Glossario

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OBODA

 
(Ara.) - Pare si tratti del nome di un sovrano, di cui nulla è conosciuto. Oggi è ascritto fra le divinità arabe.

OCA

 
(Sca.) - Nel mondo dei Celti e dei Germani, questo animale era associato alla simbologia profetica, traendo spunto dal fatto che esso appare all'inizio della buona stagione. Perciò, in molte leggende, esso aveva carattere divino ed annunciava la venuta degli Dei. Secondo una di queste leggende, il mago fabbro Wieland forgiava spade invincibili mischiando la limatura di vecchie spade con mangime di oche; raccoglieva poi gli escrementi degli animali e con essi temprava un acciaio indistruttibile. Ma le oche sono anche famose per il loro sonno leggero : basta il più lieve rumore a destarle. Gli antichi, spesso, preferivano le oche ai cani da guardia, nella custodia dei pollai. È famoso l'episodio delle oche del Campidoglio. Nella mitologia mesoamericana, Oca Bianca era la moglie di Corvo, o Tulugankuk, il padre creatore della vita, del cielo e della terra.

OCCAM Guglielmo

 
(Ing.) - Ockham 1280, Monaco di Baviera 1349. Filosofo inglese, studiò ad Oxford dove fu baccelliere di teologia. Insegnante di logica e filosofia in alcune scuole francescane, abbandonò l'insegnamento per recarsi alla curia di Avignone, per rispondere all'accusa di eresia mossegli da Lutterell. Fuggì da Avignone con un gruppo di francescani critici nei confronti della politica ecclesiastica di Giovanni XXII, riparando dapprima in Italia, poi in Baviera, dove rimase fino alla morte. Occam è critico con i maestri che lo hanno preceduto ed avvia un nuovo modo di fare teologia e filosofia. Rifiuta ogni soluzione realistica del problema degli universali, considerando la realtà tutta individuale. L'universalità è il risultato della azione dell'intelletto, che raccoglie sotto un unico segno mentale gli individui contraddistinti da particolari gradi di somiglianza. Anche la metafisica, per lui, necessita di una rigorosa verifica critica; la dimostrazione dell'esistenza di Dio risiede nell'impossibilità di andare all'infinito nell'ordine delle cause conservanti, le cause che rendono ragione del fatto che gli enti finiti continuano ad essere, pur essendo stati prodotti dal nulla. Sul piano teologico, Occam si richiama al testo rivelato, sostenendo l'ideale della povertà radicale, caratteristico della regola francescana, cui lui appartiene. Ad Occam viene attribuito il merito di aver gettato le basi per il rinnovamento del pensiero scientifico, attraverso la corrente filosofica che porta il suo nome.

OCCAMISMO

 
(Fil.) - Dottrina filosofica-teologica enunciata da Guglielmo di Occam che ha posizione critica verso l'aristotelismo ed i tentativi che vogliono renderlo concorde alla teologia. Esso distingue nettamente filosofia da teologia, ponendo lo accento sulla realtà individuale come oggetto diretto di conoscenza, in opposizione ai procedimenti astrattivi. L'occamismo critica il concetto di sostanza e di causa, sostenendo il fermo volontarismo e l'assoluta potenza di Dio. Famoso il "rasoio di Occam" : non si debbono postulare entità inutili, nel senso che sono da evitare le ipotesi complesse, in particolare quelle non suffragate dall'esperienza. L'occamismo sostiene anche la netta separazione fra il potere civile e quello ecclesiastico.

OCCASIONALISMO

 
(Fil.) - Dottrina filosofica elaborata nel XVII secolo da alcuni seguaci di Cartesio. Questi aveva sostenuto la eterogeneità fra anima e corpo, lasciando insoluto il problema di come tutte sostanze eterogenee possano agire l'una sulla altra. I seguaci credettero di risolvere il problema affermando che non esiste azione reale del corpo sull'anima e viceversa, ma l'azione proviene direttamente da Dio e noi ne sperimentiamo gli effetti. La cause degli eventi sono solo "occasioni" dell'intervento divino, quindi "cause occasionali", ma non effettive. Anche i corpi si muovono per cause occasionali, gli urti, derivanti da quel moto che lo spirito originariamente impresse alla materia, creandola. Le creature sono del tutto impotenti, solo Dio agisce come sovrano assoluto che non delega niente del suo potere.

OCCHI

 
(divini) - Gli "occhi" che il Signore Buddha sviluppò entro di sè alla ventesima ora della sua veglia sotto l'albero Bo, quando stava per raggiungere lo stato del Buddha. Sono gli occhi dello Spirito glorificato, ai quali la materia non è più un ostacolo fisico, e che hanno il potere di vedere ogni cosa entro lo spazio dell'Universo illimitato. Il mattino che seguì quella notte, alla fine della terza ora di veglia, il "Compassionevole" realizzò la Conoscenza Suprema.

OCCHI DI HORUS

 
- Un simbolo molto sacro dell'antico Egitto. Era chiamato outa: l'occhio destro rappresentava il sole, il sinistro la luna. Macrobio dice: "L'outa (o uta) non è forse l'emblema del sole, il re del mondo, che dal suo alto trono vede sotto di lui l'Universo intero ?".

OCCHIO

 
(Occ.) - Organo di senso per la ricezione degli stimoli luminosi che vengono trasmessi ai centri nervosi, dando origine alle sensazioni visive. Il simbolismo religioso dell'occhio è molto diffuso, sia per il valore conoscitivo del vedere che per la potenza fascinatrice dello sguardo. La divinità onnisciente è concepita ovunque onniveggente, facoltà che spesso viene rappresentata attribuendo ad essa numerosi occhi. Talvolta il Sole, la Luna, le Stelle sono considerati occhi di Dio, mentre la simbologia presenta l'onniveggenza con un occhio all'interno di un triangolo. Gli esseri demoniaci hanno sempre una qualche deformità dell'occhio: ne hanno uno solo, vedono meglio di notte che di giorno, ecc. Lo sguardo, poi, è legato alla superstizione del malocchio ed ai tanti amuleti inventati contro di esso. In India si usa dipingere un occhio sulla prua della barca: significa che sarà esso a guidare l'imbarcazione durante la notte. Lo sviluppo dell'occhio umano rimane ancor oggi un mistero inesplicabile per la scienza, ed esso ha trovato più spiegazioni sul piano occulto che su quello scientifico; le caratteristiche dell'occhio danno più appoggio all'antropologia occulta che alla fisiologia materialista. È scientificamente provato, infatti, che nell'embrione l'occhio cresce dall'interno verso l'esterno, come prolungamento del cervello verso la sede oculare; secondo Haeckel, invece, l'occhio aveva origine da cambiamenti dell'epidermide ! In sede occulta si dimostra chiaramente che tutti i sensi umani si sviluppano dall'interno verso l'esterno.

OCCHIO DI DANGMA

 
(Ind.) - Detto anche Occhio di Shiva. Dangma significa anima purificata e colui che è divenuto un Jivan-mukta, un elevato Adepto, un Mahatma, ha l'Occhio Aperto. Questo occhio è l'occhio spirituale interiore del veggente; la facoltà che si manifesta attraverso di esso non è la comune chiaroveggenza (il potere di vedere a distanza), ma la facoltà della intuizione spirituale, mediante la quale si ottiene la conoscenza diretta e sicura. Questa facoltà è strettamente legata al terzo occhio, l'Occhio di Dangma, quindi, l'Occhio di Shiva.

OCCIDENTE

 
(Occ.) - La Terra destinata ad ospitare il tramonto del Sole, il declinare della Luce, la tomba della civiltà. In termini storici e culturali, Occidente è il contrario di Oriente e poiché l'Oriente è inteso come area di sottosviluppo, misera, ricca di superstizioni, incolta, l'Occidente rappresenta la ricchezza, il benessere, la cultura, il progresso, la civiltà: e che Civiltà ! Gli Egiziani rappresentavano l'Occidente come un coccodrillo steso a terra: qui stava durante il giorno mentre la notte andava in acqua. Come il Sole, che al mattino usciva dall'acqua e vi ritornava la sera. Ed il coccodrillo vede poco in acqua mentre ha vista acuta in terra, così le cose sono chiare e visibili di giorno, mentre si oscurano durante la notte.
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