Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

BRAHMA VIRAJ

 
(San.) - Come il suddetto (Brahma Vach): Brahma che separa il suo corpo in due parti, maschile e femminile, e crea in essi Vach e Viraj. In termini più chiari, ed esotericamente, Brahma, l'Universo, differenziandosi, ha prodotto così la natura materiale, Viraj, e la Natura spirituale intelligente, Vach - che è il Logos della Divinità o l'espressione manifestata dell'eterna Ideazione divina.

BYTHOS

 
(Gr.) - Un termine Gnostico che significa "profondità" o il "grande Profondo", il Caos. È l'equivalente dello spazio, prima che ogni cosa avesse formato se stessa dagli atomi primordiali che, secondo gli insegnamenti dell'Occultismo, esistono eternamente nelle sue profondità spaziali. Il primo padre della Natura insondabile, il Secondo Logos, Propator. L'Abisso.

MANTRA (San.)

 
Versi delle opere Vediche, usati come incantesimi e affascinazione. Per Mantra si intendono tutte quelle parti di Veda che sono distinte dai Brahmana, ossia la loro interpretazione. Si tratta di giaculatorie in contrapposizione ai "commenti" (brahmana). È solo in un secondo momento (mantranaya yoghico e buddhistico) che il mantra assume il significato di "mistico suono", meditando sul quale si consegue l'esperienza di una particolare condizione sovrasensibile. I Mantra sono invocazioni magiche che si basano più sul suono che sulle parole. Essi costituiscono il canale di comunicazione fra i Mortali egli Immortali. L'antica magia, infatti, sosteneva che ad ogni Dio bisogna rivolgersi nel suo linguaggio. Il linguaggio degli elementi, ad esempio, è composto dai numeri, dai suoni e dalle forme. Chi sa fondere insieme queste tre cose richiama la risposta del Potere dirigente, ovvero il Dio reggente dell'Elemento specifico richiesto. Anche la moderna magia fa uso di parole e frasi incomprensibili al profano, ma che danno potere a chi le gestisce. I Mantra sono tratti dai libri segreti, custoditi dai sacerdoti; ciascun mantra opera un effetto magico, poiché colui che lo legge o lo recita , con la semplice voce, produce una causalità segreta che si traduce in effetti immediati. Il mantra, infatti, è un insieme di vocali che quando pronunciate, risuona nella parola e produce determinate vibrazioni sia nell'aria che nell'etere più sottile, ottenendo di conseguenza precisi effetti. Secondo alcuni i mantra permettono il controllo degli elementali che sono a guardia dei tesori nascosti. In ogni paese gli aborigeni posseggono dei mantra. Anche in Europa qualcuno li ha scoperti e, sembra, li usi per controllare gli animali. Il mantra può essere esercitato sia sui singoli individui che sulle comunità. Il mantra, quindi, è un inno poetico, una preghiera, un incantamento, una formula che accompagna il rito, contraddistinta dal fatto che non è il suo significato che conta, ma il pronunciarla nel momento giusto e con il giusto suono. Con questo nome si indica anche la formula che riceve il nuovo iniziato di una setta e che egli dovrà ripetere come parte del suo rituale quotidiano. Nell'induismo, ogni rito implica la recitazione di un mantra. La sillaba OM è il mantra massimo, il supremo sostegno dell'uomo. Nel Buddhismo Vajraiana, secondo gli studiosi occidentali, la forma tantristica costituisce la via della salvezza e si basa sulla credenza dell'efficacia dei mantra. In realtà, anche in questo caso, il mantra è un momento del rito segreto, di cui gli occidentali riescono a vedere solo l'atto materiale. Mantra è anche ciascuno dei quattro periodi in cui è stata divisa la letteratura Vedica. Per quanti sono "avanzati" in campo esoterico, tentiamo una spiegazione che cerca di entrare un pò di più nel seminato. Ogni cosa è suono e movimento; nell'universo tutto è vibrazione che ha il senso vivente di un parlare, di un esprimere il mondo invisibile : la vibrazione è parola sonora, Verbo rivelatore. Il Logos è il suono supremo, non articolato. Esso è seguito gerarchicamente dal suono sottile, che si pronuncia in lettere risuona in Logoi, scolpisce figure. Il terzo livello è il suono come parola umana, articolata in voce (emissione), percezione (ascolto) e senso. Schematicamente si ha : BRAHMAN Forma Causante OM LOGOI Forma sottile Lettere PAROLA Forma materiale Voce/Percezione/Senso Il passaggio dal Logos ai Logoi desta un mondo di Dei composto da tutte le potenze delle forme che non sono ancora in atto. Questi suoni sottili sono la prima differenziazione di Brahman e ciascuno porta un aspetto del suono supremo, che adesso si è articolato. Questi Dei sono le anime, gli spiriti, gli Io dei corpi sonanti, o parole, in cui si pronunciano. I corpi sono i Mantra e sono comprensivi sia dell'attività espressiva che percettiva : un mantra è il Dio e l'essere del suo Dio. I nomi ed i suoni sottili si pronunciano e si proiettano in oggetti e coscienze viventi, ove i tre elementi della parola si separano e diventano contingenti. Questa è la forma materiale, il suono umano, quello che siamo abituati a sentire. Il mantra tende alla resurrezione della "parola vivente"; come tale, diventa un atto della mente nel quale la parola viene "preservata", o "recuperata" dal suo stato primordiale. La pratica del mantra-yoga tende a svegliare i suoni dalla forma materiale ed a ridare loro la forma sottile, a riformare le sillabe di "luce" che ad esse corrispondono. La pronuncia di un mantra è essenzialmente un atto dello spirito, condizione assoluta affinchè esso diventi veicolo di un potere magico, o evocatorio. L'apprendimento della pronuncia esatta di un mantra è possibile solo per trasmissione diretta da un Maestro. La sillaba OM è la sostanza di tutti i mantra; il potere di un mantra è tanto più forte quanto maggiore è la forza spirituale dell'operatore. A questo potere si aggiunge poi la forza intrinseca del mantra, che è indipendente dall'operatore. Il mantra, quindi, è un modo per mettersi in rapporto con il mondo sottile e risvegliare la presenza della cosiddetta "forma di luce", che è il senso più profondo di ogni cosa. Chi sa padroneggiare il vero senso delle cose ha in mano le chiavi dell'alta magia. Comprendere una cosa significa saper parlare con essa, stabilire con essa un rapporto magico, operare su di essa a piacimento. In questo caso, la parola umana diventa "parola vivente", "verità", "virtù" e permette di passare dalle cose simbolo quali oggi vede l'uomo, alle cose reali quali esse veramente sono. L'accesso al mondo intellettuale, inteso come mondo causante, permette all'uomo di impadronirsi dell'alfabeto della natura, comprendendo in tal modo il linguaggio della natura stessa.

CREATORE

 
(Eso.) - Per Filone è il Logos che sta presso Dio ed è il Secondo Dio, il Logos Immanifestato, figlio della Divinità che non è Dio, ma il Nulla, le Tenebre, Ain Soph. Il Creatore del Sistema Solare e del nostro pianeta è il Demiurgo (Vedi "Costruttori") ed opera sotto la forza direttiva del Logos, che agisce sotto forma del Raggio Settuplice, la Luce manifestata del mondo che emerge dalle Tenebre. Esso non è nè buono nè cattivo; il concetto di bene e male sarà la conseguenza della differenziazione.

CUPIDO

 
(Lat.) - Nome dato dai Romani al Dio dell'amore, lo equivalente dell'Eros dei Greci. È il protagonista maschile della favola di Amore e Psiche. Esotericamente è il figlio della Matrice Universale, Venere o il Grande Abisso, la Grande Vergine Madre che esce dall'onda del mare. Nel suo significato primitivo è Volontà divina, desiderio di manifestazione mediante la creazione visibile. Nella religione indù, Fohat può essere assunto come il prototipo di Cupido; assomiglia anche al Kam dei Veda. Cupido è il Dio dell'Amore, figlio del Potere Generatore Passivo della Natura che di volta in volta prende il nome di Venere, Iside, Vach, ecc., tutte madri del Logos.

DAIVI

 
-PRAKRITI (San.) - Letteralmente significa "materia primordiale splendente". Nella filosofia esoterica rappresenta l'energia elettrica presente ovunque nell'universo manifestato : è l'incessante potere formativo e distruttivo. La luce primordiale omogenea, chiamata da alcuni Occultisti Indiani "la Luce del Logos" (Vedi Note sulla Bhagavad Gita di T. Subba Row, B.A., L.L.B.); una volta differenziata, questa luce diventa FOHAT. È la diretta emanazione della Mente Universale, la Prima Materia che forma tutti i globi "semoventi" del Cosmo. Si tratta del potere penetrante della Luce e dei suoi effetti; i Cattolici la chiameranno Luce di Cristo.

ENNOIA

 
(???) - La Mente Divina, un Potere che non crea ma può assimilare. Per gli Ofiti era uno dei Logos.

ADAM KADMON

 
(Eb.) - L'Uomo Archetipo, l'Umanità. L''Uomo Celeste' non caduto in peccato; i Cabalisti lo riferiscono ai Dieci Sefiroti sul piano della percezione umana. Nella Cabala Adam Kadmon è il Logos manifestato, corrispondente al nostro Terzo Logos; poiché l'Immanifestato è il primo paradigmatico Uomo ideale e simbolizza l'Universo in abscondito o nella sua 'privazione', nel senso Aristotelico. Il Primo Logos è la 'Luce del Mondo', il Secondo ed il Terzo sono le sue ombre che gradualmente si oscurano. È il veicolo dell'Antico dei Giorni, Ain Soph e, come androgino è identico a Sephira, la Luce Spirituale. Come Albero Sefirotico rappresenta l'Universo e corrisponde all'Indù Brahma. È composto dalla Legione dei Poteri Cosmici, i Dhyan Chohan Creatori, al di là dei quali tutto è Tenebre. È l'Uomo duplice o Elohim differenziato, il che significa prototipo astratto di maschio e femmina. Come Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a se 7 colonne, o palazzi, dei 7 Angeli Creatori, che operano nelle sfere dei 7 Pianeti, sul nostro Globo. Come Brahma e Marte, è il simbolo del potere generativo e creativo, ossia acqua e terra (un segreto alchemico). È il Progenitore della Razza Umana fatta ad immagine di Dio. È la Natura in senso astratto, che emana i tre principi addizionali : Natura terrestre inferiore (o fisica manifestata), Materia, Terra. Talvolta viene indicato con il Tetragrammaton. Nella religione Indù si può paragonare anche a Manu Svayambhuva, la sintesi dei Prajapati che, a loro volta, sono equivalenti ai Sephirot.

AGATHODAEMON

 
(Gr.) - Il benefico, Spirito buono come contrapposto al cattivo, Kakodaemon. Il primo, è il 'Serpente di Bronzo' della Bibbia; mentre i serpenti volanti di fuoco, sono un aspetto di Kakodaemon. Gli Ofiti chiamavano Agathodaemon il Logos e la Saggezza Divina, che nei Misteri Bacchici veniva rappresentato da un serpente eretto su di un palo. Il nome deriva dalla parola Greca che designava piccoli serpentelli ritenuti sacri e favorevoli all'uomo. Dagli antichi sono ricordati : (a) quelli Egizi, detti anche Kneph, che l'iconografia del tempo riprodusse con testa di avvoltoio, ai quali si attribuiva , in modo particolare, la conservazione dell'universo; (b) quelli onorati dagli Alessandrini con l'immolazione di gatti. Presso i Greci, si chiamava così lo 'Spirito buono' che proteggeva la campagna, gli individui, gli Stati. Era menzionato e rappresentato insieme con la Buona Fortuna. In suo onore, alla fine dei pasti, essi bevevano un pò di vino puro. La coppa che serviva a quest'uopo era chiamata la Coppa d'Agatodemone. Presso i Romani gli corrispondeva il Genius, o Bonus Eventus rappresentato come serpente, o come adolescente, recante nelle mani gli attributi del corno dell'abbondanza, dell'arco, di mazzi di spighe. In Egitto è il Serpente maligno o anche Erme dalla faccia d'oro, Anubi, il Serpente dell'Eternità, Kneph; un enorme serpente che si regge su gambe umane. Nella Cristianità è il più alto Arcangelo che, a seguito della guerra nei cieli, diventa l''Avversario', Satana. Per gli Gnostici è il Serpente delle sette vocali, ma ancora meglio è il Christos, il Chnouphis solare, legato con i sette figli di Sophia, o di Aditi, o della Saggezza, che sono i Sette Reggenti o Geni Planetari. L'ottavo figlio è Martanda, il Sole. Wake lo identifica con Set. Altri lo collegano ad Ermete o ne fanno il suo maestro, più rara la menzione come Re di Egitto. Cabalisticamente lo si può accostare al Serpente del Genesi. La leggenda dice : 'Io sono Chnumis, il Sole dell'Universo, 700'. Il numero di Gesù è 888, quella della Bestia, 666.

AHURA MAZDA

 
(Zend) - La divinità personificata, il Principio della Luce Universale Divina dei Parsi. Da Ahura o Asura, soffio, 'spirituale, divino', nei più antichi Rig Veda, poi deformato dai Bramini ortodossi in A-sura, 'non dei', così come i Mazdeani hanno degradato i Deva Indù (Dei) in Daeva (Diavoli). È un termine Avestico e significa il 'Signore Saggio'. È il Dio Supremo della religione di Zarathustra, noto anche sotto la forma pehlevi Ohrmadz, e la forma grecizzata Oromazo. Mentre nella parte più antica dell'Avesta sembra prevalere la tendenza monoteistica, per la quale dall'azione creatrice di Ahura Mazda nulla viene escluso, neppure le tenebre, in un prosieguo di tempo si afferma sempre più decisa la concezione dualistica per la quale Ahura Mazda, principio del bene e della luce, è in eterno contrasto con Ahriman, signore del male e delle tenebre, anch'esso increato. Tale concezione dualistica la vedremo riapparire nell'eresia del Manicheismo. Nello Zend Avesta è il Signore che conferisce l'intelligenza; sotto altri aspetti, è la Luce Creatrice e Generatrice del Logos. Nel Vendidad ordina a Yima, uno Spirito della Terra, di costruire una Vara, o Argha, o Veicolo, ossia l'Uomo. È il Signore di Saggezza, la sintesi degli Amshaspend (i custodi che operano ai suoi ordini ), i Benefici Immortali. Il suo lato oscuro è Angra Mainyu. Egli è il costruttore del mondo materiale, il padre della nostra Terra, nonché il creatore dell'Albero della Conoscenza e della Sapienza occulta e spirituale. Equivale a Brahma, Zeus, Geova ed altri simili dei capostipiti dei vari Pantheon umani. La sua ombra manifestata è Arimane, che lui combatte e vince. Nelle sue mani è custodita la fonte della Giustizia.
Vai alla Bibliografia