Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

ORPHIO

 
-CHRISTOS (Gno.) - Il Logos degli Gnostici.

ORSA MAGGIORE

 
(Occ.) - Costellazione ben visibile nel cielo settentrionale, composta di sette stelle: quattro in trapezio ed una coda di tre. Viene chiamata anche il Gran Carro. Gli antichi Greci vedevano in questa costellazione sia un carro, sia la ninfa Elice, trasformata in orsa da Era per gelosia e da Zeus posta in cielo. I Romani la rappresentavano come sette buoi, septemtriones, da cui il termine settentrione per designare l'emisfero boreale. Gli Egizi assegnavano questa costellazione alla Madre del Tempo ed ai Sette Poteri Elementali. Per gli Indù rappresenta i Sette Rishi ed è chiamata Riksha, ed anche Chitra-shikandin; in realtà i Rishi sono i reggenti delle sette stelle. I due cherubini che stanno ai lati dell'Arca ebraica, secondo la dottrina mosaica, rappresenterebbero l'Orsa Maggiore e la Minore. Il percorso dell'Orsa Maggiore in cielo forma una figura simile alla croce Ank egizia e, pare, che su di essa fu calcolato per la prima volta il tempo. Esotericamente, essa rappresenta la prima forma del mistico Sette, disegnata in cielo dalle sue stelle.

ORSA MINORE

 
(Ast.) - Costellazione ben visibile nel cielo settentrionale, correlata all'Orsa Maggiore, composta da sette stelle, configurate quattro a trapezio e tre a coda. L'ultima della coda è la Stella Polare, assunta come orientamento per il Nord geografico. Secondo i Greci essa rappresentava il cane della costellazione finitima del Boote (o Bifoleo) e la stella polare ne era la coda (Cinosura=coda del cane). Secondo la dottrina mosaica, uno dei due cherubini che stanno ai lati dell'Arca ebraica, rappresenta l'Orsa Minore. La Stella Polare, che gli Indù chiamano Dhruva, si trova in questa costellazione solo in questo periodo di tempo. Prima era nella costellazione del Dragone, poi passerà in un'altra. Le stelle che formano la coda della costellazione, focalizzate in un certo modo e su un certo oggetto, producono risultati straordinari.

ORSI

 
(Per.) - Nome con il quale i Magi indicavano il loro Dio antropomorfico.

ORTICA

 
(Occ.) - I Caldei la chiamavano Royle, i Greci olteribus. Pianta molto importante per l'occulto, ma anche per la agricoltura, dove può sostituire con pari effetto molti prodotti chimici. Secondo alcuni, tenendo nella mano sinistra una ramo da mille foglie di questa pianta, si può andare incontro a qualsiasi cosa, anche ai fantasmi, senza provare alcuno spavento. Unendo il succo di questa pianta alla serpentina polverizzata, strofinando con questa pasta le mani e gettando il residuo in un fiume, i pesci vengono a galla e si lasciano prendere con le mani. Provare per credere !

ORTODOSSIA

 
(Fil.) - Retta credenza, purezza di fede, conformità ai principi di una determinata religione, della quale si accetta interamente la dottrina. Nella teologia cattolica è la accettazione completa della dottrina rivelata da Cristo ed insegnata dal magistero della Chiesa romana. Storicamente, il termine designa la chiesa greca, detta Ortodossa; il concetto nasce nelle prime comunità cristiane a significare l'unità della fede contro le tendenze giudaizzanti, scismatiche ed eretiche. Questa chiesa, tuttavia, ha subito una forte diaspora e la splendida eredità liturgica bizantina ha assunto molte lingue e colorazioni, producendo una miriade di chiese che, dai fatti storici degli ultimi secoli, sono uscite umiliate, decimate e divise. Sarà forse la diaspora occidentale a ridare vigore alla chiesa orientale ortodossa.

OSH

 
(Ast.) - Ed anche Ash, è un altro nome della stella Arturo.

OSHADI PRASTHA

 
(San.) - Oshadhi, in sanscrito, significa "pianta", con speciale riferimento all'accezione risanatrice e nutritiva assegnata alla stessa, nonché alla funzione mediatrice che essa svolge fra l'ente-terra e l'uomo-spirito. Letteralmente, quindi, Oshadi Prasta significa "il posto delle erbe medicinali". Si tratta di una misteriosa città nell'Himalaya, nominata persino nel periodo Vedico. La tradizione dice che una volta era abitata dai saggi, grandi adepti nell'arte del guarire, i quali usavano solo erbe e piante, come facevano gli antichi Caldei. Questa città è nominata anche nel Kumara Sambhava di Kalidasa.

OSIRIDE

 
(Eg.) - Il più grande Dio dell'Egitto, il Figlio di Seb (Saturno), il fuoco celeste, e di Neith, la materia primordiale e lo spazio infinito. Forse originario di Busiri, è fratello di Iside, di Nefti e di Seth. La versione ellenistica lo da buon re di Egitto, ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth. Iside ne rintraccia i pezzi, ricostituisce il corpo e lo riporta in vita. Da lui ha il figlio Oro, cui compete il compito di vendicare il padre. Osiride diventa alla fine Signore del Regno dei Morti. Il suo santuario più importante era ad Abido. Rivale di Osiride era Ra, divinità aristocratica, che nella concezione eliopolitana, era anche lui Dio dei morti. Il mito di Osiride era celebrato annualmente con liturgie in forma di rappresentazione sacra, che prendevano a soggetto le vicende della sua vita. Egli era un dio funerario, ma anche un dio agrario, raffigurato con aspetto umano, flagello e pastorale, in piedi o assiso su un trono, con il capo coperto da una complicata corona, con corna e piume. Le caratteristiche dei genitori lo presentano come il dio autoesistente ed autocreato, la prima divinità manifestata (il terzo Logos esoterico), identico ad Ahura Mazda e ad altre "Cause Prime". Come Ahura Mazda è uno con gli Amshaspendi, o è la loro sintesi, così Osiride, l'unità collettiva, quando è differenziata e personificata, diventa Tifone, suo fratello, Isis e Nephtis, sue sorelle, Horus suo figlio ed i suoi altri aspetti. L'allegoria narra che egli nacque sul Monte Sinai, il Nyssa del Vecchio Testamento (Vedi Esodo, XVII, 15) e fu sepolto ad Abydos, dopo essere stato ucciso da Tifone, alla giovane età di vent'anni. Secondo Euripide egli è simile a Giove e a Dionisio o Dio-Nysos "il dio di Nysa", poiché egli dice che Osiride sarebbe stato allevato a Nysa, "la felice", in Arabia. Domanda: In quale misura questa tradizione influenzò, o ebbe qualcosa in comune, con l'affermazione fatta nella Bibbia che "Mosè costruì un altare e chiamava il nome di Jehovah Nissi", o Cabalisticamente, "Dio-Iao-Nyssi" ?. I Quattro aspetti principali di Osiride erano: Osiride-Phtah (Luce) l'aspetto spirituale; Osiride-Horus (Mente), l'aspetto intellettuale manasico; Osiride-Lunus, l'aspetto "Lunare" o psichico, astrale; Osiride-Typhon, l'aspetto Demoniaco o fisico, materiale e quindi passionale, turbolento. In questi quattro aspetti egli simboleggia l'EGO duale, il divino e l'umano, il cosmico-spirituale ed il terrestre. Dei molti dii supremi, questa concezione Egiziana è la più suggestiva e la più grandiosa, poiché abbraccia tutta la sfera del pensiero fisico e metafisico. Come divinità solare ha dodici dei minori sotto di lui - i dodici segni dello Zodiaco. Sebbene il suo nome sia "Ineffabile", i suoi 42 attributi incidono su ognuno dei suoi nomi ed i suoi 7 aspetti duali completano i 49, 7x7; questi ultimi sono simboleggiati dalle 14 membra del suo corpo, o due volte sette. Così il dio è mescolato nell'uomo, e l'uomo è deificato entro un dio. Ci si rivolgeva a lui come ad Osiride-Eloh. Mr. Dunbar T. Heath parla di una iscrizione fenicia che, una volta decifrata, proclama la seguente iscrizione tombale in onore della mummia: "Sia benedetta Ta-Bai, figlia di Ta-Hapi, sacerdote di Osiride-Eloh. Non fece niente contro qualcuno per ira. Non disse mai falsità contro qualcuno. Giustificata davanti ad Osiride, benedetta sia tu davanti ad Osiride! Pace a te". E poi aggiunge la seguente osservazione: "L'autore di questa iscrizione dovrebbe essere chiamato, suppongo, un pagano, poiché la giustificazione davanti ad Osiride è l'oggetto delle sue aspirazioni religiose. Troviamo, inoltre, che dà ad Osiride l'appellativo di Eloh. Ed Eloh è il nome usato dalle Dieci Tribù di Israele per l'Elohim delle altre Due Tribù. Jehovah Eloh (Gen., III, 21) nella versione usata da Ephraim, in quella usata da Giuda e da noi stessi, corrisponde a Jehovah Elohim. Stando così le cose, è certo che sarà posta una domanda alla quale si dovrebbe rispondere con umiltà - Quali erano i significati che si volevano rispettivamente trasmettere con le due frasi Osiride-Eloh e Jehovah-Eloh ? Da parte mia non posso immaginare che una sola risposta cioè che Osiride era il Dio nazionale dell'Egitto, Jeho-vah era quello di Israele, ed Eloh equivaleva a Deus, Gott o Dieu". In quanto al suo avvenimento umano, egli è, come afferma l'autore di Egyptian Belief, "... Uno dei Salvatori o Liberatori dell'umanità ... Come tale nacque nel mondo. Venne come un benefattore ad alleviare l'uomo dal dolore ... Nei suoi sforzi per fare il bene ha incontrato il male ... ed è stato temporaneamente vinto. Egli è ucciso, Osiride è sepolto. La sua tomba fu meta di pellegrinaggio per migliaia di anni. Ma egli non rimase nella sua tomba. Al termine di tre giorni, o di quaranta, risorse e salì in Cielo. Questa è la storia della sua Umanità" (Egyptyan Belief). E Mariette Bey ci dice, parlando della Sesta Dinastia, che "il nome Osiride ... comincia ora ad essere usato di più. Con lui si incontra la formula del Giustificato"; e aggiunge: "Questo prova che il suo nome (di Giustificato o Makheru) non era dato solo al morto". E ciò dimostra anche che la leggenda di Cristo era definita in quasi tutti i suoi dettagli migliaia di anni prima dell'era Cristiana, e che i Padri della Chiesa non fecero altro che applicarla semplicemente, senza grandi difficoltà, ad un nuovo personaggio. Osiride è il Logos egizio, nato attraverso una madre, ma non da una madre, e senza padre, poiché la divinità astratta è asessuata. Amministra la giustizia nell'Amenti, il regno dei morti, ma rappresenta anche l'Aether, la prima emanazione della Divinità suprema, Amen, la sorgente primordiale della Luce. È nato da un uovo, come Brahma, e nel suo carattere di Dio primitivo, creatore del cielo e degli esseri, è conosciuto come Toom. Dominio di Osiride è Aanroo, un campo diviso in 14 sezioni, circondato da un recinto di ferro, entro il quale cresce il grano della vita, alto sette cubiti. Il Sole era chiamato dagli Egizi "Occhio di Osiride", nome che deriva da Aish ed Asr, il cui significato è "incantatore del fuoco". La ripopolazione della Terra è legata al numero sette ed Osiride, quando entra nel Battello Solare, prende con sè sette raggi. Ed anche la spartizione del suo corpo, da parte di Tifone, in quattordici parti è un doppio sette: serve ad impedirgli di popolare il mondo creando la miseria. La croce ansata è il simbolo di Iside-Osiride, Femmina-Maschio, il principio germinale in tutte le sue forme. Osiride è un grande Dio, ma allo stesso tempo è un "Principe della Terra", che riappare in Thoth-Ermete. Esiste una teoria che vede in Iside-Osiride un Cabiro androgino, vissuto in Egitto molti secoli fa, il quale insegnò agli Egizi la produzione del grano e dell'avena. Divenne re di Egitto e regnò per molti secoli; l'epoca è stimata in 70.000 anni or sono, e questo rende non credibile l'identificazione di Osiride con Manes, cosa proposta da Bunsen. Tifone ed Osiride sono la stessa cosa: il primo è il lato oscuro del Dio, l'altro il lato luminoso; si tratta dell'ormai consueto concetto delle divinità doppie, spesso dette fratelli, ma in realtà duplice aspetto dello stesso Dio. Tifone è l'oscurità della notte, Osiride la luminosità del giorno, il Sole. È simile a Dioniso, a Krishna, a Buddha, al Cristo, ecc., nella sua figura di salvatore dell'umanità. Con Iside e Thoth, Osiride formava la più antica trinità egizia. Quando Osiride scende nell'Amenti come "Sole defunto", i Coccodrilli sacri si immergono nell'abisso delle acque primordiali; quando risorge come "Sole di vita", essi riemergono dal fiume sacro. Osiride era il Sole, il Nilo, l'anno solare di 365 giorni, e sotto l'aspetto di Horus è colui che abbatte Apap, il Serpente del Male, lo lega e lo incatena al Tau, o Tat. Secondo alcuni, fu Deucalione ad introdurre in Fenicia il culto di Adone e di Osiride, ossia il culto del Sole, perduto prima, ritrovato poi, nel suo significato astronomico.

OSMO

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava è un gigante, progenitore di molti personaggi leggendari, Lo stesso che Kaleva.
Vai alla Bibliografia