Glossario
Glossario
E
- La quinta lettera dell'alfabeto inglese. La he (dolce) dell'alfabeto Ebraico che nel sistema Ehevi di lettura di quella lingua, diventa una E. Il suo valore numerico è cinque ed il suo simbolo è una finestra; nella Cabala, è l'utero. Nell'ordine dei nomi divini rappresenta il quinto, Hadoor, ovvero il "maestoso" e lo "splendido". È la quinta lettera anche dell'alfabeto latino ed italiano; presente anche nell'alfabeto fenicio dove non indicava un suono vocale ma una aspirata laringale. Furono i Greci a ruotare a destra il segno Fenicio ottenendo la figura cui dettero il suono vocale. Nei papiri e nei graffiti presenta la forma lunata tagliata a metà , chiudendo la parte superiore si ottiene ___, che è la forma minuscola. Talvolta è indicata anche con due aste parallele verticali od oblique. I Greci la usarono come numero : ___ = 5, ___ = 8, ___ = 5000, ___ = 8000. Nel calendario romano , E è la quinta lettera nundinale, mentre in quello ecclesiastico è la quinta lettere domenicale. Nella logica formale, indica nel sillogismo la proposizione universale negativa ( asserit A negat E vero universaliter ambo ). In epigrafia è usata spesso con valori svariati nelle abbreviazioni. In geografia indica l'Est, in musica valeva il Mi, uso che rimane ancor oggi in Inghilterra ed in Germania. In fisica rappresenta il modulo di Young, o modulo di elasticità longitudinale a trazione o compressione. Questa lettera troneggiava sul portale di Delfi, sede dello oracolo, ed era considerata sacra.
EA
(Cald.) - Anche Hea. Il secondo dio dell'originaria trinità Babilonese, composta da Anu, Hea e Bel. Hea era il "Creatore del Fato", il "Signore dell'Abisso", il "Dio della Saggezza e della Conoscenza", e il "Signore della Città di Eridu". In babilonese significa "casa dell'acqua", con Anu ed Enlil costituisce la triade divina, apice del pantheon babilonese. Deriva dalla religione sumerica (Enki) e domina la zona abissale del cosmo, il regno delle acque profonde, sulle quali poggia la terra. Partecipa, ed è signore, della sapienza nascosta delle acque primordiali. È divinità saggia, guaritrice, dotata di poteri magici, padre delle arti, inventore della scrittura. Padre di Marduk, impartisce ad Utnapishtim le istruzioni per la costruzione della barca che salverà l'eroe dal diluvio universale. Per gli Akkadiani era la Sapienza, la Divinità inconoscibile, nata nella Grande Profondità, l'Abisso delle Acque, lo Spazio. Per i Caldei è Tiamat, il Dragone ucciso da Merodach, la sostanza peccaminosa, il Drago marino femminile. Per i Babilonesi è il Grande Dio della Luce e della Profondità, identificato con Oannes, il biblico Dagon, l'Uomo Pesce emerso dalle acque. La città di Ea era Eridu, già presente oltre 6000 anni fa nel Golfo Persico. SilikMuludag (Murudug ?) era il Dio di tutti gli Dei per i Babilonesi, ed era figlio di Hea (Ea); lo chiamavano anche Nebo. Ea è anche il nome della mitica terra che fu regno di Eeta e meta del viaggio degli Argonauti, secondo la leggenda greca. Già Erodoto l'aveva identificata con la Colchide.
EACO
(Gr.) - Figlio di Giove e di Egina, ebbe il suo regno devastato dalla peste. Pregò il padre che glielo ripopolasse, e Giove lo accontentò trasformando una moltitudine di formiche in uomini, per tale motivo detti Mirmidoni. Eaco fu il più giusto re del suo tempo e, dopo la morte, fu posto fra i giudici delle anime che discendevano nell'inferno.
EASTER
(Sca.) - Divinità poco conosciuta, appartenente al culto degli antichi Sassoni. Da tale nome deriva forse la parola inglese Easter che significa "Pasqua".
EBAGI
(Sca.) - In alcune parti della Gallia con questo nome venivano chiamati i sacerdoti Druidi.
EBDOMADA
(Gn.) - Letteralmente "settimana", gruppo di sette. Gli Gnostici avevano tre Ebdomadi : due in cielo ( una superiore ed una inferiore ) ed una in terra. Iao era il capo della Ebdomada superiore del Cielo, mentre quella inferiore nasceva dall'Uno dai Sette Raggi ed era formata da : Iove, Sabaoth, Adonai, Eloi, Osraios, Astaphoios ed Ildabaoth, che è anche l'Uno che li genera. L'ebdomada terrestre è composta dai sette uomini primordiali, le ombre degli Dei Lunari ( i Pitri ) proiettate dalla prima Ebdomada. Troviamo questo termine in tutte le religioni, particolarmente in quella indù, dove l'Ebdomada è il numero del nostro Ciclo di Vita; in questo Manvantara il 7 è l'Unione ed è composto dal 3 (la Luce) e dal 4 (la Vita). In linguaggio occulto l'uomo si chiama Saptaparna, pianta con sette foglie, con chiara allusione ai sette principi che lo formano. Quando i Tre (quadrati) si incontrano con i Quattro (quadrati), le loro nature medie si congiungono formando un cubo che, disteso, diventa il veicolo ed il numero della Vita (la Croce), il Padre-Madre Sette.
EBE
(Gr.) - Figlia di Giove e di Giunone, bellissima, era coppiera degli Dei fino al giorno che, cadendo, la veste le scivolò sul capo e rimasero scoperte le sue nudità. Per la vergogna non si lasciò più vedere. Fu sostituita con Ganimede. Viene rappresentata coronata di fiori con una tazza d'oro in mano.
EBIONITI
(Eb.) - Letteralmente, "i poveri"; la prima setta di Ebrei Cristiani, l'altra era quella dei Nazareni. Esistevano già quando il termine "Cristiano" non era stato ancora udito. Molti dei parenti di Iassou (Jesus), l'ascetico adepto intorno al quale si formò la leggenda del Cristo, facevano parte degli Ebioniti. Poiché si può rintracciare l'esistenza di questi mendicanti ascetici almeno un secolo prima della Cristianità cronologica, questo fornisce una prova in più del fatto che Iassou o Jesus visse durante il regno di Alessandro Ianneo, a Lyd ( o Lud) dove, come è stato dichiarato dal Sepher Toldos Jeshu, fu messo a morte.
EBLIS
(Pers.) - Divinità appartenente all'antica mitologia persiana, raffigurata come il Genio del Bene che, sconfitti gli angeli ribelli, ottiene il dominio sulla terra e lo mantiene superbamente.
EBRAISMO
(Eb.) - Complessi di credenze religiose, tradizioni culturali e rituali, vincoli etnici propri del popolo ebraico. Si può dividere in due periodi : biblico e postbiblico. Gli Ebrei (o Israeliti, o Giudei, termini quasi simili) costituiscono dapprima una comunità patriarcale quindi, attraverso l'esodo, diventano nazione e sotto la guida di Mosè si insediano a Canaan. Dopo il periodo glorioso della monarchia davidica, sperimentano una crisi profonda finche nel 70 d.C. spariscono come popolo. La fede di Israele ha il suo centro nella confessione monoteistica; questa consapevolezza consiste nella nell'idea della signoria di Dio sull'universo e sulla storia, che non ha una elaborazione di tipo filosofico, ma che certo ha rilevanza filosofica. La loro concezione è priva di dualismo ed ha una visione della storia che è lineare, non ciclica, che si concluderà con la fine dei tempi, l'eschaton, da cui escatologia. Siamo molto lontani dalla concezione orientale, , dall'eterno ritorno, dal ripetersi incessante di eventi identici. Per gli Ebrei, scopo dell'uomo non è l'identità con Dio, ma l'alleanza nella quale l'uomo conserva un'identità distinta. La categoria teologica fondamentale dell'Ebraismo, dunque, è la alleanza nella quale alla benevolenza di Dio si contrappone l'osservanza dei Comandamenti da parte di Israele. La religione di Israele è incentrata sulla Legge, la torah, da cui consegue inevitabilmente una teocrazia nella quale la laicità consiste solo di autonomia creaturale. Nell'Ebraismo si possono individuare periodi storici ben precisi, ai quali corrispondono situazioni culturali e teologiche ben determinate. Il più antico è il periodo del profetismo e della apocalittica, seguito dal periodo rabbinico, da quello medioevale e, infine, dal periodo moderno. La filosofia ebraica non ha carattere di unità, ma presenta i caratteri della filosofia del paese che ospitava gli Ebrei. Essa si ispira ai tempi propri dell'Ebraismo, ma si innesta nel filone di pensiero locale e spesso si caratterizza per il confronto con le altre fedi. Gaon, Maimonide, Ibn Gabirol, passano attraverso il pensiero greco, arabo, neoplatonico per cercare verità filosofiche all'interno delle scritture rivelate.