Glossario

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SEPHIROTI

 
(Eb.) - Argomento molto arduo da svolgere, sia per il suo profondo significato mistico, sia per la necessaria cautela che si deve a quella disciplina divina che è la Cabala. Nel rispetto di tutto e di tutti cercheremo di dire quanto è possibile dire, e speriamo basti. En Soph è qualcosa che cade al di fuori della comprensione umana, è inaccessibile, è indefinibile, è il Deus absconditus al quale non si può associare nessun attributo. Da questo non-essere nasce la creazione, non come estrazione dal nulla , ma come emanazione. Il mondo nasce dal Nulla, da quella Non-entità che è la Pienezza della Divinità sconosciuta. Essendo l'Assoluto senza limiti, l'emanazione non può avvenire al di fuori di Esso, ma solo all'interno. Ed allora ecco che En Soph crea al suo interno una contrazione, un riflusso, che libera uno spazio (lo spazio primordiale); possiamo chiamarlo un movimento centripeto di regressione, una inspirazione. Nasce il cerchio, al centro del quale appare il Punto, la prima manifestazione di En Soph. Entra ora in azione la forza centrifuga, il movimento di emersione, l'espirazione che irrompe nello spazio liberato come Luce. Il Punto primordiale è il passaggio dal Nulla all'Essere, è adimensionale e contiene il Tutto. È il germe delle dimensioni e nell'alfabeto ebraico è espresso dalla lettera Iod. Quando il Punto assume l'aspetto di Ideazione Divina, o Pensiero ideale della creazione, esso diventa la Saggezza, Chokmah, la seconda Sephira. Quando questa Saggezza, plasmate le forme, scolpite le impronte, si trasforma in Intelligenza, siamo alla terza sephira, Binah, ed ha inizio la differenziazione. In questo modo si chiude il primo triangolo, quello superiore, la sfera ontologica principale, il Principio unitario, il Mondo Archetipo. Qui troviamo ciò che nella Bibbia viene descritto l'Abisso sul quale vola la Forza attiva di Dio, il Padre-Madre di ogni cosa manifestata a livello puramente metafisico. L'emanazione continua con altri sette aspetti, racchiusi in due triangoli capovolti successivi che costituiscono il Mondo delle Orbite ed il Mondo Elementare. Questi sette aspetti della manifestazione di En Soph, scaturiti dalla mistica Madre Binah, sono i sette giorni della Bibbia, i sette stadi originari della creazione. Concludendo: dall'En Soph, dalla Essenza e dalla Totalità del suo Essere nascosto, scaturisce un flusso emergente che viene simbolicamente raffigurato come l'emanazione dei Sephirot. Lo splendore del Potere creativo diventa processo creativo attraverso dieci aspetti che, in gradi diversi, rappresentano ciascuno il particolare modo in cui Egli agisce. I Sephirot, quindi, sono gli archetipi, le determinazioni essenziali, le cause prime, i principi di tutte le cose manifeste. Non sono Enti distinti, ma aspetti vari della Realtà Una che è Kether, o Adam Kadmon, l'Uomo Prototipico. Essi sono semplici modificazioni della Mente divina, cifre di un unico numero, l'Uno, che li emana e li contiene. L'Albero sephirotico è come un mandala, ha senso nel suo complesso, lo perde se si prende in considerazione una parte. In Natura vi sono varie forze che, nel loro insieme possono essere considerate, valutate, descritte, ma singolarmente cessano di esistere. Non è possibile separare la forza centrifuga dalla forza centripeta, la forza di gravità dalla Legge dei più leggeri, l'inerzia dal moto, è così via. Allo stesso modo, ogni sephira esce dallo sbocciare della precedente ed a sua volta fiorisce per dar vita alla successiva. Ogni sephira è un'Idea, una Potenza-Sostanza, una Energia, una Forza, a seconda dell'angolo di osservazione, talché l'Albero sephirotico, alla fine, diventa una rappresentazione simbolica sia del mondo manifestato che di quello non manifestato. Questo simbolo può essere applicato a qualsiasi cosa, a qualsiasi situazione, a qualsiasi evento del mondo manifestato; e dunque anche all'uomo, con corrispondenze fisiche che servono per operazioni occulte. La Saggezza corrisponde al cervello, la Bellezza al cuore, Amore e Giustizia sono le braccia, e così via. Il processo di emanazione si volge attraverso quattro mondi: il triangolo superiore è il mondo dell'emanazione o mondo degli archetipi, il secondo è il mondo della creazione, il terzo è quello della formazione; l'ultima sephira è il mondo manifestato ovvero il risultato di tutto il lavoro di En Soph. Riepilogando, abbiamo che i Sephirot sono le dieci emanazioni della Divinità; la più alta è formata dalla concentrazione dell'Ain Soph Aur, o la Luce Illimitata, ed ogni Sephira produce per emanazione un'altra Sephira. I nomi dei dieci Sephiroti sono: (1) Kether, la Corona; (2) Chokmah, La Saggezza; (3) Binah, la Comprensione; (4) Chesed, la Misericordia; (5) Geburah, la Giustizia; (6) Tipheret, la Bellezza; (7) Netzach, la Vittoria; (8) Hod, lo Splendore; (9) Jesod, il Fondamento; (10) Malkuth, il Reame. Quella della Divinità incarnata nei Dieci Sephiroti è una concezione veramente sublime, ed ogni Sephira è per il Cabalista l'immagine di un gruppo di idee, titoli ed attributi esaltanti, che il nome rappresenta solo debolmente. Ogni Sephira è considerata sia passiva che attiva, sebbene questa attribuzione possa trarre in inganno; passiva non significa un ritorno all'esistenza negativa, e le due parole esprimono solo la relazione fra i singoli Sephiroth e non qualche qualità assoluta. Dopo questa premessa, abbastanza lunga per la pazienza di chi legge, aggiungiamo qualcosa scritta con la solita maestria da H.P.B. I Sephirot della costruzione, che sono i sette compresi fra la Triade superiore e l'ultimo, Malkuth, sono i sei Dhyan Chohan, o Manu, o Prajapati, costituiscono la Prima emanazione, o Logos, e sono i Costruttori dell'Universo inferiore o fisico. Ella ce li presenta come vertici del Sigillo di Salomone ed aggiunge che la loro essenza, o Upadhi, è il Settimo, considerato la Base, o Pietra fondamentale, sul quale è edificato lo Universo oggettivo, i noumeni di tutte le cose. Questi Sephirot, o Costruttori, corrispondono alle Forze della Natura, ai Sette Angeli della Presenza, al sesto ed al settimo principio dell'uomo alle Razze Madri, ecc. Questo parallelismo aiuta a capire come il concetto della creazione sia lo stesso in tutte le religioni, fatto salvo l'uso dei nomi e qualche dettaglio di procedura. E continua. Lo zero è il circolo che limita il mondo manifestato, ossia lo spazio primordiale creato da En Soph nel suo primo moto di contrazione. Dallo zero deriva l'uno (il Punto primordiale), e da queste prime due cifre sono formate tutte le altre. In proposito, Eliphas Levi mostra il prototipo di costruzione dei numeri con lo schema del Giardino dell'Eden. Possiamo anche dire che lo zero è la circonferenza, l'uno il diametro e quindi il processo di emanazione dei Sephirot che porta alla costruzione dell'uomo archetipico, Adam Kadmon, l'origine creatrice di tutte le cose manifestate. Il Tetragrammaton contiene nelle prime tre lettere la Triade superiore, nella quarta la sintesi dei sette inferiori. I Sephirot non sono delle individualità, nè delle astrazioni: essi sono influssi, sostanza spirituale, forza cosciente, sono la Luce emanata da En Soph, attraverso il Punto, nei vari gradi discendenti, sempre più opaca. Adam Kadmon rappresenta anche l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a sè sette colonne che sono i pilastri del mondo, ovvero i Rettori (Sephirot inferiori), che operano attraverso i rispettivi ordini di Angeli, nelle sfere dei sette pianeti. Questi Sephirot sono identici agli Elohim della Bibbia, agli Amshaspend delle Avesta, ai Sette Doni dello Spirito Santo dei cristiani, ai sette figli di Devaki (uccisi da Kansa) degli Indù, ai Sette Centri di energia evoluti, o resi oggettivi, da Fohat sull'elemento unico. E Adam Kadmon, l'Uomo Celeste, è la sintesi dei Sephirot, come Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati.

SETTE REGGENTI

 
(Eso.) - I sette Figli di Sophia, i sette Figli di Aditi, i Geni Planetari. Nel Pimandro sono indicati come Elohim e sono uguali a tutti gli altri Creatori.

SIGNORI DELLA LUNA

 
(Eso.) - I Pitri, gli Antenati lunari. Per gli Ebrei è Jehovah, come Legione collettiva degli Elohim.

SPIRITI DELLA FACCIA

 
(Eso.) - I Sette Spiriti della Faccia sono i Costruttori, le prime Entità nate dalla Mente, i primordiali Rishi-Prajapati, equivalenti agli Amshaspend, ai Sephirot inferiori, agli Elohim, ecc.

DHYAN CHOHAN

 
(San.) - Letteralmente, "I Signori di Luce". I più alti Dei, che corrispondono agli Arcangeli della Chiesa Cattolica Romana. Le Intelligenze divine cui è affidata la sorveglianza del Cosmo. Letteralmente significa "i signori della meditazione" ed il termine si applica in linea generale a tutti gli esseri che si sono elevati dal Regno degli Umani. Sono gli Uomini Primordiali, i Dhyani Buddha, i Rishi-Prajapati, gli Elohim, gli Spiriti Planetari, i Deva, i Poteri Coscienti ed Intelligenti della Natura, i "Soffi" che mai riposano, gli Angeli. Hanno un duplice carattere, poiché sono composti dall'energia bruta insita nella materia e dall'anima intelligente (riflessione dell'Ideazione della Mente Universale), o Coscienza Cosmica, che dirige e guida l'Energia della Natura. Sono Spiriti, uomini disincarnati, vissuti in altri Manvantara, o uomini che si incarneranno. La loro intelligenza è il risultato della conoscenza conseguita durante il ciclo umano. Sono Elevati Spiriti Planetari il cui aggregato collettivo forma il VERBUM manifestato del Logos immanifestato e, nello stesso tempo, costituisce la Mente dell'Universo e la sua Legge immutabile. L'aggregato dei Dhyan Chohan e delle altre Forze forma il Demiurgo. La sostanza corporea dei Dhyan Chohan appartiene alla quinta divisione del Settimo Principio della Sostanza Madre, ed è quindi di quattro gradi più elevata della sostanza solare riflessa. Essi sono le prime forze che emanano dalla Forza Unica, quella che nel Genesi esegue gli ordini del Logos. Gli Elementi di San Paolo sono la sintesi velata dei Dhyan Chohan, i Sephiroti, gli Amshaspend, gli Arcangeli. Gli Occultisti li chiamano le Intelligenze Superiori. Sono i "Brahmandika", i Pitri lunari e solari che prendono possesso delle loro rispettive sfere (terre e pianeti) fino alla fine del Kalpa e le fanno ruotare. Appaiono durante la Seconda Generazione, come seconda gerarchia, e rappresentano l'origine della Forma, i Rishi che diventano le anime ispiratrici delle stelle dell'Orsa Maggiore. Sono i Primogeniti dell'Etere e si dividono in sette gruppi principali; sono i Sette Governatori, i Poteri Costruttori, gli Dei Superni, i Geni dei Pianeti. Rappresentano il primo dei Quattro Ordini di Esseri esistenti, seguiti dai Demoni, i Pitri e gli Uomini. Procedono direttamente dalla Causa Prima, e l'Uomo astrale è il loro riflesso. Sono Entità progredite di un Periodo planetario precedente e vengono considerati anche la Razza Immortale. Vengono individuati con molti nomi quali Aditya, Agnisvatta, Asura, Gandharva, Kumara, Marut, Pitri, Rudra. Alcuni di loro si incaricarono di creare, altri si rifiutarono; da qui la leggenda degli Angeli Caduti. Anche il più elevato Dhyan Chohan non è in grado di capire completamente le condizioni della precedente Evoluzione Cosmica. Essi non sanno che cosa c'è oltre i Sistemi Planetari visibili perchè la loro essenza non può assimilarsi a quella dei mondi esterni al nostro sistema solare.

DUADE

 
(Eso.) - Abba, il Padre, Amona, la Madre. Il Logos bisessuale dal quale uscirono gli altri sette Sephiroti. La Duade nasce da Sephira, Kether, la Corona. Abbiamo, quindi : - La Triade Giudaica : Kether, Chokmah, Binah - La Trimurti Indù : Brahma, Vishnu, Shiva - Dalla Triade Giudaica derivano i sette Sephiroti che seguono, dalla Trimurti Indù derivano i Prajapati, che sono i Costruttori o Creatori, ed equivalgono ai Sephiroti giudaici. Ma Abba ed Amona sono anche Brahma-Viraj ed Aditi-Vach, o Elohim-Jehovah (Adamo-Adami) e Sephira-Eva. La storia è sempre la stessa : da un Protologos Androgino derivano due poteri cosmici che danno luogo ad altre entità. Se Aditi è la Madre degli Dei, o Deva-Matri, Eva è la madre di tutto ciò che vive; entrambe sono l'aspetto femminile, o Shakti, o Potere Generatore, dell'Uomo Celeste, che è il Potere Attivo Maschile. Per i Pitagorici, la Duade era lo stato imperfetto nel quale cadde il primo essere manifestato, quando si distaccò dalla Monade. Essa rappresenta il punto dal quale si biforcano le due strade del Bene e del Male. Per i Pitagorici, tutto ciò che ha due facce, che è binario, è falso; e poiché in Natura ogni cosa ha due facce, ogni cosa della Natura è falsa.

ELOHIM

 
(Eb.) - Anche Alhim, essendo questa parola pronunciata in vari modi. Godfrey Higgins, che ha scritto molto sul suo significato, scrive sempre Aleim. Le lettere ebraiche che compongono la parola sono: aleph, lamed, he, yod, mem; numericamente 1,30,5,10,40=86. Sembra trattarsi del plurale del nome femminile Eloah, ALH, più la forma comune del plurale IM, che è un suffisso maschile; l'insieme della parola (Elohim), per conseguenza, sembra implicare l'emissione delle essenze passive ed attive. Come appellativo si riferisce a "Binah", la Madre Celeste, ed è anche l'appellativo più completo di Jehovah Elohim - IHVH ALHIM. Come Binah conduce a sette emanazioni successive, così Elohim è stato chiamato a rappresentare un potere settenario della divinità. Nell'Antico Testamento, Elohim è uno dei due nomi del Dio di Israele, l'altro è Yahweh. La loro alternanza ha dato modo ai critici di individuare due delle fonti del Pentateuco : la elohista e la yahwista. Gli Elohim ebraici sono i Figli di Dio, equivalenti ai Dhyan Chohan indù, ai Rishi Prajapati, agli Spiriti Planetari, ecc. Sono androgini, ma con predominanza dell'elemento femminile. Questo nome è un plurale, identico al Chiim indù. Si tratta dei Sette Spiriti Creatori, i Sette Sephirot della seconda e terza Triade. Nel Genesi, l'Elohim è colui che obbedisce alla Legge Eterna, la Quantità Conosciuta, il Dio Costruttore, che esegue gli ordini del Dio archetipo. Sono i Poteri Inferiori del Genesi, i Logoi minori, quelli che non vogliono l'uomo "come loro". In altro senso sono intesi anche come Autoiniziati, o Dei superiori. E con il significato di Dei o Poteri, il termine viene talvolta usato come appellativo di ierofanti iniziati. Esisteva un Collegio di sacerdoti chiamato Aleim, ed il capo della casta si chiamava Java-Aleim. Gli Elohim sono i primi istruttori dell'uomo nel Giardino dell'Eden. Il Serpente, infatti, non è Satana, ma uno degli Elohim, l'Angelo Radioso che, attraverso il frutto proibito, trasformò l'uomo in natura incorruttibile e mortale. Essi sono la Divinità nella Natura, quelli che separano il Cielo Inferiore dal Superiore all'inizio del Genesi. Sono gli Angeli Primordiali, gli Asura, che fabbricarono il mondo manifestato usando il materiale eterno. Geova-Binah-Elohim è il capo ed anche la sintesi degli Elohim.

SUBLIMI SIGNORI

 
(Eso.) - I Sette Sublimi Signori sono i Sette Spiriti Creatori, i Dhyan Chohan, che corrispondono agli Elohim ebraici, ai Sephirot inferiori della Cabala, agli Amshaspend di Zoroastro, ecc. È la medesima gerarchia degli Arcangeli cristiani, cui appartengono Michele, Gabriele e gli altri.

G

 
- La settima lettera dell'alfabeto Inglese. "In Greco, in Caldeo, Ebraico, Assiro, Samaritano, Etrusco, Copto, Romano e Gotico moderni, occupa il terzo posto dell'alfabeto, mentre nel Cirillico, Glagolitico, Croato, Russo, Serviano e Vallonico, si trova al quarto posto". Poiché il nome di "god" (dio) comincia con questa lettera (in Siriano gad, in Svedese gud, in Tedesco gott, in Inglese god, in Persiano gada, ecc.), c'è una ragione occulta che soltanto gli studiosi della filosofia esoterica e della Dottrina Segreta, spiegata esotericamente, comprenderanno a fondo; essa si riferisce ai tre logoi , all'ultimo, l'Elohim, e alla emanazione dell'ultimo, l'androgino Adam Kadmon. Tutti questi popoli hanno derivato il nome "god" dalle loro rispettive tradizioni, che sono più o meno degli echi della tradizione esoterica. Parlare e "Parlare silenziosamente" (scrivere) sono un "dono degli dei", dicono tutte le tradizioni nazionali, a partire dagli antichi popoli Ariani che parlavano Sanscrito ed affermavano che il loro alfabeto, il Devanagari ( letteralmente, la lingua dei Deva o degli dei), fu dato loro dal cielo, e poi giù giù fino agli Ebrei, che parlano di un alfabeto, il padre di quello che è sopravvissuto, come di un simbolismo celeste e mistico dato dagli angeli ai patriarchi. Quindi, ogni lettera aveva il suo molteplice significato. Era essa stessa un simbolo dell'essere celeste e di oggetti, che a loro volta erano rappresentati sulla terra da oggetti analoghi corrispondenti, la cui forma simboleggiava la figura della lettera. La lettera G, chiamata in Ebraico gimel, simboleggiata da un lungo collo di cammello o, meglio, da un serpente eretto, è associata al terzo nome sacro, Ghadol o Magnus (grande). Il suo valore numerico è 4, il Tetragrammaton o la sacra Tetraktis; da qui, il suo carattere sacro. Per altri popoli valeva 400 e con una barra sotto, valeva 400.000. Nella numerazione alfabetica semitica valeva 3, come il gamma greco, con l'apice in basso a sinistra 3000, e seguito dalla M 30.000. Come abbreviazione aveva molti significati, se posta sul rovescio delle monete sta ad indicare le diverse località dove sono state coniate. Nel calendario romano era la settima lettera nundinale, in quello ecclesiastico è la settima ed ultima lettera domenicale, e sta ad indicare la domenica quando essa cade il 7 Gennaio. In musica è il quinto tono della scala musicale moderna : il Sol. In metrologia indica il grammo, in fisica l'accelerazione di gravità, in spettroscopia la linea dell'indaco.

MAZDA

 
(Zor.) - Per i Zoroastriani era il nome della Sapienza Divina. Nello Zend Avesta è l'avversario di Angra Mainyu, ovvero Arimane. Sua emanazione sono gli Amshaspend, che lo aiutano a combattere il suo avversario. Mazda è Uomo Spirituale, divino e purificato, mentre Arimane è Armaita Spenta, lo Spirito della Terra e della materialità. Ma anche in questo caso si ripropone il problema di tutte le altre religioni : non si tratta di due esseri diversi, bensì delle due facce opposte dello stesso Essere. Airyaman è il dispensatore di felicità, l'aspetto divino di Arimane, mentre questi, Daeva dei Daeva, è l'aspetto oscuro, materiale di Airyaman. Ahura Mazda, o Ormadz, è il Capo e la Sintesi dei sette Amesha Spenta, o Amshaspend. Anche in questo troviamo paralleli con altre religioni: Brahma è il Capo e la Sintesi dei Prajapati come Jehova è il Capo e la Sintesi degli Elohim.
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