Glossario

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OSSA

 
(Occ.) - Alcuni popoli primitivi collegavano l'anima dell'uomo alle sue ossa, considerandole le parti più durevoli del corpo fisico. Da qui, il trattamento particolare ad esse riservato nei riti funebri, oppure la loro conservazione come amuleti. Alle ossa si attribuiscono facoltà guaritrici ed anche magiche; nel Tibet esse hanno largo uso per molte applicazioni. La loro considerazione religiosa sopravvive nelle religioni che mantengono il culto delle reliquie. Ossa è anche il nome di una montagna: mitologicamente è la tomba dei Giganti.

OSSIGENO

 
(Occ.) - Nei Veda si cita una trinità composta da Madre, Padre-Sposo-Figlio e Figlio, tre Primogeniti con i quali, sembra, ci si voglia riferire ad Idrogeno, Ossigeno ed Azoto. L'ossigeno era noto fin dalla più remota antichità; la sua caratteristica è per lo meno strana: mentre un tutto l'universo è il distruttore di ogni forma di vita, sulla Terra è l'elemento indispensabile per la vita degli animali e dell'uomo. Vi è da dire, tuttavia, che l'ossigeno presente sulla Terra non è lo stesso che si ritrova al di fuori di essa; quando si lascia l'atmosfera, l'ossigeno si trova nell'Etere interstellare, allontanandosi ulteriormente lo si scopre all'interno di un piano più profondo, e così via. Nei principi umani, l'Ossigeno equivale al Prana, la Vita, il potere attivo che produce tutti i fenomeni vitali. Esso è il sostegno della combustione (da qui il suo collegamento con lo elemento Fuoco) ed è l'agente chimico attivo di tutta la vita organica.

OSTE DEI SEFIROTI

 
(Cab.) - Nel Genesi troviamo tre creazioni; l'uomo, inteso come oggi rappresenta la terza, nasce prima degli animali, quali sono intesi oggi. Gli animali della seconda creazione, infatti, creati prima dell'uomo fisico, sono i segni dello Zodiaco, e l'uomo maschio-femmina, davanti ai quali vengono portati gli animali affinchè sia dato loro un nome, è chiamato nella Cabala l'Oste dei Sefiroti, e non si tratta di Adamo. Ancora una volta, la lettura corretta della Bibbia si ha solo se essa viene letta alla luce della Cabala.

OSTENSORIO

 
(Rel.) - Arredo sacro in cui si pone l'ostia consacrata per l'esposizione solenne dell'Eucarestia. Il tronco, o piede dell'ostensorio, è spesso formato con gruppi di angeli, mentre gli ornamenti e le guarnizioni consistono di emblemi e simboli allusivi al SS. Sacramento.

OSTIA

 
(Rel.) - Con tale nome, nell'antichità, si designava la vittima consacrata agli Dei, un'offerta di pace per stornare la loro collera. Era diversa da "victima", poiché con questo nome si designava l'offerta a rendimento di grazie e di favori ricevuti. Le vittime erano, in linea di massima, animali domestici, ma in qualche caso si sacrificavano vittime umane. Quando si sacrificava agli Dei dell'Olimpo, la vittima veniva posta a testa in su; quando si sacrificava ai morti, agli eroi, alle divinità delle regioni inferiori, la vittima veniva posta a testa in giù. Quando le vittime erano di grossa taglia, il "popa" provvedeva a stordirle con una martellata in testa, prima dell'uccisione vera e propria. L'ostia sacra è pane azzimo, o senza lievito, che si consacra alla Messa: è la vittima che si immola in sacrificio alla divinità, il corpo ed il sangue di Gesù Cristo (sotto forma di pane e vino) che si offrono a Dio. Le ostie usate per la Messa sono più grandi di quelle che si conservano per la comunione. L'ostia è fatta di farina di frumento, impastata con acqua naturale e cotta al fuoco; non deve contenere lievito o fermento. Vengono chiamate anche "particole" perchè, nel Medioevo, erano di formato più grande e ,prima di distribuirle in comunione, venivano spezzate in piccole parti.

OTIZOE

 
(Occ.) - In India ed in Persia, con questo nome si indicava una "pietra della verità" che i Magi dovevano consultare prima di eleggere il loro sovrano.

OTOMI

 
(Ame.) - Antica tribù sottomessa dagli Aztechi. Parlavano il dialetto Nahua e, per le loro caratteristiche di eccellenti guerrieri, furono impiegati come ottimi soldati sotto il nuovo impero.

OTTENTOTTI

 
(Afr.) - Popolazione indigena dell'Africa australe che nel XVII secolo occupava la regione del Capo di Buona Speranza. Forzate migrazioni, persecuzioni da parte degli europei, lotte intestine, epidemie, carestie, li hanno molto ridotti di numero e praticamente hanno distrutto la loro cultura. La loro economia è basata su caccia ed allevamento, l'organizzazione sociale è per clan, si pratica l'iniziazione dei due sessi. L'antica religione aveva un Essere Supremo, Tsui-Goab, demiurgo e capostipite del popolo. Per molti aspetti sono simili ai Boscimani. Secondo Haeckel si tratta di un ceppo etnico australiano, discendente diretto dei Lemuriani. Altra fonte, invece, considera Malesi e Papuasi un ceppo misto, e così gli Ottentotti risultanti dai matrimoni delle sottorazze atlantiane inferiori con la settima sottorazza della Terza Razza Radice. Gli Ottentotti, quindi, sarebbero i discendenti dei Lemuro-Atlantiani.

OTTO

 
(Eso.) - L'Ogdoade, come abbiamo già detto, simbolizza il moto eterno e la spirale dei cicli. Secondo Eliphas Levi, l'otto è il numero della reazione e della giustizia equilibrata, ma anche della realizzazione. Per gli Ebrei, l'otto corrispondeva alla lettera Heth, quarta delle dodici lettere semplici. Collegato al Cancro ed alla Luna celeste superiore, questo numero corrispondeva all'elemento acqua ed aveva come raffigurazione simbolica la Giustizia che sorregge la Bilancia. È un numero di natura passiva e ricettiva, di giustizia e di uguaglianza, espressione di perfezione nel Cosmo. Nell'Albero Sefirotico corrisponde a Hod, lo Splendore, la Sfera di Mercurio. La pianta di Hod è l'Erba Moli, la droga è l'Anhalonium Lewinii, il profumo lo Storace, la gemma l'Opale, il colore l'Arancione. La sua immagine magica è l'Ermafrodito, il nome-dio Elohim Tzabaoth, l'arcangelo Michael, gli Angeli sono i Beni Elohim, il chakra è Kokab, la virtù la veridicità. Nel corpo umano corrisponde ai lombi ed alle gambe e può essere considerato come la forma della consapevolezza astrale.

OTTOBRE

 
(Occ.) - Decimo mese dell'anno, secondo la struttura attuale, presieduto da Marte e raffigurato come un giovanetto che va a caccia o che semina. Per i Romani era l'ottavo mese, e come "otto" stava a rappresentare il termine di un ciclo, compiuto. In Ottobre, infatti, arrivano gli ultimi frutti, ma come accade in tutte le cose, ad un ciclo che si chiude segue un altro ciclo. E Ottobre è il mese della semina, quando si gettano le basi per un nuovo raccolto.
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