Glossario

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UNITARIANISMO

 
(Rel.) - Termine designante la dottrina teologica ed i gruppi cristiani che nel XVI sec. affermarono l'unicità assoluta di Dio, negando i dogmi della Trinità e della Incarnazione (e di conseguenza, la divinità di Cristo). Tali idee, sostenute dallo spagnolo Serveto, attecchirono in Italia ed in Svizzera. Perseguitati da cattolici e protestanti, gli unitariani trovarono ospitalità in Polonia ed in Transilvania dove costituirono proprie comunità. Socini organizzò in sistema le loro dottrine e cementò la unione fra i vari gruppi. La Bibbia rimase come suprema autorità ma venne interpretata secondo criteri razionalistici. Gesù fu considerato un uomo, dotato di virtù divine e considerato redentore per la sua vita e non per la sua morte. Venne richiamato un forte impegno etico basato sul discorso della montagna, negando che qualcuno possa possedere la verità religiosa e sostenendo la libertà di coscienza. Dopo la controriforma, gli unitariani si fusero con arminiani e mennoniti, mentre la dottrina si diffondeva anche in Inghilterra ed in America.

UNIVERSALE

 
(Fil.) - Ciò che è comune ai membri di un insieme omogeneo, l'essenza per cui tutte le cose o le azioni simili appartengono ad una comune natura. Su questo concetto la filosofia dibatte fin dai tempi di Socrate aggiungendo sempre nuove complicazioni fino a far diventare il dissidio "universale".

UNIVERSALI

 
(Rel.) - Il Problema degli Universali è una questione filosofico-religiosa dibattuta nel XII secolo dagli Scolastici. Esso nacque da un passo delle Isagoge di Porfirio, tradotto e commentato da Boezio, nel quale Porfirio affrontava il problema della natura dei termini universali di genere e specie (animale, uomo, cavallo, sostanza, ecc.), proponendo cinque definizioni risolutive. Guglielmo di Champeaux fece corrispondere agli universali realtà o idee effettivamente esistenti nella mente di Dio. I nominalisti, con Roscellino, ribatterono che gli universali sono puri segni convenzionali, o "nomi" delle cose. Ma il problema, da logico che era, divenne ben presto teologico. Guglielmo, per la sua convinzione di far corrispondere una essenza materiale ad ogni universale, fu tacciato di "triteismo", poiché anche la Trinità cristiana avrebbe dovuto avere un suo corrispondente materiale. Ma anche Roscellino fu bollato, poiché con le sue affermazioni vanificava ogni distinzione fra le tre persone della Trinità, riducendoli a puri nomi. Abelardo tentò una mediazione, dichiarando gli universali un significato logico e linguistico nel senso di "ciò che si può predicare di molti". Il problema trovò la sua sistemazione definitiva con Alberto Magno e Tommaso. Di fronte alle varie alternative, se l'universale possedesse una sua realtà che precede le cose individuali, se esso fosse nelle cose, o se esso derivasse dalle cose per astrazione, accolsero tutte le tesi, dando a ciascuna una giustificazione. Evviva la fede, davanti ad essa tutto è uguale !

UNIVERSALISMO

 
(Rel.) - Tendenza a considerare un qualsiasi organismo come valevole per tutti gli uomini. In particolare, è il carattere di determinate religioni tipologicamente distinte da quelle cosiddette particolaristiche. Queste ultime, infatti, molto spessi primitive, tribali, nazionalistiche, non hanno pretese di validità al di fuori dell'aggregato sociale cui appartengono. Le religioni universali, invece, pretendono di rivolgersi all'individuo, a qualsiasi gruppo etnico o sociale appartenga, considerandosi ovunque valida. Una delle condizioni elementari dell'universalismo è quella di avere un orizzonte culturale internazionale ed anche un contenuto soteriologico. Sulla base di queste caratteristiche nasce un Imperium che pretende da tutti osservanza incondizionata. Il proselitismo è un diritto, le missioni sono un dovere che nessuno può fermare, ogni contestazione un casus belli. La religione cattolica è l'esempio più totalizzante ed esclusivo del fenomeno, le cui conseguenze sono state portate a livelli aberranti. Altre religioni che si possono dire universaliste (Induismo, Buddismo, Islamismo, Giudaismo) hanno sempre orbitato nel proprio ambito, con poco o nullo proselitismo, senza alcun tentativo di imporsi ad altri popoli e ad altre religioni.

UNIVERSO

 
(Eso.) - L'Universo nasce dalla Madre ( 0 ) e dallo Spirito ( 1 ), dall'Essenza che sempre procrea e dall'Intelligenza che la dirige. Aether e Chaos, Mente e Materia, i due principi primordiali, di cui il primo è intellettuale e tutto vivifica, mentre l'altro è passivo, senza forma nè ragione. In quasi tutte le mitologie, il principio materiale è acqueo, mentre quello spirituale è aereo; acqua ed aria, beninteso, non vanno considerati come gli elementi a noi noti. Lo Spazio è il contenitore ed il corpo dell'universo, ed è composto da sette elementi. La Parola creatrice è considerata il principio seminale dell'universo e di ciò che vi è in esso, mentre Mercurio è il Principio umido, l'Acqua primitiva o elementare, contenente il seme dell'universo, fecondato dal Fuoco solare. L'Universo, e tutte le cose che contiene, sono messi in moto dal Soffio del Potere sempre sconosciuto; per tale motivo vengono talvolta simbolizzati dalla svastika, o dalla croce astronomica dentro al cerchio, o dal globo con due ali degli Egizi. Per gli Gnostici, l'Universo, sia fisico che metafisico, era contenuto nelle cifre del numero 10, la decade pitagorica, e poteva essere espresso mediante queste cifre: La decade rappresenta l'Universo e la sua evoluzione dal Silenzio e dall'Abisso sconosciuto dell'Anima Spirituale, o Anima Mundi. Secondo la filosofia indù, l'universo è un immenso aggregato di vari stati di coscienza impermanenti; la sola condizione permanente è lo stato di perfetta incoscienza, o non-coscienza, il semplice cidakasham. Tutte le forme che esistono nell'universo debbono avere la loro forma astrale, il loro prototipo o archetipo, come ogni opera umana deve avere un modella nella mente perchè possa essere realizzata. Gli Egizi rappresentavano l'universo con due cerchi, uno sopra l'altro, attraversati da un serpente con il capo da sparviero. Per i Greci era Argo, il cui capo raffigura il cielo, gli occhi le stelle, i capelli la vegetazione, il corpo la terra, le ossa i metalli e le pietre. Ma anche Pan era talvolta inteso come la rappresentazione dell'universo: la sua faccia rossa significava l'aria, le due corna il sole e la luna, la pelle di pantera era la varietà delle stelle, la parte inferiore, pelosa, era la vegetazione, i piedi di capra dimostravano la solidità e la stabilità della terra, la zampogna dalle sette canne era l'armonia settenaria del cielo, il bastone ritorto era l'anno che in sè stesso ritorna. E Pan è il "tutto" !

UNIVERSO ARCHETIPO

 
(Cab.) - L'universo ideale nel quale è stato costruito il mondo oggettivo.

UNIVERSO DELLE IDEE

 
(Eso.) - Detto anche Universo Illusorio, è composto da Spirito e Natura e dura quanto la manifestazione. Al termine, si immerge in Parabrahman, l'Uno sempre Immutabile.

UNKULUNKULU

 
(Afr.) - Presso la popolazione Zulù è la Divinità Suprema, artefice del creato e preposta alla vita ed alla morte.

UNO

 
(Eso.) - Dal latino unus, dal greco oinos, dal gotico ainas, ecc., rappresenta il principio della quantità numerica, ma anche il principio di ogni cosa quando viene identificato con la Causa perpetua, il Tat sanscrito. "Ciò che è sempre Uno, che fu sempre Uno, che sempre diverrà Uno" è lo Spazio. È un cerchio senza centro e senza circonferenza, un piano illimitato che ha un diametro solo durante il Manvantara, è il Punto indivisibile che non si trova in alcun luogo, è il Soffio Eterno, la Luce nelle Tenebre e le Tenebre nella Luce, è ciò che si espande all'infinito e si contrae fino all'adimensione. L'Uno è lo Spirito di Vita che feconda lo Zero, la Madre, per dare origine all'Universo. Nella scienza troviamo due Uno: il primo è Assoluto, e su di esso non è possibile alcuna speculazione; il secondo è quello posto sul piano dell'Emanazione, che è oggetto di studio. Esso è l'aggregato della totalità dei principali Creatori, o Architetti, dell'Universo visibile. È il Logos, Ishvara, il riflesso dell'Uno Assoluto. Per il cabalista Gebirol, l'Uno è "il principio di tutti i numeri, il fondamento di tutti gli edifici, ciò in cui gli uomini più saggi si perdono, esiste in sè stesso prima del tempo e dello spazio, impenetrabile, immortale, nessuno può violare il suo segreto". Nell'antico sistema Indù, Akasha è il primogenito dell'Uno (il Dio Padre) ed ha una sola qualità : il Suono (il Logos, il Verbo, il Figlio). L'Uno non è Spirito nè Materia, è la Causa eterna di entrambi. Tutto ha origine dall'Uno, procede dall'Uno e ritorna all'Uno. L'Uno primo, o primordiale, è il diametro verticale del cerchio (che è lo zero). Il primo Potere dopo l'Uno, il Grande Soffio, è costituito dal Logos e dallo Spirito. L'Uno supremo nella Natura è rappresentato dalle Dinastie Divine. Per gli Iniziati alessandrini l'Uno significava un corpo eretto, un uomo vivo, in piedi, l'unico animale che adotta in permanenza questa posizione. Con l'aggiunta di una testa diventava la lettera P e con l'aggiunta di un'asta obliqua diveniva la lettera R, l'uomo che cammina. Per i Pitagorici solo l'Uno era buono ed armonioso; era il Principio unico universale, che, benché sempre considerato Uno, essendo l'Unico Uno, non entra mai nei calcoli. L'Uno Assoluto è astrazione infinita ed universale, al di fuori di ogni Potere, sia noumenico che fenomenico. Da esso emana la Tetrade, prima unità manifestata : il Tre nell'Uno. Anche la Entità umana emana dall'Uno, sotto forma di Raggio settuplo. Theon di Smirne così definiva l'Uno: "Primo e principale elemento dei numeri che permane stabile e fisso, laddove invece la molteplicità può essere sminuita con la sottrazione ed in sè privata di ogni numero". Il Rev. Oliver, nel suo "Triangolo Pitagorico", assimila l'Uno alla Monade e lo considera Trono della Divinità Onnipotente, che tutto ha creato e tutto preserva. È il punto al centro del cerchio o del triangolo equilatero; è all'origine di tutto il sistema numerico come Dio è all'origine di ogni cosa. Presso i Greci, la Monade (l'Uno) era il simbolo della divinità ermafrodita, la funzione dei due sessi, dal momento che partecipava di entrambe le due nature. Brahma nasce "unico" dallo Uovo dorato ed assomiglia a Zeus, origine degli Dei, dei numeri e degli uomini. E la Monade è anche il Chaos, il padre della Vita, la causa della Verità, della ragione, il ricettacolo di tutte le cose. L'Uno è alla base dell'Unione e dell'Unità, ma non si identifica nè con l'una nè con l'altra. Scrive Eliphas Levi : "L'Unità è il principio e la sintesi dei numeri, è l'idea di Dio e dell'Uomo, è l'alleanza della ragione e della fede". Nella Cabala, Kether è l'Uno e nasce dopo una triplice trasformazione di Ain (Ain Soph, Ain Soph Aour, Tsim Tsum) che si concentra nel punto adimensionale; e Kether è la Monade impenetrabile, l'origine di ogni cosa. Ed Uno è anche la Aleph, prima lettera madre dell'alfabeto ebraico; essa è il prototipo delle Lettere Sacre, la sintesi dell'Unità di Dio, lo Spirito di Dio vivente, lo Spirito universale, l'Essere universale, l'Indivisibile Unità. Nel Tarocchi è il Bagatto, la sintesi di Terra e Cielo, l'Uomo umano come occultamento dell'Uomo cosmico, l'Uomo beato sicuro della sua vita integra, investito di luce divina, con la spada per combattere ed il bastone per comandare. Nello Zohar, il passaggio dal Punto adimensionale a quello dimensionale è descritto come il passaggio dal Nulla all'Essere, il dispiegamento del Tutto che era in potenza nel Nulla. È lo Initium, la scaturigine dell'Essere, la prima emanazione immanente dell'En Soph. Da esso irruppe la Luce, scaturì la Fiamma che si espanse diffondendo splendenti colori. Si potrebbe continuare ancora a lungo, ma servirebbe a poco: il necessario è stato già detto. Per gli scettici aggiungiamo tre brevi considerazioni: (a) l'origine delle cose è inspiegabile nei termini della nostra filosofia, (b) i simboli sono per la mente ciò che gli attrezzi sono per la mano, (c) la mente non può afferrare maggiormente la filosofia trascendentale di quanto l'occhio possa vedere la musica. (Dion Fortune : La Cabala Mistica).

UNO MANIFESTATO

 
(Eso.) - Il Numero dei Numeri e dei Numerati non eterno nella sua presenza ed esistenza ma eterno nell'essenza. È il Numero emerso dal Non-Numero, il Principio Unico Eterno, l'Uno che poi diviene Due.
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