Glossario
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SELILAH
(Eb.) - Preghiera penitenziale ebraica che, secondo il Talmud, Dio stesso avrebbe insegnato a Mosè quando, sul Sinai gli manifestò la sua misericordia. La più famosa è quella che comincia con le parole Zekar berit, che significano "ricorda il patto".
GILGAMESH
(Sum.) - Nome sumerico di incerto significato, dato ad un eroe sumerico, babilonese ed assiro, per due terzi Dio e per un terzo uomo. Quinto re della I Dinastia della città di Uruk, è protagonista del poema epico nel quale sono narrate le vicende mitiche della società mesopotamica. Il poema racconta come Enkidu, una creatura primordiale mandata da Anu per combattere la dittatura di Gilgamesh, lotta con l'eroe, ne diventa amico, ed assieme compiono gesta eroiche. Assieme si avventurano in una foresta magica alla ricerca del significato della vita, ma lì incontrano il toro del cielo, inviato dagli Dei per ucciderli. Enkidu viene ucciso, Gilgamesh uccide il toro, ma rimane solo e si chiede quale sarà il suo destino. Va alla ricerca di Utnapishtim, l'eroe sopravvissuto al diluvio universale, per chiedergli come si può sfuggire alla morte. Durante questa ricerca supera prove incredibili, rifiuta l'amore di Ishatar e naviga fin oltre l'Oceano della Morte. Trovato Utnapishtim, questi risponde che per avere la spiegazione richiesta deve vegliare sette notti e sette giorni. Gilgamesh non vi riesce, e si addormenta. Al risveglio, l'eroe del diluvio gli dà un'ultima possibilità : sul fondo del mare vi è una pianta che dona l'eterna giovinezza. Gilgamesh si tuffa, trova la pianta, ma mentre la porta a galla gli viene rubata da un serpente che immediatamente diventa immortale. A questo punto Gilgamesh si arrende, piangendo al suo destino di uomo; il suo viaggio lo ha condotto, in modo avventuroso, al vero significato della vita eterna, peculiarità esclusivamente divina, e non gli rimane che rassegnarsi alla morte, prerogativa questa degli uomini.
QUERCIA
(Occ.) - Dal sanscrito khar che significa "duro"; un albero ghiandifero assai grande e dal legno molto duro. È una delle tante manifestazioni del sacro nel mondo vegetale, sia per il suo aspetto forte e maestoso, che per la resistenza e la durata del legno. Simbolo della forza, della resistenza, della perseveranza, della lealtà, della virtù eroica. Corone di quercia erano date ai vincitori degli agoni greci, mentre corona di quercia con ghiande andava al soldato romano che salvava la vita ad un compagno, in battaglia. Nelle religioni indo-europee è strettamente connessa con le divinità supreme, folgoratrici e tonanti. Secondo alcuni, Quercus deriva da Percus, e Giove, nel paganesimo baltico, era chiamato Quernus, e Perkunas. In lingua celta, drus significa quercia, e per i sacerdoti celti, i Druidi, la quercia era un albero estremamente sacro, all'ombra della quale spesso compivano le loro cerimonie. Anche per gli antichi Greci era una pianta molto sacra, se dobbiamo credere a Ferecide ed alla sua cosmogonia, che ci parla della quercia sacra "nei cui lussureggianti rami dimora un serpente (cioè la saggezza), che non può essere snidato". Ogni nazione, e preminentemente gli Indù, aveva i propri alberi sacri. Talvolta la quercia veniva impiegata per ottenere vaticini, come nel caso della Sacerdotessa di Dodona. Una leggenda vuole che il primo albero a spuntare sulla terra sia stato la quercia che, secondo Esiodo, portò ai mortali un duplice beneficio: le ghiande per alimentarsi ed il legno per fare i tetti delle capanne. La forma lobata delle sue foglie sarebbe dovuta al diavolo che avrebbe comprato l'anima di un uomo dando come scadenza il cadere delle foglie della quercia. Ma quando in autunno si recò all'albero per raccogliere l'anima, non potè perchè le foglie non erano cadute. Folle di ira, si diede a lacerare le foglie con tutta la violenza di cui era in possesso. Come regina delle piante, la quercia era dedicata a Giove, re degli Dei. Frazer, nel suo "Il Ramo d'Oro", dedica un capitolo al vischio, una pianta parassita che spesso vegeta su altre piante. A parte il legame fra il vischio e Baldur, il leggendario personaggio della mitologia nordica, a dire di Plinio, il vischio nato sulla quercia aveva particolari qualità medicamentose, soprattutto se raccolto nel primo giorno di luna, senza l'ausilio di arnesi di ferro e se non veniva a contatto con il suolo. Ciò perchè qualunque cosa crescesse su una quercia era mandata dal cielo e stava ad indicare che l'albero era stato prescelto da Dio. Alcune tradizioni sopravvivono ancor oggi. La mattina del giorno di San Giovanni, i contadini del Piemonte e della Lombardia vanno a cercare le foglie di quercia per l'olio di San Giovanni che si presume guarisca le ferite di arma da taglio. Inoltre sembra che il legno più sacro adoperato per le feste del fuoco che venivano celebrate presso molti popoli europei nel periodo di mezza estate, fosse proprio il legno di quercia.
ADIKRIT
(San.) - Letteralmente, il 'primo prodotto' o fatto. La Forza creativa eterna ed increata, che si manifesta periodicamente. Attribuita a Vishnu durante il suo stato di inattività sulle 'acque dello spazio' durante il 'pralaya'.
AVYAKTA
(San.) - La causa non rivelata; inscindibile o indifferenziata; l'opposto di Vyakta, il differenziato. Il primo termine è usato per ciò che è immanifesto, il secondo per la Divinità manifesta, o di Brahma e Brahma.
CHICHAN
(Maya) - Serpente Celeste del Calendario lunare Maya. Il glifo si manifesta sotto numerose varianti. Il suo aspetto, spesso, ricorda alcuni blocchi che rappresentano divinità della terra.
DECADE
(Eso.) - È il numero 10, ovvero il cerchio tagliato in due da un diametro verticale. Il cerchio è lo Zero, la Divinità Celata, mentre il diametro è il Dio manifestato. Era sacra per Pitagora e rappresentava la Tetractis: È la Sintesi del TUTTO Assoluto che si manifesta nel Verbo, o Potere Generatore della Creazione. Da un lato rappresenta l'Unità, dall'altro la molteplicità, ovvero la materia che si differenzia. La suddivisione classica è : ternario, quaternario, ternario, ma talvolta viene suddivisa in settenario più ternario.
DOTTRINA
(Fil.) - Complesso delle opinioni di una scuola o di un filosofo, complesso dei dogmi di una religione. Spesso viene usato per essa il simbolo dell'acqua : limpida e chiara quando la dottrina è manifesta, profonda e scura quando la dottrina è astrusa ed occulta. Anche la Cattedra viene talvolta usata, sia come seggio della sapienza che come sede di eresia. La lira è simbolo di buona dottrina, poiché con essa Orfeo insegnava agli uomini la religione ed i buoni costumi. Ed anche il pane può servire a simboleggiare la dottrina : le dodici corbe di pezzi di pane avanzate alla cena della larga liberalità di Cristo, secondo gli interpreti, rappresentano simbolicamente la dottrina dei dodici apostoli.
EPILIPILIA
(???) - È il dio supremo presso i Pigmei; è il dominatore della sfera celeste e degli eventi atmosferici. Come dio della caccia egli si manifesta attraverso l'arcobaleno, che rappresenta il suo arco.
VITA
(Eso.) - Viene ufficialmente definita come "stato di attività della sostanza organizzata, comune alle piante ed agli animali". Che cos'è uno stato di attività ? Che cos'è la sostanza organizzata ? Ed il sasso formato da atomi, i cui elettroni girano vorticosamente, è vivo o morto ? Le risposte della scienza ufficiale creerebbero un tale crescendo di domande che si ritiene più vantaggioso tentare di percorrere un'altra via. Esotericamente, la Vita è la Forma Unica dell'Esistenza, che si manifesta in ciò che viene chiamata Materia. La materia è il veicolo per la manifestazione dell'Anima su questo piano di esistenza; l'Anima è il veicolo per la manifestazione dello Spirito, su un piano più elevato; tutti e tre, sono una Trinità sintetizzata dalla Vita, che li pervade tutti. La Vita è l'Essenza primordiale, che in Natura si manifesta come Vitalità, che agisce secondo le condizioni che trova per esplicare la sua attività. Per quanto riguarda il nostro pianeta, il Sole è il Fuoco della Vita; geometricamente rappresentato il fenomeno, abbiamo che il cerchio è il Pensiero, il Diametro è il Verbo, la loro unione è la Vita. Nella Cabala, la vita è indicata con Nephesh, per lo zoroastrismo è Ormudz "il re della vita", nel Pimandro si dice: "Il Pensiero, il divino, che è Luce e Vita, attraverso il Verbo produsse il Pensiero operante". Nel Commentario sono i Sette Padri ed i Quarantanove figli ed essere chiamati luce e vita. Sette è il numero della vita, è il Padre-Madre, il triangolo sopra il quadrato. Nel corpo umano la vita è intesa come "prana", potere attivo che produce tutti fenomeni umani. Il cubo è materia (è composta di sei quadrati), la piramide è forma (è composta da quattro triangoli). Piramide e cubo, forma e materia, sono la manifestazione della vita. In Egitto, Ank stava a significare anima, vita e sangue. Lo uomo animato, vivente, era un settenario (il cubo disteso, la croce). La Vita Universale è la sorgente di ogni forma di vita, ed essa permea tutta la materia, compresa quella detta inorganica. Essa è la sorgente e la motrice di tutto. La vita esiste in tutti i corpi celesti, nelle forme più idonee allo stato del corpo stesso, ossia dello stadio evolutivo che esso ha raggiunto. È sbagliato pensare che il modello terrestre debba essere unico per tutto l'Universo. Il principio di vita può uccidere quando è troppo esuberante, come quando è troppo scarso. Questo principio, sul piano manifestato, è l'effetto ed ilo risultato dell'azione intelligente di una Legione, o Principio collettivo, costituito dalla Vita e dalla Luce in manifestazione. De Quatrefages scrive: " È verissimo che non sappiamo cos'è la vita; ma nemmeno sappiamo cos'è la forza che fa muovere le stelle ... gli esseri viventi sono pesanti, e quindi soggetti alla gravitazione; essi sono sede di parecchi e vari fenomeni fisico-chimici, indispensabili alla loro esistenza, e che dobbiamo attribuire ad un'azione eterodinamica: elettricità, calore, ecc. Questi fenomeni si manifestano sotto l'influenza di un'altra forza ... la vita non è antagonistica alle forze inanimate, ma governa e guida la loro azione secondo le sue leggi". Papus scrive: "Tutto è analogo, la legge che regge i mondi regge la vita dell'insetto ... conoscere il segreto della cellula è conoscere il segreto di Dio ... per gli uomini la Vita è la forza trasportata dai globuli sanguigni e che viene a rigenerare gli organi; ma questa, in realtà, è la vita umana, non è la Vita ... la vita è la forza solare trasformata". E Kremmerz, a sua volta, scrive: " La macchina animale sviluppa sensibilmente suono, calore, magnetismo, elettricità, ed insensibilmente la luce. Ora se queste forze esclusivamente fisiche si riducono nell'organismo umano al movimento del sangue ed al principio intelligente motore, si ha il mistero della vitalità, o vita-moto, che è sincrona al movimento, che è l'astratto dell'unità delle forze meccaniche della natura visibile". E più avanti aggiunge: "La Forza unica è la Vita dell'universo ... Ogni fenomeno, di qualunque natura e specie, in alto come in basso, nella materia come nello spirito, nel visibile come nell'invisibile, nel sensibile come nel sovrasensibile, è prodotto da un Impulso regolatore e dalla Forza Unica, o Vita dell'Universo". Ritornando al nostro mondo, troviamo, in relazione ai fenomeni vitali, due opposte concezioni: il vitalismo ed il meccanicismo. Il vitalismo dichiara che l'essenza dei fenomeni vitali non può essere completamente espressa in termini fisici e chimici, anche se questi sono alla base delle funzioni biologiche; deve esistere una Forza che a tali fenomeni da sostegno. Il meccanicismo rifiuta qualsiasi spiegazione della vita che non rientri nell'ambito delle scienze fisiche e si propone di dare una interpretazione di tutti i fenomeni vitali su base esclusivamente fisico-chimica. Posizione intermedie fra vitalismo e meccanicismo possono essere considerate l'olismo e l'organicismo. Gli antichi rappresentavano la vita con un genio che portava in mano una fiaccola, la cui fiamma raggiungeva il cielo; i cristiani la paragonano ad una navigazione tempestosa i cui emblemi sono ancora, faro e nave; i Platonici ritenevano che le anime mandate per i corpi umani uscissero per il cancro, che chiamavano porta degli uomini, mentre per il capricorno passavano le anime degli Dei; i cristiani paragonavano la vita dei religiosi con una palma, il cui tronco è ruvido e scabroso all'inizio, armonioso e liscio alla sommità; il fuoco è ritenuto da sempre il simbolo fondamentale per la nascita della vita (forse perchè il calore è sempre associato alla vita e dove non vi è calore non vi è vita), e questo significato era certamente associato al fuoco di Vesta; per gli Egizi, il simbolo della vita era il Tau. L'occhio aperto è l'emblema della vita, l'occhio chiuso rappresenta la morte: si aprono gli occhi per nascere, si chiudono gli occhi per morire. I Romani chiudevano gli occhi al moribondo, con un rito quasi sacro, e gli riaprivano quando lo deponevano sul rogo per bruciarlo: ciò perchè era proibito guardare negli occhi una persone in agonia. Il Sole terso è risplendente è simbolo di vita serena e tranquilla, coperto da nubi rappresenta la vita travagliata e sofferente. Per gli antichi, sognare il sole coperto da nubi era presagio di morte sicura.