Glossario

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SO

 
(Afr.) - Presso alcune tribù africane, è il nome dello Spirito degli eventi atmosferici. Questa divinità si manifesta nella doppia veste, maschile e femminile.

SOAILTE

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava, è il nome del padre terreno di Cu Chulainn.

SOBEK

 
(Eg.) - Divinità dell'antico Egitto, dio locale del Fayyum e di Kom Ombo; raffigurato in forma di coccodrillo, o di uomo con testa di coccodrillo, era riguardato come marito di Hathor o di Neit. A Fayyum vi era un tempio importante, a Kom Ombo ve n'era un altro nel quale il Dio era adorato assieme ad Oro.

SOBORNOST

 
(Rus.) - Termine teologico russo che equivale a "cattolicità", ma anche a "conciliarità, unanimità". Il termine diventa importante nel XIX secolo, quando la chiesa ortodossa, passando attraverso il rinnovamento teologico ed ecclesiologico, si interroga sul significato della vera chiesa. Sobornost è la capacità di partecipare alle decisioni della chiesa da parte di tutti i gradi e le funzioni presenti nella comunità, dal laicato all'episcopato. Tutto ciò in contrapposizione all'autoritarismo cattolico-romano ed all'individualismo protestante.

SOCIALISMO

 
(Fil.) - Teoria sull'organizzazione politica e sociale che propugna una riforma della società e dello stato che abbia come fine essenziale la giustizia sociale e come mezzo la socializzazione delle risorse economiche. È noto a tutti come sia andato a finire il socialismo ideale e quello reale, e non è meno noto il fallimento della democrazia e del consumismo. Per non parlare delle tante dittature ! La Terza Proposizione fondamentale stabilita nella Dottrina Segreta contiene la soluzione per tutti i mali del mondo; come scritto nella esplicazione: "essa non ammette privilegi o doni speciali, salvo quelli conquistati dal proprio Ego". Quale maggior giustizia ? Quale maggiore egualità ? Quale maggior fraternità (tutti fratelli nell'Anima Universale) ? Quale maggior libertà ?

SOCIETÀ ELEUSINA

 
(Gr.) - Fraternità esoterica vissuta quando Eleusi era un centro di culto famoso, i cui Misteri erano uguali a quelli Egizi e Pitagorici, con largo uso di emblemi e di simboli.

SOCIETÀ PITAGORICA

 
(It.) - La conoscenza della vita di questa società la dobbiamo a Giamblico ed alla sua opera dedicata alla "Vita Pitagorica". Egli dichiara fin dall'inizio l'origine divina della scuola, trascendente rispetto alle capacità dell'intelligenza umana. Dopo aver descritto nei primi capitoli la vita di Pitagora, i suoi viaggi, la sua formazione etico-religiosa, egli ci descrive l'attività esoterica di Pitagora. Fondamentale l'insegnamento delle virtù morali e civili: rispetto degli anziani, degli Dei e dei genitori; temperanza; formazione spirituale. Esortazione al culto della patria, della giustizia, della famiglia, della rettitudine nella vita pubblica e privata. Giamblico passa poi a descrivere i problemi connessi con la iniziazione filosofica dei giovani aspiranti. Attitudine alla contemplazione, innanzitutto, quindi studio delle materie fondamentali: dottrina dell'immortalità, studio della musica, pratiche di ascesi morale (silenzio, ricerca, esercizio della memoria). Chi entrava a far parte della setta metteva in comunione i propri beni; chi non superava le prove, o si dimostrava indegno, riceveva in restituzione i suoi beni e veniva allontanato. La scuola aveva una struttura gerarchica, corrispondente ai diversi livelli di iniziazione. Vi erano i matematici, che si dedicavano alla pura attività scientifica, e gli acusmatici, che erano i depositari di un patrimonio di saggezza pratica. Culmine della suprema regola di vita pitagorica era l'assimilazione al divino. Alla regola della vita pitagorica appartenevano anche prescrizioni varie sul vitto: proibizione della carne di animali, non si mangiavano fave, non si beveva vino; in genere erano proibite le sostanze che ostacolavano la facoltà profetica, la purezza dell'anima, la castità, la temperanza, l'abito virtuoso. Le virtù pitagoriche erano: la pietà religiosa, la sapienza, la giustizia, la temperanza, la fortezza, l'amicizia. Invitiamo quanti vogliono avviarsi sul sentiero del ritorno a riflettere sul grande rigore della scuola pitagorea, sulle ferree leggi imposte ai discepoli, sui grandi sacrifici che si dovevano compiere per ottenere il benché minimo progresso. A confronto, i pochi mesi di apprendistato delle associazioni esoteriche ( o pseudo ) sono un momento, una fase assolutamente insufficiente perfino per capire l'ambiente nel quale si dovrebbe operare.

SOCINIANESIMO

 
(Rel.) - Corrente teologica antitrinitaria fondata da Fausto Socini, un nobile senese vissuto nel XVI secolo in Polonia. Egli respinge il valore espiatorio del sacrificio di Cristo, sostenendo che la sua azione salvatrice si compie attraverso l'esempio, imitando la vita di Cristo. Dopo la sua morte, con il materiale da lui lasciato, fu redatto il Catechismo di Rakan, che è la grande dichiarazione di fede sociniana. In nome della Bibbia, si respinge la Trinità e si accetta la sola divinità del Padre; nel campo sociale si richiede l'osservanza del discorso della montagna; si condanna la guerra, la violenza, il giuramento; si accettano le punizioni che lo stato infligge ai malfattori. I Sociniani organizzarono chiese in Polonia, e celebrarono anche vari Sinodi. Furono espulsi nel 1658 e si stabilirono in alcuni paesi europei ed in America settentrionale. Per tutto il Seicento, Sociniano significò una persona che applica il proprio spirito critico ai fatti della religione, svaluta la dimensione dogmatica, propugna un ideale di cristianesimo razionale, umanitario, pacifista, a forte contenuto etico.

SOCIOLOGIA

 
(Fil.) - Studio della genesi e dell'organizzazione della società civile, considerata come un fatto naturale, allo stesso modo in cui la fisica e la biologia studiano il mondo non vivente e quello vivente. La sociologia della religione è uno studio sociologico della religione che viene sviluppato a diversi livelli: - Indagine sulla religione quale problema centrale per la comprensione della società; - Studio della relazione fra la religione ed altri fattori della vita sociale; - Studio delle istituzioni, dei movimenti, dei ruoli religiosi.

SOCRATE

 
(Gr.) - Atene 469-399. Filosofo greco, figlio dello scultore Sofronisco e della levatrice Fenarete, iniziò la sua attività come scultore, ma ben presto fu interessato da Archelao alla filosofia. Partecipò alla guerra del Peloponneso, dando prova di valore; fece parte del Consiglio dei Cinquecento, nel quale si distinse per coraggio ed integrità morale. Si rifiutò di arrestare il democratico Leonte di Salamina su ordine di Crizia; avrebbe passato un brutto momento, ma si salvò per la caduta della tirannide. Nel 399 fu denunciato per empietà e corruzione dei giovani; forse si voleva solo esiliarlo, ma egli, come al solito, non accettò compromessi, affrontò il processo, subì la condanna a morte e la affrontò in modo esemplare. Portato per la meditazione, Socrate la praticò con grande resistenza; aveva grande forza morale, sentiva i suoi istinti ma sapeva controllarli. Di grande rettitudine morale, sostenne le sue idee anche sfidando l'impopolarità. Sentiva un gran bisogno di comunicare e pertanto si aggirava sempre per la città alla ricerca di persone con cui discettare sulle cose umane. Non faceva alcun lavoro e viveva della generosità degli amici; moglie e tre figli vivevano in ristrettezze e dovevano arrangiarsi. Se Santippe è passata ai posteri come prototipo di moglie bisbetica forse ne aveva ben donde! Socrate era conosciuto da tutti: alcuni lo veneravano, molti lo disprezzavano; Aristofane ne fece la caricature ne "Le Nuvole". Non scrisse nulla, il suo pensiero ci è stato tramandato dalle testimonianze degli altri, soprattutto Aristofane, Platone, Senofonte ed Aristotele. Aristofane lo dice grande sofista senza scrupoli che insegna per denaro come avere sempre ragione; Senofonte lo dice filosofo naturalista ed ateo, ma Platone sostiene che Socrate è indifferente di fronte alla filosofia della natura e concentra l'indagine solo sui valori etici ed estetici. Aristotele ne parla per sentito dire, non avendolo conosciuto personalmente, e lo descrive come filosofo che non discerne l'universale dal particolare. Socrate è il primo filosofo del bios, del modo di vivere dell'uomo, se non il primo filosofo in assoluto. Egli cerca i valori etici ed estetici della vita umana, usa la dialettica come mezzo di purificazione intellettuale, ed intende questo sforzo come produzione intellettuale (maieutica socratica). Ai suoi tempi era di moda discutere per tesi ed antitesi, non porsi una domanda e cercare una risposta. Egli è il primo a far uso di parabole, di esempi tratti da arti e mestieri, per stabilire in analogia a casi particolari una legge o un principio universale. Il massimo valore etico è "conoscere": chi conosce la virtù pratica la virtù; ogni azione malvagia è frutto di ignoranza. Lo scopo autentico della vita umana è la conoscenza di sè stessi, l'anima deve dominare il corpo. È difficile parlare di Socrate senza provare una grande commozione. La sua vita è un continuo distacco dalla miseria del quotidiano: egli è la cicala ed è inevitabile che le formiche lo attacchino, fino a distruggerlo. Se è vero che i grandi non sono mai riconosciuti dai loro tempi, Socrate ne rappresenta l'esempio più fulgido e più tragico.
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