Glossario

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SOLE

 
(Eso.) - La stella più vicina alla Terra, attorno al quale ruota un sistema di pianeti e satelliti detto Sistema Solare, che dal Sole riceve l'Energia e, quindi la Vita. Cominciamo con le notizie che ci vengono fornite dalla scienza ufficiale. Il Sole è una stella di classe spettrale G2, giace sul piano equatoriale della Via Lattea, è distante 32.600 anni luce dal nucleo della galassia, ed ha la stessa composizione chimica e le stesse proprietà cinematiche delle stelle che fanno parte della galassia stessa. La sua età è stimata in 5-10 miliardi di anni solari, ha un diametro di 1.394.000 chilometri (109 volte quello della Terra), ha un volume mille volte maggiore di quello del nostro pianeta, una massa centomila volte superiore, una gravità 28 volte maggiore, un debole campo magnetico. Dista dalla Terra circa 150 milioni di chilometri e la sua luce impiega otto minuti per giungere a noi. La temperatura superficiale del Sole è stimata in quasi 6000 gradi Celsius. La struttura del Sole, secondo gli scienziati, è costituita da un nucleo molto brillante e bianco, una zona intermedia che tende al giallo, una zona convettiva seguita dalla fotosfera (i cui gas assorbono gran parte delle radiazioni provenienti dallo interno, poi la cromosfera (regione dinamica di transizione, molto sottile) ed, infine, la corona (trasparente in luce bianca, opaca in corrispondenza delle linee spettrali), che si estende per milioni di chilometri oltre il globo solare, al di là della quale si proiettano le macchie solari, enormi eruzioni di energia talvolta visibili ad occhio nudo. Il Sole irradia energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari. La radioemissione solare copre tutta la gamma delle frequenze, anche se solo quelle più elevate riescono a sfuggire ai gas solari della fotosfera. L'energia del Sole deriverebbe dalla trasformazione nucleare di idrogeno in elio. Si tratta di un processo di fusione nucleare che provoca una grande spinta di gas verso l'esterno; ma la forza di gravità li attira verso l'interno, per cui si crea una specie di equilibrio che conferisce al Sole la sua stabilità. Il Sole è animato da un moto di rotazione, il cui periodo è di 26 giorni all'equatore e di 37 giorni ai poli; il periodo osservato dalla Terra è di 27 giorni all'equatore e 41 giorni ai poli. Nella misura astronomica del tempo, allo scopo di ottenere un "moto regolare" del Sole sull'eclittica, si definisce il "Sole fittizio" ed il "Sole medio". Il primo è un Sole ideale che, partendo dal perigeo assieme al Sole vero, descrive l'eclittica con velocità angolare costante e ritorna al perigeo assieme al Sole vero (anno anomalistico); il secondo è un Sole ideale che, partendo dal punto equinoziale di primavera, insieme al Sole fittizio, descrive lo equatore celeste con moto uniforme, ritornando allo stesso punto equinoziale assieme al Sole fittizio (anno tropico). Il Sole è stato oggetto di culto e di studio fin dalla più remota antichità. I Cinesi erano in grado di prevedere le eclissi già quattromila anni fa; Caldei e Babilonesi conoscevano molti aspetti del moto e della periodicità solare; Talete previde con grande esattezza un eclisse nel 585 a.C.; Anassagora, nel 434 a.C., fece i primi calcoli per stabilire la distanza del Sole dalla Terra e la dimensione del globo solare: i suoi dati non si discostano molto da quelli ottenuti oggi mediante sofisticati strumenti; per non parlare delle conoscenze indù di cui poco o nulla sappiamo, ma che è certamente vasta anche per il grande periodo di tempo coperto dalle loro osservazioni (oltre 70.000 anni). Secondo Max Muller e la sua scuola di mitologia comparata, tutte le divinità più importanti delle religioni antiche, sotto le loro apparenze antropomorfe e teriomorfe, altro non sono che il Sole; i miti di queste religioni, poi, rispecchiano le vicende giornaliere ed annuali del sole. Contro l'unilateralità di questa interpretazione, vi sono tendenze che contrappongono la mitologia lunare, la cui periodicità nulla ha da invidiare a quella solare, anzi è più dettagliata e più vicina ad una lettura di tipo terrestre. Nelle religioni, il Sole non è l'astro visibile o non solo esso, bensì le esperienze legate alla sua luminosità, calore, periodicità, ecc. che tanto strettamente sono legate alla vita, alla fecondità, alla sopravvivenza di tutte le forme. Sol, Helios, Surya, Shamash, Ra, sono l'occhio del cielo, l'organo visivo del Dio supremo, onniveggente ed onnisciente, che in tal modo controlla il comportamento umano e ne punisce le trasgressioni. Ogni Dio solare è onnisciente per eccellenza ed occupa un posto centrale in tutte le cosmogonie, spesso rappresentando un fattor comune alla base di diverse religiosità. La posizione dominatrice e l'unicità del Sole si prestano a modella della sovranità umana; Il Soe appare spesso come primo Re, oppure è il re che si carica di aspetti solari, quando non ne prende direttamente il nome. Il Sole non è per tutti maschile e non lo è stato sempre nel tempo; in Giappone, ad esempio, la dea Amaterasu, che rappresenta il Sole, è una divinità femminile. Le grandi religioni monoteistiche non danno molto risalto al sole; la cristianità, ad esempio, vede in Cristo un aspetto solare, lo fa nascere nel solstizio d'inverno, ma non esalta particolarmente questa similitudine. Dante colloca il cielo del Sole nel quarto ciclo del sistema Tolemaico, e vi incontra gli spiriti sapienti. Molte "manzie" adoperano il sole per le loro procedure. E passiamo ora a ciò che il Sole rappresenta in campo esoterico; essendo i dati estratti da opere diverse, la loro citazione risulterà non organica. Volutamente lasciamo al lettore il suo riordino: sarà un buona occasione per riflettere su di essi. "Otto figli nacquero dal corpo di Aditi, che si avvicinò con sette e respinse l'ottavo", così recita un testo indù. I sette accettati sono i pianeti sacri, quelli che all'epoca erano conosciuti dicono gli esperti di oggi, mentre l'ottavo è Martana o il Sole. Esso è l'Uno respinto dal sistema, ossia verso il quale agiscono le due forze di attrazione e di repulsione (centrifuga e centripeta), la stella centrale che, rispetto ai pianeti, è immota, gira solo sul proprio asse e regola il tempo e la misura. Surya è il figlio reietto, il riflesso del Sole spirituale centrale. Nei Veda è chiamato "Oka Chaksnuh", l'Occhio del Mondo, il cui carro è trascinato da sette cavalli, o da un cavallo con sette teste. Sempre considerando il solo sistema solare, possiamo dire che la prima condensazione della materia ebbe luogo certamente attorno al nucleo centrale, il Sole; allorché la massa rotante si contrasse, il Sole fu il primo a staccarsi, divenendo così il più luminoso degli otto, il fratello maggiore e non il padre. Per gli Egizi Osiride era il Sole, i Parsi lo adoravano come un Dio, i cristiani adombrarono una identità Cristo-Sole, che oggi sembra del tutto dimenticata. Il Sole è il datore di Vita, il fecondatore della Terra, il figlio di una Dea lunare, vergine madre dal duplice aspetto: divino ed infernale. Le lingue di fuoco dello Spirito Santo sono l'alito di Padre-Sole (padre della umanità) che discende su Mara, Maria, il mare. Secondo il Commentario di Manu, il Sole è il cuore del mondo (o Sistema) solare ed il suo cervello è nascosto dietro il sole visibile. Questi è il riflesso del Sole reale, una "finestra tagliata nel reale" palazzo del Sole vero. Il Sole è per il sistema solare quello che il cuore è per il corpo umano, le sue pulsazioni sono periodiche e ben note a tutti gli astronomi. Lo Universo, infatti, come il corpo umano, ha un respiro, un battito cardiaco, un'intelligenza. Il respiro del nostro pianeta è descritto molto bene da Wachsmuth nella sua opera sulle Forze plasmatrici eteriche. Contrariamente a quanto viene insegnato dalla cultura ufficiale, il Sole non è solido, nè incandescente, ed anche se è splendente tuttavia non è ardente. Gli effetti che noi avvertiamo sulla Terra non sono caratteristiche solari, ma solo trasformazioni della sua attività che permettono la vita sul nostro pianeta; l'azione diretta del sole, infatti, cancellerebbe ogni forma di vita. Per avere un'idea di come il Sole possa essere freddo ed emettere radiazioni che diventano calde, basta pensare alle radiazioni che provengono dai corpi naturalmente radioattivi. L'uomo mortale è colpito dal più basso dei sette raggi di Padre-Sole e quando quest'uomo, attraverso uno sforzo di volontà verso la purificazione tende all'unità con il Sè divino, questo raggio si spezza e l'entità umana viene illuminata da raggio successivo che, spiritualmente, è più elevato. L'entità umana, attratta sempre più verso l'alto, spezza il nuovo raggio e passa nel successivo e così via finchè l'Uomo interiore si eleva al Raggio Supremo, il settimo, oltre al quale si raggiunge la sede della Divinità Invisibile. Il Sole visibile, exotericamente, è il Capo dei Sette Misteri principali degli antichi iniziati; esotericamente è il Demiurgo, il Messia, il Christos, l'Unto dal Grande Respiro. Bisogna, quindi, stare molto attenti a non confondere il Sole visibile, che agisce nel sistema solare, con il Sole invisibile, che è il Sole spirituale, e dà la Vita a tutto il Cosmo. Il Sole ed i sette pianeti principali (ricordiamo che due di essi, Sole e Luna stanno per altri due pianeti segreti) sono la potenza visibile ed attiva equivalente al Logos invisibile ed alle sue sette gerarchie. L'Occhio di Osiride degli Egizi era il Primo Nato, il Logos la Luce manifestata al mondo, la Mente e l'Intelletto dell'occulto. È solo mediante il settuplice raggio di questa luce che lo uomo può diventare conscio del Logos attraverso il Demiurgo, secondo il processo di evoluzione spirituale prima descritto. Per tale motivo gli Indù dicono che Vishnu supera le sette regioni dell'Universo in tre passi, diventando il Sole, simbolo visibile della Divinità impersonale. Per i Greci, il Sole era Apollo, simbolo del Fuoco della Vita, mentre i gemelli Castore e Polluce erano la Luna ed il Sole, dal momento che quando uno tramonta l'altro sorge e viceversa. Quando Polluce tramonta e scende sottoterra, Castore viene alla vita e dura tutta la notte; all'alba i ruoli si invertono di nuovo. Polluce è il Sole, Castore la Luna, il sole più debole, che vive per merito di Polluce. Vediamo in questo esempio uno dei tanti miti di gemelli antagonisti, di eroi culturali, di parallelismi di vario tipo o di contrapposizioni tipo morte-rinascita, che, in modo evidente, sono collegati ad eventi cosmici: i cicli del Sole e della Luna. Per gli Gnostici, Sophia (la Sapienza) ha sette figli; sono i sette figli di Aditi (la Sapienza universale degli Indù). Per gli Indù l'ottavo è Martanda, per gli Gnostici è Agathodaemon, l'Angelo Buono, il Christos, il Sole. Secondo Mizra Murad Ali Beg il Sole è la fonte di vita del nostro sistema solare e, come Origine del Principio attivo della nostra Terra è, insieme, la Dimora e la Sorgente del Satana terrestre. Il Sole è l'indù Agni, Dio del Fuoco, lo gnostico Michele, l'Angelo del Fuoco, il greco Apollo, dio solare, detto Helios (il Sole), Phoibos, (la Luce della Vita e del Mondo), che sorge dalla coppa dalle ali d'oro (Il Sole). Set che uccide Osiride è la notte che copre il giorno, le tenebre che prendono il posto della luce. Vishnu incarnato diventa il Sole, Krishna, un dio solare; Mitra era il Sole, chiamato anche Sabasio in qualche monumento antico. Bacco era il Dioniso solare, il Salvatore dell'uomo; a Babilonia, Merodach era il Dio Sole. Per gli Gnostici, Chnoumis era il Sole dell'Universo, il 700, l'unico che può risolvere il mistero di Gesù, il cui numero è 888; questo era il mistero dell'Agathodaemon. Il più potente e grandioso ciclo nel cielo del nostro sistema solare è quello del Sole, sulla Terra è la reincarnazione dell'uomo. La leggenda che vuole Fetonte aver fatto deviare il corso del Sole per imparare le verità nascoste e Giosuè fermare il corso del Sole, trova spiegazione nella mitologia nordica che spiega come ci sia stata un'epoca in cui il Sole sorgeva a Sud e la zona glaciale era ad Est. I novanta gradi di spostamento si spiegano con la diversa inclinazione dell'asse terrestre che ha modificato il clima più volte sul nostro pianeta. Un'allegoria nordica, dal significato sia cosmico che astronomico, fa riferimento ad un Dio iperboreo, che è il Sole personificato, il quale durante l'anno siderale (25.868 anni solari) modifica più volte il clima sulla superficie terrestre, facendo fredde le regioni tropicale a calde quelle polari. L'eccidio dei figli di Niobe ad opera di Apollo e Diana (il Sole e la Luna), è un cambiamento dell'asse della Terra, con conseguenti diluvi e cataclismi vari. Le lagrime incessanti di Niobe formano le acque che sommergono Atlantide. Gli Indù consideravano il sorgere del Sole come l'Anima degli Dei mandata ogni giorno a manifestarsi agli uomini; siccome il coccodrillo usciva dall'acqua al primo raggio di sole, gli Egizi lo consideravano un devoto del fuoco solare e, come tale, la personificazione del Fuoco. E da ciò deriva il fatto che, quando Osiride entra nell'Amenti (il Sole al tramonto), i Coccodrilli sacri si immergono nell'abisso delle Acque primordiali (gli animali si gettano nel fiume Nilo). Osiride ed Iside sono metafisicamente il Fuoco e l'Acqua, fisicamente il Sole ed il Nilo. Il nome latino del Sole deriva da "solus", l'uno solo, lo unico Dio, quello che Paolo chiama "lo sconosciuto". Ovidio, dopo aver descritto la casa del Sole, dice: "Il Sole vestito e velato di porpora siede su un seggio di smeraldi, sui cui lati sono rappresentate le stagioni, ed attorno ai quali stanno gli Anni, i Mesi, i Giorni, le Ore. Il suo carro è tirato da quattro cavalli: il rosso Piroo (l'aurora), il bianco Eoos (il sole già sorto) l'arancione Etone (il sole a mezzogiorno), lo scuro Flegone (il sole al tramonto); le sua quattro ruote sono le stagioni. Il poeta africano Martiano, dopo aver fatto una bella descrizione del Sole dice: "Porta in mano una lira a sette corde", con allusione ai sette pianeti, ed anche ai sette raggi mistici. Astrologicamente, il Sole è il maestro del Leone ed è rappresentato da un cerchio con un punto al centro. Esso significa parecchie cose: il caos (disordine) che si trasforma in cosmo (ordine), il limite che separa il finito dall'infinito, la capacità del punto di espandersi in un cerchio, la possibilità di raggiungere la circonferenza dal centro attraverso infiniti raggi, ecc. Il Sole, fratello di Selene (la Luna), è figlio di Iperione e di Teia, è padrone dell'isola di Rodi dove, con la ninfa Roda genera numerosissimi figli. Nella mitologia nordica, il gigante Mundilfari ha due figli, Suuna (il Sole), femmina, e Mani (la Luna), maschio. Il padre, orgoglioso, li paragona agli Dei e questi, adirati glieli sottraggono e li pongono in cielo. Da allora i due si inseguono senza posa! Il Sole illumina l'uomo fisicamente e spiritualmente; chi acquista l'illuminazione, secondo i Veda, ha per occhio il Sole.

METEMPSICOSI

 
(Gr.) - Deriva dal greco e letteralmente significa "passaggio delle anime"; è un chiaro riferimento al progresso dell'anima da uno stato all'altro dell'esistenza e, quindi un riconoscimento della reincarnazione. I Greci pensavano che le anime passassero dai corpi più nobili a quelli più vili, dai più ragionevoli ai più stupidi, secondo le virtù che avevano praticate ed i vizi di cui si erano macchiate nel corso di ciascuna vita. Il concetto di metempsicosi nasce con l'Orfismo ed il Pitagorismo all'interno di una dottrina di trasmigrazione delle anime in un quadro cosmologico che prevedeva un tempo ciclico per l'universo. Sarà Platone a svilupparla come mezzo per la catarsi mentre gli Gnostici aggiungeranno alla funzione di espiazione quella dello sviluppo delle potenzialità dell'anima. Anche Giustino ed Origene (secondo il quale Dio avrebbe creato il mondo solo per mandarvi in espiazione le anime che avevano peccato in cielo) parlano di metempsicosi, o di reincarnazione e perfino il Giudaismo ammette la metempsicosi in varie forme, sia nella Cabala che nello Chassidismo. Nei tempi moderni, il concetto sarà ripreso da Cardano Telesio e Bruno, oltre che dalle correnti di pensiero teosofiche, antroposofiche e spiritistiche. La metempsicosi, all'origine, era comunemente creduta come la rinascita in corpi animali. Un termine generalmente capito male da tutte le classi della società Europea ed Americana, compresi molti scienziati. La metempsicosi si dovrebbe applicare solo agli animali. L'assioma Cabalista "una pietra diventa una pianta, una pianta un animale, un animale un uomo, un uomo uno spirito, uno spirito un dio", trova la sua spiegazione nel Manava Dharma-Shastra di Manu ed in altri libri Brahmanici. L'Induismo ed il Buddhismo elaborano un complesso teorico che fa perno sul concetto di samshara, ciclo di nascite e morti, e sulle tecniche di liberazione da tale ciclo.

RAZZA MADRE

 
(Eso.) - Un Mahakalpa comprende 100 anni di Brahma; ciascun anno di Brahma comprende 360 giorni di Brahma, ossia 360 Kalpa. Rimanendo nell'ambito del Sistema Solare, un Kalpa solare comprende sette kalpa terrestri, un kalpa terrestre comprende sette ronde, ciascuna delle quali racchiude sette globi. Ogni globo ha sette Razze Madri, o Razza Radice, ciascuna delle quali si suddivide in sette Sottorazze. Un Globo è un Ciclo di vita. Le Razze Madri cominciano con la Razza eterea e, passando attraverso sei stadi (tre discendenti, uno di piena materialità e tre ascendenti) pervengono a quella di piena spiritualità. La attuale umanità vive sul Globo D della Terra, nel quale sono già passate quattro Razze Madri (Antenati lunari, Polare, Lemuriana, Atlantidea); noi, oggi, ci troviamo nella quinta, la Razza Ariana. Dal punto di vista della costituzione del corpo umano, le Razze Madri si possono così classificare: Prima Razza - Le Ombre, senza sesso, senza mente; esseri eterei trasparenti; sono le Immagini, i doppi astrali dei loro padri (Adamo); Seconda Razza - Gusci ancora molli, asessuati, senza mente; i senza ossa, i Doppi (Androgini), (Adamo-Eva); Terza Razza - Ermafroditi, bisessuati (Caino ed Abele); solo nella fase finale si avrà la separazione dei sessi; Quarta Razza - Era dei Giganti astrali (Seth - Enos); Quinta Razza - Corpo fisico indurito, la nostra razza. In relazione ai pianeti sacri, le Razze Madri sono così collegate: Prima Razza - Nasce sotto il Sole (Surya) Seconda Razza - " " Giove (Brihaspati) Terza Razza - " " Marte (Lohitanga) Quarta Razza - " " la Luna (Soma) Quinta Razza - " " Mercurio (Budha) Talvolta la Razza Madre viene chiamata Manvantara (perchè è il periodo di tempo che essa copre) ed è governata dai Sette Rishi; una Ronda, invece, comprende sette Razze Madri e quattordici Manu. Noi siamo attualmente nel settimo Manvantara. Ad ogni Razza Madre cambia totalmente ogni specie vivente organica, sia piante che animali. Occorre, a questo punto, fare una precisione. La moderna antropologia, per Razza (dal francese antico "haraz" che significa "allevamento di cavalli") intende un insieme di individui (animali o piante, omogenei per i loro caratteri esteriori e per le qualità ereditarie, così che l'aspetto somatico si trasmette invariato di generazione in generazione. La razza è la quarta suddivisione della specie "uomo"; abbiamo, infatti: Specie, Ramo, Ceppo, Razza, Sottorazza. Nell'esoterismo, il concetto di Razza è del tutto diverso perchè, oltre ad avere disomogeneità all'interno di una stessa razza, mancano i requisiti delle qualità ereditarie, dell'aspetto somatico e dell'invarianza generazionale.

TITEA

 
(Mit.) - Moglie di Noè, madre dei Titani di seconda generazione, o Diluviani. Secondo Beroso, Titea Magna fu poi chiamata Aretia ed adorata come la Terra. Altri la identificano con Rea, o con Ida; ma si tratta sempre di divinità che presiedono alla Terra, madri dei Manu, dei Mani, dei Titani-Cabiri. A conferma di ciò troviamo Titea-Aretia adorata come Horchia e come Vesta (Dea della Terra).

IDA

 
(Scand.) - Le pianure dell'Ida erano, secondo l'Edda, il luogo dove si radunavano gli dei per tenere consiglio. È il campo della pace e del riposo. Nella filosofia indù, dove viene chiamata anche Ila, è la istruttrice di Vaivasvata Manu, secondo il Rig Veda. I racconti puranici la dicono moglie di Budha (la Sapienza). Mania, il Manu femminile del Ramayana, è Ida, o Ila; essa è la Terra e, come Vach, ora è maschio ora è femmina. Come uomo è Sudynmma.

LOGOS

 
(Gr.) - Termine greco il cui significato letterale è "parola, discorso, ragione". Per i Greci era la ragione determinante il mondo e la legge in cui essa si esprime. Per lo stoicismo è la divina ragione che, completando di sè il mondo, lo anima e dirige secondo il suo perfetto destino. Per gli Ebrei è un mediatore fra Dio ed il Mondo, è la Sapienza, artefice di tutte le cose. Per Filone è l'ipostasi della parola di Dio, colui che colma l'abisso fra Dio e il Mondo. È l'archetipo del mondo sensibile, la forza vitale che regge gli elementi, la via che permette all'uomo di elevarsi alla contemplazione di Dio. Ora persona, ora forza cosmica, è verità, luce e vita. Nel cristianesimo lo troviamo all'inizio del IV Vangelo, quello di Giovanni, con riferimento a Cristo. Inizialmente il fatto non ebbe grande rilevanza, poiché Gesù era considerato uno dei tanti intermediari fra Dio e gli uomini, con funzione cosmologica e non redentrice. Il successivo concetto di incarnazione di Dio, di consustanzialità, di "unigenito non creato", complicò notevolmente le cose, provocando scissioni in serie ed uno stato confusionale tuttoggi non risolto. Platone dava del Logos tre accezioni : (1) manifestazione del pensiero attraverso i suoni articolati di una lingua; (2) il render conto di una cosa enumerandone gli elementi; (3) l'enunciazione della differenza, ovvero del segno distintivo che individua una cosa. Come è evidente, si tratta di accezioni che si riferiscono al termine filosofico, con espresso riferimento al discorso. Fu Eraclito a parlare di Logos come di una legge universale, attribuendo ad esso l'origine di tutte le cose (lo aveva già fatto Leucippo), di cui gli uomini restano inconsapevoli. Cleante identifica il Logos di Eraclito con il logos spermatikos della dottrina stoica, ossia con la ragione seminale, o principio attivo, del cosmo. Nell'Inno a Zeus egli dice : " il logos attraversa tutte le cose mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi". È il Logos a garantire l'unità e la simpatia del cosmo ed in quanto legge naturale è il fondamento dell'etica stoica del "vivere secondo natura". Come principio fisico è identificato con il fuoco. Entrando nel campo della Teosofia, la trattazione del Logos si amplia enormemente assumendo una collocazione spazio-temporale che è tanto più facile da capire quanto maggiore è la capacità di immaginazione, o di astrazione, del lettore. Il Logos è la prima figura, per così dire, che appare all'inizio della Creazione. Ma la sua apparizione non è istantanea e definitiva, bensì progressiva e dinamica. Il Primo Logos è il punto al centro del cerchio; non è un punto fisico, ma il famoso punto matematico, adimensionale. Esso rappresenta l'Ideazione Cosmica, la Causa Prima che deriva direttamente dalla Causa senza Causa. Non è manifestato, ma porta in sè le "idee" di tutto ciò che si manifesterà. Viene detto anche Atman, Brahman, Pradhana, ma questi termini non sono esattamente sinonimi, anche se per certi aspetti sono identici. Il Secondo Logos è il diametro che attraversa orizzontalmente il cerchio, la natura passiva, Prakriti, la Vita latente. Esso è parzialmente manifestato, le Acque dell'Abisso sulle quali non vola ancora il Soffio. Il Terzo Logos è la linea verticale che interseca il diametro del cerchio, lo Spirito che feconda la materia, Mahat, l'Intelligenza, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno cosmico della Materia. È detto anche il Demiurgo poiché è il fattore di tutte le cose, e lavora sul mondo manifesto per mezzo di Fohat, la Forza in tutte le sue infinite differenziazioni. In tutte le cosmogonie, il Logos è una figura androgina, che possiede un aspetto maschile ed uno femminile. Ad esempio: Adamo Kadmon e Sephira, Osiride ed Iside, Adamo ed Eva, Brahma e Vach, ecc. Come aspetto maschile dell'Anima Mundi, il Logos è Alaya, il Soffio cristallizzato del Verbo settuplice di cui l'uomo sul piano terrestre è l'immagine. L'appellativo di Demiurgo lo ha in qualità di Costruttore collettivo dell'Universo; egli non fa nulla in prima persona, ma fornisce il progetto, prelevato dall'Ideazione Cosmica, e sorveglia i lavori dei Dhyani esecutori. Esso, infatti, non è una divinità personale, ma l'aggregato dei Dhyan Chohan e delle Forze ad essi aggregate. Il Logos procede dalla Mente, esso sta presso Dio, ma non è Dio, bensì il secondo Dio. In ebraico, il Logos è D(a)B(a)Rm ma diventa D(a)B(a)R(i)M quando assume la veste di Legione di Angeli, o Sephirot, pur rimanendo Uno. Per indicare il Logos, lo Ierofante tracciava un cerchio, o un triangolo equilatero, ed al centro della figura segnava un punto: quello era il Logos. Nella filosofia indù, Mulaprakriti (l'area del cerchio, il velo di Parabrahman, che è la parte esterna al cerchio), è considerata madre e figlia del Logos, che a sua volta è generatore generato, sua causa secondaria. Il Logos è la prima manifestazione di Parabrahman, il primo Ego che appare nel Cosmo, ed anche il fine ultimo di tutta l'evoluzione. Il Logos emette "la luce che dà energia", da cui nasce il quaternario, e questa luce è l'energia cosciente di Mulaprakriti, il suo Potere, la sua materia-forza, la radice unica del Sè. Nel cattolicesimo troviamo il Logos nella figura dell'Angelo della Faccia, in ebraico chiamato Michele, il simile a Dio, la sua rappresentazione manifestata. Il Logos è la "Luce che splende nelle Tenebre", l'Architetto dei Mondi; la sua qualità è il suono, la cui caratteristica è settenaria. Il Logos è il punto più alto della scala settenaria della Vita Una invisibile, eterna ed assoluta, mentre il punto più basso di questa scala è costituito dai Vidyadhara, i Pitri inferiori. È la Monade divina che, puro Adi-Buddhi, si manifesta come Buddhi universale, o Maha Buddhi, o Mahat, radice spirituale onnisciente ed onnipotente, Intelligenza divina, Suprema Anima Mundi, ovvero il Logos. Nel Genesi, il Dio del 1^ capitolo è il Logos, il Signore Iddio del 2^ capitolo sono gli Elohim, ossia i Poteri inferiori. Nel Buddhismo esoterico, il Logos è il raggio brillante dello UNO, che squarcia le Tenebre; il Primo, Vajradhara, il Buddha supremo che i Tibetani chiamano Dorjechang (rdo.rje.hdsin = portatore di fulmini). Come Signore di tutti i Misteri, egli non può manifestarsi, ed allora invia Vajrasattva (cuore di diamante), il Secondo Logos, che è chiamato Dorjesempa (rdi.rje.sems.dpah = essenza o principio di diamante). Da questi emanano i cinque Dhyani Buddha detti Anupadaka. Ishvara è il Logos, lo Spirito, l'Unità composta di spiriti viventi manifestati, il genitore originario, sorgente delle Monadi terrestri e del loro Riflesso divino, che da esso emanano e ad esso ritornano. Nel Zoroastrismo troviamo gli Amshaspend, che sono sei, ed Ormadz, il settimo, che è il loro capo. Ebbene, Ormadz è il Logos, il capo e gli Amshaspend nello stesso tempo. Ed è così anche nel Sistema solare. Dal punto di vista esoterico abbiamo i sette pianeti, uno dei quali è il Sole. Ma esso è il Capo dei Misteri principali, assieme ai pianeti rappresenta la potenza visibile ed attiva, mentre il Logos invisibile e le sue Gerarchie rappresentano la Potenza Assoluta. Nel triangolo di Pitagora, la Tetractis, il vertice è il Logos, lo specchio che riflette la Mente divina, mentre l'Universo è lo specchio in cui si riflette il Logos. E come il Logos riflette tutto nell'Universo di Pleroma, così l'Uomo riflette in sè stesso tutto ciò che vede e trova nel suo Universo. Il Tantrismo, parlando dell'uomo, dice : "tutto ciò che è qui è ovunque, ciò che non è quì non è in alcun luogo". Gli Egizi chiamavano il Sole "Occhio di Osiride" e lo concepivano come il Logos, il Primo nato, la Luce manifestata del mondo. Attraverso il settuplice raggio di questa luce noi possiamo diventare consci del Logos attraverso il Demiurgo. E come il Logos è settuplo nei suoi Logoi, così l'uomo ha sette piani di coscienza, sette stati di materia, sette forme di Forza; tutto ciò che riguarda la Terra è settuplo. Lucifero, nel suo aspetto più elevato, è il Logos, in quello più basso è l'Avversario, in entrambi i casi è il riflesso del nostro Ego : questa è la dicotomia del nostro mondo. Per Lattanzio, il Logos è il fratello primogenito di Satana, e la prima di tutte le creature. E se il Logos riflette nell'Universo la Mente divina, e l'Universo manifestato si riflette nella Monade, allora ogni Monade deve, nel ciclo delle sue incarnazioni riflettere in sè ogni forma di base di ogni regno dell'universo. Da qui il famoso assioma ermetico "Pietra, pianta, animale, uomo, spirito, Dio". Il Logos è la Sapienza passiva in cielo e la Sapienza attiva, cosciente, sulla Terra; è l'Uomo Celeste, il Figlio. Durante il riposo cosmico, il Logos dorme nel grembo di Quello che non dorme mai e non è mai sveglio, perchè è SAT, non un Essere, ma l'Essenza. Da CIÒ (SAT) nasce il Logos invisibile, da cui gli altri Logoi, il Manu primordiale, i Manu, l'Universo e tutto ciò che contiene. Nella filosofia indù troviamo Krishna, il Logos, ed i sette grandi Rishi, i Logoi. Il Logos è il "nato da sè", l'Aja degli Indù; l'Ego è l'immagine del Logos riflessa nel Karana Sharira. Esso, come sintesi delle Legioni e presidente dei Geni, fu il primo Pastore e Conduttore degli uomini. Fohat è la luce del Logos, mentre Vach, simbolo del potere generatore, è il Logos femminile; sono a lei simili Iside e Venere, la madre del prolifico Dio dell'amore. Ed è questo il motivo per cui in India la vacca è sacra : essa è il simbolo della natura creatrice. Il Logos Demiurgo è il Dio nello Spazio, Adamo Kadmon, l'Uomo Celeste, il Suono, l'Abisso e il Silenzio eterno degli Gnostici. Il Logos di Dio è il rivelatore dell'uomo ed il Logos dell'uomo è il rivelatore di Dio. Concludendo, possiamo dire che presso tutte le nazioni e tutti i popoli, il Logos è la divinità manifestata, l'espressione esteriore o l'effetto della causa che è sempre celata. Così, la parola è il Logos del pensiero; per cui "Logos" è opportunamente tradotto con "Verbo" e "Parola" nei loro significati metafisici.

AUTOESISTENTI

 
(Eso.) - Le Vite Spirituali, proiettate dalla Volontà e dalla Legge Assoluta, all'alba di ogni Rinascita, sui Mondi. Sono i Manu-seme, o Prajapati, o Pitri. Sono chiamati anche Creazioni, perchè appaiono nel Raggio dello Spirito, manifestato mediante la potenza inerente alla sua Natura 'non-nata', che si trova oltre il Tempo e lo Spazio.

MAHAMANVANTARA

 
(San.) - Letteralmente, i grandi intervalli fra i "Manu". Il periodo dell'attività universale. "Manvantara" denota qui semplicemente un periodo di attività, in contrapposizione a Pralaya, o riposo - senza riferimento alla lunghezza del ciclo. È sinonimo di Manvantara e di Mahakalpa ed ha la stessa durata. Esotericamente è la rievoluzione del manifestato dopo una delle complete dissoluzioni periodiche di ogni forma composta nella Natura. È il periodo compreso fra una Eternità e la successiva, tanto per chiarire !

FENICE

 
(Mit.) - Nome del più celebre fra gli animali favolosi dell'antichità, che gli Arabi dicevano "creatura di cui non si conosce il nome e si ignora il corpo". La si immaginò grande come un'aquila, con cresta o ciuffo luminoso, penne del collo dorate, penne del corpo color porpora, coda bianca, occhi scintillanti. Si pensava che fosse esemplare unico, vivesse nel deserto per diversi secoli, ed al momento della morte rinascesse da sè. La sua leggenda è riconosciuta da Greci e Romani, Egizi ed Arabi, Rabbini e Padri della Chiesa. È libera da morte perchè è l'unica a non aver mangiato il frutto proibito del Giardino dell'Eden. Garuda, mezzo uomo e mezzo uccello, Vahana di Vishnu come Kala (Tempo), è la versione indù della Fenice, emblema del tempo ciclico e periodico. La Fenice, infatti, è un essere che muore e rinasce dalle sue ceneri, un susseguirsi di cicli. Essa è connessa con il ciclo solare di 600 anni (ciclo occidentale dei Greci e di altre nazioni), ma talvolta anche con altri, nel qual caso si aggiungono o si tolgono zeri in modo appropriato. Gli Ebrei la chiamavano Onech; i Fenici, Enoc; i Turchi, Kerkes. Vive mille anni, dopo di che, accesa una fiamma, ne rimane consunta. Rinata dalle ceneri, vive altri mille anni, fino a sette volte sette, quando arriva il Giorno del Giudizio. Sette volte sette è un'allegoria dei 49 Manu, delle sette Ronde con sette Cicli ciascuna per ogni Globo della Catena Planetaria. Kerkes, Onech, Enoc sono il Ciclo di una Razza, l'Albero Ababele, l'Albero Padre del Corano. Il Giorno del Giudizio significa un Pralaya minore. La Fenice è il Simorgh del racconto persiano la cui morte e ritorno alla vita rappresenta la distruzione e la rinascita del mondo.

MANIA

 
(Rel.) - Antica e formidabile divinità italica, forse di origine etrusca, appartenente alle divinità infernali e che gli antichi consideravano madre dei Mani o Lari. A Roma, per propiziarsi questa Dea ed i suoi figli, venivano celebrate le feste compitali, durante le quali gli schiavi godevano di assoluta libertà. Si racconta anche che durante queste feste venivano sacrificati dei ragazzi a beneficio delle famiglie cui appartenevano. Giunio Bruto abolì i sacrifici umani sostituendoli con quelli di fantocci. Le immagini della terribile Dea venivano poste sulle porte delle case con l'intento di tenere lontano ogni pericolo. In India, Mania è il Manu femminile, citato nel Ramayana. Essa è Ila, o Ida, moglie e figlia di Vaivasvata Manu, con il quale generò la razza dei Manu. In realtà rappresenta la Terra, la seconda edizione e ripetizione di Vach, e come Vach è androgina. Per gli antichi, mania era sinonimo di terrore; per la psicologia è un'alterazione psichica dell'umore che può manifestarsi con esaltazioni euforiche abnormi. Non si conoscono le cause, nè vi è alcuna terapia efficace.
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