Glossario

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ASMODEO

 
- Il Persiano Aeshma-dev, l'Esham-dev dei Parsi; secondo Breal, 'lo Spirito maligno della Concupiscenza', che gli Ebrei chiamavano con il nome di Ashmedai, 'il Distruttore'; poiché il Talmud, identifica la bestia con Beelzebub e Azrael (l'Angelo della Morte), e lo chiama 'il Re dei Diavoli'. La leggenda racconta che un demonio invase Sara, figlia di Anna e di Raguele, e che fu scacciato con l'esalazione del fiele di un pesce. Era Asmodeo, lo spirito dell'amore impuro e la personificazione degli istinti voluttuosi. Per gli Ebrei era il Re dei demoni. Aveva tre teste : una di toro, l'altra di uomo, la terza di un montone. Per coda aveva un serpente, i piedi erano di oca e alitava fuoco; cavalcava un drago, portando in mano uno stendardo ed una lancia. Secondo alcuni si tratta del serpente che sedusse Eva.

ASTREA

 
(Gr.) - Figlia di Astreo e dell'Aurora, è la Vergine, una delle costellazioni dello Zodiaco, la Dea della Giustizia. Nell'età dell'oro abitava sulla terra fra gli uomini onesti; nell'età dell'argento discendeva raramente dal cielo; nell'età del rame cominciò a fabbricare armi, abbandonò la terra e volò in cielo dove divenne il segno della Vergine. È rappresentata sotto forma di donna dallo sguardo severo, con la bilancia o una palma in una mano, e la spada o le spighe in un'altra. Quando tutti hanno lasciato la Terra essa è l'ultima ad essere ripresa in cielo da Giove. Quando questi la rimanda sulla Terra, essa vi ricade 'sulla testa'. Sotto altro aspetto è Venere-Lucifero, in opposizione a Ganimede (l'Acquario). L'una scende quando l'altro sale, e viceversa.

ASTRONOMIA

 
(Ast.) - Tutti i popoli hanno studiato il Sole, la Luna, le stelle, ma le più antiche scoperte astronomiche vere e proprie sono da attribuire ai Babilonesi. Furono loro a dividere il giorno e la notte in 12 ore ciascuno, a distinguere le costellazioni principali, a scoprire il ciclo di 18 anni (saros) circa dopo il quale si rinnovano le eclissi del Sole e della Luna e, forse, anche il sistema sessagesimale, tuttora in uso per la misura del tempo, degli angoli, ecc. Gli Egiziani scoprirono che l'anno solare dura qualcosa di più di 365 giorni e, sembra, usarono i loro obelischi come meridiane giganti. A quell'epoca, circa, risale il raggruppamento dei giorni in settimane. Scarso il contributo degli Ebrei, forse per paura di diventare astrolatri. Molto di più fecero i Greci che poterono avvalersi della geometria e del loro istinto particolarmente versato per le speculazioni scientifiche. Notevole il contributo degli Arabi i quali introdussero termini oggi ancora in uso (Zenit, Nadir, acc.). Grande sviluppo dell'astronomia si registra in Europa durante il Medioevo, nonostante l'avversione della Chiesa di Roma che, nell'intento di imporre i propri dogma, ha sempre contrastato ogni forma di sapere nuovo. Copernico, Galilei, Brahe, Keplero Newton sono nomi che hanno segnato tappe importanti nel sapere umano. Gli antichi la personificarono con la Musa Urania, dandole per attributi principali la sfera, la corona di stelle ed alcuni strumenti matematici. Nel Medioevo fu rappresentata come una donna che aveva in mano una rosa dei venti, o una palla, o un moggio pieno d'acqua sotto al quale sono indicati alcuni astri.

ATHOR

 
(Eg.) - La 'Madre-Notte'. Il Caos primordiale nella cosmogonia egiziana. La dea della notte. Essa rappresenta le tenebre illimitate come elemento primordiale che copriva l'abisso infinito. Nella Dottrina Segreta è citata come 'Athtor'. È la figlia di Ra ed ha per emblema la vacca. Le sue rappresentazioni sono molteplici. Normalmente è raffigurata con la testa di vacca ed il disco del sole fra le corna; altre volte in forma umana con un avvoltoio sul capo ed il disco del sole, fra due piume, al di sopra; altre ancora a faccia umana triangolare, corna di vacca ed un tempio come ornamento. Qualche volta tiene in mano strumenti musicali, in senso di gioia. Personifica le vergini e le principesse, ed è la Signora di tutti gli Dei. I Greci la associarono a Venere-Afrodite, l'idea della fecondità, cui riconduce il simbolo della vacca. È detta anche Hathor.

BES

 
(Eg.) - Chiamato anche Besa o Beso, è un dio fallico, il dio della concupiscenza e del piacere. È rappresentato in piedi su di un loto, pronto a divorare la sua propria progenie (Abydos). Una divinità abbastanza volgare, presa dai popoli del Mar Rosso. Raffigurato come un nano, robusto e di aspetto bestiale, veste una pelle di pantera la cui coda gli pende da dietro fra le gambe e porta talvolta il capo acconciato con penne di struzzo. Era il buffone degli Dei, signore e padrone del piacere e della gioia; come tale presiedeva al trucco delle donne, alle loro danze al loro sonno. Con un coltello in mano vegliava nelle camere da letto per allontanare gli spiriti maligni o gli animali dannosi. Talvolta veniva rappresentato mentre esegue salti sconci suona l'arpa o il tamburello; talaltra armato da guerra, mentre esegue una danza da combattimento. Al tempo dei Romani, questo Dio aveva un oracolo famoso in Abido, dove rendeva le sue riposte in biglietti suggellati.La sua immagine era un potente amuleto e la sua comparsa si fa risalire all'incirca con la XII Dinastia. La sua energia apotropaica fu sentita al punto che il suo volto venne impiegato per la rappresentazione di una divinità più comples

CINOCEFALO

 
(Gr.) - L'Hapi Egiziano. Vi era una notevole differenza fra gli dei dalla testa-di-scimmia e il "Cinocefalo" (scimmia amadriade), un babbuino con la testa di cane dell'Egitto settentrionale. Questo babbuino, la cui città sacra era Ermopoli, consacrata alle divinità lunari e a Thot-Hermes, era perciò un emblema della saggezza segreta - come Hanuman, il dio scimmia dell'India e, in seguito, Ganesha dalla testa di elefante. La missione del Cinocefalo era di indicare ai Morti la via per giungere alla Sede del Giudizio e ad Osiride, mentre gli dei scimmia erano tutti fallici. Quasi invariabilmente si trovano in una posizione accovacciata, tenendo in una mano l'outa (l'occhio di Horus) e nell'altra la croce sessuale. Qualche volta si vede Iside cavalcare una scimmia, a designare così la caduta della natura divina nella generazione. Come glifo, serviva a simboleggiare, di volta in volta, il Sole o la Luna. Con il caduceo, il crescente o il loto, è il glifo del mercurio filosofico. Quando lo si vede con una canna o con un rotolo di pergamena, rappresenta Ermete.

CIBELE

 
(Gr.) - Figlia del Cielo e della Terra è da molti identificata con Cerere, Rea, Opi, Vesta, Madre Bona, Grande Madre, ecc.; è la dea della fecondità e della natura. Aveva culto solenne in Frigia, dove i suoi sacerdoti, detti galli o coribanti, erano tutti eunuchi. Durante le feste alla dea, essi, pervasi da furore divino, correvano saltellando per le strade, riempendo l'aria di grida ed urla, con accompagnamento di tamburi, cembali, flauti. Il tutto a commemorare il dolore di Cibele per la perdita dello sposo Ati. La dea era rappresentata come una donna robusta, in stato di avanzata gravidanza, come a sottolineare la fecondità. Aveva in mano le chiavi ed in testa una corona, stava seduta su un carro tirato da due o quattro leoni ed a fianco le camminava Ati, con una palla in mano, appoggiato ad un albero di Pino, consacrato alla dea.

CHNOUMIS

 
(Gr.) - Uguale a Chnouphis e Kneph, un simbolo di forza creativa; Chnoumis e Kneph sono, secondo Plutarco, "la divinità non creata ed eterna". È rappresentato di colore azzurro (l'etere), con una testa di ariete ed un aspide fra le corna: potrebbe essere scambiato per Ammon o Chnouphis. Il fatto è che tutti questi sono dei solari, e rappresentano sotto vari aspetti le fasi della generazione e della fecondazione. La loro testa di ariete indica questo, poiché un ariete simbolizza sempre l'energia creativa in astratto, mentre il toro era il simbolo della forza e della funzione creativa. Tutti erano divinità i cui attributi erano individualizzati e personificati. Secondo Sir G. Wilkinson, Kneph o Chnoumis era "l'idea dello Spirito di Dio"; e Bonwick spiega che esso come Av, "materia" o "carne", era una croce fallica (testa di ariete) che portava sulla testa un disco solare eretto sul Serpente Mehen, con una vipera nella mano sinistra e una croce nella destra, mentre era occupato nella funzione della creazione negli inferi (esotericamente, la terra). I Cabalisti lo identificano con Binah, la terza Sephira dell'Albero Sephirotale, o "Binah, rappresentata dal nome divino di Jehovah". Se come Chnoumis-Kneph, esso rappresenta il Narayana indiano, lo Spirito di Dio che si muove sulle acque dello spazio, in qualità di Eichton o Etere ha nella bocca un uovo, il simbolo dell'evoluzione, e come Av è Shiva, il Distruttore ed il Rigeneratore; perchè come spiega Deveria, "il suo viaggio negli emisferi inferiori appare come il simbolo dell'evoluzione delle sostanze, che nascono per morire e per rinascere". Tuttavia, esotericamente, e come era insegnato dagli Iniziati del tempio interno, Chnoumis-Kneph era preminentemente il dio della reincarnazione. Una iscrizione dice: "Io sono Chnoumis, figlio dell'Universo, 700", un mistero che ha riferimento diretto all'EGO reincarnante.

DEI LUNARI

 
- In India sono detti i Padri, "Pitri", o gli antenati lunari. Come ogni altra cosa, sono suddivisi in 7 classi o Gerarchie. In Egitto, sebbene la luna sia meno adorata che in Caldea o in India, Iside è rappresentata come Luna-Luno, l'"Ermafrodita celeste". È abbastanza strano che gli uomini moderni colleghino la luna alla "lunaticità" (instabilità del cervello) ed alla procreazione, mentre le antiche nazioni, che ne sapevano di più, collegavano a lei i loro "dei della saggezza". Così in Egitto gli Dei lunari sono Thoth-Hermes e Chons; In India è Buddha, il Figlio di Soma, la luna; in Caldea, Nebo è il dio lunare della Saggezza Segreta, ecc. La moglie di Thoth, Sifix, la dea lunare, tiene in mano una pertica con cinque raggi, o la stella a cinque punte, simbolo dell'uomo, il Microcosmo, a differenza del Macrocosmo settenario. Come in tutte le teogonie una dea precede un dio, e secondo il principio molto verosimile che la gallina precede il suo uovo, in Caldea si riteneva la luna più vecchia e più venerabile del Sole, perchè, come essi dicevano, le tenebre precedono la luce in ogni rinascita periodica (o "creazione") dell'universo. Osiride, benché sia collegato al Sole e sia un Dio Solare è, nondimeno, nato sul Monte Sinai, perchè Sin è la parola Caldea-Assira per indicare la luna; così era Dio-Nysos, dio di Nyssi, o Nisi, e quest'ultimo era in Egitto l'appellativo del Sinai, dove era chiamato Monte Nissa. La luna crescente non è - come dimostrato da molti scrittori - una insegna dei Turchi, ma fu adottata dai Cristiani, come loro simbolo, prima dei Maomettani. Per secoli la luna crescente fu l'emblema dell'Astarte Caldea dell'Iside Egizia, della Diana Greca, di tutte le Regine del Cielo, e infine divenne l'emblema di Maria Vergine. "L'Impero Greco Cristiano di Costantinopoli la teneva come suo palladio. Dopo la conquista dei Turchi, il Sultano l'adottò ... e da allora, la luna crescente divenne l'opposto dell'idea della croce". (Egyptian Belief). Nel Ramayana, Rama ( primo re della Dinastia degli Ariani primitivi ) lotta contro Ravana, personificazione della razza atlantiana (Lanka). Gli Adepti Ariani al seguito di Rama sono i Figli di Dio, i Figli della Sapienza, gli Dei Solari. Gli Adepti Atlantiani al seguito di Ravana sono i Figli della Sapienza Oscura, gli Dei Lunari, i nostri progenitori. Sono detti anche i Signori dalla Faccia Nera.

DESTINO

 
(Eso.) - Predeterminazione fatale dell'accadere; succedersi degli eventi ritenuto come preordinato e necessario, al di sopra dell'umana capacità di volere e di potere. Talora viene personificato ed inteso come una superiore potenza che opera secondo leggi immutabili. È detto anche FATO. Presso gli antichi era il figlio del Caos e della Notte, rappresentato sopra il globo terrestre con un'urna in mano, nella quale racchiudeva la sorte dei mortali. Veniva talvolta simbolizzato con il Canapa Lino, con probabile allusione al filo del nostro destino, filato dalle Parche. Alcuni spiegano questo simbolo dicendo che il lino, al pari dell'uomo, proviene dalla terra, e che il lino spezzato è il ritorno dell'uomo alla terra. Il Destino Fatale è il cerchio che delimita il mondo dei sensi. Per la Teosofia, comunque, non esiste nè il Destino, nè il Fato. Esiste il Karma, che è tutt'altra cosa.
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