Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

PARJANYA

 
(San.) - Nella religione vedica è una divinità vitale in quanto rappresenta attraverso la pioggia, la germinazione e, quindi, la vita. Può essere intesa anche come l'Ente-pioggia.

PARKER John

 
(USA) - È citato nella Dottrina Segreta per aver risolto la quadratura del cerchio, basandosi in parte sullo stesso lavoro compiuto da Peter Metius nel XVI secolo. Il lavoro di Mr. Parker è stato poi ripreso da Ralston Skinner che lo ha posto alla base della sua opera "L'Origine delle Misure".

PARKHURST John

 
(Ing.) - 1728-1797. È citato nella Dottrina Segreta quale autore dell'opera "Lessico Inglese ed Ebraico", con annessa grammatica ebraica e caldea.

PARMENIDE

 
(Gr.) - Filosofo greco attivo nella prima metà del secolo V a.C., nacque ad Elea nel 510 circa. Di lui parla Speusippo, nipote di Platone, che racconta come Parmenide abbia dato le leggi alla sua città. Per alcuni era discepolo di Aminia per altri di Senofane di Colofone. Scrisse un poema didascalico "Sulla Natura", di cui rimangono 19 frammenti per un totale di 154 versi. La prima parte è dedicata alla verità, la seconda all'opinione. La sua dottrina si basa quasi esclusivamente sul verbo "essere", il suo Ente è ingenerato ed indistruttibile, un intero continuo nello spazio e nel tempo, inalterabile ed immobile, la cui durata esclude passato e futuro, si comprime in un puro presente e la cui forma compiuta è "simile alla massadi una sfera ben rotonda". L'influenza di Parmenide sul pensiero greco fu immensa e fu risentita dall'ontologia alla filosofia della natura, dalla dialettica all'etica.

PARNA

 
(San.) - Letteralmente significa "foglia" e trova largo uso simbolico nelle Stanze di Dzyan in connessione con l'uomo, considerato come un Saptaparna (Sette Foglie), ovvero la composizione di sette sfoglie, l'una interna all'altra. Il riferimento è, ovviamente, ai sette principi umani.

PARO

 
-RAJA (San.) - Letteralmente "di là dell'atmosfera", sottinteso "dove splende il Purusha solare".

PAROKSHA

 
(San.) - L'apprendimento intellettuale della verità.

PAROLA

 
(Occ.) - Dal latino "parabola", poi paravula, paraula e quindi "parola". Originariamente era l'insegnamento, il discorso e, con l'avvento del Cristianesimo, la spiegazione domenicale del Vangelo. Lentamente divenne un motto, un detto, poi qualsiasi voce articolata che esprimeva un concetto, sostituendosi in tal modo al latino "verbum" il quale rimase solo come termine religioso. Genericamente, la parola è definita come un complesso di fonemi (suoni articolati), ma anche un singolo fonema (e relativa trascrizione in segni grafici), mediante i quali l'uomo esprime una nozione generica che si precisa e determina nel contesto di una frase. Nelle religioni primitive ed arcaiche, la parola equivale alla cosa che indica, in quanto ne evoca la realtà. Per tale motivo non si potevano pronunciare i nomi di determinate cose sacre o proibite. Nelle formule rituali, o magiche, l'efficacia deriva dalla parola in sè, per cui esse mantengono le stesse parole, malgrado i cambiamenti della lingua parlata. Questa è la ragione per cui le formule rituali sono oggi incomprensibili. Pronunciare una parola è evocare un pensiero e renderlo presente. La potenza magnetica della parola umana è il principio di ogni manifestazione del Mondo Occulto. Quando si nomina una cosa, mediante la parola, si pone la cosa sotto l'influsso di una o più Potenze Occulte. La parola può essere una benedizione o una maledizione, la sua potenza risiede nelle lettere che la compongono e nei numeri che ad esse corrispondono. Ogni lettera, infatti, ha il proprio significato occulto e la propria base logica; essa è causa ed effetto di una causa precedente e la combinazione delle lettere produce assai spesso potenti effetti magici. L'efficacia più occulta e formidabile risiede nelle vocali. Per gli Indù, la dea della parola è Sarasvati. Hermes è l'emblema della parola che crea ed interpreta tutto; Porfirio insegnava che la Parola di Hermes è il Principio seminale sparso per tutto l'Universo. Talvolta la parola viene paragonata al cubo perchè il suo potere può prevalere anche senza gambe e braccia (il cubo assomiglia al tronco umano). Le "cinque parole" di Brahma sono state riprese dagli Gnostici con le cinque parole: Zama, Zama Ozza Rachama Ozai. Maccheronicamente esse sono state tradotte "la veste, la gloriosa veste della mia forza", ma in realtà esse sono l'anagramma mascherato dei cinque Poteri mistici rappresentati sulla veste dell'Iniziato "risorto" dopo la sua ultima prova di tre giorni di trance. I cinque, poi, diventano sette dopo la sua "morte", ovvero quando l'Adepto entra nel Nirvana. Nei Salmi, la parola è definita "un coltello acuto", mentre S.Paolo dice che la parola di Dio è viva ed efficace ed è più acuta e penetrante di qualunque coltello a due tagli. In realtà, le ferite che si possono infliggere con la parola sono le più gravi e le più inguaribili. Dice Steiner che "fa più male ciò che esce dalla bocca che ciò che entra". Pitagora teneva quanti chiedevano di entrare alla sua scuola nel silenzio per cinque anni e definiva il parlare piacevole ed elegante "mettere il cibo nel pitale".

PAROLA PERDUTA

 
(Mas.) - Sta per "parole perdute" e segreti perduti, in generale, poiché quella che è definita "Parola" perduta non è affatto una parola, come nel caso del Nome Ineffabile. Il Grado dell'Arco Reale della Massoneria "l'ha sempre cercata" fin da quando fu fondato. Ma i "morti" - specialmente quelli assassinati - non parlano; e se perfino "il Figlio della Vedova" tornasse in vita "materializzato", difficilmente potrebbe rivelare ciò che non è mai esistito nella forma in cui ora è insegnato. Lo SHEMHAMPHORASH (il nome separato, attraverso il cui potere Jeshu Ben Pandira, secondo i suoi detrattori, avrebbe compiuto, a quanto si dice, i suoi miracoli, dopo averlo rubato dal Tempio), sia che derivi dalla "sostanza auto-esistente" del Tetragrammaton oppure no, non può mai essere un sostitutivo per il LOGOS perduto della magia divina.

PARROCO

 
(Rel.) - Nella religione cristiana è il Rettore di una Parrocchia, termine che deriva dal greco "paroikeo" che in italiano significa "abitare vicino". Parrocchia deriva certamente dalla Chiesa d'Oriente e sta ad indicare un aggregato di case che si trovano attorno, o in vicinanza della Chiesa.
Vai alla Bibliografia