Glossario

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SHAHRAZAD

 
(Ara.) - O Sherazade, è la protagonista della novella-cornice dell'opera "Mille e una Notte", la supposta narratrice di tutte le novelle contenute nel libro. Sherazade è la saggia e bella figliola del Visir che, intrattenendo per mille ed una notte, con i suoi racconti, il re misogino, ne guadagna l'amore e la grazia. Il nome è persiano, ma l'origine del personaggio, come quella di tutta la più antica trama narrativa, è indù; a tutt'oggi, però, il modello sanscrito non è stato ancora ritrovato.

SHAKA DVIPA

 
(San.) - Una delle sette dvipa, o isole, appartenente alle sei che si trovano nell'area periferica e sono circondate da un "mare di acqua salata". Simbolizza una delle sfere (la quinta ?) della catena planetaria terrestre. Qualcuno ha voluto identificare quest'isola con l'Atlantide dei primi tempi, o la sua parte iniziale. In questo caso potrebbe essere la terra dove visse la parte terminale della Terza Razza e poi la Quarta.

SHAKESPEARE

 
(Ing.) - Stratford on Avon, 1564-1616. Per alcuni critici si tratta di uno pseudonimo, il nome d'arte di un personaggio famoso con altro nome e per altri motivi. Tuttavia, il testamento, la tomba, le firme su documenti d'epoca, sembrano testimonianze incontrovertibili. Terzo degli otto figli di un agiato commerciante, non frequentò alcuna università e nulla si conosce dei suoi studi. Sposò una donna di otto anni più anziana di lui, quando aveva appena 18 anni, ed ebbe tre figli. Ma il matrimonio non fu felice. Intraprese a Londra la carriera teatrale nel 1592 con operette erotiche destinate ad assicurarsi la protezione di un personaggio influente. Dopo il 1594 entrò a far parte come attore, fornitore di copione, compartecipe alle spese ed agli utili, del complesso Chamberlain's Men, con il quale rimase fino alla morte. Con il prosperare della compagnia, migliorarono anche le sue condizioni economiche. Dopo alcuni anni la compagnia si trasformò in King's Men e superò brillantemente anche la crisi del 1608-1609, provocata da una epidemia di peste. Dopo il 1611 si ritirò dalle scene. Rimane un mistero per tutti come una persona che non abbia mai frequentato la scuola, possa avere scritto i capolavori che gli si attribuiscono e che sopravvivono al logorio dei secoli in modo incomparabile. Attribuire le sue opere ad uno, o più, altri autori, non risolve ancora l'enigma, dal momento che il contenuto delle tragedie comprende un sì vasto campo del sapere che nessuno dei probabili personaggi storici ne era in possesso. Ed allora ha forse ragione Judge quando scrive: "Gli Adepti asseriscono che Shakespeare, senza esserne cosciente, fu ispirato da uno di Loro". Ciò sarebbe parte del lavoro di un Nirmanakaya, e Shakespeare non è il primo nè l'ultimo. Onde evitare di riscrivere male ciò che tanto bene è stato già scritto, rinviamo i lettori ai Quaderni Teosofici, a partire dall'XI anno, dove l'argomento è trattato con completezza.

SHAKESPEARE John

 
(Ing.) - Lount 1774 - 1858. Orientalista inglese, figlio di un piccolo agricoltore, frequentò le scuole locali attirando l'attenzione di un prete che lo segnalò al Marchese di Hastings, il signore della tenuta. Questi inviò il piccolo John a Londra per fargli imparare l'arabo. Nel 1805, Shakespeare fu nominato professore di Scienze Orientali al Collegio Militare Reale, a Marlow; nel 1809 divenne professore di lingua Indostana nel collegio che addestrava i cadetti che sarebbero stati destinati alla Compagnia delle Indie. Si ritirò a vita privata nel 1829. Fu un uomo molto frugale, celibe e risparmiatore. Scrisse molte opere, tutte destinate alla conoscenza della lingua Indiana.

SHAKTI

 
(San.) - L'energia attiva femminile degli dei; nello Induismo popolare , le loro spose e dee; in Occultismo, la corona della luce astrale. Nella Dottrina Segreta, H.P.B. la definisce come la Forza e le sei forze della natura sintetizzate; il Potere o forza segreta, che permea tutte la creazione. L'Energia Universale, la Potenza, o Energia, divina che, come aspetto femminile della divinità, causa la sua manifestazione come Cosmo. Shakti è l'attivo potere di un Dio, rappresentato dalla sua sposa (o paredra), mediante la quale crea, mantiene e distrugge il mondo; è la tesi fondamentale della gnosi indù, soprattutto nelle Upanishad medie e recenti, nella speculazione settaria della scuola shivaita e di quella vishnuita. Talvolta il termine viene usato come sinonimo di Maya. Onde non fare confusioni, bisogno tenere presente che Shakti ha due significati principali: esotericamente è l'Energia della Divinità, exotericamente è la sua controparte femminile. Facendo un parallelo con la Chiesa cattolica, possiamo dire che Shakti è lo Spirito Santo, la controparte del Figlio, la sua Energia o la sua sposa. La kundalini, ad esempio, è una Forza, un Potere, e quindi una shakti. Ed anche la Mantrika è una shakti, sotto lo aspetto di forza o potere delle lettere. La Shekinah della Cabala è la Shakti di Dio, la sua Sapienza a livello metafisico, la sua sposa per i profani. In India, Lakshmi (Venere) ha una parte bianca, detta Shakti ed una parte nera, chiamata Durga Kali.

SHAKTI

 
-DHARA (San.) - Letteralmente, "il Portatore di Lancia" un appellativo dato a Karttikeya per l'uccisione di Taraka, un Daitya, un demone gigante. Quest'ultimo, sebbene fosse un demone, sembra sia stato uno Yogi talmente grande che, per la sua austerità religiosa e per la sua santità, fece tremare davanti a lui tutti gli dei. Questo fa di Karttikeya il dio della guerra, una specie di San Michele.

SHAKUNTALA

 
(San.) - Opera drammatica di Kalidasa, il cui soggetto è tratto dal Mahabharata.

SHAKVARI

 
(San.) - Nella poesia indù, è il nome di un metro particolare e di una strofe di 56 (7x8) sillabe.

SHAKYA

 
(Ind.) - Nome della famiglia di Gautama Buddha, che era discendente degli Shakyas. Da qui il termine Shakyamuni, ovvero il Saggio della famiglia degli Shakya.

SHALA

 
(Bab.) - Divinità femminile babilonese ed assira, di origine straniera, moglie di Adad. È detta spesso "la moglie grande" e presso gli Ittiti ricorre con il nome di Shalash.
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