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ZARATHUSHTRA

 
(Iran) - Chiamato anche Zoroastro nella forma greca, poi acquisita in tutto l'Occidente, è un profeta iranico cui la tradizione attribuisce la fondazione dello Zoroastrismo, o Mazdeismo, o Parseismo, o Culto del Fuoco. La sua storicità è messa in dubbio da molti studiosi (Darmesteter, Molè ed altri), ma se è esistito, la sua vita va collocata fra il X ed il VI secolo prima dell'era moderna. Di lui si conosce molto poco, ed i scarsi dati disponibili provengono tutti dalle Gatha, quelle parti dell'Avesta a lui direttamente attribuite. Apparteneva alla famiglia degli Spitama, allevatori di cavalli, era sposato e padre di due figli, come sacerdote era addetto al canto degli inni. Fu perseguitato a lungo per la religione che propugnava, e solo a quaranta anni ebbe il riconoscimento pubblico ad opera del re Vishtaspa (Istaspe, padre di Dario oppure un altro principe orientale), che si convertì alla sua fede. La leggenda narra che fu concepito in modo miracoloso (come tutti i Salvatori), essendo gli elementi della sua personalità preesistenti alla sua nascita; quando nacque accaddero eventi soprannaturali ed anche la sua infanzia fu caratterizzata da eventi straordinari: lungo soggiorno nel deserto, iniziazione ad opera di Ahura Mazda e degli Amshaspend, lotta contro Arimane, conversioni e guarigioni miracolose (le stesse cose fatte da Gesù, opportunamente cambiati nomi e luoghi). Il suo seme è conservato nel lago Kasaoya, e lì feconderà all'inizio di ognuno degli ultimi tre millenni della storia: nasceranno delle vergini che daranno i natali ad altrettanti Salvatori dell'umanità. Zarathushtra, già considerato mitico e semidio dai Greci, fondò quella che è ritenuta la religione ufficiale dell'Iran dall'età achemenide fino alla conquista araba. Visse da predicatore inascoltato (si pensi a Buddha ed a Gesù stesso) fino a quando non fu accolto il suo messaggio profetico. Le notizie che si possono dedurre dai Gatha fanno pensare che egli abbia operato nelle regioni orientali del mondo iranico, mentre il periodo viene collocato da alcuni 258 anni prima di Alessandro (588 a.C.), da altri 600 anni prima di Serse, da altri ancora diversi millenni prima dell'era moderna. L'età dell'ultimo Zoroastro (poiché è un nome generico) non è conosciuta e probabilmente proprio per tale ragione. Xanto di Lidia, il più antico scrittore greco che menziona questo grande riformatore religioso, lo colloca circa seicento anni prima della Guerra di Troia. Ma dov'è lo storico che può ora dire quando quest'ultima ebbe luogo? Aristotele e anche Eudosso gli assegnano una data di non meno di 6000 anni prima del periodo di Platone, ed Aristotele non era uno da fare un'affermazione senza averne una buona ragione. Berosus fa di lui un re di Babilonia vissuto verso il 2.200 a.C.; ma allora, come si può affermare quali erano i dati originali di Berosus, prima che il suo manoscritto passasse attraverso le mani di Eusebio, le cui dita erano così abili nell'alterare le cifre sia delle tavole sincronistiche Egiziane che della cronologia Caldea? Hang si riferisce a Zoroastro almeno a 1.000 anni a.C.; e Bunsen (God in History, vol. I, libro III, cap. VI, p.276) scopre che Zarathustra Spitama visse sotto re Vistaspa verso il 3.000 a.C., e lo descrive come "uno dei geni più possenti e uno degli uomini più grandi di tutti i tempi". È con queste date "esatte" in mano, e con il linguaggio completamente estinto dello Zend, i cui insegnamenti sono presentati, forse in maniera del tutto irregolare, dalla traduzione in Pahlavi, una lingua, come è dimostrato da Darmsteter, che cresceva essa stessa, obsoleta, antica come i Sassanidi - che i nostri studiosi e Orientalisti hanno presunto di monopolizzare per se stessi il diritto di assegnare date ipotetiche per l'età del santo profeta Zurthust. Ma le tradizioni Occulte affermano di avere le date esatte di ciascuno dei tredici Zoroastri menzionati nel Dabistan. Le loro dottrine, e specialmente quelle dell'ultimo (divino) Zoroastro, fiorirono dalla Bactria fino ai Medi; quindi, sotto il nome di Magismo, incorporate dagli Astronomi-Adepti della Caldea, esse influenzarono gli insegnamenti mistici delle dottrine Mosaiche, persino prima di culminare in ciò che ora è conosciuto come la moderna religione dei Parsi. Come Manu e Vyasa in India, Zarathustra è un nome generico per i grandi riformatori e legislatori. La gerarchia cominciò con il divino Zarathustra nel Vendidad, e terminò con il grande ma mortale uomo che porta questo titolo, ed ora perduto per la storia. Vi furono, com'è mostrato da Dabistan, molti Zoroastri e molti Zarathustra. Come viene riferito nella Dottrina Segreta, l'ultimo Zoroastro fu il fondatore del tempio del Fuoco di Azareksh, molte epoche prima dell'era storica. Se Alessandro non avesse distrutto tante opere sacre e preziose dei Mazdei, la verità e la filosofia sarebbero state più inclini ad accordarsi con la storia nel conferire a quel vandalo Greco l'appellativo di "il Grande". Pur oscillando fra i due poli di un Zoroastro concepito essenzialmente come riformatore sociale e politico ed un Zoroastro "stregone", l'interpretazione moderna è pressoché unanime nel collegare con il messaggio di Zoroastro gli elementi più nettamente monoteistici del mazdeismo: fede nel dio unico Ahura Mazda, credenza in una forza maligna antidivina, Angra Mainyu, fiducia nella funzione decisiva delle azioni umane per la determinazione dell'esito finale della lotta cosmica fra bene e male, associazione alla divinità dei così detti Amesha Spenta, probabilmente singoli aspetti della divinità stessa (simili ai Sephirot, agli Elohim, a tutte le forze che in qualche modo partecipano alla creazione iniziale). Questi elementi si insinuarono in un preesistente sistema religioso politeistico-naturistico, si fusero in maniera piuttosto ibrida con esso, soggiacquero alla tutela della classe sacerdotale (i Magi) e sfociarono infine nell'ortodossia dualistica sasanide. Arduo è, comunque, distinguere nettamente ciò che si deve ritenere frutto di una personalità, essa stessa così nebulosa ed indeterminata, nell'ambito del quadro piuttosto complesso e molteplice dell'antica religione dei Persiani, rimasta a metà strada fra politeismo e monoteismo profetico, fra naturismo e primi passi di una speculazione teologica superiore. Il nome di Zarathushtra fu tramandato dalla classicità nella forma Zoroastro, che si mantenne fino a quando Nietzsche non ripristinò con la sua opera l'uso della forma originaria. Il linguaggio delle Gatha è naturistico e contiene un messaggio, anche in relazione al culto ed al rito sacrificale, che sembra ergersi a difesa delle comunità di allevatori continuamente minacciati dalla furia guerresca delle "società di uomini" espressione dell'aristocrazia guerriera. Anche se non è dato di leggere una condanna sul sacrificio degli animali, tuttavia in Zoroastro si intravede un atteggiamento di reazione alle consuetudini sacrificali. Erodoto, nella sua storia dei Persiani, non parla di questo profeta, che però compare chiaramente nel platonismo. Essa appare come taumaturgo, psicagogo, saggio conoscitore dei segreti; il cristianesimo ha fatto di Zoroastro l'annunciatore del Salvatore ma, a convenienza, ne ha fatto anche un portatore di dottrine empie.

PESCI

 
(Ast.) - Dodicesimo segno dello Zodiaco, segno di acqua, mobile e femminile, sotto il governo di Giove e di Nettuno. Il segno ha avuto inizio presso i Babilonesi, ma si trovano tracce anche in altri posti, soprattutto con riferimento al pesce-rondine. Nel cielo, la costellazione viene vista come due pesci uniti per la bocca da un laccio. Il Sole entra nel segno dei Pesci circa il 19 Febbraio e ne esce all'incirca il 20 di Marzo. La mitologia legata ai Pesci è vasta ed affascinante, con legami molto stretti anche alla nascita dell'umanità (Oannes, Dagon, ecc.): Matsya, l'avatar di Vishnu, che guida alla salvezza l'arca di Manu che galleggia sulle acque del diluvio; Ant ed Abtu che precedono e seguono la barca di Ra, il Sole, avvertendolo dell'arrivo di Apopi, il serpente divoratore; ed Ichthys era Gesù Cristo, detto Soter (salvatore) perchè la scomposizione in lettere del suo appellativo, e lo svolgimento in parola di ciascuna lettera, formavano la frase "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore". Pesce = Acqua, elemento molto sensibile a tutte le influenze esterne; i Pesci si pescano nell'abisso dell'inconscio, pauroso e tenebroso oceano sconosciuto, dal quale, però, può emergere la conoscenza. Nel mare si può nuotare od affogare, ci si può immergere nel Tutto, o sparire nel Nulla, altrettanto grande. Da qui il tremendo destino dei nati sotto i Pesci : dolcezza, tenerezza, espansività, sensualità, grande fantasia, immaginazione, creatività, ma anche tendenza al mistico, ricerca dell'occulto, facile influenzabilità, abbraccio immediato delle teorie strane, illusioni proiettate nelle utopie. I pesci non nuotano mai in orizzontale: o vanno verso il basso, oppure verso l'alto. È inutile chiedere loro la conformità, essi nascono per essere diversi, indipendenti, unici. Sfuggono la realtà per tuffarsi nello immaginario, facili al più grande entusiasmo, cadono poi nelle depressioni più profonde. Non stanno mai fermi, hanno i piedi per terra e la testa sopra le nuvole, soffrono in maniera forte tutti i sentimenti e le emozioni. Ma colui che riesce a trovare la via interiore assurge a vette ad altri irraggiungibili. Qui la dicotomia del mondo esteriore si fonde in un'armonia celeste che irradia verso l'esterno sotto le forme artistiche più elevate. Più che nella differenza fra temperamento gioviano e nettuniano, crediamo di individuare la differenziazione più netta fra quanti si realizzano al di fuori di sè e quanti, invece, trovano dentro di loro i grandi tesori che la natura fornisce a tutti, ma che solo pochi sanno scovare e ben spendere. A questa costellazione, che è l'ultima del ciclo zodiacale, è collegata la tribù di Zabulon, uno dei figli di Giacobbe. Essa è la costellazione nella quale sono collocati tutti i "salvatori" dell'umanità. Secondo alcuni simbologisti cristiani, il Messia doveva nascere quando il Sole entrava nei Pesci. Se Gesù è il Messia, quando è nato veramente ? La sua data di nascita è stata posizionata altrove per soddisfare altre esigenze ? Alla prima domanda ha già risposto Giovanni Paolo II : "non lo sappiamo"; alla seconda domanda non si può che rispondere affermativamente. Per conoscere il motivo leggere alla voce "Natale". Quando i Farisei cercavano un segno nel cielo, Gesù indicò loro quello di Giona, ossia di Oan, dei Pesci. Che cosa voleva dire con ciò ? I cabalisti ebrei chiamavano la costellazione dei Pesci "costellazione del Messia", e Keplero afferma che in questa costellazione si deve trovare la Stella dei Magi. Qualcuno sostiene che, quando avvenne l'incarnazione di Gesù, tutti i pianeti del sistema solare erano in congiunzione nel segno dei Pesci. Nello zodiaco indù questa costellazione è chiamata Mina.

MUNIN

 
(San.) - I dieci (e non sette) Prajapati, creati da Brahma, produssero sette Manu i quali, in qualche manoscritto, vengono designati come i Munin, esseri devoti e santi.

VISHNU

 
(San.) - La seconda persona della Trimurti (trinità) Indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva, la forza che sostiene l'Universo, e quindi il suo Preservatore. Dalla radice vish, "pervadere". Nel Rig-Veda, Vishnu non è un dio supremo, ma semplicemente una manifestazione dell'energia solare, che "percorre le sette regioni dell'Universo in "tre passi" e avvolge tutte le cose con la polvere (dei suoi raggi)". Quali che possano essere gli altri sei significati occulti di questa affermazione, ciò si riferisce alla stessa classe di tipi come i sette e i dieci Sefirot, come i sette e i tre orifizi dell'Adam Kadmon perfetto, come i sette "principi" e la triade superiore nell'uomo, etc. etc.. In seguito, questo tipo mistico diventa un grande dio, il preservatore e il rinnovatore "dalle migliaia di nomi - Sahasranama". Vishnu è uno dei due grande Dei della bhakti, colui che, per il suo rapporto originario con il sacrificio vedico, resta il più legato all'ortodossia. Fino ad oggi gli vengono attribuite nove apparizioni, sotto forme diverse, e si è in attesa della decima. La tradizione indù lo immagina immerso nel sonno, in un mare di latte, sopra un serpente dalla cinque teste; qualcuno afferma che le sue apparizioni siano state dieci e ne rimangono solo due prima che la manifestazione venga riassorbita. Nel Rig Veda, egli è armato del disco forgiato da Tvastar e con l'eccedenza della luce solare uccide numerosi demoni, accompagnando anche Indra nelle sue più pericolose imprese. Le Upanishad medie e tarde presentano Vishnu come Uomo Cosmico, simbolo immediato del Brahman. Dal suo culto sono nate numerose sette, caratterizzate dall'ardente devozione verso la sua persona; queste sette, di forte impronta gnostica, hanno dato luogo a scuole di pensiero e ad esegeti del pensiero vedantico. Esiste anche traccia di una forma avanzata di sincretismo fra il culto di Vishnu e quello di Shiva. Brahma-Vishnu è lo Spazio infinito nel quale i Rishi, gli Dei, i Manu e tutto ciò che esiste in questo universo sono semplici Potenze. Sotto l'aspetto della "pervasione", Vishnu è identico a Fohat. Nel Vishnu-Purana si dice che egli (causa della emancipazione finale, della creazione, dell'esistenza e della fine di questo mondo), sotto forma di energia attiva, non si leva nè tramonta, è contemporaneamente il settuplice Sole, ed è distinto da esso. Vishnu è il Soffio dell'Assoluto, lo Spirito di Dio che si muove sulle Acque del Caos, il Grande Abisso dello Spazio infinito. Egli è solo la causa ideale delle potenze da creare nel lavoro della creazione; da lui procedono le Potenze che debbono essere create, dopo che son diventate la causa reale. Nei Purana, Vishnu è il primo Logos (il Creatore ideale), mentre Brahma è il secondo Logos (il Creatore pratico): il primo è il manifestante dal quale nasce il secondo manifestato. Vishnu è il Divino, il Primo degli Esseri, la Divinità nello Spazio e nel Tempo, il Dio particolare di Vaishnava. Come Jehovah, Vishnu è il difensore ed il campione degli Dei sconfitti, operando contro i Demoni secondo il principio del fine che giusitifica i mezzi. Talvolta viene presentato come Hari, armato di scudo, disco e mazza, mentre come Mayamoha (forma illusoria) inganna o uccide i Daitya. Altra volta è Purusha che entra in Prakriti, lo Spirito che feconda la Materia, precedendo le figurazioni falliche della Bibbia. Nara bisessuato (Vishnu e Lakshmi) è rappresentato su una foglia di loto galleggiante sull'acqua, che risale in semicerchio e si riversa attraverso la svastika, la sorgente della generazione, il punto dal quale l'uomo discende. Vishnu, quando diventa il Sole, è il simbolo visibile della Divinità impersonale. Shesha-Ananta è il suo serpente dalle mille teste, che vive in Naraka, l'Inferno degli Indù. Ma Ananta-Shesha è una forma di Vishnu, è lo Spirito Santo della conservazione, un simbolo dell'Universo sul quale Vishnu dorme durante l'intervallo dei Giorni di Brahma (i Pralaya maggiori) e con le sue sette teste sostiene l'Universo. Brahma-Vishnu-Shiva sono le più potenti energie del Dio neutro Brahman. Nell'Era Krita (la Prima), Vishnu, sotto forma di Kapila ed altri istruttori ispirati, insegna la vera saggezza all'umanità. Nell'Era Treta (la Seconda), Vishnu, sotto forma di un monarca universale, reprime i cattivi e protegge i tre mondi (le tre razze). Nell'Era Dvipara (la Terza), Vishnu, nella persona di Vyasa, divide il Veda in molte parti e lo dona all'umanità. Nell'Era Kali (la Quarta), Vishnu, sotto forma del Serpente dalle molte teste (i quaranta famosi figli di Kashyapa), continua la sua opera filosofica a favore dell'umanità; l'insegnamento avviene attraverso gli Avatara. Per quanto riguarda i nostri tempi, Krishna è l'ultima incarnazione di Vishnu. L'Arca della Salvezza di Vaivasvata Manu, che salva l'Umanità ed i semi della Natura dal diluvio, è in realtà condotta da Vishnu sotto forma di un pesce mostruoso; ma l'Arca è la Saggezza, il Diluvio è il Caos, l'Acqua il principio femminile, Vishnu lo Spirito divino, datore e conservatore di Vita. La figura del Pesce lega in qualche modo Vishnu a Gesù. In India si dice: "La Saggezza giace nascosta sotto il riparo di colui che poggia sul Loto d'Oro (Padma) che galleggia sull'acqua". Il loto emerge dall'ombelico di Vishnu, e quindi, Vishnu è la Saggezza. L'ombelico di Vishnu è il punto centrale delle Acque dello Spazio Infinito dal quale emerge il Loto che sorregge Brahma, l'Universo. Nei Purana si dice che la dimora celeste di Vishnu è Shveta Dvipa, l'Isola Bianca. L'allegoria di Krishna, Sole (Vishnu) incarnato, Dio solare che uccide Div-Sefid, il Diavolo Bianco, può essere letta come il sole che scioglie le nevi. Il Chakra, o cerchio o disco, di Vishnu è il simbolo della circolazione, della rotazione, della periodicità, del ciclo del tempo. Vishnu usa quest'arma per lanciarla contro il nemico ed ucciderlo (il tempo uccide ogni cosa). Garuda, il Grande Ciclo, il Maha Kalpa, è coetaneo di Vishnu manifestato, perchè comincia con l'inizio del Giorno di Brahma (il risveglio di Vishnu) e finisce con l'inizio della Notte di Brahma (Vishnu che si addormenta su Shesha-Ananta). Vishnu è il Dio del Principio umido e dell'Acqua, e come tale ha per simbolo il triangolo equilatero rovesciato. E poiché egli ha dato l'Acqua (Nara), il suo nome è anche Narayana, ossia le Acque in movimento. Vishnu, come Narayana, è detto anche Idas Pati (Maestro delle Acque) e corrisponde al greco Nettuno, o Poseidone. Jehovah-Binah-Elohim è il capo e la sintesi degli Elohim, come Agni-Vishnu-Sole è la sintesi dei Sette Raggi, il capo o il fuoco, donde emanano sia il fisico che il metafisico. Manu, Rishi Indra, i Re divini, sono solo il Potere di Vishnu, che penetra ed attiva la Materia; da qui il nome del Dio, come energia che pervade l'Universo. Vishnu è TUTTO, ciò che è e ciò che non è, non è sostanza ma causa della sostanza, non è ciò che vediamo ma ciò in cui si trova ciò che vediamo: lo Spazio. I suoi Tre Passi sono i tre Rajamsi, ossia i tre movimenti occulti dei quali il più alto, in salita, viene compiuto verso il mondo più alto, il cielo. Vishnu rappresenta la manifestazione verso il basso di Mahat, l'Intelligenza Universale.

AGNI BAHU

 
(San.) - Un figlio ascetico di Manu Swayambhuva, l''Auto Generato'.

APAVA

 
(San.) - Letteralmente, 'Colui che gioca nell'acqua'. Un altro aspetto di Narayana o Vishnu e di Brahma combinati, poiché Apava, come quest'ultimo, divide se stesso in due parti, maschile e femminile, e crea Vishnu, che crea Viraj, che crea Manu. Il nome è spiegato ed interpretato in vari modi nella letteratura Bramanica.

ARUPA

 
(San.)- 'Senza corpo', senza forma, in opposizione a rupa, 'corpo' o forma. Erano tali le razze di uomini eterei, privi di sostanza solida a supporto della forma, giganti che hanno preceduto i pigmei. Erano arupa i Manu, i Kumara, i Rudra, gli Asura, i Prajapati. Il termine arupa è anche un attributo dello Spirito.

ARYAVARTA

 
(San.) - La 'terra degli Ariani', o India. L'antico nome dell'India Settentrionale, dove gli invasori Bramanici si stabilirono in un primo tempo ('dall'Oxus', dicono gli Orientalisti). È errato attribuire questo nome a tutta l'India, dal momento che Manu dà il nome di 'terra degli Ariani' solo al 'tratto tra l'Himalaya e la catena di montagne del Vindhya, dal mare orientale al mare occidentale'. È anche il nome di un antico Iniziato Indù.

ADAM KADMON

 
(Eb.) - L'Uomo Archetipo, l'Umanità. L''Uomo Celeste' non caduto in peccato; i Cabalisti lo riferiscono ai Dieci Sefiroti sul piano della percezione umana. Nella Cabala Adam Kadmon è il Logos manifestato, corrispondente al nostro Terzo Logos; poiché l'Immanifestato è il primo paradigmatico Uomo ideale e simbolizza l'Universo in abscondito o nella sua 'privazione', nel senso Aristotelico. Il Primo Logos è la 'Luce del Mondo', il Secondo ed il Terzo sono le sue ombre che gradualmente si oscurano. È il veicolo dell'Antico dei Giorni, Ain Soph e, come androgino è identico a Sephira, la Luce Spirituale. Come Albero Sefirotico rappresenta l'Universo e corrisponde all'Indù Brahma. È composto dalla Legione dei Poteri Cosmici, i Dhyan Chohan Creatori, al di là dei quali tutto è Tenebre. È l'Uomo duplice o Elohim differenziato, il che significa prototipo astratto di maschio e femmina. Come Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a se 7 colonne, o palazzi, dei 7 Angeli Creatori, che operano nelle sfere dei 7 Pianeti, sul nostro Globo. Come Brahma e Marte, è il simbolo del potere generativo e creativo, ossia acqua e terra (un segreto alchemico). È il Progenitore della Razza Umana fatta ad immagine di Dio. È la Natura in senso astratto, che emana i tre principi addizionali : Natura terrestre inferiore (o fisica manifestata), Materia, Terra. Talvolta viene indicato con il Tetragrammaton. Nella religione Indù si può paragonare anche a Manu Svayambhuva, la sintesi dei Prajapati che, a loro volta, sono equivalenti ai Sephirot.

BRAHMA VACH

 
(San.) - La parte femminile di Brahma. Qualche volta Vach è anche chiamato il Logos femminile; perchè Vach letteralmente significa la Parola (Vedi Manu, Libro I, e Vishnu Purana).
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