Glossario

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MARABUT

 
(Ara.) - Un pellegrino Maomettano che è stato alla Mecca, un santo. Dopo la morte, il suo corpo viene messo in un sepolcro aperto costruito al livello del suolo, come gli altri edifici, ma nel mezzo delle strade e dei luoghi pubblici delle città abitate. Deposta all'interno della piccola ed unica stanza della tomba (e parecchi sarcofaghi pubblici di tal genere, fatti di mattoni e calcina, si possono vedere ancor oggi nelle strade e nei quartieri del Cairo), la devozione popolare custodisce una lampada che arde sempre al di sopra della testa. Le tombe di alcuni di questi Marabut sono molto famose per i miracoli che si dice essi compiano.

MARABUTTI

 
(Ara.) - Presso gli Arabi e presso i Mori, erano sacerdoti che godeva di grande venerazione.

MARANGONE

 
(???) - Autore citato nella Dottrina Segreta quale autore di "Delle Grandezze dell'Arcangelo Sancti Mikaele".

MARCELLINO Ammiano

 
(Lat.) - Antiochia 330 d.C., Roma 400 d.C. - Funzionario Imperiale ed uomo d'armi, partecipò alla guerra contro i Parti. Ritiratosi dalla vita pubblica, si stabilì a Roma e si dedicò a scrivere un'opera storica per narrare gli avvenimenti accaduti dal regno di Nerva a quello di Valente. L'opera complessiva contava 31 volumi, ma ne rimangono solo 18 (353-378) che forse sono i più importanti. Egli si propose di continuare l'opera di Tacito, sia cronologicamente che metodologicamente. Come Tacito si propone di scrivere "sine ira ed studio" affermando che si può scrivere la pura verità solo "neque amore et sine odio". Asserisce di non aver mai osato corrompere col silenzio o con la menzogna la verità. A prova della sua onestà si può dire che egli, pur essendo pagano, scrive della religione cristiana definendo miti e giusti i suoi precetti. Condanna Giuliano per le sue persecuzioni contro i cristiani. Storico valente, ottimo scrittore, si dimostra ricco di interessi culturali e spirituali.

MARCH

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava, è il marito di Isotta la bionda (Essylt bianco collo), e zio di Tristano.

MARCIONE

 
(Gr.) - Sinope 85 d.C., ??? 160 d.C. - Scrittore e teologo greco, scomunicato dal padre, vescovo di Sinope, si trasferì a Roma nel 140 circa, dove fu colpito da una nuova scomunica. Diede allora vita ad una chiesa che si diffuse soprattutto in Oriente e sopravvisse fino al V secolo. Marcione espose le sue dottrine in un'opera andata perduta, le "Antitesi", ovvero le contraddizioni fra Antico e Nuovo Testamento, nella quale egli sosteneva una cosmologia ed una teologia imperniata sulla contrapposizione fra Dio il buono, che vive nel più alto dei cieli e Dio il giusto, inferiore al primo, creatore e padrone del mondo, che è poi quello dell'Antico Testamento. Questo Cosmocratore è la causa di tutti i guai del mondo, nonostante il suo nome, ed il suo dominio è stato contrastato vittoriosamente da Gesù, che ha sostituito la legge con l'amore ed ha sottratto le anime al possesso di tale Dio. Del Nuovo Testamento egli accetta solo il Vangelo di Luca e le Lettere di Paolo, eliminando tutti i passi che identificano Gesù con il Creatore.

MARCIONITI

 
- Un'antica setta Gnostica fondata da Marcione, che fu un Cristiano devoto fino a quando nessun dogma dell'umana creazione venne a deturpare la purezza trascendentale, i concetti metafisici ed il credo originale dei primi Cristiani. Questo credo primitivo era quello di Marcione. Egli negava i fatti storici (come si trovano ora nei Vangeli) della nascita, della incarnazione e della passione di Cristo, come pure la resurrezione del corpo di Gesù, ritenendo che tali affermazioni fossero semplicemente la carnalizzazione di allegorie e simbolismi metafisici, ed una degradazione della vera idea spirituale. Assieme a tutti gli altri Gnostici, Marcione accusava i "Padri della Chiesa", come si lamenta lo stesso Ireneo, di "ideare le loro dottrine (Cristiane) secondo la capacità dei loro ascoltatori, inventando cose abbaglianti per i ciechi secondo la loro cecità, per gli ottusi secondo la loro ottusità, per quelli in errore secondo i loro errori".

MARCO

 
(Evangelista) (Eb.) - Figlio di Maria di Gerusalemme, appartenente ad una famiglia distinta nella primitiva chiesa, pare fosse il padrone della sala dove si tenne l'ultima cena. Era un pitagorico, più gnostico che cristiano, certamente cabalista. Probabilmente fu battezzato da Pietro, che lo chiama "suo figlio", ma egli non fu Apostolo nè discepolo diretto di Gesù, anche se probabilmente pare lo abbia incontrato. Si dice anche che egli sia il misterioso giovinetto che era presente all'arresto di Gesù. Attraverso il cugino Barnaba entrò nell'orbita di San Paolo che accompagnò nel viaggio a Perge. Il suo allontanamento, per tornare a Gerusalemme, provocò un profondo dissenso con Barnaba e Paolo. Ma in seguito la controversia si ricompose. Si racconta che Marco sia andato ad evangelizzare Alessandria di Egitto, di cui divenne il primo Vescovo. Marco è autore del secondo Vangelo canonico, scritto con stile vivace e pittorico, quasi egli fosse stato un testimone oculare dei fatti che narra. Papia lo giudica esatto, ma privo di ordine. È certo che egli non aveva udito nè seguito Gesù e che scrisse il suo Vangelo seguendo gli insegnamenti di Pietro. Questi con la classica ambiguità che distinse tutta la sua vita, non volle nè riconoscere nè siglare l'opera del suo allievo. La tradizione racconta che fu sottoposto a supplizio con la mazza ferrata e fu ucciso con un bastone. A lui è associato il simbolo del leone.

MARCOMANNI

 
(Ger.) - Gente di razza germanica che operava alle frontiere delle contrade germaniche, soprattutto in quelle che si scontravano con i Romani o i loro alleati. Avevano per insegna un serpente giallo dimezzato, in uno scudo bianco, con l'ombelico d'oro. Fra i pezzi del serpente figurava dipinta una lunetta gialla.

MARCOSIANI

 
(It.) - I discepoli di Marco lo gnostico, che era discepolo di Valentino; rappresentano la gnosi italiana. Questa setta sosteneva che i quattro elementi (fuoco, aria, acqua, terra) furono creati per primi, secondo l'immagine della Tetrade primaria superiore. Seguirono le loro operazioni (caldo, freddo, umido e secco), con le quali si completò l'Ogdoade. Essi avevano una ottava creazione e sostenevano che l'uomo fu creato l'ottavo giorno. Tutte queste notizie sono puramente exoteriche e rappresentano la velatura di una filosofia ben più profonda che si fondava sulla Ebdomada, sui sette Cieli superiori ed inferiori, ecc.
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