Glossario
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Q'LIPPOTH
(Eb.) O Klippoth, Kelippah, Kelippot. Sono i "gusci", le bucce, le forze del male, che hanno coperto le 288 scintille di luce spirituale. Secondo la Cabala di Luria, tutti i mondi erano alla origine spirituali, ma in seguito alla "rottura dei vasi", il mondo di asiyyah, disceso dalla posizione precedente, si mescolò alle kelippot (gusci impuri), che in linea di principio dovevano rimanere separate, producendo un mondo di materia cieca che non aveva più nulla di spirituale. Il potere delle kelippot sarà spezzato in un tempo futuro, il mondo di asiyyah ritornerà spirituale e sarà possibile la comunione di ogni creatura con Dio. La redenzione finale si avrà quando neppure una scintilla di santità sarà rimasta nelle kelippot. Essa non avverrà ad opera di un singolo messia, ma si realizzerà nel corso di una lunga catena di attività, il tikkun, che riporterà l'armonia nel mondo. Il Messia deve scendere nel regno delle Kelippah, apparentemente per sottomettersi al loro dominio, in realtà per adempiere l'ultima parte della sia missione, la più difficile, sconfiggere le Kelippah dall'interno. La magia nera consiste, sempre secondo la Cabala, nel trarre lo spirito di impurità dalle Kelippot e mescolarlo con il puro, con una manipolazione di forze che in qualche caso è considerata giustificabile, soprattutto quando si deve combattere la stessa magia nera. Nella dialettica della creazione, le Kelippah, forze del male, hanno le radici in Dio, nella luce non creativa; ne deriva che il dualismo forma e materia, assume un aspetto nuovo : la luce senza pensiero non è malefica di per sè, ma diventa tale per opporsi ad ogni cosa che non è Ein-Sof e tenta di distruggerla. La luce pensante crea, la luce non pensante distrugge; Lilith svolge nel mondo delle Kelippah lo stesso ruolo che Shekhinah svolge nel mondo della santità: la prima è la madre della gente empia, la seconda della Casa di Israele. Demoni o Gusci che popolano il Mondo Aseeyatico chiamato anche Olam Klippoth. Nelle allegorie Cabaliste, è la residenza di Samael, il Principe delle Tenebre. Ma fate attenzione a ciò che si legge nello Zohar (II, 43/a): "Per il servizio del Mondo Angelico, il Santo ... fece Samael e le sue legioni, ovvero il mondo delle azioni, che sono come le nuvole usate (dagli Spiriti superiori o inferiori, i nostri Ego) per cavalcarle discendendo sulla terra, servendo come fossero i loro cavalli". Questo, unitamente al fatto che il Q'lippoth contiene la materia con la quale sono fatte le stelle, i pianeti e perfino gli uomini, mostra che Samael con le sue legioni è semplicemente materia caotica ed incontrollata che, nel suo stato più sottile, è usata dagli spiriti per rivestirsene. Nel Catechismo Occulto, parlando del "vestimento" o forma (rupa) degli Ego che si incarnano, è detto che essi, i Manasa-putra o Figli della Saggezza, usano, per consolidare le loro forme allo scopo di discendere nelle sfere inferiori, le scorie di Swabhavat, cioè quella materia plastica che è dappertutto nello Spazio - in altre parole, l'ilus primordiale. E queste scorie sono ciò che gli Egiziani hanno chiamato Tifone, e gli Europei moderni Satana, Samael, ecc., ecc. Deus est Demon Inversus - Il Demonio è il rivestimento interno di Dio.
THRAETAONA
(Maz.) - Il Michele Persiano che combattè contro Zohak o Azhi-Dahaka, il Serpente distruttore, la Guerra in Cielo. Nell'Avesta, Azhi-Dahaka è un mostro a tre teste, una delle quali è una testa umana e le altre due sono Ofidiane. Dahaka, che nelle Scritture Zoroastriane si fa provenire da Babilonia, sta come simbolo allegorico della dinastia Assira del Re Dahaka (Az-Dahaka) che governò l'Asia con pugno di ferro, i cui stendardi portavano il segno rosso del dragone, purpureum signum draconis. Metafisicamente, tuttavia, la testa umana indica l'uomo fisico, mentre le due teste di serpente sono i principi manasici duali - poiché entrambi, il dragone ed il serpente, sono simboli della saggezza e dei poteri occulti.
ISAIA
(Eb.) - Profeta biblico vissuto fra l'VIII ed il VII secolo a.C., secondo il canone cristiano è il primo dei profeti maggiori. Figlio di Amoz, sposò una donna che era detta "profetessa", dalla quale ebbe almeno due figli. Nato ed educato probabilmente a Gerusalemme, esercitò un grande influsso nella vita pubblica, specialmente sotto Ezechia. Secondo i Rabbini egli discendeva dalla tribù di Giuda ed era nipote di re Amasia. Predicò nel regno di Giuda a Gerusalemme in difesa della fede jahwistica (il suo nome in ebraico significa "salvezza di Jahvè), minacciata dai costumi stranieri, dalla idolatria e dal formalismo cultuale. L'anno in cui morì Ozia ebbe la famosa visione dei serafini durante la quale ebbe le labbra purificate con il fuoco divino; fu perciò chiamato al ministero profetico che esercitò sotto quattro re di Giuda. questa missione a creare il conflitto che lo condusse al martirio sotto Manasse, fatto a pezzi con una segna di legno. Ad Isaia sono attribuiti il libro biblico che porta il suo nome, detto Protoisaia, che va dal cap. 1 al 39, mentre è da attribuire ad altri il Deuteroisaia, ovvero i cap. 40-55. Esiste anche un Tritoisaia. La tradizione racconta che, mediante un quadrante solare, egli abbia fatto indietreggiare l'ombra in favore di Ezechiele.
API
(Eg.) - Dio Egiziano, adorato sotto la forma di toro sacro di Menfi, col disco solare sulla testa, o sotto la figura di uomo con testa di toro. Qualcuno lo identifica con la Luna. Erodoto lo descrive così : 'Api è un giovane toro la cui madre non può avere altri parti; gli Egiziani la credono fecondata da un raggio mandato dal cielo, mediante il quale produce Api. Il segno della divinità lo si trovava in molti dettagli: il mantello tutto nero, un quadrato bianco sulla fronte, un'aquila disegnata sulla schiena, due qualità di peli sulla coda, ecc. La tradizione vede in lui l'incarnazione del dio Ptah.
DEUCALIONE
(Gr.) - Mitico figlio di Prometeo, unico superstite sul Monte Otri (Parnaso), con la moglie Pirra, figlia di Epimeteo, fratello di Prometeo, al diluvio mandato da Zeus per punire le colpe umane. Questi due sopravvissuti generarono una nuova generazione umana gettando pietre dietro le loro spalle: quelle di Deucalione diventavano maschi, quelle di Pirra femmine. Allegoricamente è l'uomo che salvò la nostra razza, costruendo un'arca simile a quella di Noè. Lo si può assimilare a Xisuthrus, Vaivasvata, Noè ed a tutti gli altri Eletti che si sono salvati ed hanno dato luogo alla continuità del genere umano.
EPIFANIO
(It.) - Pavia 438-496. Entrato giovanissimo nella carriera ecclesiastica, ammirato per la sua pietà, nominato vescovo, succedette a Crispino. Si distinse nel procurare la pace tra gli ultimi rappresentanti dell'impero e nel difendere la sua città dai barbari di Teodorico e di Odoacre. Fu poi da loro stimato ed ottenne benefici per i suoi concittadini. Mandato da Teodorico in missione presso Gondebaldo, re di Borgogna, ottenne la liberazione di oltre 6000 italiani.
ASURA
(Gli) (San.) - Exotericamente, elementali e cattivi dei - considerati malefici; demoni e non dei. Ma esotericamente è il contrario. Nelle parti più antiche dei Rig Veda, il termine è usato per lo Spirito Supremo, di conseguenza gli Asura sono spirituali e divini. È soltanto nell'ultimo libro dei Rig Veda, nell'ultima parte, e nello Atharva Veda e nei Brahmani, che il termine attribuito ad Agni, la più grande divinità Vedica, ad Indra e a Varuna, ha assunto il significato opposto di dei. Asu significa alito, ed è con il suo alito che Prajapati (Brahma) crea gli Asura. Quando il ritualismo e il dogma prevalsero nella Religione Saggezza, la lettera iniziale a fu adottata come prefisso di negazione ed il termine finì per significare 'non un dio', e Sura solamente una divinità. Ma nei Veda i Sura sono sempre stati collegati a Surya, il sole, e considerati come divinità inferiori, i deva. Gli Asura sono i Sura detronizzati, i Deva delle religioni più antiche trasformati in demoni da teologi settari. Etimologicamente la parola deriva da Asu, o meglio da A-sura, che significa 'non Dei'. Si incarnano nella Terza Razza e dotano l'uomo di Mente, ossia di capacità intellettuale autocosciente. Creati dalla Natura plastica, e non da causa fisica, appartengono ai Manasvin ( i Saggi ) e formano le prime tre classi di Pitri. Sono Forze e Fuochi correlativi, vengono considerati Deva ribelli, avversari di Dio, Diavoli, Spiriti del Male. In realtà sono i primi esseri creati dal Corpo della Notte, Dei di grande santità e di grande castità, assolutamente non demoni tentatori. I Sura diventano Asura nel passaggio dalla Terza alla Quarta Razza, quando si incarnano negli Atlantiani. Sono gli Specchi della Saggezza Eterna, gli Spiriti Caduti dei Cristiani, gli Angeli primordiali, i Figli di Dio, gli Angeli delle Tenebre, non quelle umane ma quelle assolute che sono la Luce Assoluta. Ahura Mazda è una deformazione di Asura Mazda, mentre Arimane è il Grande Asura, il Dio della Sapienza Segreta. All'inizio di ogni Mahakalpa, sono i primi a comparire come Figli del Primo Soffio Creatore. Protagonisti della Guerra in Cielo, sono alleati di Soma che li guida contro Brihaspati, il rappresentante degli Dei, il capo del culto ritualistico e cerimoniale. Sono i Titani, i Ribelli, i Modellatori, gli Architetti, i Progenitori, i Rudra, i Kumara, i Gandharva, gli Aditya, ecc.
ASTARTE
(Gr.) - Femminile del nome Astar, o meglio Ashtar, proprio della divinità protosemitica forse in origine dio del cielo come sdoppiamento di El, la suprema divinità celeste. Astarte è in rapporto con la vita della vegetazione e della natura, la cui continuità essa assicura con la morte alterna delle figure rappresentanti la stagione umida e quella secca; dea della vita e della morte, dell'amore e della guerra. È la Signora dei Cieli, la Sovrana degli Dei, grandemente onorata assimilata ad Asherat, la paredra di El, l'Esse supremo celeste dei Semiti. In tutto l'antico oriente ebbe culto licenzioso, talvolta sanguinario, e fu diffusa nel mondo allora conosciuto dai Fenici. I Greci la adorarono come Afrodite, sposa di Ares, dandole le caratteristiche della bellezza che rapisce ed incanta e togliendo gli aspetti più crudi. I Romani la identificarono con Venere, principio universale di vita. È importante notare che il processo di umanizzazione e di idealizzazione mancò in Oriente, mentre fu abbastanza spinto in Occidente. Gli Ebrei la aborrivano al punto da storpiarne il nome per chiamare Astarotte il demone dell'impudicizia. Gilgamesh rimprovera ad Astarte di trasformare i suoi amanti in animali, come poi farà Circe, Hammurabi la invoca come 'signora della battaglia', mentre gli Assiri la onorano come dea della guerra, raffigurata armata a cavallo di un leone. Nel Medio Eufrate, Astarte dà le insegne del potere al Re, Altrove è sorella di Ereshkigal (regina dell'inferno), o sorella di Shamash, sole donatore di luce; a Uruk è dea dell'amore, paredra di Anu. Come Lucifero (Venere del mattino) è dio della guerra, come Venere della sera è dio dell'amore. I Fenici la adoravano come Vergine del mare, mentre in Siria era Ad-ar-gat, consorte di Ad-on. Esotericamente è la Luna, o una Dea lunare mentre come Venere-Afrodite è il potere generatore della Natura. È la forza d'amore che penetra tutto l'universo e lo feconda, o il principio del concepire e del partorire. Fra gli animali le erano consacrati piccioni, granchi ed anche leoni, fra i frutti, il melograno. La parte più singolare del suo culto, almeno nei primi tempi quando l'idealizzazione era scarsa, consisteva in orge oscene e sfrenate. I sacerdoti di Astarte erano eunuchi vestiti da donna e si chiamavano sacri, ovvero bagascioni, mentre le donne sacre erano delle prostitute che si offrivano pubblicamente per arricchire il tempio della propria Dea. I luoghi consacrati al suo culto erano in modo particolare giardini ricchi di alberi frondosi.
FULMINE
(Occ.) - Simbolo molto adoperato per indicare la velocità, ma anche arma micidiale spesso in mano agli dei, Giove in particolare. Gli antichi distinguevano tre tipi di fulmini : (1) bianco, era chiaro e penetrante e faceva dei miracoli; è mandato da Minerva; (2) rosso, beve il vino passando per una botte, senza lasciare traccia; fonde i metalli che si trovano nelle case, senza danneggiarle; uccide le persone senza lasciare segno sui vestiti; è mandato da Giove; (3) nero, non brucia ma tinge di nero; viene da Vulcano. La direzione di provenienza del fulmine e quella verso cui si dirige venivano talvolta usate per fare predizioni.
DEVANAGARI
(San.) - "La lingua o le lettere dei deva" o Dei. I caratteri della lingua sanscrita. L'alfabeto e l'arte dello scrivere furono tenuti segreti per secoli, poiché soltanto ai Dewija (due volte nati) e ai Dikshita (Iniziati) era permesso usare quest'arte. Perciò la parola lipi, "scrittura", manca nei più antichi manoscritti; tale fatto diede agli Orientalisti la idea erronea e assai incongruente che la scrittura fosse sconosciuta non solo prima dell'epoca di Panini, ma perfino a questo saggio stesso! Che il più grande grammatico che il mondo abbia mai avuto non sapesse scrivere, sarebbe veramente il più grande ed incomprensibile dei fenomeni. Si compone di circa quaranta segni fondamentali e si scrive da sinistra a destra.