Glossario

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RONDE E ANELLI

 
- Termini adoperati dai Teosofi per spiegare la cosmogonia Orientale. Sono usati per indicare i diversi cicli evolutivi nei Regni Elementali, Minerali, ecc. nel corso dei quali la Monade passa su ciascun globo. Il termine Ronda è usato solo per indicare il passaggio ciclico della Monade attorno alla catena completa dei sette globi. Generalmente parlando, i Teosofi adoperano il termine "anello" come sinonimo di ciclo sia cosmico che geologico, metafisico o di qualsiasi altra natura. Un Kalpa Solare contiene 7 Kalpa; un Kalpa, o Mahayuga, o Giorno di Brahma, ha la durata di 14 Manu, 4.320.000.000 anni solari. Esso si divide in 7 Ronde, la cui singola durata è di 617.142.857 anni solari (Manvantara + Pralaya). Sette Ronde formano una Catena Planetaria, e ciascuna Ronda contiene 7 Globi. Ciascun globo contiene sette periodi dell'umanità. Una Ronda è l'evoluzione in serie della Natura materiale nascente, dei sette globi della catena planetaria, con il loro regno minerale, vegetale, animale e poi umano. Quando l'evoluzione ha percorso l'intero ciclo dal Globo A al Globo G, la Ronda è compiuta e termina. Ogni Ronda è la ripetizione della precedente su un livello più elevato; quando si ritorna al punto di partenza si perviene ad un grado superiore negli stati di coscienza. Il lavoro di ciascuna ronda è affidato ad un gruppo diverso di Creatori, o Architetti, come avviene per ciascun globo. Per quanto concerne il nostro pianeta, è interessante osservare come la Prima Ronda abbia sviluppato il Fuoco (che non è ciò che intendiamo noi, oggi, con questo termine), la Seconda l'Aria, la Terza l'Acqua, la Quarta la Terra. Nella Prima Ronda, l'essere umano era una pietra, nella Seconda una pianta, nella Terza un animale, nella Quarta un uomo. Al termine della Settima Ronda della Catena planetaria terrestre, non ci sarà più il "tempo" perchè la Terra sparirà e non rimarrà alcuno che continui a misurarlo. Avverrà il Pralaya, la dissoluzione periodica e si avrà un arresto della vita cosciente. Talvolta si dà al Globo il nome di Ronda; in questo caso essa assume il nome di Grande Ronda (un Mahakalpa). Ogni Ronda planetaria ha inizio con un Manu radice e si conclude con un Manu semenza. Una Ronda umana, lungo la catena planetaria, corrisponde ad un Manvantara Maggiore. Le Ronde e le Razze trovano corrispondenza nell'Apocalisse con i Tuoni, i Suoni, le Vocali; si parla anche di sette Re, cinque dei quali son già passati, mentre nel Levitico si parla di sette Sabba. Le sette volte sette della vita della Fenice sono una allusione ai 49 Manu (7 ronde x 7 globi). L'applicazione delle Ronde e delle Razze fatta dagli Ebrei, copiando dai testi precedenti, è completamente errata; essa, infatti, porta l'età dell'universo a 49.000 anni solari, poiché è caduta nella trappola dei dati exoterici diffusi dai Brahmini. Durante l'intervallo fra una Ronda e l'altra, il globo e tutto ciò che esso contiene, rimane in statu quo. Il fatto che in una Ronda non si trovino tracce della Ronda precedente è dovuto al rinnovamento delle forme, dei tipi e delle specie che ogni Manvantara porta con sè.

SVAYAMBHUVA

 
(San.) - Il quattordicesimo Manu, l'ultimo dello attuale Giorno di Brahma; collettivamente è la sintesi dei 13 Manu che lo precedono. Nasce da Svayambhu-Narayana, l'Auto-esistente, e può essere considerato identico ad Adam Kadmon dei Cabalisti o all'Uomo androgino del Genesi. Egli è Brahma, il Logos che si separa in due per dar luogo a Viraj e Vach, il maschile ed il femminile. Nel suo senso più mistico, l'unione di Svayambhuva con la figlia Vach-Shata-Rupa (che è poi una delle sue metà), rappresenta la prima evemerizzazione del principio duale; seguirà Vaivasvata ed Ila, e poi altre ancora. Da Svayambhuva nasce Manu, la prima razza umana, evoluta con l'aiuto dei Dhyan Chohan, all'inizio della prima ronda. Egli è l'Automanifestato, il Figlio del Padre immanifesto, il Nato da sè, l'equivalente di ogni Monade cosmica, che diventa un centro di forza dal cui seno emerge una catena planetaria. La Terra fu popolata mentre Svayambhuva presiedeva al primo Manvantara, nel Kalpa del Varaha. Egli è il padre di Priyavrata, che ebbe dieci figli dei quali, tre divennero asceti e sette accettarono l'eredità (i sette continenti della Terra). Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati come Adam Kadmon è la sintesi dei Sephirot.

SHIVA

 
(San.) - Una delle divinità della Trinità indù, la Trimurti, composta da: Brahma (il Creatore), Vishnu (il Conservatore), Shiva (il Distruttore). Quest'ultimo ha anche altri nomi: quando presiede alla distruzione del mondo, passeggiando fra i cadaveri e cingendosi di tenebre, nella sua trasfigurazione prende il nome di Budra; quando svolge il ruolo di produttore gli è conferito il nome di Mahadeva. Egli, infatti, in ossequio alla filosofia indù che vede la produzione come seguito naturale della distruzione, è colui che, sotto forma mutata, fa risorgere ciò che ha distrutto. Shiva è exotericamente il distruttore delle forme umane; esotericamente è il riproduttore di queste forme, il principio fecondatore, il potere generatore che pervade l'universo. Per spiegare il processo distruzione-creazione, si fa l'esempio del seme che muore sotto terra per dare origine ad una nuova pianta. Per poter vivere come entità cosciente nell'Eternità, bisogna che le passioni ed i sensi muoiano prima del corpo umano. Vivere è morire, morire è vivere. La Trimurti rappresenta la più potente energia del Dio assoluto, Brahman. L'occhio di Shiva è il terzo occhio, quello centrale (fisicamente è la ghiandola pineale), l'occhio della vista spirituale; esso deve essere conquistato dall'Asceta prima che diventi un Adepto. Shiva è evoluzione e progresso perchè distrugge le cose sotto una forma per richiamarle alla vita sotto un'altra più perfetta. Egli eternamente distrugge e rimodella, fino alla grande svolta manvantarica. I Kumara sono detti sue incarnazioni, mentre come distruttore è chiamato Vamadeva, colui che rinasce ad ogni Kalpa in quattro giovani: quattro bianchi, quattro gialli, quattro rossi e quattro scuri. Shiva è un Asceta, il patrono degli Yoghi e degli Adepti. Egli è lo spirito stesso della Saggezza divina e del casto Ascetismo che si incarna in questi Eletti. Infatti, Rudra divenne Shiva dopo essersi sposato ed essere stato strappato dagli Dei ad una terribile vita ascetica. Shiva è Shankara, o viceversa, che nei Veda appare come Rudra, e tiene in mano il Pasha, simbolo del lingam e dello yoni, simile al nodo Ank egizio. Ed è anche Panchanana, colui che ha cinque facce, il cui culto è fin troppo filosofico per essere abbassato a livello fallico. Shiva è il principio del Fuoco e viene rappresentato dal triangolo con il vertice in alto, equivalente alla triplice fiamma che egli porta in mano. Karttikeya è suo figlio, nato dal suo seme e generato nel fuoco. Nel Tantrismo, Shiva è il primo Logos ovvero la volontà divina che si manifesta nell'unione creativa con Shakti. È considerato uno dei due grandi Dei della bhakti; la sua funzione di catalizzatore di impurità nel sacrificio vedico (con il nome di Rudra) ha provocato il suo legame con le forme di rinuncia che più si allontanano dall'ortodossia. Il termine shiva in sanscrito significa "il placido", è la calma propria al "quarto stato". è il nome apotropaico dell'antico Rudra e delle undici sue ipostasi, detto anche Hara (colui che porta via), Ishana (il Signoreggiante), Shambu (colui che fa prosperare), Maheshvara (il Grande Signore), ecc. Shiva è per eccellenza il Dio degli Asceti, forma individuata del Brahman-atman, oggetto di meditazione nel centro del cuore. La sua menzione appare in forma crescente nelle Upanishad medie, procedendo verso quelle recenti. Le sue varie ipostasi, allusive alle funzioni che egli esercita, sono nominate nella Maitri. Poiché rappresenta l'aspetto terrificante della realtà, appare accompagnato dalle sue altrettanto terribili shakti: Uma, Durga, Kali, ecc. Nelle Upanishad medie, pur venendo ripetutamente citato con i suoi vari nomi, non viene nominato come protagonista dei suoi numerosi miti. Shiva viene spesso rappresentato anche come Avatara; otto di queste incarnazioni sono chiamate Bhairava ed hanno i nomi speciali di: Asitanga, Rura, Caindra, Crodha, Unmata, Cupati, Bhisciana e Sanhara, tutti alludenti a terribili qualità della mente e del corpo. Talvolta è rappresentato con due mani, altre con quattro, otto o dieci; il pasha gli serve per estrarre l'anima dal corpo degli uomini quando è giunta l'ora. Qualche volta è rappresentato come Ardha-Nari, metà corpo di uomo, metà di donna. Quando è rappresentato come Dio della giustizia egli cavalca un toro bianco, simbolo della giustizia divina e porta in mano una scure ed una corda sacra. Come Nilacanta (collo azzurro) è rappresentato strofinato di cenere e con il collo azzurro; il soprannome gli fu dato in commemorazione di aver egli bevuto il veleno che nacque dal mare e minacciava di distruggere il genere umano.

SPECCHIO DEL FUTURO

 
(Occ.) - Una delle tante opere segrete degli Indù, attribuita a Pesh-Hun-Narada, nella quale sono annotati tutti i Kalpa nei Kalpa ed i Cicli nel seno di Shesha, il Tempo infinito.

SRISTI

 
(San.) - Letteralmente significa "creazione", o meglio, "effusione". La creazione avviene all'inizio di ogni kalpa, alla fine del quale il cosmo viene riassorbito nell'indifferenziato Brahman. Le tre fasi che, quindi, si ripetono indefinitamente, sono: sristi (creazione), sthiti (mantenimento), laya (riassorbimento).

SVETA

 
-LOHITA (San.) - Il nome di Shiva quando appare nel 29' Kalpa come "un Kumara color della luna".

TALPA

 
(Occ.) - Nome che sembra di origine celtica, derivato da kalpa o skalpa con il significato di "animale che scava". Poiché vive sottoterra, in lunghe caverne che si scava da sè, lo si riteneva senza occhi e, quindi, simbolo della cecità. Nella Bibbia sono paragonati alla talpa gli uomini che, sebbene sembri vedano qualcosa, non pervengono mai alla verità.

VAMADEVA

 
(San.) - Altro nome di Shiva, il Distruttore (delle forme esterne). Rinasce come Kumara in ogni Kalpa in quattro giovani per ognuno dei quattro colori (bianco, rosso, giallo, scuro o nero).

VARAHA

 
(San.) - L'Avatar-cinghiale di Vishnu; il terzo della serie. E cinghiale è anche il nome di un Kalpa appartenente al primo Manvantara.

VIVASWAT

 
(San.) - Letteralmente significa il "Luminoso", con riferimento al Sole; ma è anche un altro nome di Yama, il Dio della morte, ed anche del Manu del presente Kalpa. È Surya, il Sole, il padre di Vaivasvata Manu.
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