Glossario
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CORVO
(Occ.) - È un passeraceo di colore nero che in occultismo ha diversi significati. Il corvo nero è il simbolo del Pralaya cosmico nella religione Indù. Tutti gli uccelli di colore nero sono associati con la Saggezza primordiale che emana dalla sorgente precosmica del Tutto. Il loro significato è sempre lo stesso : Uomo archetipico primordiale, Adam Kadmon. È nota l'abilità di questo uccello di imitare la voce degli altri animali ed anche di ripetere qualche parola. Per tale motivo gli auguri facevano uno studio specie delle inflessioni della sua voce e delle circostanze che accompagnavano il suo volo. In generale, il corvo è considerato presagio di sventure; la sua vita dicesi secolare e, secondo Esiodo, può vivere fino a 2582 anni !
CORY Isaac Preston
(Ing.) - Scrittore inglese di varii argomenti, nacque nel 1802 e morì a Blundestone nel 1842. La sua opera più importante è "Antichi frammenti degli scrittori Fenici, Caldei, Egiziani, abitanti di Tiro, Cartaginesi, Indù, Persiani, ed altri". Scrisse anche un lavoro il cui titolo è "Inchiesta sul Metodo, gli Obiettivi, i Risultati della Filosofia antica e moderna, e sulla Trinità dei Gentili", una "Inchiesta Cronologica sulla Storia antica dell'Egitto", un lavoro sugli "Oracoli Caldei".
COSCIENZA
(Fil.) - È quell'avvertimento, più o meno chiaro, che ognuno ha della presenza in sè di un qualcosa in riferimento sia a stati od atti della persona stessa, sia ad oggetti del mondo esterno. Sinteticamente, "il sentire di sentire". Ma in filosofia si è andati ben oltre tale consapevolezza. Stoici e Neoplatonici intendevano la coscienza come "interiorità", colloquio dell'anima con sè stessa; da qui il concetto di uomo "saggio", che libero dagli interessi e dalle passioni mondane, cerca dentro di sè la verità e la conoscenza. Per S.Agostino la Verità si trova solo distogliendosi dalla esperienza esteriore e cercando dentro di sè attraverso una meditazione devota. E per i Cristiani, la coscienza è intesa come la fonte immediata di una conoscenza certa dei principi che definiscono la rettitudine del volere. Kant definisce la coscienza come "voce interiore", in contrasto con le inclinazioni sensibili da cui siamo affetti; essa proclama a chiunque, nell'intimità del proprio animo, il valore assoluto della legge morale. Essa è accessibile a tutti gli uomini, indipendentemente dalle differenze intellettuali e culturali. Con Cartesio, la coscienza diventa "consapevolezza soggettiva", di sè e dei propri contenuti mentali. L'empirismo inglese considera la coscienza come insieme di "impressioni sensibili" e di "idee della ragione", concezione poi confutata dall'idealismo tedesco che, con Fichte, Schelling e Kant, non solo ripropongono la coscienza al centro dell'Io, anche se empirico, ma si spingono verso il Non-Io e poi verso l'Io Assoluto come "principio originario". Per Hegel, la coscienza è lo spirito umano finche non sia realizzato come "sapere assoluto", ossia fino a quando si comporta come soggettività in opposizione all'oggettività, sia naturale che sociale. Per lui, la coscienza, definita in senso stretto, è la manifestazione dello spirito che si rivolge all'esteriorità naturale, al fine di conoscerla. Autocoscienza, invece, è la consapevolezza della propria superiorità rispetto alle cose sensibili ed alla vitalità pura e semplice. Nel XX secolo, la coscienza viene intesa soprattutto come consapevolezza di sè o di qualcosa cui essa si rivolge. La coscienza è sempre coscienza di qualcosa, ha necessariamente un oggetto quale termine di riferimento. Posizioni differenziate si troveranno poi nell'empirismo logico, nel comportamentismo e nella psicoanalisi, ma non è questo il luogo per una trattazione completa di queste posizioni. Menzione particolare merita il concetto di coscienza infelice, che si trova nella "Fenomenologia dello Spirito" di Hegel. È uno stato di infelicità derivante dal fatto che la coscienza si sente "non essenziale" rispetto all'Assoluto e, pur volendo negarsi in esso, non vi riesce. Il tentativo di negazione (o di immersione) nell'Assoluto viene fatto in modi diversi : devozione sentimentale, misticismo, attività mondana come dovere verso Dio, mortificazione di sè, ascetismo inattivo, ecc. L'insuccesso determina l'infelicità che sarà superata solo quando la coscienza ritroverà il divino nel mondo ed in sè, realizzando in tal modo l'unità con l'Assoluto.
COSGROVE
- (???) - Autore citato nella Dottrina Segreta.
COSMA Indicopleuste
(Gr.) - Geografo e scrittore bizantino vissuto nel 500 d.C., contemporaneo di Giustiniano I, mercante di professione, verso il 520 intraprese lunghe navigazioni nel Mar Rosso e nell'Oceano Indiano fino all'India (da cui il suo soprannome Indicopleuste = Navigatore indiano). Alcuni dicono che ciò non è vero; Cosma si sarebbe fatto monaco al ritorno dal suo viaggio e si sarebbe ritirato in un monastero nel Sinai. Anche questa versione, però, non è sicura. Scrisse una descrizione della Terra dedicata ad un certo Costantino ed alcune Tavole Astronomiche dedicate al diacono Homo-logos. Di lui rimane una sola opera, la Topografia Cristiana, composta di 12 libri, di cui gli ultimi due sembrano del tutto estranei all'opera. L'undicesimo contiene la descrizione delle sorgenti del Nilo e di molti animali esotici africani. Forse apparteneva alla descrizione della Terra. Scopo della Topografia è fornire una nuova spiegazione astronomica e geografica dell'universo, in armonia con la cosmologia mosaica e la dottrina cristiana. In realtà l'opera riecheggia dottrine siriache, assieme ad elementi biblici, babilonesi ed egiziani. Egli concepisce la terra come un rettangolo piatto, con basi doppie delle altezze. Ai lati si innalzano pareti altissime, sulle quali si incurva la duplice volta del cielo. L'universo viene configurato a forma d'arca, con cielo convesso. Al cielo inferiore, originariamente sono appesi gli astri; quello superiore è la dimora di Dio. L'importanza dell'opera sta nelle molte citazioni e notizie di carattere vario, che ne fanno una vera miniera per la storia dell'antichità.
COSMO
(Eso.) - Parola che deriva dal greco kosmos che significa "ordine". Con questo termine gli antichi Greci intendevano l'universo armonico ed ordinato nato dal disordine originario chiamato Caos. Pitagora concepiva il Cosmo come insieme di quattro elementi : Fuoco, Aria, Acqua e Terra. Gli Egizi lo simboleggiavano con un gran cerchio di fuoco ed un serpente dalla testa di falco disteso come diametro. È il terzo aspetto dello Spazio, con Chaos e Theos, la superficie ordinata su cui si muove Theos dopo aver trasformato Chaos (la precedente superficie disordinata). L'Universo, come distinto dal mondo che può significare il nostro globo o la nostra terra.
COSMOCRATORI
(Eso.) - I Sette Superiori, costruttori del Sistema Solare e della Terra, i Sostegni del Mondo (Rectores Mundi). Per analogia possiamo associarli agli Asi della Scandinavia, agli Arterfici del Pimandro, ai Rishi, ai Pitri, agli Dei Caldei, agli Spiriti Maligni ed a quelli Planetari, ai Sephiroti inferiori della Cabala. "Costruttori dell'Universo", gli "Architetti del mondo" o le Forze Creatrici Personificate.
COSMOGONIA
(Eso.) - Dalle parole greche kosmos e gonè che significano "mondo ordinato" e "generare"; evento o atto della creazione dell'universo, oppure della sua definizione nell'assetto noto agli uomini. Il concetto di "cosmogonia" necessita di una differenziazione della situazione originaria. La materia primordiale disordinata (Caos), infatti, nasce al momento in cui essa viene utilizzata per essere ordinata. Prima di tale momento essa non esiste neanche come Caos; la situazione che precede tale momento è inaccessibile al pensiero umano e può essere immaginata come un grande buio in cui è immersa l'energia eterna. Questo schema è universale e, al di fuori di tutte le divulgazioni fatte dalle varie religioni a beneficio dei profani, lo si può ritrovare nelle Cosmogonie di tutti i tempi e di tutti i paesi. I miti cosmogonici, secondo Mircea Eliade, sono esemplari poiché costituiscono il paradigma delle vicende e delle azioni umane, che fondano su di essi il loro valore e la loro realtà, al di fuori delle contingenze del tempo storico. Essi evocano l'origine del creato e costituiscono il "precedente" per eccellenza di tutto ciò che esiste ed avviene. La morfologia dei miti cosmogonici è relativamente semplice con una immagine mitica quasi costante : l'amplesso di due progenitori divini da cui nascono figli divini o semiumani, dai quali derivano tutti gli elementi dell'universo. Cielo e Terra costituiscono la coppia più frequente, con sesso spesso invertito. Non molto diversa è la Cosmogenesi delle dottrine che evocano, all'origine dell'universo, un uovo cosmico che giace o rotola nello spazio vuoto illimitato, e contiene in sè il germe della vita. Questo concetto ' il perno della Cosmogonia Indù, ma lo si ritrova anche in Iran, in Grecia, fra i Fenici, nei paesi Scandinavi. L'immagine dell'uovo riflette anche quella della volta celeste, ed il suo significato astrale fa parte dell'esoterismo gnostico. Altre tradizioni mitiche affidano l'atto iniziale della Cosmogonia nella lotta vittoriosa di una divinità o di un eroe contro le forze disordinate del Caos. A Babilonia, ad esempio, è Marduk a sconfiggere Tiamat. Per gli Egizi l'universo nasce dall'apparizione della divinità in mezzo alla materia primordiale e indifferenziata. Il Dio parla e ad ogni sua parola viene in esistenza nel mondo ordinato l'elemento corrispondente. È la dottrina fondata sulla parola sacra, dalla quale poi deriva la magia come possesso delle parole giuste per evocare le situazioni volute. La forma più strana di Cosmogonia si trova nella Bibbia, primo libro, la Genesi. Qui non si ha ordinamento, ma estrazione "in principio" dal nulla del cielo e della terra, da cui poi avviene la creazione delle cose e per ultimo dell'uomo. Tohu e Bohu parole il cui significato è noto solo agli Iniziati, stanno forse a significare lo stadio della creazione iniziale, la materia caotica, sulla quale poi avviene il processo di ordinamento. E questa spiegazione ci riporterebbe allo schema classico. Riepilogando e schematizzando, possiamo dire che la Cosmogonia, da un punto di vista morfologico, si può dividere in due grandi categorie : (a) Un essere supremo, creatore e fattore delle cose, dotato di personalità e separato dal mondo, che opera in modo magico e straordinario; (b) un principio primordiale dal quale si sarebbero in seguito svolte, per sviluppo, per genealogia o per separazione (operata da un essere mitologico) le successive realtà cosmiche, alle quali spesso fa seguito una lotta fra le potenza divine, dopo di che il mondo viene instaurato nel modo in cui si presenta oggi. Le Cosmogonie appartenenti alla prima categoria sono proprie delle grandi religioni monoteistiche storiche : Mazdeismo, Giudaismo, Islamismo. Alla seconda categoria appartengono le Cosmogonie Greca, Babilonese, ed altre minori. Le Cosmogonie che si basano sull'uovo cosmico sono caratteristiche di antiche civiltà, particolarmente quella Indù.
COSMOLATRIA
(Eso.) - Adorazione del Cosmo. Come il Panteismo fa uso dei termini che si trovano anche nei Purana, con riferimento a Vishnu. Si tratta della credenza di Dei Costruttori del Cosmo e dell'Uomo, un Politeismo che è Saggezza antica e tradizione universale. Necessario precisare che non si tratta di credenza in qualcosa di soprannaturale, bensì in poteri sovrumani.
COSMOLOGIA
(Fil.) - Dal greco kosmos e logos, "mondo" e "discorso", ovvero studio della forma e delle leggi dell'universo come sistema ordinato. La cosmologia si limita alla descrizione dell'universo come spazio, tempo e materia, mentre questioni riguardanti l'origine, la natura intrinseca, il fine ultimo, sono lasciate ad altre discipline quali la cosmogonia, l'ontologia, la teologia. La prima cosmologia degna di rilievo è quella babilonese che pone al centro dell'universo la Terra, circondata e sostenuta da un oceano sotto il quale si apre una cavità che rappresenta il mondo dei morti. Sopra la Terra si estende la volta del cielo che poggia sulle acque dell'oceano. Attraverso il firmamento si muovono il Sole, la Luna e gli altri corpi celesti. I progressi della scienza greca nel campo delle osservazioni astronomiche portarono alla concezione Tolemaica che vede la Terra al centro dell'Universo, immobile, attorno alla quale orbitano i vari pianeti. All'inizio dell'età moderna, Copernico avanzò la concezione che vedeva il Sole al centro dell'universo, con i pianeti che gli girano attorno in moti circolari uniformi. Tito Brahe propose propose i pianeti orbitanti attorno al Sole e l'insieme orbitante attorno alla Terra, immobile. Galileo ipotizzò la Via Lattea come un aggregato di stelle, togliendo al Sole la posizione privilegiata di centro dell'universo. Herschel propose una rotazione universale, considerando, però, quale universo solo la Via Lattea. Ben presto, però, si scoprì che gli oggetti stellari non meglio definiti erano anch'essi delle nebulose, veri e propri universi simili alla Via Lattea. Einstein proporrà poi un modello in cui le galassie sono considerate l'elemento minimo e l'universo è riconducibile ad una serie di modelli, alcuni newtoniani cui si può applicare la geometria euclidea, altri cui si deve applicare la geometria non euclidea. L'attuale cosmologia ritiene che l'universo si sia formato 10/12 miliardi di anni fa, a seguito di una enorme esplosione detta "big bang". Tale teoria è evolutiva, cioè prevede una espansione definita, dopo di che il tutto ritornerebbe all'inizio attraverso un processo di contrazione che lo porterebbe ad annullarsi. Ad essa si contrappone la teoria stazionaria, che considera l'universo stabile, senza inizio nè fine, nè creazione nè estinzione.