la Luna. Con il caduceo, il crescente o il loto, è il glifo del mercurio filosofico. Quando lo si vede con una canna o con un rotolo di pergamena, rappresenta Ermete.
COLORI
(Occ.) - La teoria dei colori è uno dei campi della fisica sul quale si è sbizzarrita la maggior parte degli studiosi senza mai pervenire ad una risposta certa e definitiva. Newton ed i suoi seguaci definiscono la luce bianca che emana dal Sole composta di raggi colorati; i colori derivano dalla dispersione dei singoli elementi costitutivi della luce bianca. Per Goethe i colori sono prodotti dall'azione combinata del chiaro e dello scuro; essi sono nuove formazioni che si sviluppano nella luce, e non entità che semplicemente si svolgono dalla luce. Per altri fisici, i colori sono gamme di frequenza all'interno del campo di frequenza illimitato della luce; ognuna di queste gamme, nel colpire la retina dell'occhio umano, determina la sensazione di un colore. Basta così. Nella Cabala i colori sono associati ai Sephirot, nel modo seguente : il bianco a Kether, il grigio a Chokmah, il nero a Binah, il blu a Chesed, il rosso a Geburah, il giallo a Tipheret, il verde a Netzah, l'arancione ad Hod, il violetto a Yesod, mentre a Malkut sono associati il citrino, l'oliva, il ruggine ed il nero. Esotericamente, poi, i colori sono spesso associati a particolari significati, sia del mondo visibile che di quello invisibile. Presso la tribù degli Zuni, ad esempio, si hanno i seguenti accoppiamenti : Bianco = Oriente, Giallo = Settentrione, Rosso = Meridione, Azzurro = Occidente, Nero = Regioni sotterranee, Grano multicolore = Regioni superiori, Grano screziato = Sacerdotessa Madre, ecc.
DAVIDE
(Eb.) - Re di Israele, secondo dopo Saul, fondatore della dinastia che regnò per quattro secoli sul regno di Giuda. La sua storia, ripetuta in più punti, presenta aspetti diversi e varie lacune. Si tratta di un insieme di storia, leggenda, epica, che porta ad attribuire a Davide il titolo di "unto di Dio". A lui farà riferimento il popolo di Israele nei momenti più tragici e dal suo seme nascerà Gesù. La Bibbia racconta che egli "danzava scoperto davanti alla Arca del Patto". Era la danza circolare, la stessa che eseguivano le Amazzoni per i loro Misteri, quella delle figlie di Shiloh, i salti dei profeti di Baal, il culto dei Sabeani, una frenesia bacchica. Tutte queste danze stavano a rappresentare il moto dei Pianeti attorno al Sole. Fu Davide ad istituire l'adorazione del "Dio nell'Arca" e, pare, si debba a lui anche l'aver introdotto il nome di Geova, che aveva preso dai Tiriani e dai Filistei. Aveva come simbolo il leone, animale che aveva sognato la notte prima di affrontare Golia, e la fionda, che usò per abbattere il gigante. Dante lo pone al centro dell'occhio dell'aquila simbolica.
DELTA
(Gr.) - Quarta lettera dell'alfabeto greco che in astronomia è il simbolo della declinazione di un astro, in matematica indica la variazione di una funzione, mentre in fisica indica distanze, piccole lunghezze, deviazioni, deflessioni, decrementi logaritmici, ecc. Il Grande Delta era un triangolo isoscele, considerato il "veicolo della Divinità sconosciuta". Ogni nome di divinità cominciava per delta; per i Beoti il nome di Zeus era DHEOS (Deus). È il simbolo del quaternario, principio di tutto ciò che non è corporeo, nè percettibile. È anche il valore medio fra 1 e 7, essendo il settenario 3+1+3. La troviamo anche come triangolo circondato da raggi, allo interno del quale è disegnato un occhio e le lettere ebraiche che compongono il nome di Jehovah.
DIONISIO
(San.) - Il Demiurgo che, come Osiride, fu ucciso dai Titani e smembrato in 14 parti. Era il Sole personificato o, come dice l'autore del Grande Mito Dionisiaco: "Egli è Phanes, lo spirito della Visibilità materiale, il Ciclope gigante dello Universo, con un luminoso occhio solare, il potere del divenire del mondo, l'animismo onnipervadente delle cose, figlio di Semele ..." Dionisio nacque a Nysa o Nissa, il nome dato dagli Ebrei al Monte Sinai (Esodo,XVII,15), il luogo natale di Osiride, il che identifica entrambi, con giusto sospetto, con "Jehovah Nissi". Come personificazione della vite e dell'ebbrezza che producono i suoi grappoli, è identico a Bacco. Il suo culto gioioso, caratterizzato da danze sfrenate, musiche squillanti, eccessi avvinazzati, sembra sia nato in Tracia. L'analogia fra la sua storia ed i suoi riti con la storia ed i riti di Osiride, hanno indotto gli studiosi a sostenere che il Dioniso greco è l'equivalente di Osiride egizio. Dioniso era anche il dio degli alberi e viene spesso raffigurato con una bacchetta in mano, sormontata da una pigna. Era considerato anche dio del grano e dell'agricoltura; in proposito si racconta che egli sia stato il primo contadino ed abbia insegnato l'agricoltura agli uomini. Secondo la leggenda morì di morte violenta, per poi rinascere. Nei sacri riti a lui dedicati si racconta la sua sofferenza, la sua morte e la sua resurrezione. A lui sono consacrati il toro ed il capretto. Le sue feste erano celebrate dalle Baccanti. Una trattazione dettagliata del mito di Osiride e di quello di Dioniso si trova nel "Ramo d'oro" di Frazier. Il Dioniso Solare è Bacco, Dioniso Chthonius è Dioniso Sotterraneo, Dioniso Sabasio è Epafo Negro.