Glossario

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CIELO

 
(Occ.) - Astronomicamente è la volta emisferica che sembra limitare verso l'alto la nostra visione e la cui base circolare sembra appoggiarsi sull'orizzonte. In religione è espressione diretta della trascendenza e della inaccessibilità, abitato da esseri supremi, o creatori, o tutori. Gli astronomi antichi ammettevano tanti cieli diversi quanti diversi moti osservavano negli astri. Alcuni ritenevano i cieli solidi e di cristallo, perchè potessero sostenere i corpi celesti ed in pari tempo il passaggio della loro luce, e questi cieli avevano la forma sferica essendo essa la più appropriata ai loro movimenti. Vi erano sette cieli, uno per ogni pianeta, l'ottavo era il firmamento, il cielo delle stelle fisse. Si pensava anche ad un nono cielo, il primum mobile che, a sua volta, era circondata da un decimo, l'empireo, dove abitavano le divinità. L'azzurro è il colore sia del cielo che dell'anima, mentre gli Egiziani avevano come simbolo del cielo il globo luminoso che stava a rappresentare il Sole e la Luna. Nella Bibbia si parla del doppio cielo, o dei due cieli che, però, non si riferiscono al cielo ed alla terra, bensì al Cielo Superiore manifestato, ed a quello Inferiore, o terrestre. I Sette Cieli sono il settuplice Logos. Altro simbolo per il cielo è il Cerchio o lo Zero. I Libici chiamavano i monti dell'Atlante, le Colonne del Cielo.

CONTINENTI

 
- Nella cosmogonia Buddhista, secondo la dottrina exoterica di Gautama Buddha, ci sono innumerevoli sistemi di mondi (o Sakwala), tutti che nascono, giungono alla loro pienezza, decadono, sono periodicamente distrutti. Gli Orientalisti interpretano l'insegnamento riguardante "i quattro grandi continenti che non comunicano fra di loro" col significato che "sulla terra ci sono quattro grandi continenti" (Vedi Eastern Monachism di Hardy, p. 4); mentre tale dottrina vuol dire semplicemente che intorno o sopra la terra ci sono su ogni lato quattro mondi e, cioè, che la terra appare come il quarto globo su ciascun lato dell'arco. Esotericamente, i continenti apparsi sulla Terra fino ad oggi sono cinque : Terra Sacra Imperitura, Iperboreo, Lemuria, Atlantide, Europa. Essi, ovviamente, nulla hanno a che fare con la suddivisione geografica del pianeta.

DESTINO

 
(Eso.) - Predeterminazione fatale dell'accadere; succedersi degli eventi ritenuto come preordinato e necessario, al di sopra dell'umana capacità di volere e di potere. Talora viene personificato ed inteso come una superiore potenza che opera secondo leggi immutabili. È detto anche FATO. Presso gli antichi era il figlio del Caos e della Notte, rappresentato sopra il globo terrestre con un'urna in mano, nella quale racchiudeva la sorte dei mortali. Veniva talvolta simbolizzato con il Canapa Lino, con probabile allusione al filo del nostro destino, filato dalle Parche. Alcuni spiegano questo simbolo dicendo che il lino, al pari dell'uomo, proviene dalla terra, e che il lino spezzato è il ritorno dell'uomo alla terra. Il Destino Fatale è il cerchio che delimita il mondo dei sensi. Per la Teosofia, comunque, non esiste nè il Destino, nè il Fato. Esiste il Karma, che è tutt'altra cosa.

ETROBAZIA

 
(Gr.) - Letteralmente, camminare sull'aria o essere alzato nell'aria senza alcun agente visibile in azione; "levitazione". Ciò può essere fatto coscientemente o incoscientemente; nel primo caso è magia, nel secondo o è malattia o è un potere che richiede qualche parola di spiegazione. Sappiamo che la terra è un corpo magnetico; infatti, come hanno scoperto alcuni scienziati, e come affermò Paracelso circa 300 anni fa, essa è un grande magnete. È caricata con una forma di elettricità- chiamiamola positiva - che evolve continuamente per azione spontanea, nel suo interno o centro di movimento. I corpi umani, come tutte le altre forme di materia, sono caricati con la forza di elettricità opposta, la negativa. Ciò vuol dire che i corpi organici e inorganici, se sono lasciati a se stessi, si autocaricano volontariamente e costantemente con la forma di elettricità opposta a quella della terra, e la evolvono. Ora, cos'è il peso ? Semplicemente l'attrazione della terra. "Senza l'attrazione terrestre non ci sarebbe peso", dice il Prof. Stewart, "e se ci fosse una terra due volte più pesante di questa, l'attrazione sarebbe doppia". Come possiamo eliminare questa attrazione ? Secondo la legge elettrica prima enunciata, c'è un'attrazione fra il nostro pianeta e gli organismi che sono su di esso, che li tiene sulla superficie del globo. Ma la legge di gravitazione è stata invertita molte volte per la levitazione di persone e di oggetti inanimati. Come si spiega questo ? La condizione dei nostri sistemi fisici, dicono i filosofi teurgici, dipende largamente dall'azione della nostra volontà. Se è ben guidata, può produrre "miracoli". Fra gli altri, un cambiamento di questa polarità elettrica dal negativo al positivo; il rapporto dell'uomo con il magnete terra diventerebbe allora repulsivo, la "gravità" cesserebbe di esistere per lui, e gli diventerebbe naturale correre nell'aria, fino all'esaurimento della forza repellente, come prima lo era rimanere al suolo. L'altezza della sua levitazione sarebbe in rapporto alla sua maggiore, o minore, abilità di caricare il suo corpo con elettricità positiva. Una volta ottenuto questo controllo sulle forze fisiche, l'alterazione della sua leggerezza, o gravità, gli sarebbe facile come il respirare. (Vedi Iside Svelata, Vol. I, pag. 23).

SOLE

 
(Eso.) - La stella più vicina alla Terra, attorno al quale ruota un sistema di pianeti e satelliti detto Sistema Solare, che dal Sole riceve l'Energia e, quindi la Vita. Cominciamo con le notizie che ci vengono fornite dalla scienza ufficiale. Il Sole è una stella di classe spettrale G2, giace sul piano equatoriale della Via Lattea, è distante 32.600 anni luce dal nucleo della galassia, ed ha la stessa composizione chimica e le stesse proprietà cinematiche delle stelle che fanno parte della galassia stessa. La sua età è stimata in 5-10 miliardi di anni solari, ha un diametro di 1.394.000 chilometri (109 volte quello della Terra), ha un volume mille volte maggiore di quello del nostro pianeta, una massa centomila volte superiore, una gravità 28 volte maggiore, un debole campo magnetico. Dista dalla Terra circa 150 milioni di chilometri e la sua luce impiega otto minuti per giungere a noi. La temperatura superficiale del Sole è stimata in quasi 6000 gradi Celsius. La struttura del Sole, secondo gli scienziati, è costituita da un nucleo molto brillante e bianco, una zona intermedia che tende al giallo, una zona convettiva seguita dalla fotosfera (i cui gas assorbono gran parte delle radiazioni provenienti dallo interno, poi la cromosfera (regione dinamica di transizione, molto sottile) ed, infine, la corona (trasparente in luce bianca, opaca in corrispondenza delle linee spettrali), che si estende per milioni di chilometri oltre il globo solare, al di là della quale si proiettano le macchie solari, enormi eruzioni di energia talvolta visibili ad occhio nudo. Il Sole irradia energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari. La radioemissione solare copre tutta la gamma delle frequenze, anche se solo quelle più elevate riescono a sfuggire ai gas solari della fotosfera. L'energia del Sole deriverebbe dalla trasformazione nucleare di idrogeno in elio. Si tratta di un processo di fusione nucleare che provoca una grande spinta di gas verso l'esterno; ma la forza di gravità li attira verso l'interno, per cui si crea una specie di equilibrio che conferisce al Sole la sua stabilità. Il Sole è animato da un moto di rotazione, il cui periodo è di 26 giorni all'equatore e di 37 giorni ai poli; il periodo osservato dalla Terra è di 27 giorni all'equatore e 41 giorni ai poli. Nella misura astronomica del tempo, allo scopo di ottenere un "moto regolare" del Sole sull'eclittica, si definisce il "Sole fittizio" ed il "Sole medio". Il primo è un Sole ideale che, partendo dal perigeo assieme al Sole vero, descrive l'eclittica con velocità angolare costante e ritorna al perigeo assieme al Sole vero (anno anomalistico); il secondo è un Sole ideale che, partendo dal punto equinoziale di primavera, insieme al Sole fittizio, descrive lo equatore celeste con moto uniforme, ritornando allo stesso punto equinoziale assieme al Sole fittizio (anno tropico). Il Sole è stato oggetto di culto e di studio fin dalla più remota antichità. I Cinesi erano in grado di prevedere le eclissi già quattromila anni fa; Caldei e Babilonesi conoscevano molti aspetti del moto e della periodicità solare; Talete previde con grande esattezza un eclisse nel 585 a.C.; Anassagora, nel 434 a.C., fece i primi calcoli per stabilire la distanza del Sole dalla Terra e la dimensione del globo solare: i suoi dati non si discostano molto da quelli ottenuti oggi mediante sofisticati strumenti; per non parlare delle conoscenze indù di cui poco o nulla sappiamo, ma che è certamente vasta anche per il grande periodo di tempo coperto dalle loro osservazioni (oltre 70.000 anni). Secondo Max Muller e la sua scuola di mitologia comparata, tutte le divinità più importanti delle religioni antiche, sotto le loro apparenze antropomorfe e teriomorfe, altro non sono che il Sole; i miti di queste religioni, poi, rispecchiano le vicende giornaliere ed annuali del sole. Contro l'unilateralità di questa interpretazione, vi sono tendenze che contrappongono la mitologia lunare, la cui periodicità nulla ha da invidiare a quella solare, anzi è più dettagliata e più vicina ad una lettura di tipo terrestre. Nelle religioni, il Sole non è l'astro visibile o non solo esso, bensì le esperienze legate alla sua luminosità, calore, periodicità, ecc. che tanto strettamente sono legate alla vita, alla fecondità, alla sopravvivenza di tutte le forme. Sol, Helios, Surya, Shamash, Ra, sono l'occhio del cielo, l'organo visivo del Dio supremo, onniveggente ed onnisciente, che in tal modo controlla il comportamento umano e ne punisce le trasgressioni. Ogni Dio solare è onnisciente per eccellenza ed occupa un posto centrale in tutte le cosmogonie, spesso rappresentando un fattor comune alla base di diverse religiosità. La posizione dominatrice e l'unicità del Sole si prestano a modella della sovranità umana; Il Soe appare spesso come primo Re, oppure è il re che si carica di aspetti solari, quando non ne prende direttamente il nome. Il Sole non è per tutti maschile e non lo è stato sempre nel tempo; in Giappone, ad esempio, la dea Amaterasu, che rappresenta il Sole, è una divinità femminile. Le grandi religioni monoteistiche non danno molto risalto al sole; la cristianità, ad esempio, vede in Cristo un aspetto solare, lo fa nascere nel solstizio d'inverno, ma non esalta particolarmente questa similitudine. Dante colloca il cielo del Sole nel quarto ciclo del sistema Tolemaico, e vi incontra gli spiriti sapienti. Molte "manzie" adoperano il sole per le loro procedure. E passiamo ora a ciò che il Sole rappresenta in campo esoterico; essendo i dati estratti da opere diverse, la loro citazione risulterà non organica. Volutamente lasciamo al lettore il suo riordino: sarà un buona occasione per riflettere su di essi. "Otto figli nacquero dal corpo di Aditi, che si avvicinò con sette e respinse l'ottavo", così recita un testo indù. I sette accettati sono i pianeti sacri, quelli che all'epoca erano conosciuti dicono gli esperti di oggi, mentre l'ottavo è Martana o il Sole. Esso è l'Uno respinto dal sistema, ossia verso il quale agiscono le due forze di attrazione e di repulsione (centrifuga e centripeta), la stella centrale che, rispetto ai pianeti, è immota, gira solo sul proprio asse e regola il tempo e la misura. Surya è il figlio reietto, il riflesso del Sole spirituale centrale. Nei Veda è chiamato "Oka Chaksnuh", l'Occhio del Mondo, il cui carro è trascinato da sette cavalli, o da un cavallo con sette teste. Sempre considerando il solo sistema solare, possiamo dire che la prima condensazione della materia ebbe luogo certamente attorno al nucleo centrale, il Sole; allorché la massa rotante si contrasse, il Sole fu il primo a staccarsi, divenendo così il più luminoso degli otto, il fratello maggiore e non il padre. Per gli Egizi Osiride era il Sole, i Parsi lo adoravano come un Dio, i cristiani adombrarono una identità Cristo-Sole, che oggi sembra del tutto dimenticata. Il Sole è il datore di Vita, il fecondatore della Terra, il figlio di una Dea lunare, vergine madre dal duplice aspetto: divino ed infernale. Le lingue di fuoco dello Spirito Santo sono l'alito di Padre-Sole (padre della umanità) che discende su Mara, Maria, il mare. Secondo il Commentario di Manu, il Sole è il cuore del mondo (o Sistema) solare ed il suo cervello è nascosto dietro il sole visibile. Questi è il riflesso del Sole reale, una "finestra tagliata nel reale" palazzo del Sole vero. Il Sole è per il sistema solare quello che il cuore è per il corpo umano, le sue pulsazioni sono periodiche e ben note a tutti gli astronomi. Lo Universo, infatti, come il corpo umano, ha un respiro, un battito cardiaco, un'intelligenza. Il respiro del nostro pianeta è descritto molto bene da Wachsmuth nella sua opera sulle Forze plasmatrici eteriche. Contrariamente a quanto viene insegnato dalla cultura ufficiale, il Sole non è solido, nè incandescente, ed anche se è splendente tuttavia non è ardente. Gli effetti che noi avvertiamo sulla Terra non sono caratteristiche solari, ma solo trasformazioni della sua attività che permettono la vita sul nostro pianeta; l'azione diretta del sole, infatti, cancellerebbe ogni forma di vita. Per avere un'idea di come il Sole possa essere freddo ed emettere radiazioni che diventano calde, basta pensare alle radiazioni che provengono dai corpi naturalmente radioattivi. L'uomo mortale è colpito dal più basso dei sette raggi di Padre-Sole e quando quest'uomo, attraverso uno sforzo di volontà verso la purificazione tende all'unità con il Sè divino, questo raggio si spezza e l'entità umana viene illuminata da raggio successivo che, spiritualmente, è più elevato. L'entità umana, attratta sempre più verso l'alto, spezza il nuovo raggio e passa nel successivo e così via finchè l'Uomo interiore si eleva al Raggio Supremo, il settimo, oltre al quale si raggiunge la sede della Divinità Invisibile. Il Sole visibile, exotericamente, è il Capo dei Sette Misteri principali degli antichi iniziati; esotericamente è il Demiurgo, il Messia, il Christos, l'Unto dal Grande Respiro. Bisogna, quindi, stare molto attenti a non confondere il Sole visibile, che agisce nel sistema solare, con il Sole invisibile, che è il Sole spirituale, e dà la Vita a tutto il Cosmo. Il Sole ed i sette pianeti principali (ricordiamo che due di essi, Sole e Luna stanno per altri due pianeti segreti) sono la potenza visibile ed attiva equivalente al Logos invisibile ed alle sue sette gerarchie. L'Occhio di Osiride degli Egizi era il Primo Nato, il Logos la Luce manifestata al mondo, la Mente e l'Intelletto dell'occulto. È solo mediante il settuplice raggio di questa luce che lo uomo può diventare conscio del Logos attraverso il Demiurgo, secondo il processo di evoluzione spirituale prima descritto. Per tale motivo gli Indù dicono che Vishnu supera le sette regioni dell'Universo in tre passi, diventando il Sole, simbolo visibile della Divinità impersonale. Per i Greci, il Sole era Apollo, simbolo del Fuoco della Vita, mentre i gemelli Castore e Polluce erano la Luna ed il Sole, dal momento che quando uno tramonta l'altro sorge e viceversa. Quando Polluce tramonta e scende sottoterra, Castore viene alla vita e dura tutta la notte; all'alba i ruoli si invertono di nuovo. Polluce è il Sole, Castore la Luna, il sole più debole, che vive per merito di Polluce. Vediamo in questo esempio uno dei tanti miti di gemelli antagonisti, di eroi culturali, di parallelismi di vario tipo o di contrapposizioni tipo morte-rinascita, che, in modo evidente, sono collegati ad eventi cosmici: i cicli del Sole e della Luna. Per gli Gnostici, Sophia (la Sapienza) ha sette figli; sono i sette figli di Aditi (la Sapienza universale degli Indù). Per gli Indù l'ottavo è Martanda, per gli Gnostici è Agathodaemon, l'Angelo Buono, il Christos, il Sole. Secondo Mizra Murad Ali Beg il Sole è la fonte di vita del nostro sistema solare e, come Origine del Principio attivo della nostra Terra è, insieme, la Dimora e la Sorgente del Satana terrestre. Il Sole è l'indù Agni, Dio del Fuoco, lo gnostico Michele, l'Angelo del Fuoco, il greco Apollo, dio solare, detto Helios (il Sole), Phoibos, (la Luce della Vita e del Mondo), che sorge dalla coppa dalle ali d'oro (Il Sole). Set che uccide Osiride è la notte che copre il giorno, le tenebre che prendono il posto della luce. Vishnu incarnato diventa il Sole, Krishna, un dio solare; Mitra era il Sole, chiamato anche Sabasio in qualche monumento antico. Bacco era il Dioniso solare, il Salvatore dell'uomo; a Babilonia, Merodach era il Dio Sole. Per gli Gnostici, Chnoumis era il Sole dell'Universo, il 700, l'unico che può risolvere il mistero di Gesù, il cui numero è 888; questo era il mistero dell'Agathodaemon. Il più potente e grandioso ciclo nel cielo del nostro sistema solare è quello del Sole, sulla Terra è la reincarnazione dell'uomo. La leggenda che vuole Fetonte aver fatto deviare il corso del Sole per imparare le verità nascoste e Giosuè fermare il corso del Sole, trova spiegazione nella mitologia nordica che spiega come ci sia stata un'epoca in cui il Sole sorgeva a Sud e la zona glaciale era ad Est. I novanta gradi di spostamento si spiegano con la diversa inclinazione dell'asse terrestre che ha modificato il clima più volte sul nostro pianeta. Un'allegoria nordica, dal significato sia cosmico che astronomico, fa riferimento ad un Dio iperboreo, che è il Sole personificato, il quale durante l'anno siderale (25.868 anni solari) modifica più volte il clima sulla superficie terrestre, facendo fredde le regioni tropicale a calde quelle polari. L'eccidio dei figli di Niobe ad opera di Apollo e Diana (il Sole e la Luna), è un cambiamento dell'asse della Terra, con conseguenti diluvi e cataclismi vari. Le lagrime incessanti di Niobe formano le acque che sommergono Atlantide. Gli Indù consideravano il sorgere del Sole come l'Anima degli Dei mandata ogni giorno a manifestarsi agli uomini; siccome il coccodrillo usciva dall'acqua al primo raggio di sole, gli Egizi lo consideravano un devoto del fuoco solare e, come tale, la personificazione del Fuoco. E da ciò deriva il fatto che, quando Osiride entra nell'Amenti (il Sole al tramonto), i Coccodrilli sacri si immergono nell'abisso delle Acque primordiali (gli animali si gettano nel fiume Nilo). Osiride ed Iside sono metafisicamente il Fuoco e l'Acqua, fisicamente il Sole ed il Nilo. Il nome latino del Sole deriva da "solus", l'uno solo, lo unico Dio, quello che Paolo chiama "lo sconosciuto". Ovidio, dopo aver descritto la casa del Sole, dice: "Il Sole vestito e velato di porpora siede su un seggio di smeraldi, sui cui lati sono rappresentate le stagioni, ed attorno ai quali stanno gli Anni, i Mesi, i Giorni, le Ore. Il suo carro è tirato da quattro cavalli: il rosso Piroo (l'aurora), il bianco Eoos (il sole già sorto) l'arancione Etone (il sole a mezzogiorno), lo scuro Flegone (il sole al tramonto); le sua quattro ruote sono le stagioni. Il poeta africano Martiano, dopo aver fatto una bella descrizione del Sole dice: "Porta in mano una lira a sette corde", con allusione ai sette pianeti, ed anche ai sette raggi mistici. Astrologicamente, il Sole è il maestro del Leone ed è rappresentato da un cerchio con un punto al centro. Esso significa parecchie cose: il caos (disordine) che si trasforma in cosmo (ordine), il limite che separa il finito dall'infinito, la capacità del punto di espandersi in un cerchio, la possibilità di raggiungere la circonferenza dal centro attraverso infiniti raggi, ecc. Il Sole, fratello di Selene (la Luna), è figlio di Iperione e di Teia, è padrone dell'isola di Rodi dove, con la ninfa Roda genera numerosissimi figli. Nella mitologia nordica, il gigante Mundilfari ha due figli, Suuna (il Sole), femmina, e Mani (la Luna), maschio. Il padre, orgoglioso, li paragona agli Dei e questi, adirati glieli sottraggono e li pongono in cielo. Da allora i due si inseguono senza posa! Il Sole illumina l'uomo fisicamente e spiritualmente; chi acquista l'illuminazione, secondo i Veda, ha per occhio il Sole.

SVETA

 
-DVIPA (San.) - Letteralmente, l'Isola o il Continente Bianco, uno dei Sapta-dvipa, il nome del primo continente del nostro globo, come lo si trova citato nei Purana; è chiamato anche la terra degli Dei. Il Colonnello Wilford tentò di identificarla con la Gran Bretagna, ma sbagliò.

BUDDHA SIDDHARTA

 
(San.) - Il nome dato a Gautama, il Principe di Kapilavastu, alla sua nascita. È una abbreviazione di Sarvartthasiddha, e significa la "realizzazione di tutti i desideri". Gautama, che significa "sulla terra (Gau) il più vittorioso (tama)", fu il nome sacerdotale della famiglia Sakya, il patronimico regale della dinastia alla quale apparteneva il padre di Gautama, il Re Suddhodhana di Kapilavastu. Questa era un'antica città, luogo natale del Grande Riformatore, e fu distrutta quando egli era ancora in vita. Nel nome Sakyamuni, l'ultima componente, muni, è resa con "potente in carità, isolamento e silenzio", mentre la prima, Sakya, è il nome di famiglia. Ogni Orientalista o Pandit conosce a memoria la storia di Gautama, il Buddha, il più perfetto degli uomini mortali che il mondo abbia mai visto, ma nessuno di loro sembra sospettare il significato esoterico che sottostà alla sua biografia prenatale, cioè, il significato della storia popolare. Il Lalitavistara racconta la storia, ma si astiene dal suggerire la verità. I 5000 Jataka, o gli eventi di nascite precedenti (o reincarnazioni) sono presi letteralmente, anziché esotericamente. Gautama, il Buddha, non sarebbe stato un uomo mortale, se non fosse passato attraverso centinaia e migliaia di nascite, precedenti alla sua ultima. Tuttavia il dettagliato racconto di queste e la dichiarazione che in quel percorso di vite ha fatto la sua strada ascendente attraverso ogni stadio della trasformazione dal più basso atomo sia animato che inanimato ed insetto, fino al più alto o uomo, contiene semplicemente il ben noto aforisma occulto: "Una pietra diventa una pianta, una pianta un animale, e un animale un uomo". Ogni essere umano che sia mai esistito, è passato attraverso alla stessa evoluzione. Ma il simbolismo nascosto nella sequenza di queste rinascite (jataka) contiene una storia perfetta della evoluzione pre e post umana su questa terra, ed è una esposizione scientifica di fatti naturali. Una verità non velata, nuda e cruda, è rintracciabile nella loro nomenclatura, in quanto appena Gautama raggiunse una forma umana incominciò a mostrare in ogni personalità un altruismo estremo, nonché autosacrificio e carità. Buddha Gautama, il Quarto dei Sapta (sette) Buddha e Sapta Tathagata, nacque secondo la cronologia cinese nel 1024 a.C., ma secondo le cronache Singalesi, nell'ottavo giorno della seconda (o quarta) luna dell'anno 651 prima della nostra era. Fuggì dal palazzo di suo padre per diventare un asceta, nella notte dell'ottavo giorno della seconda luna, nel 597 a.C., e avendo passato sei anni in meditazione a Gaya, e percependo che l'auto tortura fisica era inutile per avere l'illuminazione, decise di battere un sentiero nuovo, al fine di raggiungere lo stato di Buddha. Diventò pienamente un Buddha nella notte dell'ottavo giorno della dodicesima luna, nell'anno 592, ed infine entrò in Nirvana, secondo il Buddhismo Meridionale, nell'anno 543 Gli Orientalisti, tuttavia, si sono decisi per altre date. Tutto il resto è allegorico. Egli ottenne lo stato di Bodhisattva quando sulla terra, nella personalità, si chiamava Prabhapala. Tushita si riferisce ad un posto su questo globo, non ad un paradiso nelle regioni invisibili. La scelta della famiglia Sakya e di sua madre Maya come "la più pura della terra", concorda con il modello di ogni Salvatore, Dio, o Riformatore deificato. La storia del suo ingresso nell'utero materno nella forma di un elefante bianco, è una allusione alla sua saggezza innata, essendo l'elefante di quel colore un simbolo di ogni Bodhisattva. Le dichiarazioni che alla nascita di Gautama il neonato fece sette passi in quattro direzioni, che un fiore Udumbara fiorì in tutta la sua rara bellezza e che i re di Naga arrivarono di corsa per "battezzarlo", sono anche tutte allegorie nella fraseologia degli Iniziati, e ben comprese da ogni Occultista Orientale. Tutti gli eventi della sua nobile vita sono dati in numeri occulti, ed ogni evento cosiddetto miracoloso - così deplorato dagli Orientalisti in quanto confondono il racconto e rendono impossibile estrinsecare la verità dalla finzione - è semplicemente il velo allegorico della verità. Esso è tanto comprensibile per un Occultista che conosce il simbolismo, quanto è difficile per un erudito Europeo che ignora l'Occultismo. Ogni dettaglio del racconto dopo la sua morte e prima della cremazione è un capitolo di fatti scritti in un linguaggio che dev'essere studiato prima che possa essere capito, altrimenti è lettera morta e conduce a contraddizioni assurde. Per esempio, è detto che Buddha, dopo aver ricordato ai suoi discepoli l'immortalità del Dharmakaya, passò nel Samadhi, e si perdette in Nirvana - da dove nessuno può ritornare. Eppure, malgrado questo, è raffigurato il Buddha che spacca il coperchio della bara, ed esce fuori di essa; che saluta con le mani congiunte sua madre Maya che apparve all'improvviso nell'aria, sebbene fosse morta sette giorni dopo la sua nascita, ecc., ecc. Poiché Buddha era un Chakra-vartti (colui che gira la ruota della Legge) il suo corpo, alla cremazione, non potette essere consumato dal fuoco usuale. Cosa succede? Improvvisamente, una fiammata prorompe dalla Svastica che era sul suo petto, e riduce il suo corpo in cenere. Lo spazio non permette di dare altri esempi. Siccome questo essere era uno dei veri ed innegabili SALVATORI del Mondo, basti dire che nemmeno il più arrabbiato missionario ortodosso, a meno che non sia irrimediabilmente pazzo o non abbia il minimo rispetto nemmeno per la verità storica, può fare la più piccola accusa contro la vita ed il carattere personale di Gautama, il "Buddha". Senza nessuna pretesa di divinità, permettendo ai suoi seguaci di cadere nell'ateismo piuttosto che nella degradante superstizione dei deva o nell'adorazione di idoli, il suo cammino nella vita è santo e divino, dall'inizio alla fine. Durante i 45 anni della sua missione il suo cammino è immacolato e puro come quello di un dio - o come dovrebbe esserlo. Egli è l'esempio perfetto di un uomo divino e religioso. Raggiunse lo stato Buddhico - cioè l'Illuminazione completa - interamente per merito proprio ed a causa dei suoi sforzi individuali, mentre si ritiene che nessun dio abbia qualche merito personale nell'esercizio della bontà e della santità. Gli insegnamenti esoterici sostengono che gli rinunciò al Nirvana e che lasciò la veste di Dharmakaya per rimanere un "Buddha di compassione", alla portata delle sofferenze di questo mondo. E la filosofia religiosa che ha lasciato, ha prodotto per 2000 anni generazioni di uomini buoni e altruisti. La sua è la unica religione assolutamente senza spargimento di sangue fra tutte le religioni esistenti; tollerante e liberale, insegna la carità e la compassione universali, l'amore ed il sacrificio di sè, povertà e serenità nel proprio destino, qualunque esso fosse. Nessuna persecuzione, nessuna imposizione della fede con il fuoco e la spada, l'hanno mai degradata. Nessun dio vomitante fuoco e fiamme ha interferito con questi sacri comandamenti; e se il semplice, umano e filosofico codice della vita quotidiana lasciatoci dal più grande Uomo Riformatore mai conosciuto, fosse adottato da una gran parte dell'umanità, allora, veramente, una era di beatitudine e di pace albeggerebbe su di essa.

CAOS

 
(Gr.) - L'Abisso, la "Grande Profondità". In Egitto era personificato dalla dea Neith, precedente a tutti gli dei. Come dice Deveria, "l'unico Dio senza forma e sesso, che si autogenerò senza fecondazione, ed è adorato sotto forma della Vergine Madre". Essa è la dea dalla testa di avvoltoio che si trova nei più antichi tempi di Abidos e che appartiene, secondo Mariette Bey, alla prima Dinastia che la fa risalire, anche secondo gli Orientalisti che ne abbreviano il tempo, a circa 7000 anni fa. Come Mr. Bonwick ci dice nel suo eccellente lavoro sulla fede Egiziana - "Neith, Nut, Nept e Nuk (come i suoi nomi sono letti in modi diversi! ) è un concetto filosofico degno del XIX secolo dopo l'era Cristiana, piuttosto che di 39 secoli, o prima ancora, di essa. E aggiunge: " Neith o Nout non è nient'altro che la Grande Madre e, ancora, la Vergine Immacolata o il Dio femminile dal quale derivano tutte le cose. Neith è il "Padre-Madre" delle Stanze della Dottrina Segreta, lo Swabhavat del Buddhismo del Nord, proprio la Madre Immacolata, il prototipo della più recente "Vergine"; perciò, come dice Sharpe, "la Festa della Candelora - in onore della Dea Neith - è segnata nei nostri calendari come il giorno della Candelora o della Purificazione della Vergine Maria"; e Beauregard ci parla dell' "Immacolata Concezione della Vergine che d'ora innanzi può vantarsi, come la Minerva greca a la misteriosa Neith, di essere nata da sè e di aver dato nascita a Dio". A chi nega lo svolgersi dei cicli e la ricorrenza degli eventi, fate leggere che Neith esisteva 7000 anni fa nella concezione degli Iniziati egiziani, che cercavano di volgarizzare una filosofia troppo astratta per le masse; e poi ricordategli le ragioni della disputa al Concilio di Efeso nel 1431, quando Maria fu dichiarata Madre di Dio; e quando la sua Immacolata Concezione fu imposta al Mondo come un comandamento di Dio nel 1858, dal Papa e dal Concilio. Neith è Swabhavat ed anche l'Aditi dei Veda e l'Akasa dei Purana, perchè "essa non è solo la volta celeste, o etere, ma è fatta apparire anche in un albero dal quale genera il frutto dell'Albero della Vita (come la altra Eva), o dal quale versa sui suoi adoratori un pò dell'acqua divina della vita". Da qui l'appellativo favorito di "Signora del Sicomoro", un epiteto dato ad un'altra Vergine (Bonwick). La rassomiglianza diventa ancora più marcata quando Neith è trovata in antiche pitture raffigurata come una Madre che tiene fra le braccia un dio con la testa di ariete, l'"Agnello". Un'antica stele dichiara che essa è "Neut, la luminosa, che ha generato gli dei" - incluso il Sole, poiché Aditi è la madre di Marttanda, il Sole - un Aditya. Essa è Naus, la nave celeste; perciò la troviamo sulla prua dei vascelli egiziani, come Didone sulla prora delle navi dei marinai fenici, e in seguito abbiamo la Vergine Maria, da Mar, il "Mare", chiamata la "Vergine del Mare", e la "Signora Patrona" di tutti i marinai della Chiesa Cattolica Romana. Bonwick cita il reverendo Sayce, che la spiega come un principio nel Bahu (Caos o confusione), "semplicemente il Caos della Genesi ... e forse anche Mot, la sostanza primordiale che fu la madre di tutti gli dei". Sembra che il dotto professore pensasse a Nebuchadnezzar, giacche questi ha lasciato la seguente testimonianza in stile cuneiforme, "Io ho costruito un tempio alla Grande Dea, mia Madre". Possiamo concludere con le parole di Mr. Bonwick, con il quale concordiamo pienamente: "Essa (Neith) è la Zerouana dell'Avesta, 'tempo senza limiti'. È la Nerfe degli Etruschi, metà donna e metà pesce" (perciò la connessione della Vergine Maria con il pesce e i pesci); della quale si dice: "Per intercessione della sacra Nerfe la navigazione è felice. Essa è la Bythos degli Gnostici, l'Uno dei Neoplatonici, il Tutto dei metafisici tedeschi, l'Anaita degli Assiri". Nelle antiche cosmologia greche, il Caos è l'insieme degli elementi materiali, senza ordine, che preesiste al Cosmos, ossia all'insieme degli elementi materiali ordinati. Esso è la grande lacuna, o vuoto originario, che non è spazio infinito privo di contenuti, ma essere ancora spalancato al mondo, prima del suo costituirsi in forme stabili e definite. La cosmogonia babilonese lo chiamava Abisso e lo poneva a capo dello svolgersi delle realtà divine e cosmiche. Anassagora lo intende come mescolanza di tutte le cose, precedente all'opera discriminatrice dell'intelletto. Gli scienziati lo chiamano "condizione nebulare della materia prima del mondo". Il Caos, la Madre, è un Fuoco Freddo, una Radiazione fredda. Tornando all'esoterismo, vediamo come è dal Caos che viene creato il mondo e per tale motivo assume anche molti altri nomi : il Grande Mare, il Grande Abisso, il Principio Umido, lo Spazio sul quale si muoveva lo Spirito di Dio. Per Valentino era Bitos e Sige, la Materia nata dal Silenzio, per i Cabalisti è Binah, il binario femminile, la materia indifferenziata. In esso era il principio di tutte le cose che in seguito si svilupparono nel Globo : il Tohu-Bohu. E questo spazio primitivo viene talvolta chiamato Diluvio, nel senso di stato caotico della materia non ancora stabilizzata. I Serpenti sconfitti dai loro uccisori sono i principi turbolenti, confusi nel caos, ordinati nel cosmos; in origine essi erano gli Spiriti Cattivi. Il Drago, che nei racconti caldei della creazione conduce l'uomo al peccato, è il principio vivente del male che giace nel Caos. Per altro aspetto, il Caos è l'Aether, così come lo conoscevano gli antichi. È l'Akasha, la Vergine Celeste, la Madre di tutte le forme, Aditi. Esso è un'astrazione e nello stesso tempo una presenza visibile, è infinito ed illimitato, pieno di materia cosmica bruta, indifferenziata, senza ragione. Aether e Caos sono la Mente e la Materia, i principi primordiali dell'Universo, uno intellettuale, l'altro materiale. Il Caos cessa sotto lo splendore del Raggio di Luce Primordiale che dissipa l'oscurità totale mediante l'aiuto del grande potere magico del Verbo del Sole Centrale. Esso diventa maschio-femmina, l'Acqua incubata dalla Luce, e l'Essere Triplice ne emerge come suo Primogenito.

TESTA DI DRAGO

 
(Eso.) - Nel simbolismo esoterico, con questo nome si indica ogni globo, ogni sfera siderale, ogni mondo, ogni stella o gruppo di stelle. Si ricorda che il Drago, o Serpente, non era considerato simbolo del male, bensì un simbolo divino.

THEIOHEL

 
(Eb.) - Il globo abitabile che produce uomini; nello Zohar è la nostra terra.
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