Glossario

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SVAROG

 
(Sla.) - Presso le popolazioni slave era venerato come Dio atmosferico del cielo e del tuono. È una figura mitologica dei Russi pagani, identificato con l'Efesto greco, presentato evemeristicamente come Re d'Egitto che insegnò agli uomini la metallurgia; Daz bog, invece è identificato con Elio. Assomiglia al lituano Teljavel, il fabbro che foggiò il sole. Svarozic sarebbe il figlio di Svarog, oppure il Piccolo Svarog, ma il rapporto fra i due non è molto chiaro.

SVAROZIC

 
(Sla.) - Divinità del paganesimo russo, identica allo Zuarasic dei Redirii, menzionato come divinità suprema, potrebbe essere il figlio di Svarog, ovvero il Sole, o il Piccolo Svarog che starebbe a simboleggiare il fuoco. Probabilmente va identificato con il Sole per la sua funzione di far crescere e prosperare le messi.

SVARTHA

 
(San.) - Termine composto da sva e artha con il significato di "interesse personale".

SVASAM VEDANA

 
(San.) - Letteralmente, "la riflessione che analizza se stessa"; un sinonimo di Paramartha.

SVASTIKA

 
(San.) - Letteralmente significa "ciò che è eccellente" ed indica la croce mistica, con i bracci piegati ad angolo retto a significare un movimento vorticoso. Le quattro estremità della croce rappresentano in successione la nascita, la vita, la morte e l'immortalità. La Svastica è un simbolo molto diffuso; essa è uguale alla Croce Jaina, al Tau egizio inscritto nel Cerchio, al Martello di Thor della mitologia nordica: è la cifra X manifestata e differenziata. La Croce Ansata egizia, la Croce Jaina, la Croce cristiana, la Svastika e tutti gli altri segni equivalenti hanno lo stesso significato: il principio maschile e femminile in azione nella Natura, il positivo ed il negativo interagenti. Nel Libro dei Numeri troviamo questo simbolo come "Martello dell'Operaio" e nel Libro del Mistero Celato è il "Martello che sprizza Scintille". La Svastika è il Miolnir nordico che continuerà ad agire fino a quando gli Dei, purificati dal fuoco, andranno ad abitare in Ida, nella pace eterna. Le due linee che formano la svastika rappresentano lo Spirito e la Materia, i quattro uncini ricordano il movimento di rotazione nei cicli. Applicata all'Uomo, il Microcosmo, essa rappresenta un legame fra il Cielo e la Terra, una mano alzata ad indicare il cielo, l'altra abbassata ad indicare la terra. La destra alzata è il Solve, la sinistra abbassata è il Coagula. La svastika è anche correlata all'Arani, lo strumento per accendere il fuoco, e diventa segno sacro che accende il fuoco sacro. Prometeo, il portatore di fuoco, è il Pramantha personificato. Nella concezione popolare è la croce Jaina, o la "croce a quattro piedi" (croix cramponnee). Negli insegnamenti Massonici è "il più antico Ordine della Fratellanza della Croce Mistica", che si dice istituito da Fohi nel 1027 a.C. consistente in tre gradi ed introdotto in Cina cinquantadue anni più tardi. In Massoneria è il Martello usato dai Maestri, con significati tanto segreti da non essere comunicati perfino a gran parte degli aderenti. Nella Filosofia Esoterica, è il diagramma più mistico ed antico. È "l'originatore del fuoco per frizione e dei ". Il suo simbolo era impresso sul cuore di Buddha, e pertanto veniva chiamato "il Sigillo del Cuore". È posto sul petto degli Iniziati dipartiti dopo la loro morte; ed è menzionato nel Ramayana con il massimo rispetto. È inciso su ogni roccia, tempio ed edificio preistorico dell'India e dovunque i Buddhisti hanno lasciato i loro punti di riferimento; si trova anche in Cina, Tibet e Siam e fra le antiche nazioni Germaniche come Martello di Thor. Eitel, nel suo Hand-Book of Chinese Buddhism, lo descrive così: (1) esso "si trova fra i Bonpa ed i Buddhisti"; (2) è "una delle sessantacinque figure dello Sripada"; (3) è "il simbolo del Buddhismo esoterico"; (4) è "il marchio speciale di tutte le divinità adorate dalla Scuola del Loto della Cina". Infine, ed in Occultismo, esso ci è tanto sacro quanto la Tetractis Pitagorica, della quale è invero il duplicato. La Svastika nasce in Oriente molto prima di diventare nota agli Occidentali; sono gli Indù i primi a formarla, piegando le quattro estremità della X. Oggi la troviamo ancora sulla Bacchetta dei Buddhisti mongoli. Per il Buddhismo esoterico essa significa le "diecimila verità" e si usa porla sul petto dei mistici morti. In Tibet ed in Mongolia si trova sul cuore delle immagini e delle statue del Buddha, sigillo posto anche sul cuore degli Iniziati viventi; a qualcuno è stato addirittura impresso sulla carne, a fuoco ! Il simbolo della svastika è oggi degradato quasi ovunque; in Oriente lo si trova sul copricapo degli Dei adorati dai Bon. Ma i suoi valori eterni permangono nel segreto dei suoi significati celati. Essa è anche simbolizzata dalla cifra e, come tale, indica le sei direzioni dello Spazio. Esotericamente è l'emblema dell'attività di Fohat, della continua rivoluzione delle "ruote" e dei quattro Elementi, nel loro significato mistico e cosmico. I suoi quattro bracci piegati ad angolo retto, sono in intima relazione con la scala ermetica e quella pitagorica. In essa è descritta l'intera evoluzione del Cosmo, il periodo del Sandhya, la relazione fra il Visibile e l'Invisibile, la prima procreazione dell'uomo e della specie.

SVASTIKASANA

 
(San.) - La seconda delle quattro posizioni principali delle ottantaquattro prescritte nelle pratiche Hata Yoga.

SVAYAMBHU

 
(San.) - Un termine metafisico e filosofico che significa "che si auto-produce spontaneamente" o "l'essere auto-esistente". Un appellativo di Brahman, "colui che esiste di per sè", il Creatore primordiale, ricordato come "colui che aprì la finestra (dei sensi) verso l'esterno". Svayambhuva è anche il nome del primo Manu. È lo Spirito Universale, lo Svabhavat nel suo aspetto più elevato.

SVAYAMBHU SUNYATA

 
(San.) - Auto-evoluzione spontanea; autoesistenza del "reale nell'irreale", cioè, dell'Eterno Sat nel periodico Asat.

SVAYAMBHUVA

 
(San.) - Il quattordicesimo Manu, l'ultimo dello attuale Giorno di Brahma; collettivamente è la sintesi dei 13 Manu che lo precedono. Nasce da Svayambhu-Narayana, l'Auto-esistente, e può essere considerato identico ad Adam Kadmon dei Cabalisti o all'Uomo androgino del Genesi. Egli è Brahma, il Logos che si separa in due per dar luogo a Viraj e Vach, il maschile ed il femminile. Nel suo senso più mistico, l'unione di Svayambhuva con la figlia Vach-Shata-Rupa (che è poi una delle sue metà), rappresenta la prima evemerizzazione del principio duale; seguirà Vaivasvata ed Ila, e poi altre ancora. Da Svayambhuva nasce Manu, la prima razza umana, evoluta con l'aiuto dei Dhyan Chohan, all'inizio della prima ronda. Egli è l'Automanifestato, il Figlio del Padre immanifesto, il Nato da sè, l'equivalente di ogni Monade cosmica, che diventa un centro di forza dal cui seno emerge una catena planetaria. La Terra fu popolata mentre Svayambhuva presiedeva al primo Manvantara, nel Kalpa del Varaha. Egli è il padre di Priyavrata, che ebbe dieci figli dei quali, tre divennero asceti e sette accettarono l'eredità (i sette continenti della Terra). Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati come Adam Kadmon è la sintesi dei Sephirot.

SVETA

 
(San.) - Un serpente-dragone; un figlio di Kashyapa.
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