Glossario

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ZAPOTECHI

 
(Mes.) - Antica civiltà mesoamericana, stanziata sulle cime di Monte Alban, nel Messico centro-meridionale, l'attuale stato di Oaxaca. Popolazione governata da un regime monarchico-teocratico, manteneva buoni rapporti sia con i Maya che con i Nahua. Eccellevano nell'arte della ceramica, ed anche nella costruzione di Piramidi, sotto le quali custodivano le ceneri dei loro defunti inceneriti. Avevano un sistema di numerazione quinario-vigesimale, unico nel suo genere. Non hanno lasciato documenti scritti, ma i siti archeologici di Mitla e di Monte Alban hanno permesso il ritrovamento di urne arricchite di glifi e di bassorilievi.

ZAR

 
(Afr.) - Culto catartico molto diffuso in Egitto ed in Etiopia, che prende nome dallo spirito, o nume (zar), al quale è destinato. Il culto si propone di instaurare e mantenere un rapporto regolare con lo zar, che si ritiene essere entrato in possesso di una persona (per lo più di sesso femminile), provocando turbe psichiche di varie entità. Il culto dello zar manifesta palesi affinità con il "bori" sudanese, il "tarantismo" pugliese ed il "voodoo" haitiano. Il rapporto durevole con il nume porta ad associazioni cultuali. Nelle sue forme abituali, il culto è diretto da una posseduta eminente, che ospita in permanenza uno zar, ed è considerata guaritrice. Nello stato di trance indotto nel soggetto mediante tecniche motorie (rotazione rapida della testa e del busto), il nume viene individuato ed esso indica il tipo di vittima che esige per il sacrificio di riconciliazione.

ZARATHUSHTRA

 
(Iran) - Chiamato anche Zoroastro nella forma greca, poi acquisita in tutto l'Occidente, è un profeta iranico cui la tradizione attribuisce la fondazione dello Zoroastrismo, o Mazdeismo, o Parseismo, o Culto del Fuoco. La sua storicità è messa in dubbio da molti studiosi (Darmesteter, Molè ed altri), ma se è esistito, la sua vita va collocata fra il X ed il VI secolo prima dell'era moderna. Di lui si conosce molto poco, ed i scarsi dati disponibili provengono tutti dalle Gatha, quelle parti dell'Avesta a lui direttamente attribuite. Apparteneva alla famiglia degli Spitama, allevatori di cavalli, era sposato e padre di due figli, come sacerdote era addetto al canto degli inni. Fu perseguitato a lungo per la religione che propugnava, e solo a quaranta anni ebbe il riconoscimento pubblico ad opera del re Vishtaspa (Istaspe, padre di Dario oppure un altro principe orientale), che si convertì alla sua fede. La leggenda narra che fu concepito in modo miracoloso (come tutti i Salvatori), essendo gli elementi della sua personalità preesistenti alla sua nascita; quando nacque accaddero eventi soprannaturali ed anche la sua infanzia fu caratterizzata da eventi straordinari: lungo soggiorno nel deserto, iniziazione ad opera di Ahura Mazda e degli Amshaspend, lotta contro Arimane, conversioni e guarigioni miracolose (le stesse cose fatte da Gesù, opportunamente cambiati nomi e luoghi). Il suo seme è conservato nel lago Kasaoya, e lì feconderà all'inizio di ognuno degli ultimi tre millenni della storia: nasceranno delle vergini che daranno i natali ad altrettanti Salvatori dell'umanità. Zarathushtra, già considerato mitico e semidio dai Greci, fondò quella che è ritenuta la religione ufficiale dell'Iran dall'età achemenide fino alla conquista araba. Visse da predicatore inascoltato (si pensi a Buddha ed a Gesù stesso) fino a quando non fu accolto il suo messaggio profetico. Le notizie che si possono dedurre dai Gatha fanno pensare che egli abbia operato nelle regioni orientali del mondo iranico, mentre il periodo viene collocato da alcuni 258 anni prima di Alessandro (588 a.C.), da altri 600 anni prima di Serse, da altri ancora diversi millenni prima dell'era moderna. L'età dell'ultimo Zoroastro (poiché è un nome generico) non è conosciuta e probabilmente proprio per tale ragione. Xanto di Lidia, il più antico scrittore greco che menziona questo grande riformatore religioso, lo colloca circa seicento anni prima della Guerra di Troia. Ma dov'è lo storico che può ora dire quando quest'ultima ebbe luogo? Aristotele e anche Eudosso gli assegnano una data di non meno di 6000 anni prima del periodo di Platone, ed Aristotele non era uno da fare un'affermazione senza averne una buona ragione. Berosus fa di lui un re di Babilonia vissuto verso il 2.200 a.C.; ma allora, come si può affermare quali erano i dati originali di Berosus, prima che il suo manoscritto passasse attraverso le mani di Eusebio, le cui dita erano così abili nell'alterare le cifre sia delle tavole sincronistiche Egiziane che della cronologia Caldea? Hang si riferisce a Zoroastro almeno a 1.000 anni a.C.; e Bunsen (God in History, vol. I, libro III, cap. VI, p.276) scopre che Zarathustra Spitama visse sotto re Vistaspa verso il 3.000 a.C., e lo descrive come "uno dei geni più possenti e uno degli uomini più grandi di tutti i tempi". È con queste date "esatte" in mano, e con il linguaggio completamente estinto dello Zend, i cui insegnamenti sono presentati, forse in maniera del tutto irregolare, dalla traduzione in Pahlavi, una lingua, come è dimostrato da Darmsteter, che cresceva essa stessa, obsoleta, antica come i Sassanidi - che i nostri studiosi e Orientalisti hanno presunto di monopolizzare per se stessi il diritto di assegnare date ipotetiche per l'età del santo profeta Zurthust. Ma le tradizioni Occulte affermano di avere le date esatte di ciascuno dei tredici Zoroastri menzionati nel Dabistan. Le loro dottrine, e specialmente quelle dell'ultimo (divino) Zoroastro, fiorirono dalla Bactria fino ai Medi; quindi, sotto il nome di Magismo, incorporate dagli Astronomi-Adepti della Caldea, esse influenzarono gli insegnamenti mistici delle dottrine Mosaiche, persino prima di culminare in ciò che ora è conosciuto come la moderna religione dei Parsi. Come Manu e Vyasa in India, Zarathustra è un nome generico per i grandi riformatori e legislatori. La gerarchia cominciò con il divino Zarathustra nel Vendidad, e terminò con il grande ma mortale uomo che porta questo titolo, ed ora perduto per la storia. Vi furono, com'è mostrato da Dabistan, molti Zoroastri e molti Zarathustra. Come viene riferito nella Dottrina Segreta, l'ultimo Zoroastro fu il fondatore del tempio del Fuoco di Azareksh, molte epoche prima dell'era storica. Se Alessandro non avesse distrutto tante opere sacre e preziose dei Mazdei, la verità e la filosofia sarebbero state più inclini ad accordarsi con la storia nel conferire a quel vandalo Greco l'appellativo di "il Grande". Pur oscillando fra i due poli di un Zoroastro concepito essenzialmente come riformatore sociale e politico ed un Zoroastro "stregone", l'interpretazione moderna è pressoché unanime nel collegare con il messaggio di Zoroastro gli elementi più nettamente monoteistici del mazdeismo: fede nel dio unico Ahura Mazda, credenza in una forza maligna antidivina, Angra Mainyu, fiducia nella funzione decisiva delle azioni umane per la determinazione dell'esito finale della lotta cosmica fra bene e male, associazione alla divinità dei così detti Amesha Spenta, probabilmente singoli aspetti della divinità stessa (simili ai Sephirot, agli Elohim, a tutte le forze che in qualche modo partecipano alla creazione iniziale). Questi elementi si insinuarono in un preesistente sistema religioso politeistico-naturistico, si fusero in maniera piuttosto ibrida con esso, soggiacquero alla tutela della classe sacerdotale (i Magi) e sfociarono infine nell'ortodossia dualistica sasanide. Arduo è, comunque, distinguere nettamente ciò che si deve ritenere frutto di una personalità, essa stessa così nebulosa ed indeterminata, nell'ambito del quadro piuttosto complesso e molteplice dell'antica religione dei Persiani, rimasta a metà strada fra politeismo e monoteismo profetico, fra naturismo e primi passi di una speculazione teologica superiore. Il nome di Zarathushtra fu tramandato dalla classicità nella forma Zoroastro, che si mantenne fino a quando Nietzsche non ripristinò con la sua opera l'uso della forma originaria. Il linguaggio delle Gatha è naturistico e contiene un messaggio, anche in relazione al culto ed al rito sacrificale, che sembra ergersi a difesa delle comunità di allevatori continuamente minacciati dalla furia guerresca delle "società di uomini" espressione dell'aristocrazia guerriera. Anche se non è dato di leggere una condanna sul sacrificio degli animali, tuttavia in Zoroastro si intravede un atteggiamento di reazione alle consuetudini sacrificali. Erodoto, nella sua storia dei Persiani, non parla di questo profeta, che però compare chiaramente nel platonismo. Essa appare come taumaturgo, psicagogo, saggio conoscitore dei segreti; il cristianesimo ha fatto di Zoroastro l'annunciatore del Salvatore ma, a convenienza, ne ha fatto anche un portatore di dottrine empie.

ZARPANITU

 
(Acc.) - La dea che si supponeva fosse madre, con l'intervento del dio Merodach, di Nebo, dio della Saggezza. Un "Serpenti di Saggezza" di sesso femminile, altro nome della Luna.

ZAVAME

 
(Sca.) - Detto anche Zarama, nell'antica mitologia dei Galli, era un Dio che aveva molti degli attributi di Giove.

ZAWIYA

 
(Ara.) - Centro per l'insegnamento religioso e le pratiche del culto musulmano, comprendente di solito una moschea, la tomba di qualche santo, locali per l'insegnamento e l'alloggio dei fedeli.

ZCALCI

 
(Azt.) - Nel calendario azteco è il nome del mese della crescita, consacrato al Dio del fuoco. Il mese era dedicato a tutto ciò che aveva bisogno di crescere per manifestarsi in tutto il suo splendore, ed erano soprattutto i bambini coloro che venivano preparati per compiere i riti in onore del Dio. Durante questi riti, i bambini venivano condotti uno alla volta davanti ad una sacerdotessa che, dopo avergli praticato un foro nel lobo dell'orecchio, vi infilava un cerchietto, un ossicino, come segno dell'avvenuta iniziazione. Poi i bambini venivano raccolti attorno ad un braciere ed insieme alla sacerdotessa recitavano delle preghiere; questa era una seconda iniziazione rivolta al culto della divinità del fuoco.

ZCERNE BOCH

 
(Asia) - Trascrizione del paleo-slavo Cernu Bogu che significa Dio Nero; era presentato come un Dio malvagio, opposto ad un Dio buono, nel quadro del solito dualismo teologico. Qualcuno dice sia di origine iranica, altri lo accostano al cristianesimo, a similitudine della dualità Dio-Diavolo.

ZEDEC

 
(Ebr.) - Altro nome di Sydic, o Sadic, talvolta identificato con Noè, altra con Melchisedec. Era detto uomo giusto, perfetto nella sua generazione, dotato di ogni scienza e di ogni arte utile, trasmesse alla posterità tramite i suoi figli.

ZEFIRO

 
(Mit.) - Detto anche Favonio, è il nome di un vento di ponente, mite, che soffia soprattutto in primavera, è una dolce brezza al cui soffio maturano le sementi. Per i Greci era figlio di Astreo e di Eos. I poeti lo dipingono sotto figura di un giovanetto di sereno e dolce contegno: gli danno le ali di farfalla ed una corona composta da fiori di ogni specie, per indicare la benefica sua influenza sulla Natura. Avvenente come un Dio, si librava nell'aria con grazia e leggerezza ammirabili, quasi nudo, tenendo in mano un paniere pieno di fiori primaverili. Zefiro amò teneramente Flora e Clori, dalle quali ebbe molti figli.
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