(Fil.) - I Cretesi erano famosi per le incessanti discordie interne, ma anche per la straordinaria e tempestiva unità che riuscivano a trovare quando erano minacciati da un nemico esterno. Sun-cretes sta, quindi, per Cretesi riuniti, ma in senso filosofico ha assunto il significato di fusione di dottrine. Per estensione, questo significato si applica anche alla religione e ad altre discipline. Il sincretismo, però, è un fenomeno transitorio, come si deve all'etimologia del termine, ed allora anche l'unione delle diverse dottrine non è una sintesi, una conciliazione armoniosa e definitiva, ma una giustapposizione superficiale ed occasionale che non porta a risultati durevoli ed a sviluppi originali. I primi secoli del cristianesimo furono fecondi di tentativi sincretici, ma la loro durata fu breve e non diedero inizio a sviluppi di pensiero.

(Ast.) - Termine coniato da Car Gustav Jung per indicare l'esistenza di un legame fra due fatti, senza che fra di essi vi fosse un rapporto di causa-effetto. E come dopo una nota musicale ne segue una, ed una sola, possibile, così ad un determinato fatto deve per forza seguirne un altro, e solo quello. Questo concatenamento, che sfugge alle regole della vita terrestre, potrebbe essere alla base delle previsioni astrologiche.

(Rel.) - Secondo San Gerolamo, questo termine è sinonimo di quella parte dell'anima abitualmente definita "coscienza". Per San Tommaso, il termine significa tendenza al bene e rifiuto del male. La scolastica intende la sinderesi come "scintilla coscientiae", la parte dell'anima non toccata dal peccato originale.

(Rel.) - Drappo di lino con cui gli antichi ebrei usavano avvolgere i cadaveri prima di seppellirli. Per antonomasia, è il drappo funebre con cui, secondo i Vangeli, fu avvolto il corpo di Gesù per la deposizione nel sepolcro. Attualmente è in piedi una feroce controversia fra i sostenitori di questa tesi e quanti, invece, datano la Sacra Sindone al Medioevo, sostenendo che si tratti di un falso.

(Eb.) - Letteralmente significa "assemblea" ed indica il Supremo Consiglio, in atto presso gli Ebrei, alla fine dell'età pre-cristiana ed all'inizio di quella cristiana. Era la suprema magistratura indigena che decideva su quanto non era di spettanza (in prevalenza argomenti religiosi) dell'autorità romana.

(Gr.) - Cirene 370, Tolemaide 415. Filosofo greco, studiò alla scuola neoplatonica di Alessandria dove ebbe come maestra Ipazia. Convertitosi al cristianesimo, nel 409 fu nominato vescovo di Tolemaide da Teofilo, patriarca di Costantinopoli. Sinesio vede Dio al vertice della scala dell'essere, sommamente trascendente, uno in sè, ma spinto dalla propria pienezza di essere a generare dapprima lo Spirito, e poi, con la collaborazione dello Spirito genera il Figlio. All'estremo opposta sta la materia, intesa come limite e dispersione. Fra Dio e la Materia sono situati gli spiriti, distribuiti in una scala gerarchica di perfezione decrescente che, al grado più basso, pone l'anima umana. L'anima, però, tende a liberarsi dalla materia ed a ritornare a Dio; ciò accade dopo la morte del corpo. In questo ritorno essa attraversa tutte le gerarchie delle varie intelligenze.

(Ori.) - Le tribù Kollariane, con questo termine, indicano lo spirito del Sole.

(Ind.) - Uccello alato, venerato dagli Indù, simile a Simorgh, alla Fenice, alla Sfinge, ecc.

(San.) - Ed anche Sinha, è la costellazione del Leone ed il corrispondente segno dello zodiaco; in sanscrito, Singh significa "leone". Su molte gemme gnostiche è frequente la figura dell'uomo-leone, il che riporta a figure simboliche indù in qualche modo legate a Kala, il Tempo.