Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

LINGUE DI FUOCO

 
(Occ.) - Gli Elohim, i Sette Raggi, i Sette Dei, emanazione del Terzo Logos e che in esso si sintetizzano.

GOVERNATORI

 
(Eso.) - I sette Dei primitivi che avevano una doppia condizione : Essenziale : Costruttori, Modellatori, Conservatori; Accidentale : Rivestiti da un corpo visibile. Sono i sette uomini maschio-femmina prodotti per primi (gli ermafroditi), le Sette Legioni di Pitri, gli Elohim che espressero e crearono l'Uomo Celeste. Essi si incarnarono nella Terza Razza. A loro sono soggetti tutti i Mondi.

BEL

 
(Cald.) - Il più antico e potente dio di Babilonia, una delle prime trinità - Anu; Bel, "Signore del Mondo", padre degli dei, Creatore e "Signore della Città di Nipur"; ed Hea l'Artefice del destino, Signore del Profondo, Dio della Saggezza e della Conoscenza esoterica, e "Signore della Città di Eridu". La sposa di Bel, o il suo aspetto femminile (Sakti), era Belat o Beltis, "la madre dei grandi dei" e la "Signora della Città di Nipur". Il Bel originale era anche chiamato Enu, Elu e Kaptu (Vedi Resoconto caldeo della Genesi di G. Smith). Il suo figlio maggiore era la Luna - Dio Sin (i cui nomi erano anche Ur, Agu e Itu), che era il patrono della Città di Ur, chiamata in suo onore anche con uno dei suoi nomi. Ora Ur era il luogo natale di Abramo (Vedi "Astrologia"). Nella primitiva religione babilonese, la Luna era, come Soma in India, una divinità maschile ed il Sole una divinità femminile. E ciò condusse quasi ogni nazione alle grandi guerre fratricide fra gli adoratori della Luna e quelli del Sole - ad esempio, fra le Dinastie Lunari e quelle Solari, i Chandra e i Suryavansa dell'antica Aryavarta. Così, su scala minore, ritroviamo le stesse lotte fra le tribù Semitiche. Abramo e suo padre Terah vengono rappresentati mentre emigrano da Ur e portano con se il loro dio lunare (o il suo discendente), dato che Jehovah Elohim o El - un'altra forma di Elu - è sempre stato connesso con la luna. È la cronologia lunare ebraica che ha condotto le nazioni europee "civilizzate" nei maggiori errori ed imprecisioni. Merodach, il figlio di Hea, divenne più tardi Bel e fu adorato in Babilonia. L'altro suo titolo, Belas, ha una infinità di significati simbolici. Questo nome è una forma accadica che corrisponde all'ebraico ed al fenicio Bàal, il cui significato è "signore". Il titolo fu conferito a Babilonia principalmente ad Enlil nel periodo più antico e più tardi a Marduk, Dio nazionale, il Signore per eccellenza, chiamato anche Bel-Marduk. Esotericamente è il Sole, padre della Luna. La sua lotta contro il Drago, ovvero il Diavolo, ha un significato puramente cosmico e geologico.

BEROSUS

 
(Cald.) - Un sacerdote del tempio di Belus, che scrisse per Alessandro Magno la storia della Cosmogonia, come era insegnata nei Templi, tratta dalle registrazioni astronomiche e cronologiche conservate in quel tempio. I frammenti in nostro possesso delle sedicenti traduzioni di Eusebio sono sicuramente disonesti, come solo il biografo dell'Imperatore Costantino - dal quale fu fatto santo ! - avrebbe potuto farle. L'unica guida a questa Cosmogonia può ora essere trovata nei frammenti delle tavole assire, evidentemente copiate quasi letteralmente dalle più antiche registrazioni babilonesi; queste sono innegabilmente, e dicano gli Orientalisti ciò che vogliono, gli originali della Genesi Mosaica, del Diluvio, della torre di Babele, del neonato Mosè galleggiante sulle acque, e di altri eventi. Infatti i frammenti della Cosmogonia di Beroso che Eusebio rielabora, probabilmente mutila, prudentemente ripubblica, non sono una grande prova dell'antichità delle registrazioni esistenti in Babilonia - visto che questo sacerdote di Belus visse 300 anni dopo la deportazione degli Ebrei a Babilonia, e che esse avrebbero potuto essere prese in prestito dagli Assiri -; scoperte posteriori hanno reso impossibile una tale consolante ipotesi. È ora pienamente accertato dagli Orientalisti non solo che l'"Assiria ha preso in prestito la sua civiltà e le sue scritture da Babilonia" ma anche che gli Assiri copiarono la loro letteratura da fonti babilonesi. Inoltre nella sua prima lezione di Hibbert, il professor Sayce dimostra che sia la cultura della stessa Babilonia che quella della città di Eridu, sono state di importazione straniera; e, secondo questo studioso, la città di Eridu esisteva già "6.000 anni fa , sulle coste del golfo persiano", cioè, circa nel periodo in cui la Genesi rappresenta l'Elohim che crea il mondo, il sole e le stelle, dal niente.

CREATORI

 
(Eso.) - Adam Kadmon, origine creatrice di tutte le cose, è composto dalla Legione dei Poteri Cosmici, i Dhyan Cho-han Creatori, al di là dei quali tutto è Tenebre. I Creatori sono gli autori della Creazione, sia primaria (Creazione della Luce o dello Spirito), sia secondaria (Creazione della Materia). Nella prima abbiamo l'emanazione degli Dei autogenerati (Elohim), nella seconda la Natura fisica. L'Occultismo divide i Creatori in 12 classi delle quali : 4 hanno raggiunto la liberazione alla fine della Grande Età; la 5^ è pronta a raggiungerla, ma rimane attiva sui piani intellettuali; le altre sette sono ancora sotto il dominio della Legge del Karma, ed operano sui Globi della nostra Catena, abitata da uomini. I Creatori dei nostri corpi e dei nostri principi inferiori sono i Progenitori dell'Uomo, i Pitri, gli Esseri Lunari. I Kumara, gli Agnishvatta ed i Barishad sono gli Angeli Solari, che hanno dato all'Uomo la coscienza, il Manas. I Creatori Spirituali sono i Deva che caddero nella generazione e si incarnarono. L'Ilozoismo esige un Pensiero divino assoluto che pervada le innumerevoli Forze attive creanti, i Creatori, Entità che sono mosse da questo Pensiero, che esistono in Lui, da Lui e mediante Lui. Questi Creatori attivi sono percepiti per mezzo dell'Uomo Interno dell'Occultista. I Creatori sono i poteri personificati della Natura. Questi Deva, Uomini Divini, Progenitori, vengono suddivisi in sette gradi, o classi, che vanno dai più perfetti ai meni elevati.

NOOR ILAHEE

 
(Ar.) - Letteralmente, "La luce dell'Elohim". Alcuni Mussulmani credono che questa luce sia trasmessa ai mortali "attraverso un centinaio di profeti-guida". Conoscenza divina; Luce della Saggezza Segreta.

NUR ILLAHI

 
(Ori.) - I Golaiti e le sette Mesopotamo-Iraniane credono nel Nur Illahi, la "Luce dell'Elohim", comunicata in anastasi mediante cento Profeti guide.

OSIRIDE

 
(Eg.) - Il più grande Dio dell'Egitto, il Figlio di Seb (Saturno), il fuoco celeste, e di Neith, la materia primordiale e lo spazio infinito. Forse originario di Busiri, è fratello di Iside, di Nefti e di Seth. La versione ellenistica lo da buon re di Egitto, ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth. Iside ne rintraccia i pezzi, ricostituisce il corpo e lo riporta in vita. Da lui ha il figlio Oro, cui compete il compito di vendicare il padre. Osiride diventa alla fine Signore del Regno dei Morti. Il suo santuario più importante era ad Abido. Rivale di Osiride era Ra, divinità aristocratica, che nella concezione eliopolitana, era anche lui Dio dei morti. Il mito di Osiride era celebrato annualmente con liturgie in forma di rappresentazione sacra, che prendevano a soggetto le vicende della sua vita. Egli era un dio funerario, ma anche un dio agrario, raffigurato con aspetto umano, flagello e pastorale, in piedi o assiso su un trono, con il capo coperto da una complicata corona, con corna e piume. Le caratteristiche dei genitori lo presentano come il dio autoesistente ed autocreato, la prima divinità manifestata (il terzo Logos esoterico), identico ad Ahura Mazda e ad altre "Cause Prime". Come Ahura Mazda è uno con gli Amshaspendi, o è la loro sintesi, così Osiride, l'unità collettiva, quando è differenziata e personificata, diventa Tifone, suo fratello, Isis e Nephtis, sue sorelle, Horus suo figlio ed i suoi altri aspetti. L'allegoria narra che egli nacque sul Monte Sinai, il Nyssa del Vecchio Testamento (Vedi Esodo, XVII, 15) e fu sepolto ad Abydos, dopo essere stato ucciso da Tifone, alla giovane età di vent'anni. Secondo Euripide egli è simile a Giove e a Dionisio o Dio-Nysos "il dio di Nysa", poiché egli dice che Osiride sarebbe stato allevato a Nysa, "la felice", in Arabia. Domanda: In quale misura questa tradizione influenzò, o ebbe qualcosa in comune, con l'affermazione fatta nella Bibbia che "Mosè costruì un altare e chiamava il nome di Jehovah Nissi", o Cabalisticamente, "Dio-Iao-Nyssi" ?. I Quattro aspetti principali di Osiride erano: Osiride-Phtah (Luce) l'aspetto spirituale; Osiride-Horus (Mente), l'aspetto intellettuale manasico; Osiride-Lunus, l'aspetto "Lunare" o psichico, astrale; Osiride-Typhon, l'aspetto Demoniaco o fisico, materiale e quindi passionale, turbolento. In questi quattro aspetti egli simboleggia l'EGO duale, il divino e l'umano, il cosmico-spirituale ed il terrestre. Dei molti dii supremi, questa concezione Egiziana è la più suggestiva e la più grandiosa, poiché abbraccia tutta la sfera del pensiero fisico e metafisico. Come divinità solare ha dodici dei minori sotto di lui - i dodici segni dello Zodiaco. Sebbene il suo nome sia "Ineffabile", i suoi 42 attributi incidono su ognuno dei suoi nomi ed i suoi 7 aspetti duali completano i 49, 7x7; questi ultimi sono simboleggiati dalle 14 membra del suo corpo, o due volte sette. Così il dio è mescolato nell'uomo, e l'uomo è deificato entro un dio. Ci si rivolgeva a lui come ad Osiride-Eloh. Mr. Dunbar T. Heath parla di una iscrizione fenicia che, una volta decifrata, proclama la seguente iscrizione tombale in onore della mummia: "Sia benedetta Ta-Bai, figlia di Ta-Hapi, sacerdote di Osiride-Eloh. Non fece niente contro qualcuno per ira. Non disse mai falsità contro qualcuno. Giustificata davanti ad Osiride, benedetta sia tu davanti ad Osiride! Pace a te". E poi aggiunge la seguente osservazione: "L'autore di questa iscrizione dovrebbe essere chiamato, suppongo, un pagano, poiché la giustificazione davanti ad Osiride è l'oggetto delle sue aspirazioni religiose. Troviamo, inoltre, che dà ad Osiride l'appellativo di Eloh. Ed Eloh è il nome usato dalle Dieci Tribù di Israele per l'Elohim delle altre Due Tribù. Jehovah Eloh (Gen., III, 21) nella versione usata da Ephraim, in quella usata da Giuda e da noi stessi, corrisponde a Jehovah Elohim. Stando così le cose, è certo che sarà posta una domanda alla quale si dovrebbe rispondere con umiltà - Quali erano i significati che si volevano rispettivamente trasmettere con le due frasi Osiride-Eloh e Jehovah-Eloh ? Da parte mia non posso immaginare che una sola risposta cioè che Osiride era il Dio nazionale dell'Egitto, Jeho-vah era quello di Israele, ed Eloh equivaleva a Deus, Gott o Dieu". In quanto al suo avvenimento umano, egli è, come afferma l'autore di Egyptian Belief, "... Uno dei Salvatori o Liberatori dell'umanità ... Come tale nacque nel mondo. Venne come un benefattore ad alleviare l'uomo dal dolore ... Nei suoi sforzi per fare il bene ha incontrato il male ... ed è stato temporaneamente vinto. Egli è ucciso, Osiride è sepolto. La sua tomba fu meta di pellegrinaggio per migliaia di anni. Ma egli non rimase nella sua tomba. Al termine di tre giorni, o di quaranta, risorse e salì in Cielo. Questa è la storia della sua Umanità" (Egyptyan Belief). E Mariette Bey ci dice, parlando della Sesta Dinastia, che "il nome Osiride ... comincia ora ad essere usato di più. Con lui si incontra la formula del Giustificato"; e aggiunge: "Questo prova che il suo nome (di Giustificato o Makheru) non era dato solo al morto". E ciò dimostra anche che la leggenda di Cristo era definita in quasi tutti i suoi dettagli migliaia di anni prima dell'era Cristiana, e che i Padri della Chiesa non fecero altro che applicarla semplicemente, senza grandi difficoltà, ad un nuovo personaggio. Osiride è il Logos egizio, nato attraverso una madre, ma non da una madre, e senza padre, poiché la divinità astratta è asessuata. Amministra la giustizia nell'Amenti, il regno dei morti, ma rappresenta anche l'Aether, la prima emanazione della Divinità suprema, Amen, la sorgente primordiale della Luce. È nato da un uovo, come Brahma, e nel suo carattere di Dio primitivo, creatore del cielo e degli esseri, è conosciuto come Toom. Dominio di Osiride è Aanroo, un campo diviso in 14 sezioni, circondato da un recinto di ferro, entro il quale cresce il grano della vita, alto sette cubiti. Il Sole era chiamato dagli Egizi "Occhio di Osiride", nome che deriva da Aish ed Asr, il cui significato è "incantatore del fuoco". La ripopolazione della Terra è legata al numero sette ed Osiride, quando entra nel Battello Solare, prende con sè sette raggi. Ed anche la spartizione del suo corpo, da parte di Tifone, in quattordici parti è un doppio sette: serve ad impedirgli di popolare il mondo creando la miseria. La croce ansata è il simbolo di Iside-Osiride, Femmina-Maschio, il principio germinale in tutte le sue forme. Osiride è un grande Dio, ma allo stesso tempo è un "Principe della Terra", che riappare in Thoth-Ermete. Esiste una teoria che vede in Iside-Osiride un Cabiro androgino, vissuto in Egitto molti secoli fa, il quale insegnò agli Egizi la produzione del grano e dell'avena. Divenne re di Egitto e regnò per molti secoli; l'epoca è stimata in 70.000 anni or sono, e questo rende non credibile l'identificazione di Osiride con Manes, cosa proposta da Bunsen. Tifone ed Osiride sono la stessa cosa: il primo è il lato oscuro del Dio, l'altro il lato luminoso; si tratta dell'ormai consueto concetto delle divinità doppie, spesso dette fratelli, ma in realtà duplice aspetto dello stesso Dio. Tifone è l'oscurità della notte, Osiride la luminosità del giorno, il Sole. È simile a Dioniso, a Krishna, a Buddha, al Cristo, ecc., nella sua figura di salvatore dell'umanità. Con Iside e Thoth, Osiride formava la più antica trinità egizia. Quando Osiride scende nell'Amenti come "Sole defunto", i Coccodrilli sacri si immergono nell'abisso delle acque primordiali; quando risorge come "Sole di vita", essi riemergono dal fiume sacro. Osiride era il Sole, il Nilo, l'anno solare di 365 giorni, e sotto l'aspetto di Horus è colui che abbatte Apap, il Serpente del Male, lo lega e lo incatena al Tau, o Tat. Secondo alcuni, fu Deucalione ad introdurre in Fenicia il culto di Adone e di Osiride, ossia il culto del Sole, perduto prima, ritrovato poi, nel suo significato astronomico.

PI GRECO

 
(Gr.) - Sedicesima lettera dell'alfabeto greco, corrispondente alla consonante latina P; con l'accento a destra valeva 80, preceduta da una virgola valeva 80.000. Nella forma minuscola indicava il 16^ Libro dell'Odissea, nella forma maiuscola il 16^ Libro dell'Iliade. In matematica, il pi greco indica un piano, mentre in geometria è il rapporto fra la circonferenza ed il diametro e vale 3,14. Il discorso esoterico su questo numero è molto complicato e specializzato. Parker, ad esempio, nel suo problema per la quadratura del cerchio adopera misure speciali per spiegare come i numeri collegati siano alla base non solo della costruzione della Grande Piramide, ma anche del sistema metrico inglese. In alcune opere antiche, questo numero si trova scritto 3/4/5, dove la barra sostituisce la cifra 1; simbolicamente sta per la Gerarchia numerica dei Dhyan Chohan, dei varii ordini, ed anche del mondo inferiore a loro circoscritto. Ma questa forma di scrittura ci dà anche la successione delle prime tre forme geometriche piane (triangolo, quadrato o cubo [*], pentagono o pentacolo). Letto cabalisticamente ci dà la parola ebraica Alhim, ovvero Elohim. Nei calcoli segreti permette di esprimere i vari cicli e le diverse età del Primogenito. Il numero 3,1415, infatti, è la sintesi, o la Legione unificata, nel Logos, mentre il Punto, chiamato nel cattolicesimo romano l'Angelo della Faccia, ed in ebraico Michele (colui che è simile a Dio), è la rappresentazione manifestata del Logos. Nel Libro di Dzyan si dice : "La Grande Madre sta con il Triangolo e la I, ed il Quadrato e la seconda I, e la Stella a cinque punte, nel suo seno, pronti a partorirli, i valorosi Figli del Quadrato, Triangolo e II (432 0000, il Ciclo), i cui antenati sono il Cerchio ed il Punto". Posto sui confini del grande cerchio "Non Passare", chiamato anche Dhyanipasha (Corda degli Angeli), segna il limite fra il Cosmo fenomenico e quello noumenico, il limite assolutamente insuperabile per la coscienza umana oggettiva attuale. Il pi greco rappresenta il rapporto supremo fra diametro e circonferenza, collegato con i nomi divini Elohim (circonferenza) e Jeohvah (diametro).PIACERE (Fil.) - Soddisfazione immediata di un appetito, raggiungimento di un desiderio, appagamento di una aspirazione. Questa nozione cominciò ad essere oggetto di discussione filosofica al tempo di Socrate e dei Sofisti, quando si delineò un contrasto sempre più acuto fra l'individualismo emergente ed il declino sia della religione che dei valori tradizionali. Socrate identificò il piacere con la virtù, ma il suo concetto venne travisato dai suoi seguaci che con Aristippo portarono il piacere al livello dell'edonismo, mentre con Antistene sostennero che il piacere era un male da evitare. I Cirenaici individuarono nel piacere e nel dolore i poli opposti ed autonomi della esistenza, giungendo alla conclusione che il vero piacere è la mancanza di ogni sensazione, mentre il vero bene è la morte. Platone si pose in mezzo: anche se i piaceri sensuali sono da respingere, diceva, la funzione del piacere è connessa con le tre anime ed all'uomo conviene una vita mista di intelligenza e di soddisfazione corporea. Per Aristotele il piacere non è un movimento nè un dato naturale, ma ciò che si accompagna ad un attività che abbia condotto a compimento le sue attività; l'aspirazione al piacere è, pertanto, del tutto naturale. Epicuro concepì il piacere come condizione stabile derivante dall'assenza di ogni bisogno, o desiderio, del corpo o dell'anima. La filosofia cristiana, tesa all'ascetismo, condannò subito i piaceri sensuali, definendoli peccato, mentre vietò anche ogni forma di voluttà. L'umanesimo rivalutò il piacere, esaltandolo come reale movente di ogni azione umana; l'illuminismo lo pose a fondamento di un'etica prettamente materialistica, Leopardi e Schopenhauer lo trattarono in chiave pessimistica. Gli antichi rappresentavano il piacere come un giovanetto molto bello, dai capelli biondi e inanellati, che regge nella mano destra una canna (la vanità umana) e nella sinistra una rosa (la fragilità del sentimento). Se si parte dall'etimologia del termine, piacere deriva da placere, che significa placare; ora, non si ha esperienza di un piacere che plachi, mentre è normale che il piacere ecciti, almeno quando si discorre di quello che si avverte attraverso i sensi. Non deve meravigliare, quindi, se il Buddha condannava il piacere alla stessa stregua del dolore ed invitava quanti cercavano la felicità ad allontanarsi sia dal dolore che dal piacere.PIANETA (Ast.) - Nell'antichità, con questo nome si designava un astro errante (il greco "planetes", infatti, significa "errante"), in opposizione alle stelle fisse. Poi il termine passò ad indicare qualsiasi astro orbiti attorno al Sole. Sempre gli antichi associavano ai pianeti noti dei metalli : l'oro al Sole, l'argento alla Luna, il piombo a Saturno, il ferro a Marte, l'ambra a Giove, l'ottone a Venere, lo stagno a Mercurio. Gli antichi conoscevano solo cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno), ai quali aggiunsero Sole e Luna per raggiungere il mistico numero sette. Ma si hanno valide indicazioni che fanno pensare come gli antichi conoscessero la presenza di altri pianeti, perfino di alcuni ancor oggi sconosciuti. Da qualche parte, infatti, si legge un riferimento a dodici pianeti, e non è un mistero che l'astronomia sta attualmente cercando un decimo pianeta. I Pianeti, poi, venivano associati anche ai segni zodiacali: Ariete - Marte * Toro - Venere Gemelli - Mercurio * Cancro - Luna Leone - Sole Vergine - Mercurio Bilancia - Venere * Scorpione - Marte e Plutone Sagittario - Giove * Capricorno - Saturno Acquario - Saturno * Urano Pesci - Giove e Nettuno L'asterisco indica il dominio diurno, senza asterisco il dominio notturno. I Pianeti possono essere divisi in maschili (Mercurio, Sole, Marte, Saturno, Urano) e femminili (Venere, Luna, Nettuno). Dubbi i posizionamenti di Giove e di Plutone. Essi si possono suddividere anche in benefici e malefici, ed in altre ulteriori suddivisioni a seconda dei metodi usati nel sistema previsionale. Esotericamente, ogni pianeta visibile è solo la rappresentazione fisica del vero pianeta, il quale è un Essere Cosmico che si manifesta nella, ed attraverso, la Catena dei Globi. Si tratta di un Dhyan Chohan. I Pianeti sacri sono sette (sole e luna sono al posto di due pianeti invisibili e misteriosi, il cui compito è quello di aiutare la terra nella sua evoluzione). Essi sono associati ai globi della catena terrestre ed ai Geni nel modo seguente: Sole Globo A Adonai Giove Globo B Eloi Venere Globo C Orai Saturno Globo D Ilda-Baoth (Jehovah) Mercurio Globo E Astafai Marte Globo F Sabaoth Luna Globo G Tao Ogni Pianeta sacro ha il proprio Reggente, ogni corpo celeste è il corpo di un Dio; i pianeti non si sono staccati dal Sole, ma con esso provengono da una nebulosa. Nell'antichità si credeva, ed a buona ragione, che le razze umane fossero legate ai pianeti, e questi ai segni dello Zodiaco. Le danze delle figlie di Shiloh ed i salti dei profeti di Baal, raccontati nella Bibbia, erano una caratteristica del culto dei Sabeani, che rappresentavano in quel modo il moto dei pianeti attorno al Sole. Gli antichi conoscevano ben più di sette pianeti orbitanti attorno al Sole, ma solo sette erano sacri, perchè tante erano le case primitive dei sette Logoi. I pianeti, poi, venivano usati come misuratori infallibili del tempo, essendo ben nota la loro periodicità.

RUACH ELOHIM

 
(Eb.) - Lo Spirito degli dei; corrisponde allo Spirito Santo dei Cristiani. Anche il vento, il respiro, l'acqua che irrompe.
Vai alla Bibliografia