Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

OPOP

 
(Maya) - Presso il popolo Maya, con questo nome si designava una divinità secondaria che presiedeva il mese e le festività dedicate al giaguaro.

OPUS PARAGRANUM

 
(Occ.) - Celebre opera di Paracelso che tratta i quattro fondamenti della medicina: filosofia, astrologia, alchimia, virtù umana. La medicina, secondo Paracelso, doveva basarsi su questi fondamenti, utilizzando poi le forze della Natura.

ORACOLI CALDEI

 
(Cal.) - Raccontavano del Dio del mondo, eterno, illimitato, giovane e vecchio, a forma di serpente; questa forma mirava a rendere comprensibile la vibrazione della Luce Astrale, che gli antichi sacerdoti conoscevano perfettamente, anche se sotto altro nome.

ORACOLI SIBILLINI

 
(Occ.) - Sono così chiamati gli oracoli praticati da donne che, come tali, prendevano il nome di Sibilla. Essi non erano diversi dagli altri, sotto tutti gli aspetti.

ORACOLO

 
(Occ.) - Termine composto da ora=parlare (un responso enunciato vocalmente) e da clo=strumento del responso (un luogo, una persona, un oggetto). L'oracolo tocca il grande tema della divinazione ed è presente in tutte le religioni di tutti i tempi. In genere, più che di un "responso", si tratta della traduzione verbale di un segno mantico, operata da un corpo di sacerdoti specializzati. Se ne ricordano diversi: Dodona (Giove), Delfi (Apollo), Epidauro (Esculapio), Lebadea (Trofonio), Oropo (Anfiarao), Tracia (Marte), Patrasso (Mercurio), Pafo (Venere), Micene (Minerva), Colchide (Diana), Atene (Ercole), ecc. Nella religione greca, Delfi rispondeva al concetto di autonomia religiosa soprannaturale al punto che , spesso, le città stato conformavano la loro politica all'esito del suo oracolo. In Italia era importante l'oracolo di Fortuna Primigenia a Praeneste (l'odierna Palestrina). Vi era poi quello della Sibilla di Cuma, l'oracolo di Fauno, quello di Egeria, quello delle Ninfe Albunea Carmenta, ed altri minori. Esistono diversi metodi oracolari : divinazione, divinazione ispirata (o estatica), divinazione induttiva (basata sulla interpretazione dei segni). Le condizioni per interrogare l'oracolo consistevano in pratiche purificatorie preliminari, sacrifici, offerte in denaro, voti. Il sacerdozio dei grandi oracoli greci era ereditariamente legato a singole famiglie. Dall'interpretazione sacerdotale, l'oracolo veniva emesso in forma verbale, talvolta in versi, sempre in forma ambigua ed enigmatica. Ma le risposte dell'oracolo potevano essere anche rumori, segni vari, o addirittura sogni, sempre soggetti alla interpretazione dei sacerdoti. Quando era una donna a praticare l'oracolo, ella veniva chiamata sibilla. Il governo di Roma, all'occorrenza consultava i Libri Sibillini. In qualche caso l'oracolo prese il nome della divinità e non del luogo, in altri si chiamò come il profeta, mago o sacerdote che lo pronunciava. L'oracolo, inizialmente prerogativa esclusiva degli Dei, fu trasferito poi anche come privilegio di eroi. I cristiani condannarono l'oracolo come atto diabolico, ed il grande Eusebio, maestro di menzogna, lo definì un imbroglio. Tuttavia, poiché l'oracolo era anche dispensatore di piaceri e di ricchezze, molti grandi che si professavano cristiani non si fecero scrupolo di ricorrervi.

ORAI

 
(Gr.) - Secondo gli Gnostici Egiziani è il nome dell'angelo che governa Venere.

ORBITA

 
(Ast.) - Dal latino orbis=cerchio, è la linea curva ellittica che un corpo celeste percorre con il suo moto reale o sembra percorrere nel suo moto apparente. In astrologia è lo scarto di tolleranza fra l'aspetto preciso e la distanza angolare che più o meno gli si avvicina o si allontana.

ORCO

 
(Occ.) - Un essere bestiale ed immaginario che si trova nelle favole. Di statura gigantesca, ha il capo grosso come una zucca, le sopracciglia ed i capelli simili a scope di pungitopo, gli occhi scintillanti come brace accesa, il naso lunghissimo, la bocca da forno, la barba ispida ed arruffata. Va a caccia di esseri umani perchè si nutre di carne umana; a tale scopo ha nella sua tana delle gabbie dove rinchiude le sue prede. Quando viene descritto cieco, è dotato di un fiuto straordinario con il quale individua le sue prede; le donne non le mangia, ma le tiene chiuse nel serraglio, solo quando è terribilmente affamato ne prende qualcuna. In qualche caso ha moglie, che partecipa ai suoi gusti ed è altrettanto mostruosa. I Romani chiamavano Orco il Dio della Morte che, nel suo ripostiglio riponeva le ombre. Era armato di falce, aveva le ali nere, si muoveva in modo silenzioso, colpiva senza esitazione.

ORCUS

 
(Gr.) - Nel Codex dei Nazareni, con questo nome si indica l'abisso senza fondo.

ORDALIA

 
(Rel.) - Termine sorto nel Medioevo europeo per indicare il "giudizio di Dio", richiesto in vertenze giuridiche che non si potevano, o non si volevano, regolare con mezzi umani. Consisteva in determinate prove, il cui esito veniva letto come diretta manifestazione della volontà divina. Si tratta di un fenomeno religioso molto diffuso nel mondo: prova del veleno in Africa, immagini sacre immerse in acqua nell'India, prova del fuoco in Africa e in India, duelli in Borneo e nel Giappone, ecc. Talvolta l'ordalia si combina con il giuramento, mentre in altri casi è connessa con la divinazione, quale manifestazione della divinità nascosta. Le testimonianze più antiche vengono da Babilonia (Codice di Hammurabi), dall'India (Veda e Brahmana), dall'Iran (Zarathustra), dall'Ebraismo antico. Il diritto romano escluse l'ordalia, ma essa fu ripresa dalla religione romana. Ebbe grande diffusione presso tutti i popoli germanici, ma in Europa cominciò a declinare quando la Chiesa Cattolica, a lungo favorevole, decise di combatterla e cancellarla.
Vai alla Bibliografia