Glossario

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NOUT

 
(Eg.) - Nel Pantheon degli Egiziani significava "l'Unico-solo-Uno", poiché essi, nella loro religione popolare o exoterica, non andavano più su della terza manifestazione che irradia dallo Sconosciuto e dall'Inconoscibile, il primo immanifestato ed il secondo logoi nella filosofia esoterica di ogni nazione. Il Nous di Anassagora era il Mahat del Brahma Indù, la prima Divinità manifestata - "La Mente o lo Spirito auto-potente"; questo Principio creatore era naturalmente il primum mobile di ogni cosa esistente nell'Universo - la sua Anima ed il suo Ideatore. (Vedi i "Sette Principi" nell'uomo).

NOUTIR

 
-NOUTI (Eg.) - Per gli Egiziani, questo termine significava "Dio" ed era solo un nome generico, senza alcun riferimento personale.

NOVA

 
(Ast.) - Si definisce con questo nome una stella che nel giro di poche ore aumenta bruscamente di splendore per poi ritornare a quello iniziale e proseguire con variazioni dello stesso splendore.

NOVE

 
- Ultima cifra del sistema decimale, la più alta, quella di maggior valore unitario. Il nome, forse, deriva dal sanscrito navas che vuol dire "giovane, nuovo" che, secondo alcuni, contando tre per tre, la terza decade comincia con il nove ed indica una specie di rinnovellamento, o perchè indica il dito dove viene messo l'anello, che i Latini chiamarono proprio "annularis", da cui l'italiano "anulare". E per gli slavi, nove si dice "devyni", che significa anche "sposo". Secondo il Virio, il Nove è il numero dell'ordine, della stabilità, basale, analitico. È l'unità di tre ternari e chiude la formazione dei numeri, dal momento che il 10 è la sintesi. Corrisponde alla lettera ebraica Teth, corrisponde al segno zodiacale del Leone, ha come influenza planetaria il Sole, il Fuoco come Pianeta ed Elemento, l'Eremita come raffigurazione simbolica dei Tarocchi. Le composizioni con il nove sono numerose : Le nove Emanazioni o Intellezioni, Le nove Possibilità, Le nove Pietre Sacre, I nove Cori Angelici, I nove Angeli che presiedono i Cieli ecc. Nell'Albero Sephirotico, la nona Sephira è Yesod, il Fondamento, il completamento del terzo triangolo, quello più basso. Per Eliphas Levi, il Nove è il numero dell'Iniziazione, il numero dei riflessi divini, esprime l'idea divina in tutta la sua potenza astratta, ed esprime anche l'idolatria e la superstizione. Per la Scuola di UR il simbolismo numerico del grado negli ordini iniziatici si basa sul tre e sulle sue potenze; in ebraico "verità" si dice "emeth", una parola di tre lettere che sono la prima, la mediana e l'ultima dell'alfabeto: la loro somma è 441, ovvero Nove. Nove luci stanno sul trono, nove colonne stanno nel tempio, ogni colonna ha un candelabro a nove luci (9x9=81=9). Il Tre ed il Nove sono i numeri più ricorrenti nella Divina Commedia e nelle opere iniziatiche di Dante Alighieri (Beatrice muore il 9 Giugno, e questo mese è il nono del calendario siriano). I Cinesi si prostravano nove volte davanti all'Imperatore, in Africa i Sovrani imponevano ai loro sudditi di baciare nove volte la polvere prima di poter parlare con loro, ed il simbolismo potrebbe continuare ancora a lungo. Il Nove è un numero maschile causante; è il triplo ternario, il numero che riproduce incessantemente sè stesso, sotto tutte le forme e figura in ogni moltiplicazione. È il segno di ogni circonferenza e simbolizza la nostra Terra guidata da uno Spirito cattivo. In certe condizioni è un numero cattivo, molto sfortunato. Nei Commentari viene descritto come il numero dello Essere e del Divenire. La "Cabala delle Nove Camere" è una forma di scrittura segreta cifrata che, ideata dai Rabbini Ebrei, fu poi adoperata da molte associazioni allo scopo di occultare, in modo particolare da alcuni gradi della Massoneria. Viene tracciata una figura formata da due linee parallele verticali intersecate da due linee parallele orizzontali. Questo procedimento porta alla formazione di nove camere; quella centrale è un semplice quadrato, le altre sono figure aperte con due o tre lati alle quali vengono assegnate lettere dell'alfabeto, in un ordine qualsiasi, precedentemente stabilito. Su queste nove camere vi è anche una ripartizione Cabalistica dei dieci Sephiroti, ma questa non è resa pubblica.

NOVEMBRE

 
(Occ.) - Mese al quale presiedeva Diana, rappresentato come un uomo che raccoglie legna morta e porta un fardello in spalla. Vasari ne fece un bifolco barbuto, mal vestito e mal calzato, con un cappellaccio in capo. Il nome deriva novem=nove e ber=tempo (var in sanscrito). È il nono mese dell'anno romano, l'undicesimo di quello civile attuale.

NOVENDIALI

 
(Lat.) - Da novem-dies=nove giorni; con questo termine i Romani indicavano i sacrifici ed i conviti che si celebravano il giorno dopo la morte dei congiunti, e per nove giorni. Anche i Greci avevano questa usanza e la chiamavano Ennati (da ennea=nove). Novendiali erano anche i sacrifici ed i banchetti che si tenevano per nove giorni in occasione di qualche pubblica calamità, per invocare il favore degli Dei prima di imbarcarsi.

NOVIZIATO

 
(Occ.) - Periodo di tempo che deve servire a provare l'idoneità di una persona a far parte dell'ordine o congregazione nella quale vuole entrare. È obbligatorio in tutte le confessioni ed ha durata variabile.

NOZZE

 
(Soc.) - Deriva da nubere che significa "velare", poiché nell'antichità si usava coprire le spose con il velo. I Romani consideravano la prima notte di matrimonio una violenza contro una vergine, pertanto nei giorni feriali non si celebravano matrimoni; e non si celebravano neanche la vigilia dei giorni atri (infausti). La sposa, opportunamente addobbata, veniva accompagnata alla casa dello sposo; svolte le cerimonie del caso, molte destinate a scacciare gli incantesimi, la sposa entrava in casa, badando a non toccare la soglia, che era consacrata a Vesta ed urtarla era considerato sacrilego. Quindi le cerimonie continuavano in casa con le procedure dell'acqua e del fuoco. Seguiva una lauta cena, lo sposo faceva dei regali, i convenuti gli facevano osceni discorsi, si apprestava nella stanza dello sposo il letto nuziale, detto geniale (genitale, generatore). Donne di provata castità portavano la sposa a letto, il marito scioglieva alla sposa la cintura verginale, invocando l'aiuto degli Dei, i cui simulacri venivano portati nella camera degli sposi : gli Dei più importanti erano Priapo e Venere. Gli sposi venivano poi lasciati soli ed il giorno dopo si ripeteva il convito con la sposa che faceva gli onori di casa e sacrificava agli Dei. Abbiamo raccontato questo breve episodio, affinchè il lettore, se vuole, faccia un percorso a ritroso e, passando attraverso la civiltà greca, quella egizia, ecc., giunga alla civiltà ariana, quando il culto del lingham e dello yoni ebbero inizio. Il culto sarà meglio capito e gran parte delle speculazioni erotiche e falliche non avranno più senso. Non si può certo pretendere che in un'epoca in cui il sesso è diventato un oggetto qualsiasi, di grande consumo, si dia ad esso il significato spirituale che lo pone alla base della continuità della specie.

NUADU

 
(Irl.) - Secondo un'antica tradizione, è il fondatore della stirpe Irlandese. Era il Re dei Tuatha Dè Dannan e, avendo perso una mano nella guerra contro i Fir Bolg, non potè più regnare. Fu allora sostituito da Bress, ma il dio Dian Cecht gli ricostruì la mano con l'argento. A Bress succedette Lug, che dimostrò di essere degno del regno, combattendo e vincendo Ogma.

NUAH

 
(Eb.) - Con questo nome si designa Noè che galleggia sulle acque dentro l'Arca, emblema della Luna, il principio femminile. Per i Caldei era il Chaos, il Grande Abisso, le Acque del Diluvio, la Madre Universale.
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