Glossario
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RAJAMSI
(San.) - I sei mondi sopra Prithivi (la nostra Terra), ossia gli altri sei globi della Catena planetaria, che si trovano sui tre piani superiori.
RAJAN
(San.) - Ed anche Raj, significa Re e mantiene tale significato in tutte le parole composte, che precede nella forma raja. I Re appartengono alla seconda casta, quella dei guerrieri, che in parecchi punti delle più antiche Upanishad soverchia per dignità e saggezza quella che è ritenuta la prima : i Brahmani.
RAJARISHI
(San.) - I Re-Rishi o Re-Adepti; in India è una delle tre classi di Rishi; sono simili ai Re-Jerofanti dell'antico Egitto. Exotericamente sono i re e principi che adottavano la vita ascetica.
RAJAS
(San.) - Nei Purana è la "qualità dell'impurità" (cioè, la differenziazione), o l'attività. È uno dei tre Guna, o delle tre divisioni nelle correlazioni della materia e della natura, quello che rappresenta la forma, l'attività e fa sì che vi sia movimento e mutamento.
RAJASA
(San.) - Gli Agnishwatta più antichi - i Pitri del Fuoco; il "fuoco" inteso come simbolo dell'illuminazione e dello intelletto. Sono Entità che si incarnarono nella Terza Razza e dotarono l'umanità del Manas.
RAK'A
(Ara.) - Insieme di atti, accompagnato di volta in volta dalla recitazione di formule e testi rigorosamente prescritti, che costituiscono la preghiera musulmana (salat). Tali atti sono: inchini di mezzo il corpo, prosternazione fino a toccare terra con la fronte, sessione sulle gambe inginocchiate. Ogni salat consta di un numero minimo di rak'a, variabile secondo il momento della giornata.
RAKA
(San.) - Il giorno della luna piena: un giorno per le pratiche occulte.
RAKSHA
(San.) - Un amuleto preparato durante la luna piena o la luna nuova.
RAKSHASA
(San.) - Letteralmente, "mangiatori di carne viva" e, nella superstizione popolare, spiriti cattivi, demoni. Esotericamente, però, essi sono i Gibborim (giganti) della Bibbia, la Quarta Razza, o gli Atlantidei, gli abitanti di Lanka. Sono ritenuti una classe di demoni che infestano le selve. I Purana e le leggende epiche indù attribuiscono ai Rakshasa la funzione di ostacolare i pii esercizi degli asceti nelle foreste. Altra volta, essi sono rappresentati quali possenti esseri sovrannaturali regnanti su domini invisibili ai mortali. "Matrimonio all'uso dei Rakshasa" è detto il ratto di una fanciulla previa uccisione dei parenti che vi si oppongono. Nei Veda, i Rakshasa vengono presentati come demoni tentatori e divoratori di uomini, esseri straordinari perchè sono anche pii e ligi ai precetti religiosi: alcuni sono perfino grandi Yogi. Nella scala delle entità, occupano il posto più basso. Come spiriti cattivi, sono nemici degli Dei e vengono spesso identificati con gli Asura; in qualche caso, si trasformano improvvisamente in salvatori dell'umanità. Exotericamente sono gli Ego che si incarnarono negli uomini della prima fase della Terza Razza, ancora privi di intelligenza, rendendoli coscientemente immortali. Nella teologia popolare indù, i Rakshasa sono considerati demoni, ma oltre l'Himalaya sono chiamati Conservatori. Il loro progenitore è Pulastya, e nella Quinta Razza essi diventano i Cabiri, i Titani, i Daitya. I Rakshasa di Lanka (l'Atlantide) erano avversari di Rama e furono da esso sconfitti. Qualcuno ritiene che i loro eredi attuali siano i Singalesi.
RAKSHASI
-BHASHA (San.) - Letteralmente, il linguaggio dei Rakshasa. Nelle opere sanscrite, questo nome è adoperato per designare il linguaggio delle razze atlantiane più civili.