(San.) - Il secondo dei cinque Pandava nel Mahabharata. È figlio del dio Vedico Vayu (il Vento).

(San.) - Prozio paterno dei Pandava e dei loro cugini nemici nel Mahabharata. Ha rinunciato al matrimonio ed al trono per permettere al re, suo padre, di sposare la donna che desiderava e di trasmettere il regno ai figli di questa.

(San.) - Intelligenza ricettiva. (Vedi "Bhodo").

(San.) - O Sambodhi. Intelligenza ricettiva, contraddistinta da Buddhi, che è la potenzialità dell'intelligenza.

(Tib.) - I seguaci dell'antica religione degli Aborigeni del Tibet; dei templi pre-buddhisti e del ritualismo; uguali ai Dugpa, "i berretti rossi", sebbene questo appellativo solitamente sia riservato agli stregoni.

(San.) - Letteralmente "apprendimento o comprensione false"; qualcosa concepita su apparenze false come una forza mayavica, illusoria.

(San.) - Uno dei grandi Rishi Vedici. È chiamato "Figlio" da Manu, che gli confida le sue Istituzioni. È uno dei Sette Prajapati, o progenitori dell'umanità, il che equivale ad identificarlo con uno degli dei creatori, collocato dai Purana nel Krita Yuga, cioè nella prima era, quella della purezza. Il Dott. Wynn Westcott ci ricorda il fatto che il defunto e molto erudito Dr. Kenealy (che scriveva il nome Brighoo), fece di questo Muni (Santo) il quarto dei suoi dodici "messaggeri divini" per il Mondo, aggiungendo che apparve nel Tibet nel 4800 a.C. e che la sua religione si estese fino in Inghilterra, dove i suoi seguaci eressero il tempio megalitico di Stonehenge. Questa è naturalmente una ipotesi basata sulle speculazioni personali del Dott. Kenealy.

(San.) - I "Consumatori", ovvero "una classe di esseri mitici che appartengono alla classe di mezzo degli Dei". In Occultismo, essi sono le Salamandre dei Rosacroce e dei Cabalisti.

-VIDYA (San.) - L'arte dell'esorcismo, o del come curare e trattare la possessione demoniaca. Letteralmente, "Demone" o "Conoscenza dei fantasmi".