Glossario
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MARX Karl
(Ger.) - Treviri 1818, Londra 1883. Filosofo, economista ed uomo politico tedesco, pensatore ed agitatore. Proveniente da famiglia piccolo borghese ebraica, si convertì al protestantesimo, iniziò a Bonn gli studi di legge che proseguì poi a Berlino. Si laureò nel 1841 con una tesi su Democrito ed Epicuro. Inizialmente Hegeliano, si spostò poi su Feuerbach, producendo scritti politici che rappresentano una documentazione fondamentale del periodo. Sposatosi nel 1843, si trasferì a Parigi dove venne in contatto con molti fuoriusciti tedeschi. Espulso dalla Francia nel 1845, si spostò a Bruxelles dove portò avanti la sua amicizia con Engels. Qui avvenne la maturazione del suo pensiero, che egli fissò in opere importanti. Nel 1847 aderì alla londinese Lega dei Giusti, che si trasformò poi in Lega dei Comunisti. Con Engels scrisse il famoso Manifesto. Nel 1848 venne arrestato ed espulso dal Belgio. Tornato in Germania, fu arrestato, processato ed espulso. Ormai in gravi condizioni economiche, si rifugiò a Londra, dove rimase fino alla morte. Qui scrisse la sua opera principale, il Capitale, compendio di tutte le sue teorie.
OCCULTO
(Eso.) - Letteralmente significa nascosto, segreto, ed è il contrario di palese, manifesto. Si dice di cose che siano di per sè impenetrabili, inconoscibili alla mente dell'uomo ordinario, oppure tenute intenzionalmente celate. Le Scienze Occulte vengono spesso associate sotto il nome di Occultismo. L'Occultismo è un insieme di dottrine e pratiche connesse con l'esistenza di forze, o entità, e poteri situati al di fuori del piano normale ed empirico della consapevolezza, ma conoscibili e dominabili con particolari tecniche. Si tratta di dottrine e pratiche antichissime, che si sono sviluppate storicamente in vari indirizzi di pensiero : misteriosofici, iniziatici, magia, ermetismo, ecc. L'Occultismo è quasi sempre connesso con religioni basate su una trascendenza assoluta di qualsiasi forma di potenza divina e sostituisce alla "fede" della religione il tentativo di sperimentare e dominare il sacro trascendente su un piano empirico e materiale. Esso ritiene i fenomeni paranormali estranei alle leggi naturali studiate dalla scienza, attribuendoli piuttosto ad agenti, enti o forze misteriosi, conoscibili solo attraverso un contatto diretto, non passivo, ma controllato da una coscienza superiore a quella comune.
SABBA
(Mag.) - Il sabbah, in ebraico, è il settimo dei sette giorni che compongono la settimana, sia in senso esoterico che exoterico. È il giorno del riposo, quello che ogni credente dedica al suo Dio. Ma poiché ognuno ha il proprio Dio, non ci si deve meravigliare se questo giorno viene festeggiato in tanti modi diversi. Il Sabba delle Streghe prende il nome sia da Sabah, che significa "assemblea", che da Sabbah che, come settimo giorno, significa "sabato". Il sabato, infatti, era il giorno in cui queste sacerdotesse dell'occulto facevano la loro assemblea, alla quale si recavano librandosi in aria a cavallo delle scope ( ecologia assoluta ), per rendere omaggio al loro Dio, il Diavolo. Coperte di uno speciale unguento, si radunavano nella foresta e celebravano la loro festa. Si risparmiano i particolari perchè, non disponendo di fonti di prima mano, le fantasie dei bigotti non sono credibili. La fervida immaginazione dei fanatici suggestionabili ha già prodotto fin troppi danni perchè meriti una qualsiasi citazione; gli incubi dei figli di un Dio personale stanno meglio nel gabinetto dello psicanalista che nello studio serio del mondo occulto, non meno reale di quello manifesto. Secoli di persecuzioni e di stragi hanno marchiato per la eternità i carnefici dando alle presunte streghe, che in qualche luogo solitario conferivano direttamente con il Diavolo, una superiore dignità. Tutte le razze e tutti i popoli hanno sempre creduto in ciò, ed alcuni ci credono ancora; ciò nonostante furono massacrate a migliaia dalla Chiesa e dallo Stato, dopo essere state costrette a confessare, sotto tortura, la loro partecipazione al "Sabba delle Streghe". In Russia il quartier generale ed il luogo d'incontro di tutte le streghe si dice sia il Monte Calvo (Lyssaya Gora), vicino a Kiev, in Germania è il Broken, nelle Montagne dell'Harz. Nell'antica Boston, USA, si incontrano vicino allo "Stagno dei Diavolo", in una grande foresta oggi scomparsa. La lotta contro le streghe è stata, in realtà, una lotta contro le sette considerate eretiche, portatrici di una verità che la religione ufficiale aveva perduto. In qualche caso, il sabba era solo il ricordo di antichi riti di fertilità pagana, che si ripeteva a scopo propiziatorio; la perfida ignoranza, o volontaria malvagità, delle autorità ecclesiastiche, nonché dei padroni ad essa asserviti, fece di tutta l'erba un fascio e si dedicò al massacro. Nel Faust di Goethe si possono trovare importanti spunti per una seria riflessione.
TAO
(Cin.) - Concetto fondamentale del pensiero cinese che, assieme al Yin ed al Yang, costituisce la costante della storia della religione e della filosofia cinese, fin dalla più remota antichità. Il termine significa "via, cammino" (e per estensione "corso delle cose") e sta ad indicare il principio di movimento che agisce in ogni processo naturale. Questo movimento non è inteso come un moto meccanico, ma un flusso vitale e continuo che forma il tessuto stesso della realtà. L'elemento dinamico del Tao è costituito dall'alternanza delle due forze complementari ed opposte, Yin (principio femminile, passivo, freddo) e Yang (principio maschile, attivo, caldo), la cui azione combinata presiede ai mutamenti di tutto l'universo. Il Tao è l'elemento primo nel quale bisogna immedesimarsi con abbandono per sfuggire alle limitazioni della vita sociale. Il Tao è l'espressione di una "primarietà", ma anche di una "centralità", assoluta nell'ambito dell'universo e della realtà. Esso è la Legge secondo la quale si attua l'universo, è l'assoluto non manifesto che è alla base del Grande Uno da cui hanno origine tutte le cose. Il Tao si pone al di là delle categorie dell'essere e del non essere, ed è attingibile solo attraverso l'intuizione estatica. Ad esso bisogna adeguarsi in ogni circostanza, poiché esso è l'archetipo di ogni circostanza. Il Tao è l'insieme degli archetipi ideali che trascendono il cosmo, a cui danno origine unendosi al ch'i, la materia primordiale. Nel confucianesimo, il Tao è suscettibile di avere un nome, mentre per i Taoisti esso resta nella trascendenza assoluta ed impredicabile. La traduzione che alcuni hanno voluto fare in termini occidentali è del tutto inadeguata, poiché noi non possediamo un concetto equivalente. Pertanto è meglio considerare il termine come intraducibile. Per certi versi, la dottrina del Tao assomiglia a quella dei Tantra; entrambe, infatti, fondono in uno la nozione di Assoluto e la via per raggiungerlo.
TAYLOR Robert
(Ing.) - Middlesex 1784, Tours 1822. Critico inglese della Bibbia, era figlio di un negoziante di ferramenta; cresciuto sotto la tutela dello zio nello Shropshire, operò come chirurgo all'Ospedale Generale di Birmingham, dopo aver studiato a Londra negli ospedali di Guy e di S.Tommaso. Membro del Collegio dei Medici, entrò al St. John College e fu ordinato sacerdote nel 1813. Per cinque anni fu curato nel Sussex. Convertitosi al Deismo, lasciò la Chiesa, e si diede a fare conferenze ed a scrivere sul Deismo. Assistente scolastico a Dublino, fu licenziato per le sue vedute religiose e condannato come blasfemo. Nel 1820 fondò la Società per la Benevolenza, alla quale affiancò la rivista Clerical Review. Tornò a Londra e fondò la Società per l'Evidenza Cristiana. Di nuovo in prigione nel 1827, con l'accusa di essere blasfemo, all'uscita collaborò con Carlile. Ancora una condanna a due anni nel 1831, all'uscita dal carcere si sposa e viene portato in giudizio da un'altra donna. Per evitare altri guai, fugge in Francia con la moglie, pratica medicina a Tours fino alla morte. Tutti i suoi studi servirono a convincerlo che la Cristianità aveva le sue origini nel mito solare. In prigione scrisse "Diegesis", un'opera nella quale cercò di spiegare le origini, le prove ed i primi eventi della Cristianità. Del 1828 è "Syntagma delle prove della religione Cristiana", un'opera destinata a vendicare il Manifesto che i Cristiani avevano scritto contro di lui. Ed infine, nel 1831, scrisse "Il pulpito del diavolo", la sua memoria autobiografica.
MANILIO Marco
(Ast.) - Personaggio vissuto sotto Augusto o Tiberio, della cui vita si conosce molto poco. Autore del poema didattico aull'astrologia "Astronomicon", fu egli stesso un grande astrologo. La sua opera ci trasmette una tradizione al tempo largamente diffusa a Roma, e non solo. Egli pensa che dopo la morte l'uomo vada nella Via Lattea o nello Zodiaco, interpreta la storia umana in senso ascendente, ponendo all'origine le razze più rozze e prive di intelligenza. Vede la democrazia come contraria all'ordine cosmico e considera il mondo governato dal Fato. Divise gli astri in maschili e femminili, descrisse gli aspetti planetari e spiegò la complessa dottrina dei gradi dello Zodiaco. Manilio è anche il primo a prendere in considerazione la Sfera Barbarica, ovvero l'elaborazione di speculazioni sul cielo attinte al di fuori del mondo greco e latino.
SIBILLINO
(Occ.) - Il termine si riferisce alle profezie emesse dalle Sibille, quasi sempre in termini oscuri, comunque in forma tale da dover essere interpretate. Libri Sibillini erano quelli adoperati a Roma, durante il regno dei primi Re di Roma. Acquistati da Tarquinio Prisco, o Tarquinio il Superbo, dalla Sibilla Cumana, o da una sua inviata, essi furono poi ampliati da Augusto. I Libri erano custoditi nel Tempio Capitolino ed andarono bruciati quanto il tempio fu consumato dalle fiamme. Se ne fece una nuova raccolta che era presente al tempo di Giuliano l'Apostata, ma furono bruciati per ordine di Stilicone. Oracoli Sibillini sono quelli che circolavano al tempo dello ellenismo, di cui rimangono pochi frammenti. Più ricca, invece, è la collezione che ci proviene dall'ambiente ebraico: sono 14 libri composti sulla base di una precedente letteratura profetica pagana, e scritti a fini apologetici o per fare del proselitismo religioso. Vengono attribuiti alla Sibilla precetti e vaticini che rispecchiano i capisaldi della fede giudaica. Gli Oracoli sibillini, espressione tipica di letteratura popolare, ebbero larghissima diffusione ed andarono soggetti a continua manipolazioni, soprattutto ad opera di Ebrei e Cristiani. La tradizione profetica legata al nome della Sibilla continua nel Medioevo, inserita nella prospettiva escatologica cristiana; di un certo rilievo è quella chiamata "Sibilla Tiburtina".
GESÙ
(Cr.) - Il fondatore del Cristianesimo e della Chiesa, secondo la fede cristiana, il Redentore del genere umano e, conforme alle definizioni dei primi quattro concili ecumenici, il Figlio di Dio, Verbo incarnato, vero Dio e vero Uomo. Il suo nome è Gesù, corrispondente all'ebraico Yeshua, che in forma piena è Yehoshua, ossia Giosuè. Ma Giosuè in greco è Iesous, ovvero "Yahweh salvezza". Questo nome viene usato in modo familiare ed affettuoso, nell'insegnamento religioso ai bambini, nella preghiera, in esclamazione di dolore, in invocazioni di aiuto, ecc. L'appellativo più comune è "Cristo". Questo termine, che è diverso da "Chrestos", significa "unto", da qualcuno tradotto liberamente "Messia". L'appellativo assume un significato solenne; esso indica in Gesù il Re consacrato dall'unzione sacra. Altro appellativo è "Nazareno", con evidente riferimento a Nazareth, il presunto paese dove Gesù è nato. L'appellativo Nazoreo, invece, ha altro significato. I Vangeli canonici, il cui metodo di scelta fra i tanti testi disponibili lascia ancor oggi perplessi, costituiscono praticamente la sola fonte storica per una possibile biografia di Gesù. Sui testi degli scrittori si trovano rarissimi cenni che è molto difficile riportare al Gesù dei Cristiani. Ciò nonostante nessun "serio studioso" ha diritto di dubitare sulla vicenda narrata dai Vangeli e, pertanto, ogni altra interpretazione è da considerare eresia. Ma anche i Vangeli non sono d'accordo su alcune questioni fondamentali. Innanzitutto non si riesce a sapere in che anno è nato Gesù, nonostante alla sua nascita siano avvenuti fenomeni unici nella storia dell'umanità (la stella in cielo) e siano accaduti fatti civili (la strage dei bambini ad opera di Erode) che, per la loro dimensione non possono esser stati trascurati dagli storici. Nessuno sa dire se ha predicato per un anno o tre, prima di essere messo a morte, e tanto meno è in grado di raccontarci la vita del Figlio di Dio per i primi trent'anni. Da duemila anni sono in corso complesse controversie dottrinali, interne alla Chiesa di Roma, in relazione alla Verginità di Maria ed alla doppia natura di Gesù, quella umana e quella divina. Tutti i dogma che ne sono derivati, più che risolvere i problemi, ne hanno aperti degli altri. Eppure è vietato a chiunque dubitare della realtà storica di Gesù. Nè l'analisi della traduzione dei testi ci aiuta a capire meglio. Negli ultimi trent'anni sono state fatte quattro traduzioni ufficiali delle Lettere di San Paolo. In esse la figura del Salvatore è citata dalle 591 volte (prima traduzione) alle 625 (seconda traduzione). Il nome Christos è citato dalle 134 alle 220 volte (una differenza ingiustificabile fra le diverse traduzioni), mentre dalle 371 alle 400 volte vengono usati altri nomi. Nel Messale Romano del 1965, Gesù Cristo è citato 512 volte, in quello del 1983 ben 876 volte; Gesù è citato 23 volte nel primo e ben 138 nel secondo; Cristo si trova 75 volte nel primo, 1545 volte nell'ultimo. Poiché l'originale si presume non sia cambiato nel tempo, si deve pensare ad una manipolazione della traduzione. È un vizietto che ha avuto inizio con i lavori dei Padri della Chiesa sui testi biblici. L'avvento delle tendenze razionalistiche nel XVII secolo e la nascita della filologia nel XVIII secolo, portarono ad un esame critico dei testi sacri, sia per ricostruire l'ambiente in cui il Cristianesimo era nato, sia per ricercare e valutare le fonti dei Vangeli. La scuole esegetica tedesca conseguì certamente i migliori risultati, ma la ricostruzione storica fu influenzata spesso dalle concezioni dell'autore o dalla dottrina prevalente nella scuola. La vita di Gesù scritta da Strauss è molto diversa da quella che sarà scritta da . Il conflitto fra la erudizione critica e la cosiddetta scienza cattolica è tuttora in corso ed è assolutamente impossibile intravedere uno sbocco. D'altra parte la fede non troverà mai una risposta nella scienza come quest'ultima non potrà dare mai risposta ai problemi di fede. Bisogna accontentarsi : ognuno coltivi il proprio orticello ! Vale la pena, comunque, di dire qualcosa di più in relazione a questa grande figura di maestro, che altre correnti religiose del tempo vedevano in modo diverso. Per gli Gnostici, Christos non era Gesù, ma il Principio impersonale, l'Atman dell'Universo esotericamente asessuato, exotericamente maschio-femmina. Il nome di Gesù (Jehoshua) è formato di sette lettere, come quello di Jehovah. Dal punto di vista mistico, Gesù era considerato uomo-donna; nella sua biografia non vi è alcun cenno di sessualità. Gesù era chiamato "il Pesce", come Vishnu e Bacco; il monogramma di Bacco, infatti, è IHS, ed anche IKTYS, che significa "Pesce". Gli episodi della nascita di Gesù sembrano copiati per intero da quelli della nascita di Krishna. Come Adepto della Buona Legge, Gesù è chiamato "Albero della Vita", ma lo stesso nome è dato ad Adam Kadmon, l'albero sefirotico della Cabala. Il numero che si ottiene dal suo nome, secondo il calcolo cabalistico, è 888, che è uguale alla somma di 543 (Geova) + 345 (Mosè). Gesù crocifisso è uguale alla figura dell'indù Vithoba, fatta salva la croce che è un simbolo molto più vecchio del Cristianesimo. Con tutto il rispetto dovuto al Cristianesimo ed a quanti lo praticano con fede (il che significa vivere il Cristo e non solo andare a messa una volta la settimana), riconosciamo che esistono posizioni serie e razionali anche fra quanti si permettono di dubitare del Gesù storico.
BODHISATTVA
(San.) - Letteralmente, "colui la cui essenza (sattva) è diventata intelligenza (bodhi); coloro che necessitano di un'altra sola incarnazione per diventare dei Buddha perfetti, ovvero degni del Nirvana. Questo vale quando ci si riferisce ai Manushi (terrestri) Buddha. Nel senso metafisico, Bodhisattva è un titolo dato ai figli dei celesti Dhyani Buddha. Colui che non raggiunge la perfezione da solo, ma si ferma in questo mondo per aiutare gli altri uomini. Dopo essersi dedicato per sei anni ad un ascetismo rigoroso, il Bodhisattva si bagna nel fiume Nairanjana e lava i suoi vestiti. Subito dopo si dirige verso l'Albero dell'Illuminazione, dove avrà la sua meditazione decisiva. Il vocabolo sanscrito designa, secondo la dogmatica buddhista, un essere vivente destinato a conseguire la "bodhi", cioè a divenire un Buddha. I Bodhisattva sono considerati i corrispondenti umani dei Dhyani Buddha. Sono questi, infatti, che emanano da sè i "Sè Celesti", i Bodhisattva Superumani. I Bodhisattva umani sono anche detti Manjushri. Essi non sono oggetto di adorazione, ma il culto ad essi rivolto in realtà tende ai Dhyani Buddha.
MANJUSRI
(Tib.) - I Manjushri sono Bodhisattva umani ai quali vengono indirizzati onori come se si trattasse di divinità. Esotericamente, gli onori non sono riservati a loro, ma ai Bodhi-sattva divini, o ai Dhyani-Buddha che li animano. Il Manjushri è uno dei più importanti Bodhisattva sia nel Buddhismo indù, che in quello tibetano e cinese. Esso è il Dio della Saggezza, anzi la Saggezza stessa, il più grande nemico dell'ignoranza. I buddhisti cinesi consideravano l'Imperatore come un'incarnazione di Manjushri. Nella cosiddetta "chiesa rossa" del lamaismo tibetano, Manjushri fa parte della grande Triade divina. Nella filosofia esoterica può indicare anche un determinato Dhyan Chohan. Come Dio delle scienze ed estremo nemico dell'ignoranza viene rappresentato spesso con una spada ed un libro.