Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

TAHT ESMUN

 
(Eg.) - L'Adamo Egiziano; il primo antenato umano. Per gli Egizi era un Dio lunare che esprimeva i sette poteri della Natura, antecedenti allo stesso Dio, e riassunti in lui come le sue sette anime (o principi). Sulla base dell'equivalente simbolismo lo si può paragonare al Cristo dell'Apocalisse, con le sette stelle in mano.

TAHUANTINSUYU

 
(Inca) - Letteralmente significa "quattro cantoni" ed è il nome dell'impero degli Inca che comprendeva Perù, Equador, Bolivia, Brasile e Cile, prima che Pizarro, con la croce in mano, ne facesse scempio. Il termine non si riferiva solo alla dimensione geografica e temporale dell'impero, ma ne designava anche il significato sacro.

QUADRANTE (Occ.)

 
Si chiama "quadrante" ciascuna delle quattro parti in cui si divide un cerchio dopo aver tracciato due diametri perpendicolari, oppure un piano diviso da due rette perpendicolari fra di loro. Il quadrante, pertanto, può essere una area definita, nel caso di un cerchio di circonferenza nota, oppure un'area indefinita nel caso di un piano o di un cerchio di circonferenza indefinita. Il primo quadrante è quello in alto a sinistra, il secondo quello in alto a destra, il terzo quello in basso a sinistra, il quarto quello in basso a destra. Presso gli Egizi, la croce (i due diametri perpendicolari o le due rette perpendicolari) era il simbolo dei quattro quadranti (che erano delimitati dai bracci della croce); ciascun quadrante equivaleva ad uno dei quattro elementi fondamentali. In astrologia, si chiama "quadrante", o quarto, la quarta parte di una circonferenza, compresa quella zodiacale. Ogni quadrante (la cui dimensione può essere variabile) comprende tre Case, con la seguente successione: I Quadrante (in basso a sinistra) : Prima, Seconda e Terza; II " (in basso a destra) : Quarta, Quinta e Sesta; III " (in alto a destra) : Settima, Ottava e Nona; IV " (in alto a sinistra) : Decima, Undecima e Dodicesima QUADRATO (Occ.) - Figura geometrica piana avente quattro lati uguali: un parallelogramma con lati opposti paralleli ed uguali. Esso è equilatero ed equiangolo (può essere considerato, infatti, sia un rettangolo che un rombo), le sue diagonali sono perpendicolari ed uguali. Si chiama quadrato latino di ordine n una tabella quadrata avente n righe ed n colonne, in cui ogni riga ed ogni colonna è costituita dai numeri 0,1,2,...,n-1, disposti in un ordine qualsiasi. Vediamo due esempi (A e B) : Esempio A Esempio B Esempio C 0 1 2 2 1 0 (0,2) (1,1) (2,0) 1 2 0 0 2 1 (1,0) (2,2) (0,1) 2 0 1 1 0 2 (2,1) (0,0) (1,2) Il quadrato greco-latino, di ordine n, deriva dal quadrato latino, ed ha in ogni casella le coppie ordinate dei numeri che in A e B occupano quella casella (Esempio C). Si chiama quadrato magico di ordine n, una tabella quadrata costituita dai primi "n al quadrato" numeri naturali, disposti in maniera che la somma dei numeri contenuti in ciascuna riga, in ciascuna colonna ed in ciascuna diagonale sia sempre la stessa. Non esiste alcun quadrato magico di ordine 2, uno solo di ordine 3, 880 di ordine 4, 60.000 di ordine 5, ecc. Vediamo alcuni esempi, con metodi di costruzione diversi. Esempio A Esempio B Esempio C 11 24 7 20 3 1 15 14 4 1 14 4 15 4 12 25 8 16 12 6 7 9 12 7 9 6 17 5 13 21 9 8 10 11 5 13 2 16 3 10 18 1 14 22 13 3 2 16 8 11 5 10 23 6 19 2 15 Esistono quadrati magici, quadrati bimagici, quadrati trimagici, ecc., costruiti con il metodo di Fermat, di Makowski, ecc., con combinazioni di vario genere sulle righe, sulle colonne, sulle diagonali. Non è possibile scendere in ulteriori dettagli dal momento che i quadrati magici, la loro costruzione, la loro interpretazione, costituiscono materia di scienza occulta che non è dato rivelare. Il Quadrato è la seconda figura geometrica (dopo il Triangolo) nella Natura manifestata, è il simbolo delle Quattro Forze o Poteri Sacri; il Macroprosopo è il Quadrato Perfetto Assoluto. Il tabernacolo che Mosè eresse nel deserto era di forma quadrata. In filosofia, il quadrato aristotelico è una rappresentazione schematica delle relazioni che intercorrono fra proposizioni aventi lo stesso soggetto e lo stesso predicato, ma diverse per quantità e qualità. Noto anche come "quadrato delle opposizioni", esso reca nel lato superiore le relazioni contrarie, in quello inferiore le relazioni subcontrarie, nei lati verticali le relazioni subalterne, e nelle diagonali le relazioni contraddittorie. In astrologia, il quadrato presenta uno degli aspetti planetari, ossial la distanza angolare fra un pianeta ed un altro. Il quadrato, o la quadratura, si ha quando fra i due pianeti vi è un angolo di 90 gradi. La teoria degli aspetti si basa sul metodo pitagorico che costruiva poligoni regolari all'interno del cerchio; gli aspetti si formano sui rapporti numerici: 1 vale congiunzione, 2 opposizione, 3 trigono, 4 quadrato, ecc. Le divisioni del cerchio a base 2 e 4 sono considerate disarmoniche, quelle a base 3 e 6 armoniche. Il quadrato, pertanto, è un aspetto dissonante.

RAMEE Luoise de la

 
(Ing.) - Bury St.Edmunds 1839, Viareggio 1908. Meglio nota con lo pseudonimo di Ouida, figlia di Luigi Ramè, fu una bambina precoce che manifestò presto la sua vocazione per la lettura e la scrittura. Frequentò le scuole locali, poi andò a studiare a Parigi. Morto il padre, tornò in Inghilterra con la madre; di temperamento emotivo, dotata di immaginazione vivida e fiammeggiante, manifestò sempre una grande fantasia. Visse con gran lusso a Firenze, finche ebbe denaro, ed anche a Lucca. Non aveva la dote di intendersi con i propri simili ed ebbe spesso grandi problemi con gli editori. Le sue opere più famose sono: Schiavitù, Sotto due bandiere, Chandos, La stufa di Norimberga, Il cane dei Flanders.

TALIA

 
(Mit.) - Una delle nove muse, quella che presiede alla commedia. Viene rappresentata come una donna giovane e bella, di aspetto giocondo e scherzoso, con una corona di edera in testa, il pedum (bastone da pastore) in una mano ed una maschera nella altra. Calza i socchi ed ha come emblema una scimmia. Talia è anche il nome di una delle tre Grazie.

TANTRIKA

 
(San.) - Adepto di una setta tantrica ed anche cerimonie connesse al culto tantrico. Poiché Shakti ha una duplice natura, bianca e nera, buona e cattiva, i Shakti sono divisi in due classi, i Dakshinacharis ed i Vamacharis, cioè i Shakti della mano destra e quelli della mano sinistra vale a dire maghi "bianchi" e "neri". Il culto di questi ultimi è il più licenzioso ed immorale.

TAOER

 
(Eg.) - Il Tifone femminile, l'ippopotamo, chiamato anche Ta-ur, Ta-op-oer, ecc.; essa è la Thoueris dei Greci. Questa moglie di Tifone era rappresentata come un mostruoso ippopotamo, che sedeva sulle gambe posteriori, con un coltello in una mano ed il nodo sacro nell'altra (il "pasa" di Shiva). La sua schiena era ricoperta da scaglie di coccodrillo ed aveva una coda di coccodrillo. È chiamata anche Teb, per cui il nome di Tifone, talvolta, è anche Tebh. Su un monumento della sesta dinastia essa è chiamata "la nutrice degli dei". In Egitto era temuta perfino più di Tifone. (Vedi "Tifone").

TARAN

 
(Sca.) - Ed anche Taranis, nella mitologia nordica è il Dio della guerra e poiché spesso è rappresentato con il tuono in mano, gli si attribuiscono anche caratteristiche che lo rendono affine al romano Giove. Altro suo simbolo è la ruota. A questa divinità venivano offerti sacrifici umani.

NIRMANAKAYA

 
(San.) - Letteralmente significa "il corpo che si è costruito" e sta ad indicare il veicolo che viene utilizzato da un essere che ha rinunciato al Nirvana: un Buddha di Compassione, che continua a sacrificarsi per l'umanità. Nella filosofia esoterica è qualcosa di completamente diverso dal significato popolare attribuito ad esso, e dalle fantasie degli Orientalisti. Qualcuno chiama il corpo Nirmanakaya "il Nirvana con i resti mortali" (Schlagintweit ed altri) supponendo probabilmente che sia un tipo di condizione Nirvanica durante la quale viene mantenuta sia la coscienza che la forma. Altri dicono che sia uno dei Trikaya (tre corpi), con il "potere di assumere qualsiasi forma od aspetto allo scopo di propagandare il Buddhismo" (idea di Eitel); ed ancora, che "è lo avatara incarnato di una divinità" (Eitel), e così via. L'Occultismo, d'altro canto, dice che Nirmanakaya, sebbene letteralmente significhi un "corpo" trasformato, è una condizione. La forma è quella dell'Adepto o dello Yogi che entra in questa condizione post-mortem, o la sceglie preferendola a quella del Dharmakaya, o stato nirvanico assoluto. Egli lo fa perchè questo ultimo Kaya lo separa per sempre dal mondo della forma, conferendogli uno stato di felicità egoistica al quale nessun essere vivente può partecipare; in tal modo l'Adepto è escluso dalla possibilità di aiutare l'umanità e perfino i deva. Comunque, come Nirmanakaya, l'uomo lascia dietro di sè solo il suo corpo fisico e trattiene tutti gli altri "principi", eccetto quello Kamico, perchè egli, durante la vita, lo ha sradicato per sempre dalla sua natura ed esso non può giammai risorgere nel suo stato post-mortem. Così, invece di una felicità egoistica, egli sceglie una vita di auto-sacrificio, un'esistenza che termina solo con il ciclo di vita, al fine di essere in grado di aiutare l'umanità in un modo invisibile, seppure in una delle maniere più efficaci. (Vedi La Voce del Silenzio, terzo frammento, "Le Sette Porte"). Un Nirmanakaya, quindi, non è, come comunemente si crede, il corpo "nel quale un Buddha o un Bodhisattva appaiono sulla terra", ma è veramente uno che, durante la vita, sia come Chutuktu che come Khubilkhan, un adepto o uno yogi, è diventato da quel momento un membro di quell'Esercito invisibile che, entro i limiti Karmici, protegge l'Umanità e veglia su di essa. Scambiato spesso per uno "Spirito", per un Deva o per lo stesso Dio, un Nirmanakaya è sempre un protettore, un compassionevole, un vero angelo custode per chi diventa degno del suo aiuto. Qualunque obiezione possa essere avanzata contro questa dottrina, per quanto essa possa essere negata, poiché non è mai stata resa pubblica in Europa finora ed è quindi sconosciuta agli Orientalisti, ragion per cui deve necessariamente essere "un mito di invenzione moderna" - nessuno sarà tanto audace da dire che questa idea di aiutare l'umanità sofferente a prezzo del proprio interminabile sacrificio di sè, non sia una delle più grandi e nobili idee sviluppate dal cervello umano. I Nirmanakaya hanno superato il limite dell'illusione e, quindi, per essi non vi è Devachan. Talvolta vengono identificati con i Siddha, spiriti individuali e coscienti di grandi Saggi, che vivono in un mondo superiore al nostro e si incarnano volontariamente in corpi mortali allo scopo di aiutare la razza umana nel suo progresso ascendente. Si tratta di quegli esseri umani ai quali vengono riconosciuti innati la conoscenza, la sapienza, ed anche i poteri occulti e misteriosi.

SABBATH

 
(Ebr.) - Può essere considerato sinonimo di Sabbah con il significato di "settimo giorno" ed anche di "giorno di Saturno"; in questo senso può essere collegato al Sabba ed al Pralaya. Ma spesso questo termine viene trattato in modo specifico, quasi lo si ritenga degno di particolare attenzione. In passato questa parola aveva un profondo significato mistico e Gesù ne manifestò un profondo disprezzo. Nel testo greco, Sabbath sta per l'intera settimana, tanto che Paolo dice: "Io digiuno due volte nel sabbath..... e la loro felicità sarà eterna, perchè saranno uno con il Signore e godranno un eterno sabbath". Questo periodo di sette giorni nasceva da un semplice calcolo : la divisione del ciclo lunare per quattro. Il settimo giorno di ogni periodo, poi, era un sabbath, un giorno sacro a Jehovah. Il mondo nacque il settimo giorno, perchè i primi sei giorni servirono a prepararlo; e se i primi sei giorni rappresentano momenti di evoluzione attiva, il settimo è un periodo passivo. Gli Ebrei avevano una settimana di sette giorni, ma anche una settimana di sette anni, nella quale ogni anno aveva la durata di 360 anni solari, il che portava ad una durata totale di 2520 anni. Ne conseguiva che vi era un sabbath settimanale, uno annuale, ecc. con durate che andavano dalle 24 ore ai 24000 anni ed oltre. Come si può ben vedere non erano solo i Brahmani a confondere le idee sul calcolo del tempo! Il Grande Giorno è il settimo Sabato, quello che si avrà al termine della settima Ronda.
Vai alla Bibliografia