Glossario
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T
- La ventesima lettera dell'alfabeto. Nell'alfabeto fenicio aveva la forma di una croce di S.Andrea, come nelle stele di Moab; nell'alfabeto etrusco la troviamo con il tratto superiore inclinato verso destra o sinistra; altre forme similari si trovano negli alfabeti Umbro e Falisci. Nell'alfabeto greco troviamo due segni: il tau ed il theta, in quello latino il T, ripreso poi dall'alfabeto italiano. In semitico sembra avesse il significato di "chiave", anzi "la chiave del Nilo", tenuta in mano da certe divinità egizie. Nell'epigrafia latina la T stava per tempus, ter, terra, testis, ecc.; nella numerazione romana, la T valeva 160, mentre la T con una barretta sopra valeva 160.000. Nella numerazione greca, il theta valeva 9, con due punti sovrapposti valeva 9000; il theta maiuscolo indicava l'ottavo libro dell'Iliade, quello minuscolo l'ottavo libro dell'Odissea. Il tau maiuscolo indicava il XIX libro dell'Iliade, quello minuscolo il XIX libro dell'Odissea; il tau, poi, indicava la moneta detta talento, con un accento a destra valeva 300, con una virgola a sinistra 300.000. È interessante riportare il fatto che alcuni studiosi vedano nel theta minuscolo il segno del serpente, mentre il theta maiuscolo rappresenterebbe un serpente che si morde la coda con al centro la testa. Di certo, la forma delle lettere dell'alfabeto è strettamente correlata alle tradizioni religiose dei popoli antichi. Il Tau è l'ultima lettera dello alfabeto Ebraico, il cui valore numerico era 400. I suoi simboli sono: come tau una croce, + , la struttura fondamentale della costruzione; come teth la nona lettera, un serpente ed il cesto dei misteri Eleusini. Presso gli Egizi simboleggiava la vita divina e perciò la si vede sospesa in mano alle statue di Iside e di Osiride. Nella Bibbia, secondo alcuni studiosi, rappresenterebbe il segno con il quale l'Angelo dell'Apocalisse avrebbe marcato la fronte dei predestinati. Nel primo secolo del cristianesimo, i fedeli consideravano questa lettera come una immagine della croce. I religiosi di S.Antonio, nelle loro vesti, portavano una specie di croce troncata, a forma di T. Alcuni storici sostengono che nelle liste degli antichi soldati, il theta greco a fianco del nome stesse ad indicare che erano morti, mentre il segno T denotava quelli ancora in vita. La T, in chimica, indica il tritio, in fisica il tempo (in minuscolo) o il periodo (in maiuscolo), in aeronautica la direzione di atterraggio in un'aeroporto senza pista, in biologia lo antigma T, in matematica la tangente, in metrologia la tonnellata, nel gioco degli scacchi la torre, nella misura del calore indica la temperatura. In antropologia indica il T sincipitale, cicatrice ossea riscontrata su crani femminili neolitici trovati presso Parigi. Forse si tratta di una cauterizzazione praticata nel corso di riti magici o religiosi. Nei miti greci il Tau era considerato formato dalla cifra 7 e dalla lettera gamma; come tale era considerato il simbolo della vita terrestre (perchè Gamma è la prima lettera di Gaia, la Terra, ed il suo simbolo) e della vita eterna (essendo il 7 simbolo della vita terrestre collegata alla Vita Divina).
T'AGATHON
(Pit.) - Secondo Plutarco, il mondo di Pitagora consiste di un doppio quaternario: quello del mondo intellettuale e quello del mondo sensibile. Il primo (mondo di Mahat) è composto da T'Agathon, Nous, Psiche ed Ilo.
T'IEN
-T'AI (Cina) - Scuola buddhista cinese fondata dal monaco Chih-k'ai (VI secolo d.C.), che prende il nome dalla montagna ove era il convento del fondatore. Può essere considerata un ampliamento mahayanico del Buddhismo della tradizione cinese (Fa-hua) di Kunarajiva. La dottrina ripete la metafisica dello Yoga-charya ed è centrata sulla identificazione di tutta la realtà con la Mente assoluta (equivalente al Tathagatagarbha), presente nella sua interezza in ogni parte assumibile del mondo fenomenico. Nel IX secolo la scuola fu introdotta in Giappone e, con lo Shingon, costituisce una delle fondamentali scuole buddhiste.
TA
-OP-OER (Eg.) - Ed anche Ta-Ur, è il nome egizio di Tifone, in forma femminile.
TAANTO
(Gr.) - Nome di uno dei discendenti dei Titani che, secondo alcuni mitografi, potrebbe essere identificato con Ermete Trismegisto, divinità degli antichi Egizi, assai affine al mito di Mercurio.
TAAROA
(Tai.) - Il potere creativo ed il dio principale dei Taitiani. Una tradizione dell'isola, infatti, racconta che l'uomo fu creato con Area, una terra rossa. Taaroa, il Potere Creatore, "fece dormire" l'uomo per lunghi anni e per diverse esistenze. Poi trasse dall'uomo un "ivi" (osso) e ne fece una donna.
TAB
-NOOTH (Eb.) - Forma; un termine Cabalistico.
TABÙ
(Rel.) - Termine di origine polinesiana, è stato adattato nel francese tabou e nell'inglese taboo. La sua traduzione in italiano è impossibile dal momento che manca nel mondo occidentale in concetto equivalente. Si trova equivalenza, invece, nel latino sacer, nel greco agos, nell'ebraico kodausch ed in molti altri termini tuttora in vita presso molte tribù africane. Esso può avere due opposti significati: "sacro, consacrato", per un verso; "proibito, impuro, pericoloso", per il verso opposto. Può essere il desiderio per una cosa eccessiva, pericolosa, impossibile, che è colpevole solo pensarla, ed allora porta alla rimozione; oppure un ricordo che, attraverso la tentazione, porta ad osare e, quindi a peccare, scontandone poi la pena. Ai tabù sono collegate delle restrizioni che si manifestano attraverso divieti e limiti, che sono diversi da quelli religiosi e morali. Essi, infatti, non risalgono ad un ordine divino, ma si impongono da sè, in modo quasi immotivato, che a quanti vi si sentono sottoposti sembrano nello stesso tempo incomprensibili e naturali. Qualcuno li ritiene antecedenti a qualsiasi religione. I tabù sono di diversi tipi : tabù naturale, o diretto, che deriva da una forza misteriosa (mana), inerente ad una persona o ad una cosa; tabù trasmesso, o indiretto, che sempre nel mana trova la sua forza, ma è acquisito o trasmesso da un sacerdote, un capo tribù, o altre persone in genere; tabù intermedio, che si colloca fra quello naturale e quello trasmesso. I fini dei tabù sono i più diversi: Protezione di persone ragguardevoli, ma anche di oggetti; Protezione dei deboli contro il Mana dei forti; Difesa dai pericoli che derivano dalla contaminazione; Protezione da determinati atti vitali (nascita, matrimonio, iniziazioni, riti, ecc.); Preservazione dall'opera degli Dei e dei Demoni; Salvaguardia di ogni nuova forma di vita, ecc. La punizione che segue la violazione di un tabù è affidata ad una legge interiore che scatta automaticamente: il tabù violato si vendica da sè. Chi trasgredisce un tabù, diventa un tabù; il tabù si può trasferire sia a corpi animati che ad oggetti inanimati; la trasmissione avviene allo stesso modo della elettricità e produce effetti disastrosi. Ovviamente, entra in gioco anche la forza della persona che lo subisce, la quale può essere tale da neutralizzare il tabù. Vi sono tabù permanenti e tabù temporanei, oltre a tabù che vengono emanati in determinate circostanze. La trattazione dettagliata di essi non porterebbe ad una migliore comprensione del fenomeno che, fondamentalmente, consiste in una paura oggettivata di forze demoniache che si suppone abitino entro certe persone o cose e che, se offese, si scatenano fino ad eliminare l'offensore. È solo in uno sviluppo successivo che esso viene soggettivato ed elevato a Legge. Molto importanti i tabù alimentari: i pitagorici non mangiavano le fave, ebrei e musulmani non mangiano i suini, alcune tribù non possono mangiare carne dell'animale che è il loro totem, ecc. Ed importanti anche i tabù legati ai nomi; gli antichi Ebrei non pronunciavano il nome del Tetragrammaton e lo sostituivano con Alheim; il cattolicesimo vieta ai suoi credenti di pronunciare il nome di alcuni oggetti; molti animali vengono talvolta chiamati con le loro caratteristiche (mangiatore di uomini, bestia che striscia, divoratore di miele, ecc.) anziché con i loro nomi. Alcuni studiosi ritengono che il rapido mutamento lessicale che spesso si manifesta nei popoli poco civilizzati derivi proprio dall'imposizione di tabù linguistici. I tabù sono forse la più vasta e profonda legge non scritta che regola la vita di molti popoli, mascherati sotto le forme più strane di usanze, tradizioni, costumi. Essi si affermano in prevalenza sotto forma di riti negativi, costrizioni, proibizioni che condizionano la vita della società. Spesso essi rappresentano la linea di demarcazione fra il sacro ed il profano con lo scopo di circoscrivere la contagiosità del sacro, la cui profanazione genera impurità. Nella storia dell'umanità, chi ha pagato il prezzo più alto a causa dei tabù è stata certamente la donna, la cui vita e le cui manifestazioni rappresentano nello stesso tempo un grande segno di potenza ma anche di mistero che incute paura. Si tenga presente che ancor oggi il cattolicesimo nega il sacerdozio alle donne !
TABARA
(Or.) - Nelle iscrizioni messapiche significa "sacerdotessa". Spesso è associata ad Afrodite, ma ancor di più a Damatura (Demetra).
TABERNACOLO
(Rel.) - Nell'antichità, i soldati si accampavano in capanne mobili, equivalenti alle odierne tende, costruite con tavole (Tabernaculum è il diminuitivo di Taberna, che deriva da Tabula). Assume un significato particolare nelle Sacre Scritture, mentre oggi designa spesso le cappellette che contengono immagini sacre. Per i Romani era un attendamento da campo, per gli Ebrei un Santuario portatile nel quale si conservavano le Tavole della Legge ed altri oggetti sacri (la Festa dei Tabernacoli era la festa delle capanne, che si celebrava dopo la mietitura). Per il cristianesimo è la nicchia in cui sono contenute le immagini sacre e può trovarsi tanto in chiesa quanto all'angolo di una casa o per strada, isolato; è anche il nome dell'edicola chiusa nella quale si conserva l'Eucarestia. Per gli Ebrei, come già detto, era un Santuario portatile, smontabile, costruito per ordine di Mosè, il primo giorno del secondo anno dell'esodo; durante la migrazione nel deserto era l'unico luogo di culto ufficialmente riconosciuto dalla religione yahwista. Consisteva in un recinto rettangolare delimitato da tendaggi, con ingresso da est, chiuso dalla tenda sacra, ed al centro, il tabernacolo vero e proprio. Si divideva in due parti: il Santo, il luogo di culto, ed il Santissimo, dove si trovava la Arca dell'Alleanza (la Dimora di Dio), dove nessuno poteva entrare, tranne il Sommo Sacerdote, una volta l'anno. Era decorato con Cherubini e del tutto simile a quanto Mosè aveva visto e praticato in Egitto. La forma quadrata manifestava lo stesso significato ancor oggi presente presso i Cinesi ed i Tibetani: quattro lati (come gli obelischi e le piramidi), i cui punti di congiunzione rappresentano i quattro punti cardinali, e quattro pilastri, o colonne, a rappresentare i quattro elementi. In ogni angolo avevano dimora i Geni, o Angeli; l'idea del Tabernacolo è alla base anche della costruzione del Tempio di Salomone. Per certi aspetti, il tabernacolo è un tempio planetario, un modo per mostrare in forma architettonica il metodo creativo di Dio.