Glossario
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INVERNO
(Occ.) - Divinità allegorica che presiede al freddo; viene rappresentata come un vecchio coperto di ghiaccio, capelli lunghi e barba bianca, dormiente sopra una grotta. Talvolta è un vecchio vestito di pelle di montone, seduto vicino al fuoco. A lui è sacro il cinghiale perchè si nutre di ghiande, frutto tipicamente invernale, ma anche perchè ama i paesaggi invernali umidi, fangosi e nebbiosi. Anche la cornacchia, perchè con il suo gracchiare predice le piogge invernali. Suoi simboli sono anche il fuoco ed il mantello.
TOSSITOKU
(Gia.) - Nell'antica mitologia giapponese, questo nome veniva dato ad una divinità simile alla Fortuna greca e romana. Era raffigurata con una lunga barba, grandi orecchie, mentre sventolava un ventaglio. Come Dio della prosperità era raffigurato avvolto in un grande mantello che, scosso, faceva piovere ricchezze da tutte le parti.
PURUSHA
(San.) - L'"Uomo", l'uomo divino; nella filosofia Sankya è lo Spirito in contrapposizione a Prakriti, la Materia. Uno dei nomi dell'Assoluto e, sotto altro aspetto, lo stesso che Narayana, "il Sè Spirituale". È la pura consapevolezza non manifesta. Nel Vedismo è l'Essere primordiale che ha in sè la totalità; dopo la sua morte sono state create tutte le cose. Con questa figura si rappresenta in un'unico essere l'unità e la moltitudine. Purusha è l'uomo-spirito, sia naturale (jiva) che cosmico (Maha-purusha o Macrantropo); fra i due è mediatore l'archetipo, "più sottile dell'atomo", presente come forma-folgore nell'etere al centro del cuore, la forma essenziale del quale è la sillaba OM. La realizzazione del purusha è lo scopo dell'ascesi, poiché rappresenta il trascendimento dell'individualità incarnata mediante l'accesso alla sfera indefettibile. Tutte le Upanishad più antiche considerano l'aspetto più realistico del purusha identificandolo alle diverse funzioni nelle quali si rifrange la sua essenzialità: lo ravvisano nel sole e nell'occhio, nelle cinque bestie del sacrificio, o addirittura nel sacrificio medesimo. L'assimilazione del purusha individuale con il purusha universale costituisce uno degli scopi della speculazione upanishadica. Nella meditazione sul purusha convergono, nell'immediatezza propria all'esperienza diretta (anubhava), le speculazioni sacerdotali sull'analogia atman-brahman. Da tali esperienze mistiche, rivolte alla realizzazione di uno "spirito", o di un "sè superiore", il Sankya trarrà materia per la sua concezione relativa al purusha quale polo intelligente, inattivo ed immutabile, opposto alla prakriti, la cui esperienza è lo scopo del sistema stesso. Purusha è uno dei due aspetti del Secondo Logos (l'altro è Prakriti), è lo Spirito dell'Universo. Nel Katha Upanishad si dice che Purusha, lo Spirito Divino, esisteva già prima della materia originale, e dalla loro unione scaturì la grande Anima del mondo, Maha Atma, Brahma, lo Spirito di Vita, .... "Purusha puro creò le acque pure", si dice, l'Atomo Unico è eterno ed increato: da esso deriva l'Atomo dell'Atomo, la causante materiale del mondo durante il Manvantara. Nell'Atomo Unico Purusha e Prakriti sono tutt'uno. Solo nella manifestazione, Prakriti darà origine all'atomo materiale, mentre Purusha andrà a costituirne l'energia. Purusha è il Settimo Principio, il Sè Divino, l'Uomo Celeste dal quale è nato Viraj, sacrificato per la produzione dell'Universo e di tutto ciò che in esso è contenuto.
RIVELAZIONE
(Rel.) - Nella storia delle religioni si può parlare di rivelazione in due sensi: (a) la divinità rivela sè stessa, la propria esistenza e natura, i propri poteri; (b) la divinità rivela la propria volontà ed alcune verità, altrimenti inaccessibili alla mente umana, consegnando ad un popolo o ad un individuo la dottrina divina. In entrambi i casi, essa è un atto sovrano della divinità ed il tipo di rapporto che si instaura presuppone una divinità personale. La rivelazione può avvenire in diversi modi. Uno dei più diffusi è l'oracolo, o divinazione, attraverso il quale la divinità indica, direttamente o per segni, fatti passati di cui non si è avuta coscienza, oppure fatti ancora a venire. Altro modo sono i sogni e le visioni, che possono essere spontanei, oppure cercati. Lo sciamano viene scelto dallo spirito che dovrà guidarlo (si tratta quindi di una rivelazione) e lo farà anche contro la sua volontà: il fatto gli viene comunicato in sogno ed ogni rifiuto comporta punizioni dolorose. Forme di rivelazione straordinarie sono necessarie alle religioni per imporsi sulla religione esistente, forte dei suoi riti, delle sue tradizioni, delle sue verità (Mosè, Buddha, Maometto). Nel cristianesimo, per rivelazione si intende l'azione soprannaturale per cui Dio parla all'uomo, manifestando, circa la sua persona ed i suoi disegni, verità difficilmente o per nulla conoscibili con la sola ragione. Esso, pur accettando che anche in altre religioni vi possano essere delle rivelazione, considera solo la propria autentica ed unica. Tutta la teologia biblica, poi, si fonda sulla rivelazione, e la volontà di Dio può essere conosciuta solo se Egli la rivela. L'Eterno si fa conoscere attraverso gli angeli, oppure appare in visione e parla in sogno, fino a quando si manifesta con il "Nome" e la "Faccia". Le forze della natura, identificate con la divinità, rivelano al popolo ebreo gli attributi di Dio e narrano la sua gloria; il vento, il tuono, il terremoto, il fuoco, sono considerati segni precursori o veicoli delle presenza di Dio e ne precedono o accompagnano la manifestazione.
KELVIN William Thomson
(Ing.) - Belfast 1824, Netherall 1907. Fisico inglese, fu per 53 anni docente di fisica a Glasgow. Fino agli ultimi della sua vita si occupò di lavori scientifici, mantenendosi in contato con gli scienziati degli altri paesi. Una delle sue ricerche più importanti è quella sulla teoria dinamica del calore. Si deve a lui la scala termometrica centesimale e quella assoluta.
KASHER
(Eb.) - O Kosher, è un termine ebraico che designa oggetti e, soprattutto, cibi appropriati ed idonei, cioè rispondenti alla Legge. Kasherut è il sostantivo che indica complessivamente le prescrizioni alimentari; in base ad esse sono vietati determinati cibi, soprattutto animali, sia per la loro natura, che per il modo in cui vengono preparati, o per incompatibilità in caso di assunzione contemporanea. Esiste un kasherut particolare per i giorni di festa; il kasherut è considerato un pilastro dell'ebraismo poiché per certi aspetti è servito a mantenere l'identità culturale e religiosa del popolo ebraico.
KSHATRIYA
(San.) - La seconda delle quattro varna (caste) nelle quali originariamente erano divisi gli Indù, quella dei guerrieri e dei Principi. Talvolta ha anche funzioni amministrative. I doveri principali di questa casta sono : proteggere gli altri, essere liberali, offrire sacrifici, studiare i Veda, mantenersi immuni dai piaceri dei sensi.
FORONEIDE
(Gr.) - Un poema il cui eroe è Foroneo. Questa opera non esiste più. Racconta di Foroneo che in Argolide manteneva una fiamma accesa sul suo altare, per ricordare di aver portato il fuoco sulla terra.
SOPD
(Eg.) - Divinità egizia con aspetto di falco e penne sul capo, che sta a guardia delle frontiere orientali. Aveva centro di culto a Saft el-Henna, dove si manteneva anche il culto del dio assiro Shapti o Shaptu. Sembra che il nome significhi "l'aguzzo", e lo si trova spesso connesso con i denti nei testi rituali.
SAPIENZA
(Fil.) - Possesso di un bagaglio di conoscenze coordinate ad un fine, essenzialmente teoretico. È la perfezione intellettuale. Non va confusa con la Saggezza, che è l'arte di condursi nella vita, di pensare e di comportarsi, tale da conseguire ciò che ci si prefigge come ideale etico della vita stessa. La Saggezza è perfezione morale ed ha carattere eminentemente pratico. Sapienza è possesso di grande scienza e dottrina; può essere una sintesi di grandi doti intellettuali, spirituali e morali che si concretizzano in saggezza, prudenza, equilibrato giudizio, giusto operare. Nella religione cristiana è uno dei sette doni dello Spirito Santo, ed uno degli attributi di Dio, quello che si rispecchia nella persona del Figlio. Giustino Martire dice che il punto di partenza di tutte le religioni del mondo è una Divinità sconosciuta e passiva dalla quale emana un Potere attivo, o Virtù, un Mistero che di volta in volta viene chiamato Sapienza, Figlio, Dio, Angelo, Signore, Logos, ecc. Filone definisce questa Sapienza maschio e femmina, il che fa pensare ad una allusione al primo Logos. Le Acque sono il simbolo della sapienza e degli Insegnamenti occulti. Narayana è "colui che abita nell'abisso", ovvero è uno immerso nelle acque della Sapienza. Dagon, o Oannes, è l'uomo pesce caldeo, il Pesce Sublime, il Dio della Sapienza, che emerge dalle acque per insegnare agli uomini la Sapienza. Il Re Soma è il datore di Sapienza, mentre Budha è la Sapienza Esoterica, che in Grecia veniva rappresentata con Mercurio, o Ermes. Gli Asura sono gli Dei della Sapienza Segreta, in quanto alleati di Soma. I Draghi ed i Naga sono gli eremiti iniziati, i rappresentanti in terra della Saggezza e della Spiritualità. I dodici segni dello Zodiaco sono le dimore dei dodici Ierofanti, Maestri di Saggezza. Per Mosè, il fuoco del Monte Sinai è la Sapienza Spirituale; il popolo, che si trova in basso, vede solo il fumo, ovvero l'aspetto exoterico della Sapienza. I Purana dicono di Vishnu : "La Sapienza giace nascosta sotto il riparo di colui che poggia sul Loto d'Oro (Padma) che galleggia sull'acqua". Per gli Egizi, il Tau è l'Alfa e l'Omega della Sapienza Divina segreta, simbolizzata dalle lettere iniziale e finale di Thoth (Ermete). Per i Samaritani, il Tau significava la "fine", la "perfezione". La veggenza ispirata di Boheme viene considerata dai suoi seguaci come un veicolo attraverso il quale si manifesta la grande Sapienza che proviene dal passato. Nessuna opera religiosa oggi esistente può essere capita senza la Sapienza Arcaica che costituisce il fondamento primitivo sul quale tutte le religioni sono state costruite. La chiave della Sapienza, dice H.P.B., che schiude le pesanti porte che conducono all'arcano dei santuari più profondi, si può trovare solo nascosta nella Religione della Natura. Nell'Albero della Conoscenza, la Sapienza è rappresentata dalla seconda sephira, Chokmah. La Sapienza Divina, come antagonista dell'ignoranza, è Lucifero, Satana, il Portatore di Luce, che cade come folgore e risveglia gli intelletti di coloro che lottano contro l'ignoranza e la superstizione. Nel Libro della Sapienza di Salomone, che fa parte dell'Antico Testamento, vi è una riflessione sulla Sapienza, alla quale si attribuisce una funzione di mediazione sia cosmica che salvifica, che rappresenta quasi una premessa al Logos giovanneo. Nella mitologia, la Sapienza è rappresentata come una donna dal viso quasi virile, occhi celesti, una lunga asta in mano, uno scudo di cristallo al braccio, un elmo in teste coronato d'olivo, talvolta con un cimiero di serpente e le chiome alquanto lunghe. Nel petto ha un gioiello convesso ed il suo cuore è colpito da un raggio di luce che proviene da Dio. Simbolo di questa Sapienza sono: la barba (la portavano lunga i filosofi greci), le molte orecchie (è sapiente chi sa ascoltare), il quadrato (come sede ferma ed immobile), il sale, lo scudo, il tripode. Simbolo della Sapienza di Dio è la pietra da cui scaturisce l'acqua.